Otus, il birrificio raddoppia e lancia nuove etichette

Da sinistra, Anna Cremonesi, Ruben Agazzi, Alessandro Reali e Ivano Magri
Da sinistra, Anna Cremonesi, Ruben Agazzi, Alessandro Reali e Ivano Magri

Ormai appare chiaro quanto il panorama del settore inerente alla produzione di birra sia mutato nel giro di un decennio e del peso che hanno assunto i birrifici artigianali nel contesto italiano, pur non minacciando in maniera concorrenziale il terreno della produzione industriale, per differenze rilevanti a livello quantitativo e qualitativo, commerciale e distributivo.

La produzione artigianale ha però di fatto conferito un fascino particolare al mondo della birra, apportando creatività e innovazione. Su questo terreno il Birrificio Otus di Seriate si è instradato a partire dal 2015, anno di inizio della produzione, con la chiara scelta di posizionarsi nel mercato di rilievo. 

«Nell’ ambito dei prodotti brassicoli artigianali – afferma Ruben Agazzi, consigliere delegato del birrificio – oggi si incontra un mondo molto variegato, che spesso genera anche confusione. Per il consumatore medio non è certamente semplice riuscire a comprendere e, di conseguenza, a scegliere. Spesso, inoltre, si incorre in prodotti che subiscono variazioni significative. La ricerca della qualità di Otus è invece costante in tutto il processo produttivo, a partire dalle materie prime e dall’uso dell’acqua. La qualità autentica nasce infatti dalle migliori materie prime e dall’artigianalità, che significa tecniche antiche, gesti misurati e un’infinita passione per la creazione di prodotti unici, con ingredienti e procedure naturali».

«Da qui la scelta di collocare il birrificio a Seriate, per riprendere la tradizione della produzione di birra sul territorio, che risale al XIX – aggiunge Anna Cremonesi, vice presidente Otus -. Qui l’acqua, vista la leggerezza, è ideale per la produzione del “pane liquido”. Grazie, poi, alle alleanze strategiche, prendiamo il meglio degli ingredienti per trasformarli in birra artigianale d’eccellenza. La maestria, che l’immagine del gufo sapiente ha fin da subito richiamato, è infine sintetizzata nel lavoro preciso e competente del birraio, Alessandro Reali».

Laureato all’Università di Agraria di Milano, Reali è oggi il cuore pulsante della produzione Otus: «Ho lavorato diversi anni all’estero, potendo provare sul campo la preparazione teorica universitaria e acquisire ulteriormente le competenze specifiche che solo l’esperienza diretta può insegnare. L’intenzione è di creare birre diverse, con forte personalità ma uguali a se stesse in modo da guidare il consumatore verso una maggiore consapevolezza e conoscenza della varietà sensoriale e gustativa che il modo della birra offre».

otus - pils produzione

Per Otus il 2016 è un anno laborioso dal punto di vista degli investimenti produttivi, verrà infatti più che raddoppiata la capacità di produzione e saranno prodotte tre nuove tipologie. La prima ad essere immessa sul mercato è una lager chiara, mentre a giugno vedrà la luce una birra bianca “Side B” Blanche. Poi la gamma sarà arricchita con una Season. «Pils al quadrato, questo è il nome che abbiamo voluto darle. È una birra a bassa fermentazione – continua Cremonesi – ad ispirazione tedesco-ceca, fatta come sempre a modo nostro con luppoli continentali ed oceanici. I profumi floreali, speziati dei luppoli e i toni dolci dei malti ci preparano a una birra di estrema scorrevolezza e aromaticità. L’acqua povera in sali, il suo taglio secco e una punta di amaro, ne fanno una birra per tutte le occasioni e per tutti i gusti». La Blanche invece abbiamo deciso di chiamarla Side B e sarà la nostra interpretazione di uno stile nato in Belgio: il frumento coltivato a Km zero dona pienezza e una nota acidula mentre le spezie utilizzate donano note floreali, agrumate e fruttate. Il lievito utilizzato completa il bouquet con richiami di vaniglia e frutta. Nonostante la complessità aromatica, la birra che ne deriva è rinfrescante e facilissima da bere. Una birra proprio per la stagione estiva alle porte!».


Birra artigianale, a San Pellegrino la vetrina dei produttori bergamaschi

Crescono i birrifici artigianali della Bergamasca e cresce BeerGhèm, la rassegna che per prima ha scelto, sei anni fa, di portare i riflettori sulla produzione provinciale. L’appuntamento, organizzato dal birrificio Via Priula di San Pellegrino e dalla Compagnia del Luppolo, torna da venerdì 27 a domenica 29 maggio nel centro della cittadina termale. A disposizione ben 60 birre alla spina per un autentico tour tra le diverse espressioni dell’arte brassicola orobica.

Saranno presenti i birrifici Endorama di Grassobbio, Elav di Comun Nuovo, Della Ghironda di Brusaporto, Del Lago di Sarnico, Adda di Brembate, Hopskin di Curno, Birra Orobia di Gorle, Birrificio Lemine di Almenno San Salvatore, Otus di Seriate, ARBrewing di Albino, Hammer di Villa d’Adda, Kaos di Grumello, oltre ai padroni di casa del Via Priula.

Per accedere alle degustazioni basta munirsi del bicchiere e acquistare i gettoni da spendere alle spine preferite. È attivo anche un servizio di ristorazione, curato da Pier Milesi del ristorante Bigio, mentre al beershop si potranno comprare le birre in bottiglia dei birrifici presenti. Una giuria di esperti selezionerà la birra migliore della rassegna, che verrà premiata nel pomeriggio di sabato 28 maggio.

BeerGhèm è aperta dalle 18 alle 24 il venerdì e dalle 11 alle 24 il sabato e la domenica e può contare su un curato programma di concerti ed eventi.


IseodiPinta, in piazza 30 birrifici artigianali

iseo di pinta 2015

A Iseo si rinnova l’appuntamento con “IseodiPinta”, il festival della birra artigianale. Sabato 7 e domenica 8 maggio nel centro storico una trentina di birrifici proporranno le loro specialità. Ci saranno birrai dal centro e nord Italia, alcuni birrifici del Sebino, della Franciacorta e dalle Bergamasca. Dall’Europa, birre danesi, tedesche, norvegesi, inglesi, belghe, olandesi e austriache. Gli stand saranno visitabili sabato dalle 18 alle 24 e domenica dalle 12 alle 22. La manifestazione ha due obiettivi: valorizzare la qualità della produzione artigianale, mettendo in risalto la passione che muove i produttori e avvicinare la domanda a un consumo più etico, rivolto anche alla produzione artigianale e non solo alla grande distribuzione. Sarà proposta anche birra artigianale senza glutine.


Una serata a tutta birra. Artigianale e bergamasca

Una serata dedicata alla birra artigianale bergamasca. La propone l’Associazione di promozione sociale Avalon, che si occupa di gusto, musica e incontri e si trova in via Angelo Maj 35/C a Bergamo.

Nella serata di martedì 5 aprile sarà di scena il birrificio Via Priula di San Pellegrino con il suo mastro birraio Giovanni Fumagalli che illustrerà i metodi di produzione della birra artigianale bergamasca, racconterà le ricette del birrificio e condurrà la degustazione.

Si assaggeranno 6 birre di cui 2 di tipologia light, 2 medie e 2 strong. Su tutte, la novità di casa, la Maiz, fatta con diversi tipi di mais (Spinato di Gandino, Rostrato Rosso di Rovetta, Nostrano dell’Isola) provenienti da piccole realtà agricole locali. In abbinamento salumi e formaggi tipici. Il costo è di 30 euro.

Prenotazioni tel. 3201832220 – info@vinomediatica.it


Birra e cucina, un matrimonio di gusto

“Se ami il cibo, ma conosci solo il vino, è come se cercassi di comporre una sinfonia con solo metà delle note e metà orchestra”. Oliver Garrett, il celebre birraio americano della Brooklyn Brewery ne è convinto. Ogni prelibatezza gastronomica può sposarsi alla perfezione non soltanto con un bianco fermo o un buon rosso ma anche con una birra di qualità. Basta scegliere quella giusta.

Ma se in America e nei Paesi nordici questo binomio è ormai un’abitudine consolidata, per una terra più legata al vino come la Bergamasca, e l’Italia intera, si tratta di una tendenza di più recente espansione.

Sono stati i giovani, abituati a viaggiare all’estero e alla costante ricerca di qualcosa di alternativo, i primi ad apprezzare la cultura brassicola, soprattutto durante le sagre e le Oktoberfest. Ed ora questa antica bevanda, le cui origini risalgono alla Mesopotamia, ha letteralmente conquistato un pubblico più maturo, andando ben oltre il banale accostamento con la pizza o i crauti. In molti ristoranti, anche di alta cucina, non è raro trovare accanto alla carta dei vini una ricca gamma di bionde, rosse o stout in grado di esaltare o contrastare ogni sorta di cibo. E c’è chi addirittura mette la birra in tavola durante i pranzi di gala.

Tra i pregi di questa bevanda fermentata a base di acqua, malto, luppolo e lievito spiccano la versatilità, la moderata gradazione alcolica e un prezzo più contenuto rispetto al vino. La tavolozza di profumi e stili offerta dalla birra è ormai tra le più sofisticate. Ecco perché, prima di decidere a quale piatto abbinarla, va assaggiata, a meno che non ci si affidi ai consigli di esperti del settore come il biersommelier. Da quando la birra è stata messa al pari del vino, infatti, in Italia si è andata sempre più affermando questa nuova figura
professionale che in Germania esiste già da tempo.

La regola generale è che la birra deve essere robusta e intensa quanto le pietanze a cui viene accostata: il connubio risulta particolarmente riuscito se c’è qualche sapore o aroma in comune. Birra e formaggio, per esempio, dovrebbero essere entrambi aciduli. Gli ingredienti leggermente amari della birra stimolano l’appetito. E allora perché non iniziare il pasto con una birra leggera per pulire il palato e preparare lo stomaco al cibo? Veniamo poi ai primi. Alle zuppe leggere si accosta una chiara e secca; alle minestre, invece, una maltata come la Scotch Ale. Parlando di secondi, una Ale chiara, caratterizzata dal forte aroma del luppolo, va d’accordo con le insalate verdi, mentre le birre amare sono adatte a quelle condite con aceto. Con bistecca o roastbeef meglio optare per le scure, mentre le birre di luppolo secche contrastano il piccante dei piatti esotici. Via libera, invece, alle chiare per pesce e pizza.
La birra si sposa bene anche con il dolce: una Doppelbock, al delicato gusto di ciliegia, o una Imperial Stout sono perfette con il cioccolato. Per le torte fruttate meglio una Lambic. E per chiudere il pasto si consiglia una birra “pesante” ma dolce che faciliti la digestione.

In Bergamasca oggi ci sono locali specializzati tra i migliori d’Italia e parecchi birrifici riconosciuti su scala nazionale anche da specialisti del settore come la Guida alle Birre d’Italia curata da Slow Food. Tra i più famosi spiccano Endorama di Grassobbio, Hammer di Villa d’Adda, Hopskin di Curno, Sguaraunda di Pagazzano, Maspy di Ponte San Pietro. E poi c’è la Elav di Comun Nuovo che ha lanciato un’originale versione della Vienna Lager preparata con la polenta, sfruttando le croste che restano attaccate al paiolo. Da segnalare anche il birrificio Valcavallina di Endine Gaiano e il Via Priula di San Pellegrino che lo scorso febbraio si sono aggiudicati un secondo e un terzo posto all’11esima edizione del premio Birra dell’anno, promosso dall’associazione Unionbirrai.

A conferma della sempre più marcata attenzione al connubio tra birra artigianale e cibo, è nato il primo concorso internazionale Armonia “Birra nel piatto”, che premia l’utilizzo delle birre in cucina e nella ristorazione.

I locali: «Etichette selezionate danno una marcia in più alla proposta»

Le esperienze di De Gusto, In Croissanteria e Fiore dell’Oste

In un mercato sempre più competitivo, esibire una carta delle birre ricca e dettagliata sta diventando un punto di forza per parecchi locali. Meglio ancora se il ristoratore sa suggerire al cliente il connubio ideale tra cibo e birra. In gioco non c’è la classica pizza abbinata a una bionda ma una vasta gamma di ricette, dall’antipasto al dolce, che ben si sposano con stout e bevande luppolate prodotte artigianalmente. «La sfida è unire la buona birra alla buona cucina, affiancare alla paziente spillatura la preparazione di piatti curati e ricercati, arrivando a creare un locale accogliente e prezioso, laddove il valore è dato dal gusto per ciò che si prepara e si serve», racconta Luca Carrara, 32enne che da agosto 2014 gestisce il De Gusto in via del Lazzaretto all’incrocio con via Baioni, a Bergamo. In meno di due anni questo risto-pub cittadino è balzato in vetta alle preferenze degli internauti su Tripadvisor e non solo. Merito anche dei suoi tre cuochi bergamaschi William Bertocchi, Jonathan Signorelli e Cinzia Mismetti che, dopo gli studi all’alberghiero di Nembro, hanno viaggiato molto per scoprire tutti i segreti della cucina internazionale. Ciò che ne deriva è un menù in costante evoluzione che varia a seconda delle stagioni.

Tra le proposte inserite di recente al De Gusto spiccano il risotto alla valtellinese, il merluzzo con piselli e liquirizia, la selezione di formaggi, il tutto accompagnato da birre alla spina: Canediguerra Bohemian Pilsner, Brown Porter, Rodenbach Grand cru, Hilltop Barry’s bitter, Endorama Buendia, Carrobiolo Triple. «L’obiettivo – afferma Carrara – è riuscire a far apprezzare la birra anche in momenti in cui non è abituale berla, come l’aperitivo e la cena; abbinare la birra a tapas e piatti golosi e stuzzicanti è un modo per valorizzarla al meglio».

in croissanteriaIn linea con la moda del momento Nicolò Vezzoli, titolare della pasticceria In Croissanteria di Carobbio degli Angeli, ha fatto un cambiamento radicale negli ultimi tre mesi. Dopo l’esordio dolce, con vendita di pasticcini e brioche, oggi ha allargato la sua offerta proponendo uno street food di qualità per il pranzo e la cena, il tutto abbinato a una vasta selezione di birre artigianali. E i consensi non tardano ad arrivare: «Pur non essendo una birreria nel vero senso del termine, il nostro giro di clientela sta aumentando – dice Vezzoli –. Abbiamo aperto come pasticceria ma poi abbiamo pensato di aggiungere piatti più strutturati che si avvicinano allo street food, dagli hamburger ai cibi etnici rivisitati, dall’astice canadese alla pizza gourmet, il tutto accompagnato da una delle nostre tre birre artigianali: la bionda, la rossa e la Indian Pale Ale. La prima si adatta bene a cibi leggeri come il nostro hamburger “Italo” con burrata e pesto. La rossa sta bene con piatti più strutturati come l’hamburger con il cheddar, il bacon e l’insalata. La Ipa, invece, è più amarognola, di nicchia, per intenditori, deve piacere. Interessante è anche l’accostamento tra la birra e le quattro pizze gourmet che stiamo inserendo nel menù. Si tratta di pizze alternative che hanno in prezzo dai 15 ai 25 euro perché farcite con ingredienti selezionati: gambero rosso, burrata, pata negra, trancio di tonno scottato, gamberi avvolti nel bacon».

Anche Cristian Borace, titolare del Fiore dell’Oste di Brusaporto, ha deciso di allargare la sua offerta culinaria affiancando al suo consolidato ristorante il “Forno dell’Oste”, uno spazio adibito alla degustazione di birre artigianali e buon cibo. «Il vino la fa sempre da padrone – ammette Cristian – però quando organizziamo le serate di degustazione cibo e birra il riscontro è positivo». E poi c’è un notevole risparmio rispetto al vino: «Si passa dai
20 euro di una buona bottiglia di vino ai 12 euro di una birra da 750 ml – conferma Cristian –. La più leggera è la classica bionda Ale non pastorizzata e non filtrata ad alta fermentazione, con un grado alcolico del 5%. Con il suo aroma maltato leggero, morbido, dal sentore di erbaceo e di miele, si abbina
agli antipasti o alla classica pizza.Le birre doppio malto leggermente dolciastre si sposano coi taglieri di formaggi; quelle più strutturate stanno bene anche con i dolci. Usiamo la birra anche come ingrediente nella preparazione di risotti, stufati, ma anche di pane e torte. Tra i nostri piatti forti spiccano il risotto pancetta e birra rossa, gli gnocchi ceci e birra, le costine di
maiale e lo stinco alla birra. Con la birra ho persino preparato il tiramisù e il caramello».


Beer in Black, a San Pellegrino il festival delle birre nere

Il birrificio Via Priula di San Pellegrino invita a scoprire “Il lato scuro della birra” con Beer in Black, terza edizione del festival dedicato esclusivamente alle birre nere, accompagnate da una proposta gastronomica ad hoc e musica dal vivo.

beer in blackL’appuntamento è nel salone delle cerimonie del ristorante Bigio, a San Pellegrino Terme, dal 26 al 28 febbraio, dalle 17 all’una di notte il venerdì e il sabato e dalle 11 a mezzanotte la domenica.

A disposizione ci sono 25 etichette di birrifici artigianali italiani e internazionali capaci di mostrare quanto possono essere diverse tra loro le birre nere. A rappresentare la Bergamasca la Imperial Stout Camoz, padrona di casa, e dal birrificio Endorama di Grassobbio la Milk Stout Milkyman e la Buendia, prodotta con caffè Huehuetenango presidio Slow Food.

La cucina, curata dallo chef del Bigio, Pier Milesi, spazia dal maxi BranzBurger omaggio ai prodotti della Val Brembana agli Scarpinocc seriani, dal risottino al formaggio Roccolo ai bocconcini di cervo e allo stinco di maiale serviti con polenta taragna o polenta nera. Non mancano i taglieri e tra i dolci il “Birramisù”, fatto con i biscotti Bigio e birra Camoz.

L’evento è organizzato con la collaborazione della Compagnia del Luppolo e del Ristorante Cà Bigio. Si può comporre autonomamente il proprio percorso tra le birre acquistando i gettoni per le degustazioni.

info@birrificioviapriula.it – tel. 3386438705


“Birra dell’anno”, due bergamasche sul podio

La premiazione del birrificio Valcavallina, di Renato Carro

 

Un secondo e un terzo posto, più due piazzamenti ai piedi del podio. Sono i risultati delle birre artigianali bergamasche all’11esima edizione del premio Birra dell’Anno, promosso dall’associazione Unionbirrai e punto di riferimento del settore per longevità e partecipazione.

La competizione ha vissuto proclamazioni e premiazioni nel corso di Beer Attraction, festa internazionale dedicata a birrifici e brewpub, specialità birrarie, tecnologie e materie prime, che si svolge fino al 23 febbraio alla Fiera di Rimini. In lizza sono scesi oltre 200 birrifici e più di mille birre, suddivise in 26 categorie e valutate da una giuria internazionale di esperti.

Il miglior risultato orobico per il 2016 è quello del birrificio Valcavallina di Endine Gaiano, che ha ottenuto il secondo posto con Alba Rossa nella categoria “Chiare e ambrate, alta fermentazione, basso/medio grado alcolico, luppolate, di ispirazione anglosassone (Ipa)”, alle spalle di Suburbia, della Fabbrica della Birra di Perugia, che si è aggiudicata – detto per inciso – il titolo di Birrificio dell’anno, assegnato al produttore con la migliore somma di punteggi.

Birrificio Valcavallina - Alba RossaCon il 6,4% di grado alcolico, Alba Rossa ha colore bruno con riflessi ramati e cappello di schiuma bianca, piuttosto persistente. Al naso presenta sentori di frutta matura, malto, sino al finale erbaceo di luppolo; in bocca, corpo medio, con lievi toni di nocciola e frutta matura accompagnati dall’amaro erbaceo dei luppoli inglesi. Il finale lungo è predominato dall’amaro erbaceo seguito da note maltate. È ritenuta ottima con carni rosse, agnello, pasta al ragù e con alcuni formaggi come parmigiano e grana.

morosa - birrificio Via PriulaLa Morosa del Birrificio Via Priula di San Pellegrino si è invece classificata terza tra le “Birre alla frutta, alta e bassa fermentazione”. Colore ambrato carico, 6,5% di alcol, nasce dall’incontro di more in frutto, un lievito belga e un mix di malti aromatici per un risultato di piacevole complessità aromatica: su tutto un bel fruttato, una leggera acidità che bilancia la morbidezza dei malti e nel finale una debole sensazione di amaro che accompagna il ritorno del gusto della mora.

Entrambi i birrifici hanno inoltre ottenuto un quarto posto. Via Priula con Dubec, nella sezione “Alta e bassa fermentazione, alto grado alcolico, di ispirazione tedesca” e Valcavallina con Darkside tra le “Affumicate, alta e bassa fermentazione”.

Già premiati nelle edizioni precedenti , con questi risultati i due produttori confermano anche per quest’anno la propria presenza nella selezione nazionale.

 

 


Settimana della Birra Artigianale, adesioni al via

birra artigianale people 2Sono ufficialmente aperte le adesioni alla Settimana della Birra Artigianale che ritorna da lunedì 7 a domenica 13 marzo 2016, per il sesto anno consecutivo, coinvolgendo birrifici, locali e negozi specializzati sull’intero territorio nazionale. Per sette giorni in tutta Italia si susseguiranno iniziative dedicate alla birra artigianale: degustazioni, promozioni, cene con abbinamenti, visite a birrifici, presentazioni di nuove birre, mini festival e molto altro ancora.

Come gli altri anni la partecipazione alla Settimana della Birra Artigianale è totalmente gratuita. Chiunque proponga o promuova la birra artigianale può aderire: quindi non solo pub e birrifici, ma anche beershop, ristoranti, bistrot, enoteche, associazioni di settore, siti di e-commerce, ecc. I soggetti aderenti dovranno lanciare almeno una promozione oppure organizzare almeno un evento dedicato alla birra di qualità nei sette giorni della manifestazione. L’adesione può essere effettuata online direttamente sul sito www.settimanadellabirra.it.

settimana birra artigianale Logo-fb-appLa Settimana della Birra Artigianale è un’idea del blogzine Cronache di Birra (www.cronachedibirra.it) nata con la finalità di sostenere un settore in forte ascesa. La manifestazione si rivolge sia agli appassionati sia ai semplici curiosi e, in generale, a chiunque voglia sfruttare un’occasione unica per conoscere meglio le meraviglie brassicole dei produttori artigianali. Lo scorso anno è stato superato il totale dei 600 aderenti e sono stati proposti 464 eventi e 353 promozioni: l’obiettivo per il 2016 è di superare queste importanti cifre.

Domenica 6 marzo si svolgerà un grande evento di presentazione dedicato a tutti coloro che condividono lo spirito dell’iniziativa.


La birra artigianale prende il volo. A Orio il primo pub monomarca, firmato Elav

Da una parte un aeroporto che scala le classifiche nazionali. Dall’altra un birrificio che di idee e progetti ne sforna a raffica. È così che per la prima volta in un aeroporto italiano apre un pub momonarchio di birra artigianale.

Succede nell’area imbarchi di Orio al Serio ad opera del Birrificio Indipendente Elav di Comun Nuovo, che ha siglato una partnership con la società che gestisce l’area per allestire e fornire lo spazio con le proprie birre e tutti i prodotti a marchio. Si tratta di  un pub tutto italiano dove i passeggeri in partenza potranno rilassarsi in attesa del proprio volo. Dieci spine offrono le birre cult del birrificio e a rotazione le speciali e stagionali, mentre sugli scaffali si trovano tutte le altre etichette Elav in bottiglia, da acquistare e portare anche in volo. In più i gadget Elav e tutti i prodotti dolciari della linea “Dissonanze di Elav”.

birrificio elav in aerporto orio al serio 2Forte di un incremento del 18,6% nel 2105, che ha portato a superare la quota dei 10 milioni di passeggeri (10.404.625), lo scalo bergamasco è impegnato a sostenere le potenzialità di traffico e a garantire al contempo la qualità dei servizi all’utenza, alle compagnie aree e agli operatori. Tra le azioni di adeguamento delle infrastrutture dedicate ai passeggeri, l’apertura di nuove attività nell’area imbarchi e da qui la possibilità di creare uno spazio unico nel suo genere con il primo pub di birra artigianale italiana a marchio.

«Un’importante novità che inaugura una nuova tendenza – spiega il Birrificio Elav -. Se infatti all’interno degli aeroporti siamo stati abituati a trovare prodotti di qualità e prestigio, perché così succede a moda e accessori e sempre più anche in riferimento al food&beverage, per il prodotto birra l’offerta si era fino ad ora limitata quasi esclusivamente a marchi industriali. Da parte sua la birra artigianale italiana ha raggiunto in questi ultimi anni livelli di qualità importanti, nonché un’ottima reputazione anche in ambito internazionale. Il posizionamento di Elav all’aeroporto di Orio risulta in questo senso come una naturale conseguenza di questo doppio movimento verso la qualità ed offrirà la possibilità al pubblico internazionale in transito ad Orio di godersi un’ottima birra artigianale Elav, sia prima che durante un volo. Oltre infatti a poter scegliere tra una vasta gamma di prodotti alla spina da godersi per ingannare l’attesa e l’ansia del volo, sarà anche possibile acquistare le bottiglie dallo scaffale o le stesse birre alla spina spillate con uno speciale sistema a pressione in bottiglie sigillate take-away da 1 litro».


Birrai emergenti, terzo posto per l’Hop Skin di Curno

Fabio Brocca del birrificio Lambrate è il birraio dell’Anno 2015. Nella categoria emergenti, il successo è per il duo Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del marchigiano Mc 77, mentre i bergamaschi Paolo Algeri e Gioia Ravasio del Birrificio Hop Skin di Curno chiudono al terzo posto.

Questi i verdetti della settima edizione del premio dedicato agli artigiani della birra italiana, ideato da Fermento Birra, che ha vissuto le fasi finali a Firenze in una tre giorni che ha portato alla ribalta 25 birrifici, 100 birre, le cucine di strada, senza dimenticare incontri e degustazioni guidate.

Il riconoscimento al birrificio Lambrate arriva dopo un 2015 ricco di successi e novità produttive in un momento anche simbolico perché è quello dei vent’anni dell’attività (aperta nel 1996 nel quartiere milanese da cui prende il nome) e del movimento artigianale stesso.

In precedenza il titolo di birraio dell’anno se lo sono aggiudicato Simone Dal Cortivo (birrificio Birrone – 2014), Luigi D’Amelio (Extraomnes – 2013), Riccardo Franzosi (Montegioco – 2012), Gino Perissutti (Foglie d’Erba – 2011), Valter Loverier (Lovebeer – 2010) e Nicola Perra (Barely – 2009).

I giovanissimi titolari dell’Hop Skin hanno dato il via alla produzione nel dicembre 2013 e dopo qualche mese hanno aperto il pub annesso al laboratorio, dove le loro birre si accompagnano ad una cucina veloce. Si trovano in via Lega Lombarda, nei pressi del cinema Uci. In Borgo Santa Caterina hanno invece aperto il locale specializzato Beer Garage, che stasera dedica l’aperitivo proprio alla loro medaglia di bronzo.