PNRR, il piano di rilancio che non tiene conto del terziario

Il commercio non è inserito nel piano di rilancio. I benefici sono solo indiretti attraverso la rigenerazione urbana

Oscar Fusini

Se il PNRR apre la stagione di rilancio dell’azione pubblica e accelera la progettualità, sembrano limitati i benefici per le imprese del commercio, turismo, terziario e servizi. Ascom Confcommercio Bergamo sottolinea una mancanza di attenzione a un settore che ha pagato alto il prezzo della crisi e della pandemia, tra stop forzati e continue restrizioni. E la coperta sta diventando ancora più corta per i pesanti rincari di energia e materie prime. Le principali opportunità progettuali e strategie del PNRR per le imprese del terziario non saranno infatti dirette, ma richiedono un approccio integrato, oltre a nuove politiche di governo del territorio. Servono capacità di tenuta, presidio dei servizi commerciali ricreativi turistici e culturali e sportivi.
Progetti di rilancio della prossimità, sviluppo della distrettualità, rivisitazione dei progetti di rigenerazione urbana e territoriale. Sul territorio lombardo ricadono ad oggi circa 6,3 miliardi di euro divisi tra le diverse azioni: rigenerazione urbana, borghi e cultura. “Su circa 60 bandi ancora aperti per circa 40 miliardi in gioco c’è n’è solo uno aperto alle imprese del terziario che è il bando per le strutture ricettive, peraltro con risorse a disposizione talmente scarse da rendere quasi impossibile il buon fine del finanziamento per gli imprenditori- sottolinea Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. La competitività nel turismo si fa certo con i luoghi ma anche e soprattutto con le imprese ricettive e questo concetto non è passato nel PNRR”. Va peggio per le attività commerciali: “Il grande escluso è il commercio- continua-. In particolare, pur essendoci circa il 21% delle risorse totali, pari a 40,29 miliardi, destinate alla digitalizzazione, competitività e cultura, non ci sono misure stabilite a favore delle imprese del commercio”. I benefici sembrano solo indiretti: “Siamo consapevoli che le risorse destinate alla rigenerazione urbana potranno in via trasversale costituire una modalità di rilancio anche del commercio ma questo potrà avvenire esclusivamente per le aree destinatarie dei progetti finanziati- sottolinea Oscar Fusini-. Il PNRR avrebbe potuto intervenire sui problemi reali che vivono i nostri borghi, la desertificazione commerciale soprattutto nei piccoli paesi di montagna, che fanno servizio e presidio per la gente e che sono determinanti per la qualità del vivere e dell’abitare. Questo non è avvenuto e questa parte del mondo produttivo pagherà ancora di più il divario con quella parte del mondo delle imprese che godrà di contributi notevoli”.