«Un nuovo triennio si apre per l’Università di Bergamo, che prosegue il suo sviluppo tra innovazione e diversificazione della didattica, potenziamento della ricerca e radicamento del suo ruolo di interlocutore in dialogo e in ascolto con la città». Questi i nuclei fondamentali del Piano Strategico di Ateneo sottolineati oggi dal rettore Remo Morzenti Pellegrini durante la presentazione ufficiale tenutasi nel Campus Economico e Giuridico dell’Ateneo di via dei Caniana, in cui è stata annunciato il passaggio ufficiale di testimone tra il direttore generale uscente Giuseppe Giovanelli e Marco Rucci che entrerà in servizio a marzo.
Tra le novità principali presentante anche una nuova tornata di reclutamento: «Durante il Consiglio di Amministrazione di oggi – spiega il rettore – abbiamo deliberato l’avvio di procedure per assunzione 11 ricercatori e 2 professori ordinari e 4 di seconda fascia, rese materialmente possibili dai finanziamenti ricevuti alla fine dello scorso anno».
Una decisione che si affianca a un Piano Strategico di Ateneo che contiene una scommessa sull’offerta formativa relativa ai prossimi tre anni: «Lavoreremo a un rinnovamento continuo dei corsi proposti, strutturandoli in modo da far emergere peculiarità che li distinguano da quelli disponibili in altri atenei – ha spiegato Matteo Kalchschmidt, prorettore all’Internazionalizzazione illustrando i principali punti del documento –. Fondamentale per noi anche caratterizzarci come “research university”, dove si fa ricerca e non solo “teaching university” in cui ci si limita ad attività didattiche, una scelta che si concretizzerà grazie all’aumento degli investimenti nella ricerca. Anche sul piano dell’internazionalizzazione continueremo a lavorare sulla proposta di corsi di laurea in inglese e sulla mobilità studentesca all’estero. Non mancherà il legame con il territorio e un potenziamento del trasferimento tecnologico».
Un tema che Paolo Buonanno, prorettore delegato alla Ricerca scientifica di Ateneo ha messo a fuoco sottolineando «l’importanza di attirare fondi e incidere negli ambiti territoriali rilevanti per generare ricadute sociali e industriali positive».
Nel ambito dell’orientamento degli studenti invece il Piano Strategico di Ateneo «sosterrà l’orientamento permanente, in collaborazione con le scuole del territorio – spiega Marco Lazzari, prorettore delegato all’Orientamento –. Si può fare molto oltre all’open day per i maturandi, già oggi lavoriamo anche con le classi terze e quarte delle scuole superiori e siamo anche partner di un progetto che coinvolge anche i ragazzi delle medie a cui partecipano anche l’Università Bicocca, quella di Pavia e la Cattolica. Un ultimo aspetto non meno importante è l’orientamento in uscita per cui proponiamo tirocini all’estero che influenzano le possibilità di accesso al mercato del lavoro dei nostri studenti».
«Una volontà confermata anche dall’internazionalizzazione, che tocca diversi ambiti disciplinari – spiega Stefania Maci, prorettore alla Didattica – dall’International Medical School presentata di recente, agli studi in turismo totalmente trasformati con didattica in inglese».
Sarà il Piano Strategico di Ateneo a fornire le linee programmatiche al nuovo direttore generale Marco Rucci, che dopo esperienze negli Atenei di Bari e Verona è stato selezionato tra 21 candidati per il posto ricoperto da 17 anni da Giuseppe Giovanelli e scelto per il suo profilo che costituisce un «riferimento per un’amministrazione solida», come ha commentato il rettore.
«Spero di riuscire a realizzare quelle che sono le linee generali per garantire servizi con trend positivo – ha commentato Marco Rucci – è una sfida importante per un Ateneo già ben gestito e amministrato, giovane, dinamico, internazionale e allo stesso tempo legato al territorio».
Al passaggio di testimone Giovanelli ha restituito un’immagine di «Università cresciuta con successo grazie a una progettualità condivisa, che ha compreso tutti, dai rettori che si sono susseguiti, ai direttori di dipartimento e ai prorettori, a docenti e personale tecnico amministrativo. Le cose, tutte, si fanno trovando un’intesa comune».