Più di mille pazienti, dai 3 agli 80 anni, più della metà provenienti da fuori regione e dall’estero: questi i numeri del Centro per lo studio e la cura delle pericarditi, istituito nel febbraio scorso e inaugurato oggi, al Papa Giovanni XXIII, alla presenza di molti pazienti e del direttore della Medicina interna Antonio Brucato, responsabile del Centro. Fra i pazienti colpiti da questa patologia del pericardio, il foglietto che avvolge il muscolo cardiaco, attualmente sono seguiti anche 30 bambini e molte donne in gravidanza, grazie alla stretta collaborazione fra internisti, cardiologi, cardiochirurghi, medici e tecnici dei laboratori, infettivologi e oncologi, quando necessario. “La pericardite è una malattia orfana – ha spiegato Brucato -. Per i pazienti è difficile trovare un centro di riferimento, perché tante sono le cause e un solo specialista non può fra fronte da solo a tutte le implicazioni di una patologia che spesso si risolve in un unico episodio, ma che può cronicizzare e avere un forte impatto sulla vita del paziente”.
E’ stato proprio l’arrivo del dottor Brucato ai Riuniti, nel 2009, a dare l’avvio a questa attività, che ha sviluppato in parallelo alla cura una notevole attività di ricerca. “La clinica ha migliorato la ricerca e viceversa, consentendo a Brucato e alla sua equipe di sviluppare delle linee guida per il trattamento delle pericarditi riconosciute a livello europeo dalla Società europea di cardiologia sulla diagnosi e gestione delle malattie del pericardio”, ha affermato Giulia Bombardieri, medico della Direzione di presidio, che ha rappresentato il direttore generale Carlo Nicora e il direttore sanitario Fabio Pezzoli. Brucato sarà affiancato dai giovani ricercatori Davide Cumetti e Silvia Maestroni, che del Centro saranno rispettivamente responsabile dell’ambulatorio e responsabile della ricerca.