«Lo Statuto del lavoro autonomo, approvato lo scorso 22 maggio, riconosce che il lavoro non è solo quello dipendente e che le prospettive di crescita occupazionale sono sempre più legate alle professioni». Così Anna Rita Fioroni, coordinatrice di Confcommercio Professioni, sintetizza la portata della nuova – e attesissima – legge che per la prima volta introduce un quadro di regole per tutte le libere professioni, sia quelle ordinistiche sia quelle non organizzate in ordini e collegi: un’ampia platea, quest’ultima, che copre l’intero spettro dei servizi alla persona e all’impresa, che va da attività più tradizionali, come l’amministratore di condomini o il consulente tributario, a quelle più innovative, spinte dalla progressiva digitalizzazione, come l’esperto di Ict, di comunicazione, il formatore, il designer.
L’occasione il convegno che l’Ascom di Bergamo ha dedicato alle novità legislative e che ha “ufficializzato” l’apertura dell’associazione verso le attività professionali. Oltre a Fioroni, hanno illustrato e si sono confrontati sul provvedimento l’onorevole Elena Carnevali, Maurizio Dal Conte, presidente dell’Anpal, Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro, ed Emmanuele Massagli, presidente Adapt e docente di Pedagogia del lavoro presso l’Università degli Studi di Bergamo.
Numeri in crescita
Che si tratti di un settore strategico lo dimostrano i numeri. Secondo l’ultima analisi effettuata da Confcommercio Professioni, in Italia circa un quarto degli occupati è rappresentato da lavoratori indipendenti e la crescita dei professionisti “non ordinistici” è netta, +49% nel periodo 2009-14, per un totale che nel 2014 si è attestato sulle 340mila unità. Anche in provincia di Bergamo il mondo delle Partite Iva è in crescita: solo nel primo quadrimestre di quest’anno si sono registrate oltre 1.100 aperture, il 5% in più rispetto allo scorso anno.
Più tutele
«Lo statuto – prosegue Fioroni – dà una risposta regolatoria alle nuove esigenze del mercato, in primo luogo alla necessità di tutelare la libera scelta professionale, offrendo condizioni favorevoli, dal punto di vista burocratico, fiscale e previdenziale, per esercitare l’attività».
Tutte importanti le “conquiste”, ottenute anche grazie al confronto costante di Confcommercio Professioni con Governo e Parlamento nella fase di redazione della legge. «Le novità si possono riassumere in tre linee – sintetizza Fioroni -. La prima riguarda la tutela contrattuale vera e propria, in particolare in materia di tempi di pagamento, con la norma che rende inefficaci le clausole oltre i 60 giorni. Il secondo versante è quello del welfare e della previdenza con novità importanti per maternità e conciliazione tra vita e lavoro, tema fondamentale per le libere professioni».
La sfida della competitività…
Il terzo punto è anche quello sul quale Confcommercio Professioni punta maggiormente: la competitività. «L’ambizione – spiega la coordinatrice – è costruire un percorso di rappresentanza unitaria che riconosca il ruolo e il protagonismo delle professioni per l’apporto di qualità che possono dare all’economia». Importanti sono perciò le iniziative che promuovono la formazione e la qualificazione, su tutte la deducibilità integrale delle spese sostenute per la formazione e l’aggiornamento.
«Ci sono poi strumenti che possono diventare strategici, ma che al momento non lo sono e sui quali ci impegneremo con un monitoraggio stretto – evidenzia -. Lo Sportello del Lavoro autonomo, che, in capo ai Centri per l’impiego e agli enti accreditati, dovrebbe orientare chi intende dedicarsi ad una professione indipendente. Ci impegneremo anche nel promuovere presso la Pubblica Amministrazione l’apertura delle gare d’appalto ai lavoratori autonomi, come previsto dallo Statuto. Grandi partite sono anche la costituzione di consorzi e reti e l’attenzione a come le Regioni interpretano la parificazione tra libere professioni e imprese per l’accesso ai fondi strutturali europei». Molto, quindi, deve ancora essere sviluppato per in termini di opportunità.
… e del riconoscimento delle competenze
«Il nuovo statuto è un passo avanti – aggiunge Fioroni – ma non basta. C’è ancora tanto da fare, in fatto di previdenza, ad esempio, di squilibrio tra pressione contributiva e prestazioni previdenziali. E poi c’è il nodo della bassa redditività e la necessità di dare vita ad un sistema moderno che, in un mercato selvaggio, valorizzi le prestazioni di qualità. In questo molto possono fare le associazioni di rappresentanza di settore, chiamate espressamente a rendere riconoscibili le competenze, a vantaggio anche del committente».
In questo nuovo quadro di regole, opportunità e ulteriori riconoscimenti da ottenere come può muoversi il singolo professionista? «La presenza di un coordinamento nazionale tra le diverse associazioni professionali quale Confcommercio Professioni e di un punto di riferimento territoriale, rappresentato dalle Ascom, offrono senz’altro un supporto utilissimo per rappresentanza e servizi», conclude Fioroni.