“A Como sono ritornato a casa, ma è difficile dimenticare l’Atalanta. Perché l’Atalanta è una sola”. Mino Favini lascia trasparire così tutta l’emozione per aver riabbracciato la “sua” Bergamo e tanti dei protagonisti che, in 25 anni, hanno condiviso con lui un’irripetibile avventura in nerazzurro. Il Panathlon International Club di Bergamo, presieduto dall’avvocato Attilio Belloli, ha voluto ringraziare il Mago di Meda e lo ha fatto chiamando a raccolta atalantini di ieri e di oggi, tra amarcord e aneddoti, per una serata davvero speciale dal sapore tanto dolce quanto spolverata da quel pizzico d’innegabile nostalgia. Valter Bonacina, Daniele Filisetti, Giancarlo Finardi, Giorgio Magnocavallo, Luigino Pasciullo, Eugenio Perico, Giovanni Vavassori, ma anche Stefano Bonaccorso, Carlo Valenti, Baldassare Agnelli, Aldo Piceni, Marino Lazzarini, Roberto Selini (“per mia figlia è nonno Mino”) e Carla Marra, un’istituzione a Zingonia (“grazie papà”). “Quando si lascia un affetto così grande – ha detto Favini – è sempre dura. Non nascondo d’aver passato un momento non buono, poi però il Como mi aspettava e lì, tra l’altro, ho ritrovato molti di quei ragazzini che avevo lasciato e che oggi sono uomini che lavorano nel vivaio, come Galìa, Fontolan e Didoné”. Eugenio Perico ne ha elogiato il cuore d’oro ed è proprio quello che il Maestro ha mostrato, ancora una volta, in mezzo a tanti amici: “Sono sorpreso e commosso – ha ammesso – perché è naturale stringere dei legami forti lungo un cammino come questo, ma è bellissimo avere la possibilità di vivere ancora queste occasioni, perciò il mio ringraziamento va ad ognuno di voi”. Del resto, come disse un giorno Titta Pasinetti, “Se fossi un presidente e avessi i soldi, non comprerei un grande attaccante ma Mino Favini”.