Contraffazione, «oggi il contrasto è più difficile: ecco perché tutti dobbiamo dire di no»

Contraffazione, «oggi il contrasto è più difficile: ecco perché tutti dobbiamo dire di no»

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L’Ascom di Bergamo ha scelto ancora una volta la scuola per declinare i temi della giornata di mobilitazione nazionale “Legalità, mi piace!”, l’iniziativa della Confcommercio per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese.

Lo ha fatto in un incontro con 250 studenti delle superiori all’Isis Natta di Bergamo, capofila del Centro di Promozione della Legalità, che coinvolge 60 istituti scolastici e 20 soggetti pubblici e privati del territorio e che ha ottenuto, prima realtà di questo genere, l’assegnazione di un bene confiscato alla mafia, uno spazio a Seriate che sarà inaugurato il prossimo febbraio.

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Sensibilizzare i cittadini cominciando dalle generazioni più giovani pare, del resto, la strada migliore per contrastare fenomeni sempre più pervasivi e “intelligenti”. Come la contraffazione, percepita, secondo i dati forniti durante la giornata, come fatto normale e addirittura utile dal 72% dei consumatori. «Voi siete i controllori – ha ammonito la platea il colonnello Vincenzo Tomei, comandante provinciale della Guardia di Finanza -. La contraffazione è in mano a organizzazioni criminali ed è fonte di concorrenza sleale, ma significa anche frode fiscale e danno erariale e, quindi, per l’economia dello Stato e della collettività. Occorre perciò mettere da parte il buonismo ed essere più severi con se stessi e dire no agli acquisti». Anche perché l’industria del falso si è “evoluta” per sfuggire alle legislazioni più forti messe in atto negli Stati più attenti al problema.

«Oggi in Italia non ci sono più grandi depositi di merce contraffatta – ha spiegato Tomei -, la criminalità ha ridotto il rischio d’impresa, spostandoli nei paesi dell’Est Europa, dove i controlli sono minori. Succede quindi che gli articoli, solitamente provenienti da Cina e India, vengono etichettati in queste strutture all’estero e in Italia arrivano furgoni, spesso scalcinati, con un carico di falsi da piazzare sul mercato. A questo punto ciò che possiamo fare è poco: denunciare a piede libero l’autista, sequestrare la merce, che però è in quantitativi ridotti rispetto ai grandi depositi, e un furgone inutilizzabile». Da qui il forte richiamo alla responsabilità personale: «Anche in casi più complessi – ha fatto notare – come, come i reati ambientali, all’origine c’è sempre una falla, una persona che non ha controllato con diligenza o che è corrotta».

Di un contesto globalizzato ha parlato anche Iole Galasso, vicecapo di Gabinetto della Prefettura di Bergamo. «Oggi le imprese operano ovunque e nessun territorio è immune a infiltrazioni criminali nell’economia – ha ricordato -. Di pari passo la sensibilità in tema di antimafia si affina sempre più e ciò che la Prefettura fa è un’azione preventiva, da un lato tenendo sotto osservazione reati “spia”, come le turbative d’asta, dietro a comportamenti scorretti può infatti esserci un’organizzazione malavitosa, dall’altro con un’attività di tipo amministrativo, i controlli per la certificazione antimafia, che possono sembrare un appesantimento burocratico, ma servono a garantire che operino solo imprese sane».

legalita-mi-piace-2016-platea-2La Prefettura effettua anche attività di sostegno alle vittime di racket e usura, attraverso uno sportello. «Gli imprenditori che hanno subito danni alla propria attività possono ricevere dallo Stato una somma a fondo perduto per ricominciare – ha detto Galasso -. A Bergamo le richieste sono state limitate, è giusto però far sapere che esiste». «Contiamo pochissimi casi di usura di tipo delinquenziale – ha aggiunto Tomei – è un’attività “complicata” e può essere che la vittima non abbia poi i soldi da restituire, il crimine preferisce forme più redditizie».

Su abusivismo, contraffazione e taccheggio si è soffermato il direttore dell’Ascom Oscar Fusini, evidenziando che il 68% delle imprese ritiene di aver subito un episodio di taccheggio e di un impatto stimato del 5,2% sui ricavi di vendita, mentre il 65,1% si ritiene danneggiato da abusivismo e contraffazione. «Per contrastare l’abusivismo e la concorrenza sleale – ha sottolineato – chiediamo una rivisitazione del codice penale in materia di contraffazione: da reato contro la fede pubblica a reato contro il patrimonio. E poi norme procedimentali più efficaci per garantire la repressione dei reati, individuazione di misure di contrasto a mezzo web, tutela del made in Italy e contrasto dell’italiansounding su scala europea ed internazionale e un’Agenzia Europea per la lotta alla contraffazione e misure doganali».

malvestiti-legalita-mi-piaceL’incontro, coordinato da Andrea Valesini, caporedattore de L’Eco di Bergamo, ha portato ai ragazzi anche gli incoraggiamenti di Patrizia Graziani, dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Maria Amodeo, dirigente scolastico del Natta, del vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi e del presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti: «La nostra Associazione sarà sempre al fianco della legalità – ha ribadito Malvestiti -. È un impegno che appartiene profondamente alla nostra cultura associativa e che abbiamo cercato di rafforzare negli ultimi anni, grazie a manifestazioni come questa e al coinvolgimento dei nostri imprenditori e della società bergamasca».

 

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