Non passeranno! Anche gli agricoltori di Coldiretti Bergamo sono pronti a fare muro contro ogni tentativo di produrre i formaggi con la polvere, come vorrebbe l’Unione Europea, invece che con il latte come deve essere. “Se fino a oggi le manifestazioni che abbiamo organizzato al Brennero erano pacifiche, adesso siamo pronti a bloccare le frontiere se non verrà riconosciuta la distintività di ogni produzione nazionale e l’obbligo dell’origine” dice Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia dopo che Bruxelles ha definito contraria alla libera concorrenza la legge italiana che, già dal 1974, impone l’uso di solo latte per i formaggi in modo da tutelare i consumatori e l’alta qualità degli alimenti Made in Italy.
“Sembra quasi banale dire che per i formaggi ci vuole il latte – commenta Coldiretti – ma in ambito Ue sono bravissimi a complicare le cose semplici e a rovinare le cose buone. Permettere l’uso di polveri per i formaggi va contro gli interessi dei consumatori e dei produttori per fare un favore a qualche lobby industriale pronta a speculare anche su questo. Si tratta di una visione miope che non possiamo accettare, soprattutto qui in Lombardia dove produciamo il 40 per cento di tutto il latte italiano e dove le nostre stalle stanno resistendo con le unghie e con i denti contro il crollo delle quotazioni arrivate a 36 centesimi al litro. A Bruxelles con queste decisioni insensate giocano con la vita delle persone”.
“Questo è l’ennesimo tentativo di cancellare l’identità e la distintività produttiva dei nostri territori – sottolinea Alberto Brivio presidente di Coldiretti Bergamo – cercando di uniformare le produzioni non certificate imponendo un appiattimento verso il basso della qualità alimentare a danno di Paesi come l’Italia che possono contare su primati qualitativi e di sicurezza alimentare”.
“Ci appelliamo al ministro Martina – continua Brivio – che da buon bergamasco ben conosce l’eccellenza e la qualità della nostra produzione lattiera affinché il governo assuma finalmente una posizione decisa nei confronti di un’Europa assente in modo imbarazzante sui grandi temi ed emergenze sociali, ma fin troppo presente per non dire opprimente su questioni che, favorendo le grandi lobby agroindustriali, consente l’ennesimo inganno a svantaggio del consumatore”.
In Italia il 65% della popolazione, circa 31 milioni e mezzo di individui, consuma abitualmente latticini e formaggi e se il 25% va a Grana, il 58% punta su latte e formaggi freschi come mozzarelle, ricotte, caciotta, ma anche yogurt, proprio i prodotti più a rischio per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti e semilavorati dall’estero. “E che, guarda caso, sarebbero anche gli stessi prodotti per i quali la UE vorrebbe imporci l’uso delle polveri – conclude Prandini – ma noi non ci piegheremo. Come il vino si fa con l’uva, per i formaggi ci vuole il latte. La polvere se la mangino loro”.