Istruzione e formazione, la Provincia convoca gli Stati generali

Provincia-BergamoConoscere i bisogni delle aziende è funzionale all’orientamento dell’offerta formativa e scolastica verso gli indirizzi che danno migliori garanzie occupazionali ai diplomati, ragazzi che hanno concluso il quinquennio, e ai qualificati, ragazzi che hanno assolto l’obbligo scolastico e il diritto e dovere all’Istruzione e formazione. Adempiendo al compito di definire annualmente il piano della programmazione della rete scolastica, la Provincia svolge un ruolo a garanzia della qualità di un’offerta formativa che possa offrire reali sbocchi occupazionali nel quadro produttivo e sociale e non trascuri il valore educativo e culturale della persona nel contesto territoriale. A tale scopo il presidente della Provincia Matteo Rossi convoca gli Stati generali dell’istruzione e della formazione il 7 settembre prossimo, alle 15, allo Spazio Viterbi in via Tasso e chiama a raccolta l’intero territorio. L’obiettivo è la definizione del piano della rete scolastica provinciale: l’offerta formativa e dimensionamento della rete scolastica per l’anno scolastico 2017/2018. L’iniziativa di aprirsi al territorio dà nuovo slancio alla prassi programmatoria finora seguita da via Tasso insieme al mondo dell’istruzione e della formazione: “La Provincia c’è e continuerà ad esserci con forza sul rapporto scuola lavoro . Lo abbiamo dimostrato con la Fiera dei Mestieri, lo faremo con gli Stati generali della formazione, lo abbiamo fatto con la sottoscrizione dell’accordo che vuole dare concretezza al cuore del sistema duale, ossia l’apprendistato per il raggiungimento della qualifica e del diploma. Gli obiettivi di fondo che condividiamo con i tantissimi soggetti con i quali collaboriamo sono tre: lotta alla dispersione scolastica, presa in carico dei giovani neet, uno sviluppo dell’impresa sempre più basato sulla formazione e la conoscenza. In questo percorso riconosciamo fino in fondo il valore dell’impresa come soggetto formativo, un passaggio culturale che trova nella realtà bergamasca un’esperienza che può diventare modello nazionale”, dichiara il presidente RossiL’intento della Provincia è definire il piano attraverso la promozione e l’integrazione dei diversi cicli di istruzione, favorendo rapporti di rete tra istituzioni scolastiche, enti di formazione professionale, Poli Tecnici Professionali, Fondazioni ITS, Università e sistema produttivo. Il processo di programmazione dovrà concludersi entro il 31 ottobre 2016, secondo le indicazioni della Regione.

I lavori

I lavori prenderanno quindi il via mercoledì pomeriggio 7 settembre in via Tasso con una riunione preparatoria, propedeutica all’organizzazione che verrà adottata, a cui sono invitati: l’Ust di Bergamo, i dirigenti scolastici che coordinano i sei ambiti di istruzione, l’Università, i coordinatori delle undici zone omogenee della Provincia, i sindacati e le associazioni di categoria componenti della commissione provinciale delle politiche attive del lavoro e della formazione. Nel corso dell’incontro verranno illustrati i dati raccolti dalla Provincia per singolo ambito, dati che saranno lo spunto per ragionare ed elaborare le varie proposte di programmazione. Ad esempio, sul totale di 6.973 ragazzi diplomati e qualificati nell’anno scolastico 2012/2013, il 48% ha trovato subito lavoro: ad oggi ne rimane occupato il 64,35%. Per l’anno 2013/2014 i dati sono: 7.833 diplomati e qualificati, di cui il 43,90% ha trovato occupazione e ne rimane attualmente attivo il 64,89%. E ancora: se nel 2016/17 gli iscritti alle istituzioni scolastiche sono 9.063 e 2.115 nelle istituzioni formative, nell’ano precedente erano rispettivamente 8.891 e 2.348. Dal confronto tra i due anni scolastici emerge che i licei registrano +89 iscritti, gli istituti tecnici +154, i professionali calano di 66 iscritti e va ancora peggio per i percorsi di istruzione e formazione professionale con -238 iscritti. Tra i due anni scolastici si rileva un aumento di iscritti del 2,14 % nei percorsi liceali, del 4,72% nei percorsi tecnici, un decremento del 5,99% nei professionali e dell’8,74% nei percorsi di IeFP. (Istruzione e Formazione Professionale). I dati sono integrati dallo studio di Eupolis Lombardia, che espone interessanti previsioni dei titoli di studio che saranno maggiormente richiesti nella nostra provincia al 2020.

Definita la metodologia e acquisito il contributo operativo messo a disposizione dalla Provincia, una macchina operativa verrà avviata dai referenti di ciascun ambito di istruzione, i quali convocheranno i rispettivi gruppi di lavoro con l’obiettivo di elaborare un piano di Ambito. Le proposte emerse, condivise nei successivi incontri territoriali confluiranno nel piano provinciale di rete. Parteciperanno a questi incontri: Provincia e Ust di Bergamo; dirigenti istituzioni scolastiche e direttori istituzioni formative; referenti delle zone omogenee per l’istruzione e la formazione; sindaci; associazioni di categoria; aziende del territorio; presidenti ITS e referenti dei Poli Tecnici Professionali; Università; Associazioni dei genitori.

Il calendario degli incontri sul territorio

  • Ambito 1 – Valle Brembana e Imagna – zone omogenee 5, 6

martedì 27 settembre ore 15.00 presso sede Istituto Superiore Turoldo di Zogno

  • Ambito 2 – Valle Seriana, di Scalve e Alto Sebino – zone omogenee 3, 4

giovedì 29 settembre ore 15.00 la sede dell’Istituto Superiore Romero di Albino;

  • Ambito 3 – Valle Cavallina, Calepio e Basso Sebino – Zone omogenee 11,2

mercoledì 5 ottobre ore 15,00 presso Istituto Superiore Majorana di Seriate

  • Ambito 4 – Bergamo e Limitrofi – Zone omogenee 1

giovedì 6 ottobre ore 15,00 presso Istituto Superiore Natta di Bergamo

  • Ambito 5 – Isola Bergamasca e comuni limitrofi – Zone omogenee, 7, 8

martedì 11 ottobre ore 15,00 presso Istituto Superiore Marconi di Dalmine

  • Ambito 6 – Bassa Bergamasca – Zone omogenee, 9, 10

mercoledì 12 ottobre ore 15,00 presso Istituto Superiore Don Milani di Romano di Lombardia

  • Incontro di condivisione proposte con sindacati scuola  venerdì 14 ottobre ore 11.00 presso Sala Riunione, Borgo S.Caterina

 

 


Troppi giudizi parziali, così declina la nostra convivenza civile

scuolaL’idea che ci sia un giudice, a Berlino come altrove, ci rassicura da almeno trecento anni: da quando è stato introdotto il moderno concetto di diritto, se ci fate caso, tutta la nostra esistenza si è fondata sulla pacificante illusione che qualcuno valuti equamente e decida di noi e dei nostri rapporti con il mondo esterno. Ci sono maestri e professori che giudicano del nostro impegno e della nostra vocazione per le lettere o per le matematiche, confessori che misurano il nostro grado di probità, psicologi che ci dicono se e quanto siamo felici, colonnine arancioni che ci informano circa il nostro rispetto dei limiti di velocità e così via. Insomma, la nostra vita è costantemente monitorata e, quando necessario, riallineata da dei giudici, che, imparzialmente, ci assegnano palline bianche o palline nere, ci fanno avanzare o retrocedere, ci ammoniscono o ci premiano. Le suocere, in un certo senso, sono, a loro volta, giudici succedanei, se rendo l’idea. Tutto questo, come ogni trovata di origine illuminista, è molto bello, utile ed appagante, in teoria, salvo scontrarsi con la dura realtà: maestri e professori che scaricano sugli alunni le proprie personalissime nevrosi, confessori che abusano della catechista, psicologi che si inventano farneticazioni proiettive e colonnine arancioni che servono solo a fare cassa, non contribuiscono certamente a consolidare la nostra fiducia nei giudizi e nei giudici. E massime in un posto come l’Italia, in cui il grado di clientelismo, di corruzione e di imbarazzante lassità morale raggiunge picchi da manuale.

Dunque, la questione non è più quella della presenza o meno di un giudice, a Berlino come altrove, ma quella della credibilità del giudice. Non mi riferisco, naturalmente, solo alla magistratura, ossia ai giudici deputati e stipendiati allo scopo di difendere il diritto ed applicare la legge, sibbene a tutte le figure il cui compito, istituzionale o tradizionale, sia quello di esprimere giudizi. Che dire di insegnanti, ad esempio, che, in sede di scrutini o di esami di maturità, operano in modo irrituale (e sono buono usando questo aggettivo) per farla pagare agli studenti che stanno loro di traverso? E che dire di concorsi pieni di errori, di manipolazioni, di pasticci, che devono essere rifatti ogni volta per vizi formali e sostanziali? Qualche dubbio ci viene, non è vero? E questo dubbio, questa idea che la legge non sia mai uguale per tutti, che a me per uno scontrino da due euro diano un multone e a te, per una truffa milionaria, non facciano niente, è come un tarlo, che corrode la nostra fiducia nella società, nello Stato, nella gente che ci circonda. E’ la morte dell’idea comunitaria di istituzioni. Ognuno, perciò, vive nel sospetto di essere gabbato: guarda al proprio vicino come ad un potenziale competitore, chiedendosi di quali appoggi goda, chi lo abbia raccomandato, a chi si sia rivolto. E’ la società clientelare, che si contrappone alla società del diritto, casomai volessimo dare un nome alle cose.

Anche a me, nel mio piccolo, è capitato mille volte di scontrarmi con questa bruttissima realtà: giudici che danno ragione ai ladri, in quanto enfants du pays e torto al forestiero che ha dalla sua la legge, professori che insufflano nel collega che ti deve esaminare pregiudizi devianti, vigili che si mostrano implacabili verso la tua pagliuzza e malleabilissimi verso le altrui travi…eh, cari miei, troppe ne ho viste. E chissà quante ne avrete viste voi! In definitiva, è come se sapere che, a Berlino come altrove, ci sia un giudice non ci bastasse più: non ci fidassimo più del criterio con cui chi ci giudica viene scelto ed opera. E capirete che non è una bella sensazione. Però, così stanno le cose: questo è il punto di arrivo di una lunghissima catena di impercettibili cedimenti etici. Un poco alla volta, il cittadino comincia a smettere di credere che esista un sistema virtuoso, basato sulla semplicissima regoletta del “chi ha ragione vince”, “chi merita passa”, “chi rispetta è rispettato”, e si addentra, suo malgrado, nella jungla del “chi ha la raccomandazione più forte vince”, “chi imbroglia passa”, “chi è forte è rispettato”: in questo modo, la società civile diventa una società mafiosa, piano piano, a piccolissimi passi. E le reazioni del nostro bravo cittadino possono essere solo due: o cerca di opporsi alla fanga che gli sale lungo i polpacci, e allora vivrà una vita di rabbie e di delusioni continue; oppure si adegua, si attrezza, cerca di ritrovare nell’agenda il numero di telefono di quel suo compagno delle medie che adesso fa il sostituto procuratore, contatta l’amico primario per saltare anche lui la fila, raccomanda il figlio al dirigente scolastico che gli deve un favore.

La ‘descalation’ dalla Scandinavia all’America Latina avviene così: un cittadino alla volta. Ti affidi a giudici che ti fregano una, due, tre volte, finché non ne puoi più e, anziché ad un giudizio nella cui imparzialità e serietà non credi più, ti affidi alla protezione di un padrino. E l’Italia è piena di questi piccoli e grandi padrini: di gente che ti dice “ci penso io”, “lascia fare a me”. Professionisti, funzionari, politicanti, che, con aria paciosa e col sorriso dell’amico vero ti oliano le serrature, ti tengono aperta la porta. Nulla di penale, come dicono in televisione: no certo, nulla di penale, ma moltissimo di morale. I danni che derivano alla qualità della nostra vita civile da questo andazzo e dall’assoluta sfiducia in figure terze che diano dei giudizi universalmente accettati, basati su criteri di imparzialità e serietà, sono enormi e, temo, irreparabili. Perché questo personalismo, questo egoismo trasformato in sistema, mina alle radici l’idea stessa di convivenza civile: ci ributta indietro di secoli, quando la libertà non era un diritto limitato solo da altri diritti, ma un privilegio, concesso da un potente ad uno meno potente. E quel sistema si chiamava feudalesimo.


Seriate, ecco dove ritirare la cedola per i libri della primaria

municipio seriateDopo Bergamo, anche il Comune di Seriate ha reso note le modalità per ritirare la cedola libraria che assicura la fornitura gratuita dei testi per la scuola primaria. Il sistema della cedola è stato reintrodotto dalla Legge Regionale 26 maggio 2016 – n. 14, a garanzia della libera scelta del fornitore da parte delle famiglie.

«La dotazione libraria rimane a carico dei Comuni che garantiscono la fornitura gratuita dei libri alle famiglie degli studenti della scuola primaria – ricorda l’assessore alla Pubblica istruzione Ester Pedrini -. Seguendo quanto stabilito dalla Regione si sostituisce la modalità della gara d’appalto, che individuava fornitori unici per la distribuzione dei testi, con l’erogazione delle cedole librarie, per tutelare la libertà di scelta del cittadino che potrà rivolgersi al libraio di fiducia».

Da domani, mercoledì 20 luglio, sino a venerdì 26 agosto alle famiglie residenti a Seriate, con figli che frequentano la primaria, stimati in circa 1.300 studenti, saranno distribuite le cedole librarie nelle seguenti modalità:

  • gli iscritti alle scuole Battisti, Rodari e Donizetti devono rivolgersi alla segreteria dell’Istituto Comprensivo “Cesare Battisti” di viale Lombardia 5 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 10 e dalle 12 alle 13
  • gli iscritti alle scuole Buonarotti e Cerioli devono rivolgersi alla segreteria dell’Istituto Comprensivo “Aldo Moro” di Corso Roma, 37 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 10 e dalle 12 alle 13
  • gli iscritti alla primaria Sacra Famiglia devono rivolgersi alla segreteria dell’Istituto in via Corti 6, da lunedì a sabato dalle 8 alle 12
  • gli iscritti in scuole che non afferiscono ai due istituti comprensivi statali del territorio o all’Istituto Sacra Famiglia devono rivolgersi allo Sportello unico del cittadino nei giorni lunedì, martedì e venerdì dalle 8.30 alle 13, mercoledì dalle 8.30 alle 14, giovedì dalle 8.30 alle 18, sabato dalle 8.30 alle 12.

Possono ritirare le cedole i genitori degli alunni o chi ne esercita la patria potestà. Eventuali soggetti terzi possono essere delegati con apposito modulo scaricabile alla pagina http://scuola.comune.seriate.bg.it.

Le famiglie, senza alcun costo, potranno perciò acquistare i libri di testo per l’anno scolastico 2016–17 scegliendo librerie o cartolerie di fiducia nei giorni e orari più comodi. Basta presentare la cedola, con l’indicazione del nome dell’alunno, della scuola e della classe di frequenza. L’esercente ritirerà la cedola e, dopo una verifica del materiale didattico adottato dall’istituto, prenoterà o consegnerà i testi e tratterrà il coupon, da riconsegnare al Comune per il rimborso. L’invito è quello di prenotare i libri di testo appena si è a conoscenza dei titoli, per iniziare con tranquillità il nuovo anno scolastico.

Gli uffici comunali restano a disposizione per qualsiasi necessità o chiarimento inerenti a questa nuova modalità di erogazione, così come per gli altri servizi già forniti dall’ufficio scuola, quali l’ingresso anticipato mezz’ora prima del suono della campanella, lo scuolabus organizzato su due linee e la refezione scolastica.


Scuola primaria, ecco la cedola per la fornitura gratuita dei libri di testo

libri scolastici - libreriaLa legge regionale numero 14 del 26 maggio scorso 2016, dispone, tra le altre cose, che i Comuni devono curare la fornitura dei libri di testo alle famiglie degli alunni della scuola primaria del sistema nazionale di istruzione attraverso il sistema della cedola libraria. Un modo per garantire la libera scelta del fornitore da parte delle famiglie stesse. La cedola libraria è il documento che consente di ottenere gratuitamente i libri di testo per gli alunni residenti a Bergamo e frequentanti le scuole primarie. Il genitore o il legale rappresentante di ciascun alunno residente in Bergamo può scaricare la cedola iscrivendosi al portale dei Servizi online del Comune all’indirizzo http://servizionline.comune.bergamo.it, seguendo le istruzioni riportate alla voce “Cedola libri scuola primaria”. E’ necessario riportare il codice fiscale dell’alunno. Nel sito sono caricati tutti i nominativi degli alunni residenti iscritti alle scuole primarie comunicati dalle scuole stesse. Qualora un genitore non trovasse il nominativo del proprio figlio, è pregato di contattare l’ufficio, che provvederà all’inserimento.

La cedola, debitamente compilata e sottoscritta dal genitore o dal legale rappresentante, deve essere consegnata alla libreria per il ritiro dei libri di testo. La cedola è unica, pertanto tutti i libri devono essere ritirati presso un’unica libreria. Può essere stampata una sola volta. In caso di smarrimento o altri casi contattare l’ufficio. I genitori devono rivolgersi alla scuole per l’indicazione dei titoli dei libri adottati per la classe di frequenza (anche per i testi alternativi). E’ possibile scaricare l’elenco dei testi direttamente dal sito della scuola stessa. L’ufficio comunale non è a conoscenza dei titoli dei testi adottati. La cedola libraria per gli alunni non residenti dovrà essere richiesta direttamente al comune di residenza anche se frequentano scuole nel Comune di Bergamo.

Per informazioni: U.O. Diritto allo Studio – P.zza Cavour, 1 – Bergamo. Tel. 035/399303 – 035/399961

email: serviziscolastici@comune.bg.it

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12


Sistema duale e dell’apprendistato, in Provincia siglato l’ccordo sperimentale

provincia
Oggi, in via Tasso, è stato sottoscritto dalla Provincia di Bergamo e dalle parti sociali, politiche e sindacali l’accordo territoriale sperimentale per lo sviluppo nel territorio bergamasco del sistema duale e dell’apprendistato art.43 D.Lgs 81/2015 per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore. L’ accordo è stato contemporaneamente sottoscritto per adesione e condivisione dalle Istituzioni formative del territorio provinciale che svolgono percorsi di IeFP (istruzione e formazione professionale) e che operano nell’ambito dell’apprendistato e dell’alternanza scuola-lavoro. La finalità è creare un coordinamento che sia funzionale allo scambio di pareri sull’interpretazione della normativa, alla condivisione delle esperienze e all’attuazione di iniziative per lo sviluppo del sistema duale e, in modo particolare, dell’apprendistato articolo 43 nei percorsi di IeFp presenti sul territorio bergamasco.

“La Provincia c’è sul rapporto scuola/lavoro – ha detto il presidente Matteo Rossi -.  Lo abbiamo dimostrato con la Fiera dei Mestieri, lo faremo con gli Stati generali della formazione in autunno, lo facciamo oggi con la sottoscrizione di un accordo che vuole dare concretezza al cuore del sistema duale, ossia l’apprendistato per il raggiungimento della qualifica e del diploma. Gli obiettivi di fondo che condividiamo con i tantissimi soggetti che hanno aderito sono tre: la lotta alla dispersione scolastica, la presa in carico dei giovani neet, uno sviluppo dell’impresa sempre più basato sulla formazione e la conoscenza. Con questo accordo riconosciamo fino in fondo l’impresa come soggetto formativo, un passaggio culturale che trova nella realtà bergamasca un’esperienza che può diventare modello nazionale”. Se in generale l’apprendistato – norma che negli ultimi anni è andata evolvendosi – è ritenuto la modalità privilegiata di accesso qualificato dei giovani al lavoro, il D.Lgs 81/2015 integra organicamente “in un sistema duale” formazione e lavoro. Nella nostra provincia, tra gennaio 2015 e maggio 2016, sono stati attivati 5.036 contratti di apprendistato.
L’apprendistato è strutturato in modo da coniugare la formazione effettuata in azienda con l’istruzione e la formazione professionale svolta dalle istituzioni formative. In particolare, le parti hanno individuato nell’articolo 43 lo strumento adeguato per promuovere la formazione e l’occupabilità dei giovani, riducendo nel contempo la dispersione scolastica. I firmatari riconoscono l’importanza di altri strumenti per l’ avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro quali: i tirocini curriculari ed extra curriculari con periodo di orientamento al lavoro e di formazione in contesto lavorativo; l’alternanza scuola-lavoro, dove la scuola diventa più aperta al territorio e l’azienda esercita un ruolo formativo primario verso i giovani, in un contesto che vede il concorso e la collaborazione di diversi attori alla realizzazione delle iniziative di alternanza scuola-lavoro (associazioni d’impresa, Camere di Commercio, enti pubblici e privati ecc.).

Firmatari per la parte sociale, politica e sindacale:

  • Provincia di Bergamo
  • Ufficio scolastico regionale per la lombardia – ufficio iii ambito territoriale di Bergamo
  • Ance Bergamo
  • Cna Bergamo
  • Confagricoltura Bergamo
  • Confartigianato Bergamo
  • Ascom Confcommercio Bergamo
  • Confcooperative
  • Confesercenti Bergamo
  • Confimi apindustria Bergamo
  • Confindustria Bergamo
  • Federazione Coldiretti Bergamo
  • Lia Bergamo
  • Cgil – Cconfederazione generale italiana del lavoro
  • Cisl – Confederazione italiana sindacati dei lavoratori
  • Uil – Unione italiana del lavoro

Istituzioni formative e Associazioni:

  • FSF LOMBARDIA (Federazione Servizi Formativi Lombardia): IKAROS IMPRESA SOCIALE – Bergamo
  • AFP Patronato San Vincenzo
  • ACOF Olga Fiorini – Cooperativa sociale onlus – Bergamo
  • Azienda Bergamasca Formazione
  • Associazione Centro Studi Teorema
  • Associazione Istituto Scolastico Sistema
  • Associazione CNOS/FAP Regione Lombardia – Treviglio
  • Associazione Scuola SILV
  • Consorzio ENFAPI Treviglio
  • ENGIM Lombardia
  • Ente di Formazione Sacra Famiglia
  • Fondazione ENAIP Lombardia – Bergamo
  • Fondazione I.S.B.
  • Fondazione LEONARDO Education
  • Fondazione Maddalena di Canossa
  • Scuola d’Arte applicata Andrea Fantoni
  • Scuola Edile di Bergamo
  • Scuola Internazionale di Estetica Locatelli impresa sociale snc

 

L’accordo – Sistema duale e dell’apprendistato

 

 


“Occupabilità”, il miglior progetto italiano è degli istituti Natta e Paleocapa

È di due istituti superiori bergamaschi il miglior progetto nazionale di raccordo tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro e delle imprese.

L’Isis Natta e l’Itis Paleocapa di Bergamo si sono infatti aggiudicati il primo posto nella graduatoria del bando promosso dal Miur per la realizzazione dei “Laboratori territoriali per l’occupabilità”, ossia una nuova generazione di laboratori, aperti anche in orario extra scolastico, pensati per essere palestre di innovazione e spazi dove mettere in campo attività di orientamento al lavoro e di alternanza, ma anche progetti contro la dispersione scolastica e per il recupero dei Neet, i giovani non inseriti in percorsi di studio né di lavoro.

Il bando mette a disposizione complessivamente 45 milioni e un contributo contributo massimo di 750.000 euro per ciascun laboratorio.

Ad annunciare il primato bergamasco è stata l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea: «Gli istituti Natta e Paleocapa – ha evidenziato – hanno ottenuto un punteggio di 92,8 su 100: primi tra gli 8 istituti scolastici lombardi, ma anche primi tra le 58 scuole italiane finanziate, confermando ancora una volta l’eccellenza del sistema formativo lombardo».

Nella fase iniziale i due istituti avevano presentato due lavori distinti entrambi ammessi dal Ministero che, in seguito, sono confluiti in un unico progetto cittadino. L’istituto Natta con l’idea iniziale di “Nautilus” si rivolge ad un target di studenti tra i 12 e 19 anni ed ha come obiettivo quello di modellizzare un metodo formativo avanzato, a supporto dell’orientamento alle scienze, alla tecnologia, ed all’autoimprenditorialità facendo incontrare e dialogare sistemi formativi e produttivi diversi, dall’istruzione e formazione regionale ai licei passando per l’istruzione tecnica, dalla piccola e grande impresa attraverso il mondo della cooperazione sociale. Il progetto “Smile-Smart Manufacturing Innovation Lab for Enterprises” dell’Istituto Paleocapa è finalizzato invece alla crescita delle  professionalità utili allo sviluppo del sistema manifatturiero avanzato attraverso l’uso congiunto di strutture laboratoriali.

Altri due istituti bergamaschi, il Majorana di Seriate e l’Isiss Valle Seriana di Gazzaniga, si sono classificati e hanno ottenuto finanziamenti per la costruzione di laboratori didattici speciali.

 


“Sharing Days”, i laureati senior condividono le esperienze con gli studenti

Si è tenuto, nei giorni scorsi, il primo appuntamento del ciclo di incontri “Sharing Days”, organizzato da Luberg per dare agli studenti dell’università di Bergamo la possibilità di incontrarsi con i laureati dell’ateneo. Il periodo universitario rappresenta, in effetti, un passaggio molto importante nella carriera personale e scolastica, perché costituisce il coronamento di un lungo percorso che dalla prima infanzia porta all’ingresso nell’età adulta e alle sfide che ne derivano. Per accompagnare gli studenti in questa fase impegnativa e stimolante, l’associazione dei laureati dell’Università di Bergamo ha quindi scelto quest’anno di dare il via al progetto. “Laurearsi… e poi? Con questa iniziativa – spiega Cristiana Cattaneo, consigliere di Luberg e responsabile del progetto – vogliamo fare dell’associazione un ponte fra l’Università e il mondo del lavoro e del post laurea. È stato quindi naturale costruire, d’intesa anche con il rettore Remo Morzenti Pellegrini, un progetto per raccogliere le testimonianze dei nostri laureati che si sono inseriti da poco tempo nel mondo del lavoro, per offrire la loro esperienza a tutti gli studenti dell’università”. Il progetto prevede anche un secondo momento in cui gli studenti hanno la possibilità di confrontarsi con laureati senior di importanti aziende della Bergamasca. “Abbiamo quindi pensato gli Sharing Days – prosegue Cattaneo – per porre in relazione i nostri studenti con laureati junior e senior, favorendo la condivisione utile a far emergere le aspettative, i desideri e le ambizioni in

relazione all’ingresso nel mondo del lavoro. Il primo appuntamento, destinato agli studenti di Economia e Giurisprudenza, si è nella sede dell’associazione di Viale Vittorio Emanuele II, 10 (Palazzo del Monte) e ha visto la partecipazione di: Lorenzo Busi, divisione Unity Corporate & Private di Ubi Banca; Roberta Cucchi di KPMG; Oscar Fusini, direttore generale dell’Ascom; Massimo Locarno, commercialista; Maria Giovanna Locatelli, già dirigente presso aziende sanitarie ospedaliere bergamasche;  Mauro Madaschi, Financial Controller di Brembo; Davide Orabona, direttore Sistemi informativi Corporate di Gewiss; Enrico Pedrana, responsabile controllo di gestione di Sacbo; Isabel Perletti, responsabile sportello orientamento lavoro Cisl; Carlo Rubis, avvocato ed Enrico Vitali, Senior director di Banca Esperia. Nel corso della serata i laureati senior hanno offerto agli studenti preziosi consigli su come approcciare al meglio il mondo del lavoro di oggi e hanno voluto condividere anche riflessioni personali sul giorno della laurea, sulle aspettative nei confronti del futuro professionale e sugli errori commessi nei primi contatti con le aziende. Infine durante l’aperitivo di networking, i laureati senior si sono messi a disposizione degli studenti anche per rispondere direttamente a dubbi, curiosità e domande degli studenti. Per partecipare ai prossimi incontri (che si terranno il 12 ottobre per il polo ingegneristico e il 16 novembre per il polo umanistico) è sufficiente iscriversi sul sito Laurearsiepoi.it indicando l’area o la funzione aziendale di interesse.

 

 

 


TIME, l’Esperia Industrial Museum apre le porte al territorio

L’apertura delle sue porte al Territorio, è in programma per oggi. A nemmeno quattro giorni dall’inaugurazione, infatti, il Museo TIME (acronimo di Tessile, Informatica, Meccanica ed Elettrotecnica, i quattro principali Corsi attivati ndr) ospiterà nella sua sala meeting (250 posti a sedere) il convegno di un’associazione di periti. Ma sarà in autunno (tra la metà di settembre e quella di ottobre) che l’Esperia Industrial Museum (sinonimo di TIME) comincerà a cimentarsi nel ruolo (anche) di nuova location per eventi. “Ospiteremo il Pmi Day, successivamente una mostra-convegno centrata sul rapporto Donne, Storia e Lavoro ed, infine, uno stand di BergamoScienza” esordisce soddisfatto il preside, Imerio Chiappa. Negli attuali 650 mq, completamenti recuperati e ristrutturati del primo Museo scolastico della provincia, c’è anche un’area espositiva in cui è stata collocata una ventina di ‘pezzi’ tra quelli che hanno fatto la storia dell’industria bergamasca. Una parete di “prisme” separa la zona da altri 200 mq. dove ci si augura di poter presto attrezzare un Laboratorio territoriale per l’occupabilità. “Attendiamo di conoscere l’esito del bando, cui abbiamo partecipato insieme all’Isis Natta e al Kilometro Rosso” precisa il preside. E a luglio il verdetto dovrebbe essere reso noto.

Un traguardo, quello del passaggio da 650 a 850 mq, atteso sia per dare corpo alla dichiarata ‘polivalenza’ di TIME sia per dimostrare ai sostenitori dell’iniziativa (da Alberto Bombassei a Domenico Bosatelli, da Roberto Sestini a Gianpiero Cacciavillani, da Battista Azzola a Mario Guizzetti, da Confindustria Bergamo ad Ubi Banca, dal Comitato pro Istituti Paleocapa e Natta ai Maestri del lavoro fino al Museo del Tessile di Leffe) che le donazioni (in danaro, in macchinari storici o più recenti, in progetti e in materiali piuttosto che in ore di lavoro gratuito) stimate dal presidente dell’Associazione ex allievi dell’Esperia, Alessandro Gigli, in circa 200mila euro complessivi, sono state un buon investimento per un’ottima causa: garantire all’Esperia di continuare ad essere fucina di uomini e donne che faranno le prossime rivoluzioni industriali.

(servizio fotografico di Domenico Gaeni)

 


Università, dal 16 al 18 giugno si parla di Frontiere di comunità

Mai come in questi ultimi tempi si è parlato di frontiere quali zone di divisione e di fragile convivenza. La parola “frontiera”, però, può anche essere intesa come spazio dello scambio sociale, culturale e psicologico, ossia perno dei cambiamenti per il progresso. Da questa riflessione nasce “Frontiere di comunità: Complessità a confronto”, il titolo scelto per l’undicesima edizione del Convegno Nazionale della Società Italiana di Psicologia di Comunità. Quest’anno gli psicologi hanno focalizzato le proprie ricerche su uno dei fenomeni più importanti e preoccupanti di oggi, come le chiusure mentali agli scambi con i molteplici e variegati attori di una società. Con il termine “complessità” viene sottolineata poi la necessità di ripensare non banalmente a fratture date un po’ troppo per scontate, come la natura delle comunità, pronte a chiudersi nella propria identità ma al contempo bisognose di aprirsi a ciò che da fuori le sfida.

Appuntamento dal 16 al 18 giugno all’Università degli Studi di Bergamo nella sede di Sant’Agostino per questo convegno, che sabato 18 giugno aprirà i lavori ai cittadini di Bergamo, presentando anche i progetti dei Comuni di Bergamo con l’intervento degli assessori all’ambiente Leyla Ciagà e alla coesione sociale Maria Carolina Marchesi; a questi si aggiungerà il contributo di Simona Piazza, assessore alla Promozione della cultura e delle politiche giovanili del Comune di Lecco, che interverrà sul tema: I “doni” del volontariato alla cittadinanza: gli scambi e i baratti che aumentano il bene comune. Il convegno sarà l’occasione per ragionare su problematiche come l’ambiguità delle frontiere, quale zona di scambio ma anche di divisione; la natura delle comunità, pronte a chiudersi nella propria identità ma al contempo bisognose di aprirsi a ciò che da fuori su di esse preme; la poli semanticità del termine “complessità”, da cui possono emergere tanto conflitti quanto nuove sintesi.

Il programma completo è disponibile online: www.unibg.it/sipco2016


La lettera / Che “bell’esempio” ha dato a mio figlio il signor Pezzoni

Buongiorno

scrivo dopo aver letto, sul vostro sito, l’articolo di Cesare Zapperi dedicato all’ex sindaco di Treviglio e al voto amministrativo. Sono mamma di un ragazzino di quattordici anni che aveva incontrato il “prof.” Pezzoni con i suoi compagni di classe. Era rimasto piacevolmente colpito dalla persona, dall’educatore, dall’esempio che forniva sul mondo degli adulti. Inutile dire che è rimasto choccato, e mi ha chiesto come sia possibile che un adulto che si propone come guida di una comunità sia e faccia tutto quello che ai ragazzini si dice di non fare: dice bugie, barare sui voti presi (e che voti!), ingannare gli amici, ecc. Forse dovremmo recuperare la capacità dei bambini di andare all’essenziale. Questi signori che tanto difendono il signor Pezzoni cosa insegnano ai loro figli? A copiare o a studiare? A fare i furbi o seguire le regole? A essere o ad apparire?. Davvero questo Paese è tutto ciò che ci meritiamo. Che è anche quello che ho detto a mio figlio. Specificando che, in una situazione come questa, secondo me, una persona d’onore non solo non dovrebbe ricandidarsi, ma dovrebbe vergognarsi ad uscire di casa.

Lucia Profumo