“EconomiAscuola”, al Mascheroni studenti a lezione di cittadinanza economica

Mascheroni
Il liceo Mascheroni

Scommesse, sale gioco, lotterie: secondo il Libro Blu pubblicato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Aams) sono 85 i miliardi di euro movimentati con il gioco d’azzardo nel 2013, oltre il 400% in più rispetto a 10 anni fa. Secondo la Relazione del DPA (Dipartimento Politiche Antidroga), citata nell’“Atlante delle dipendenze” (Edizioni Gruppo Abele, 2014), il 7,2% dei giovani tra i 15 e i 19 anni ha un rapporto problematico con il gioco, mentre il 3,2% ne è dipendente.

Sulla base di questi dati e per svelare ai ragazzi le regole e i rischi che stanno dietro al gioco d’azzardo ed illustrare i principi dell’economia sostenibile, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, Banca Popolare di Bergamo e Ufficio Scolastico Territoriale organizzano l’iniziativa “EconomiAscuola – A lezione di cittadinanza economica”. L’obiettivo principale di questa giornata, che grazie alla collaborazione tra enti pubblici e privati offre ai giovani studenti bergamaschi e ai loro insegnanti un’opportunità unica di crescita a costo zero per la comunità, è quello di dare strumenti concreti per avvicinarsi ai temi dell’economia sostenibile, all’utilizzo consapevole del denaro e alla prevenzione del gioco d’azzardo.

L’appuntamento è per il prossimo 12 maggio all’Auditorium Borgo Santa Caterina dove, a partire dalle ore 9, le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado assisteranno ad una lezione plenaria.

La prima parte sarà dedicata al tema “Diventare cittadini sostenibili”, che stimola i ragazzi a riflettere sulla necessità di ridurre gli sprechi e adottare comportamenti responsabili, modelli alimentari sostenibili, stili di vita sani. La seconda parte prevede la conferenza – spettacolo “Fate il nostro gioco” a cura dei divulgatori scientifici di Taxi1729 che illustrerà ai ragazzi le regole matematiche applicate alle varie forme di scommesse e al gioco d’azzardo, svelandone i lati nascosti, le scarse possibilità di successo e gli alti rischi, con l’obiettivo di prevenire la diffusione di questo pericoloso fenomeno tra i giovani. La mattinata si concluderà con un appuntamento dedicato ai più piccoli che parteciperanno al laboratorio didattico “Fiabe e Denaro” basato sull’omonimo libro, pensato sia per un uso didattico nelle scuole dell’infanzia e primarie, che in famiglia, con l’obiettivo di aiutare i genitori ad educare i bambini più piccoli al rapporto responsabile con il denaro.


“Mia figlia si è arresa, non vuole più studiare”

abbandono scolasticoIl prossimo giugno mia figlia conseguirà il diploma di ragioneria; fin da quando era una ragazzina ha espresso il desiderio di frequentare giurisprudenza e diventare un avvocato specializzato in diritti dei minori. Qualche giorno fa è arrivata la doccia fredda: mi ha detto: “Chi me lo fa fare di continuare a studiare quando i laureati sono i primi ad essere disoccupati?”.

La sua provocazione mi ha colta impreparata e non ho saputo rispondere. Ma è da qualche giorno che ci rimugino, perché una risposta voglio trovarla. Ho cominciato a riflettere partendo da me stessa, a pensare perché io nella vita avessi scelto di studiare e ho capito: per paura di rimanere tagliata fuori dalle opportunità del mondo. E questo timore è diventato la spinta per realizzarmi e sentirmi come gli altri. Ma oggi la maggior parte degli “altri” fa la fila fuori dai centri per l’impiego e trascorre il tempo a spedire curricula per i quali non riceveranno nessuna risposta. E così la considerazione di mia figlia non fa una piega. Comunque non voglio darmi per vinta. E anche se viviamo un presente di incertezze e di profonde delusioni, sono ancora convinta che studiare sia l’unico modo per “vivere” dignitosamente e questa idea non me la leva nessuna dalla testa.

                                                                 (Barbara – Pedrengo)

 

Studiare è stato e rimane un privilegio, un’opportunità unica che permette ad ogni individuo di migliorare se stesso a livello personale e a livello professionale.

Lo scopo della scuola non è solo quello di studiare, ma rispondere al desiderio di scoprire il segreto di sé e delle cose che è insito in ognuno di noi. La scuola è un mondo dove si incrociano desideri, aspettative ed obiettivi personali e dove talvolta si sperimentano timori e delusioni, ma a vincere deve essere sempre la voglia di arrivare e di farcela a tutti i costi. Io l’ho capito dopo, ma lo studio deve essere amato per quel che può regalare e per quello che rappresenta, ovvero la possibilità di divenire persone ricche di opportunità, capaci di reinventarsi e di definire nuovi obiettivi personali. E non può essere considerato solo per quello che forse non ci darà mai.

I giovani di oggi non hanno paura di fare fatica, quello che li intimorisce è la mancanza di senso e quella percezione di essere angosciati per un domani, che appare sempre più confuso. Pertanto dire “che senso ha studiare” è un modo legittimo per contenere la paura e per affrontare una vita che ogni giorno tutti ribadiscono essere più difficile che mai. Quelli della mia generazione sono diventati adulti con concetti come “crescita economica, investimenti, espansione ed incremento”. Da qualche anno, la maggior parte dei giovani sta vivendo una quotidianità intrisa di discorsi che richiamano a “crisi economica, occupazione ai minimi storici e di ammortizzatori sociali”, per supportare i centinaia di individui che hanno perso il proprio impiego. Io non ho figli, ma se li avessi, passerei moltissimo tempo a spiegare che è necessario investire nel futuro, perché è il “proprio futuro” e perché bisogna sempre volere il massimo per la propria vita. Poi, quando lo capiscono, la felicità che ogni genitore (e ogni adulto) sperimenta, è incontenibile.

 

 

 


Università, al via un’indagine sugli stili di vita degli studenti

Cus Dalmine (2)“Se facciamo sport al CUS non è per battere record del mondo, ma per trasmettere valori educativi” ha dichiarato il Rettore Stefano Paleari durante l’incontro la presentazione della nuova area del centro universitario sportivo del Campus di Ingegneria, inaugurata oggi a Dalmine. “Oltre a una pista coperta di 200 metri per la corsa, l’ampliamento degli spogliatoi e della sala fitness, la sistemazione dell’area verde e del parcheggio – ha spiegato Paleari – il CUS di Dalmine si presenta agli studenti e ai cittadini (il centro è aperto a entrambi) anche con un restyling a livello di immagine e un accesso a controllo elettronico e biometrico. L’investimento totale è pari a 700 mila euro. La prossima sfida sarà la realizzazione dei nuovi impianti CUS in Bergamo città”.

Accanto alle strutture non manca l’attenzione al valore educativo dello sport, come ha sottolineato Claudio Bertoletti, presidente del CUS Bergamo: “Il centro è l’alfiere di un’attività sportiva in cui l’agonismo non è un fine ma un mezzo di crescita per i giovani. Crediamo nello sport come compagno non solo degli anni degli studi, ma di tutta la vita. Lo sport infatti è strettamente connesso con la salute e gli stili di vita virtuosi, ecco perché non ci definiamo più un centro di erogazione di servizi, ma un promotore di attività come quelle motorie, dedicate agli anziani con problemi di limitazione dell’autonomia.???????????????????????????????

In quest’ottica Rosella Giacometti, vicepresidente vicario del CUS Bergamo, ha anticipato un progetto in fieri dell’Ateneo: “Stiamo lavorando a un questionario sugli stili di vita che sottoporremo ai nostri studenti, che in una prima fase si concentrerà su una fotografia descrittiva delle abitudini tra sport, fumo e alimentazione. I primi risultati li avremo per luglio”.

Il programma è parte di un più ampio progetto nazionale del CUSI, Camminare insieme in cui il servizio pubblico dello sport nelle Università è diretto a promuovere un nuovo modello dello sport universitario nel nostro Paese: “Dalla cenerentola dei valori universitari, quello sportivo sta ritornando ad avere lo spazio che merita – spiega Lorenzo Lentini, presidente CUSI Nazionale -. La cultura e lo sport sono due assi strategici su cui costruire qualcosa di nuovo per il Paese e alzando la qualità media si avviano processi di innovazione con ricadute positive per tutti.


Da Brembate Sopra all’Ue, il premio per gli studenti dell’Engim

Engim Bremabte SopraVentidue studenti dell’ultimo anno dell’Istituto di Istruzione e Formazione professionale ENGIM Lombardia di Brembate di Sopra (Bergamo) sono stati invitati dalla Regione Lombardia a Bruxelles a vivere 24 ore di full immersion nelle Istituzioni comunitarie. La visita a Bruxelles era infatti il primo premio del “Concorso alla scoperta del POR Lombardia”, vinto dagli studenti bergamaschi con un video dal titolo ‘E luce fu…’, dedicato al tema del risparmio energetico e dell’innovazione tecnologica. Il concorso è stato finanziato dal POR FESR 2007-2013 ed è stato coordinato dall’Assessorato alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia. “Sono orgogliosa di voi – ha detto l’assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi, che si è collegata in video da Milano – perché avete dimostrato, insieme ai vostri insegnanti, che la scuola è ancora capace di creare bellezza ed eccellenze”.Engim Brembate Sopra

Nel corso della visita a Bruxelles gli studenti hanno ricevuto una secondo premio, consegnato da Lanfranco Fanti del Gabinetto del commissario europeo all’Ambiente, alla Pesca e alle Attività Marittime e dal direttore Affari europei di Enel Simone Mori. Insieme ai loro professori, gli studenti hanno anche incontrato alcuni europarlamentari, con cui hanno affrontato diversi temi, tra cui quelli trattati dai dossier in discussione al Parlamento, il ruolo stesso degli europarlamentari e il rapporto con la Lombardia.


Dote Scuola premia le cartolerie di vicinato

cartattico.jpgLa Dote Scuola quest’anno premia le cartolerie di vicinato. La Regione Lombardia ha infatti recepito le richieste che l’Associazione dei Cartolibrai, l’Associazione Librai Italiani e Confcommercio Lombardia hanno avanzato lo scorso anno per la valorizzazione degli esercizi di vicinato nell’erogazione dei servizi previsti dalla misura di sostegno per le famiglie.

Le richieste, in particolare, erano che nell’individuazione degli operatori che gestiscono il servizio di Dote Scuola fosse introdotto un sistema premiante per i piccoli negozi e la possibilità di usufruire di margini economici più favorevoli riducendo l’aggio a carico degli esercizi commerciali.

In risposta a queste sollecitazioni, la Regione ha comunicato alcune novità nelle modalità della gara per l’affidamento del servizio. Sono previsti la creazione di una rete commerciale dei soggetti affiliati (minimo 5.000 esercizi) costituita per almeno il 70% da negozi “di vicinato”; una riduzione dell’aggio a carico degli esercizi commerciali, fissato in un range dal 2 al 3,5%, in considerazione delle caratteristiche e peculiarità dei beni (libri di testo e dotazioni tecnologiche) acquistabili dalle famiglie con i buoni servizi di Dote Scuola; l’introduzione di tra i criteri di valutazione dell’offerta tecnica, di un punteggio per le proposte che contengono innovazioni tecniche e servizi aggiuntivi.

Il Buono Scuola per l’acquisto di libri di testo e dotazioni tecnologiche, come previsto dal Decreto n. 2164 /2015, è destinato agli studenti di:

  • scuola secondaria di primo grado (classi I, II e III) per un valore che – in relazione al reddito – varia da un minimo di 90 € ad un massimo di 120 €
  • scuola secondaria di secondo grado (classi I e II), da un minimo di 130 € ad un massimo di 240 €
  • istituti di Istruzione e Formazione Professionale (classi I e II), da un minimo di 90 € ad un massimo di 120 €

 

Leggi anche: I tagli dello scorso anno che spiazzarono i cartolai 


Expo, l’Einaudi di Dalmine vince il concorso regionale

einaudi-gruppo-docenti-del-progetto-e-dirigente-scolastico“Exponimela” è il titolo del progetto realizzato dall’Istituto superiore “Luigi Einaudi” di Dalmine, primo fra le cento scuole vincitrici, otto le bergamasche, del concorso regionale “Le scuole della Lombardia per Expo Milano 2015” bandito dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia in collaborazione con la Società EXPO 2015 e Padiglione Italia. Le altre scuole bergamasche selezionate sono il Polo tecnologico “Oreste Mozzali” di Treviglio con il progetto “Patata bollente”, l’Istituto comprensivo “Santa Lucia” di Bergamo con “Il diario dell’orto degli alunni”, l’Istituto superiore “Mario Rigoni Stern” di Bergamo con “Cibo: scienza e tecnologia per la sicurezza e la qualità”, l’Istituto comprensivo di Cologno al Serio con “Dalla terra alla Terra”, l’Istituto comprensivo di Gandino con “Adottiamo il Melgotto”, l’Istituto superiore “Rubini” di Romano di Lombardia con “Dalla scuola al territorio per Expo 2015”, l’Istituto comprensivo “Aldo Moro” di Seriate con “Una rete per il Serio e il territorio. Passaggio nel Paesaggio”.einaudi-mappa-interattiva-del-progetto

“Esprimo le mie più vive congratulazioni agli studenti, ai docenti, al dirigente dell’Istituto superiore Einaudi di Dalmine, primo in graduatoria, ed a tutte le altre scuole bergamasche selezionate, che avranno la possibilità di vivere da protagoniste l’Esposizione Universale, presentando i propri progetti d’eccellenza, per un’alimentazione sana, sicura, equilibrata e sostenibile – dichiara Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo -. La soddisfazione è grande per l’elevata qualità delle nostre scuole, per la loro innovativa carica progettuale e creativa, in grado di mettere al centro gli studenti: primi promotori di una società che guarda sempre più all’internazionalizzazione e alla modernizzazione”.

einaudi-gruppo-completo-studenti-e-docentiDavvero una grande soddisfazione per l’Istituto superiore “Einaudi” di Dalmine, primo con il progetto “Exponimela”. “Sono orgogliosa della professionalità e della creatività di quanti, studenti, docenti e personale non docente, hanno reso possibile questa vittoria, mettendoci grande passione e impegno”: esordisce Stefania Maestrini, dirigente scolastico dell’Istituto superiore “Einaudi” di Dalmine.

“Exponimela” ruota intorno alla curiosità, nata all’interno della ex classe seconda A Liceo, di capire l’importanza e i significati assunti dalla mela nel corso dei secoli. La docente Francesca Zambrini (italiano e latino) ha quindi raccolto l’iniziativa e coordinato le varie fasi progettuali, coinvolgendo le altre classi dell’istituto. “La differenza di indirizzi presenti nella nostra scuola ha rappresentato una risorsa vitale – aggiunge la dirigente Stefania Maestrini -. Gli approfondimenti disciplinari hanno risposto alla curiosità e soprattutto migliorato uno stile e dato vita a relazioni e collaborazioni pregevoli”.

“Il progetto comprende lavori di ricerca singola o a gruppi in molte discipline, un laboratorio multiculturale di torte, un viaggio speciale vicino a Gubbio, un esperimento di fisica, l’allestimento di un musical teatrale che si terrà a fine anno – spiega la professoressa Francesca Zambrini – E ancora, abbiamo realizzato un audio-libro per i bambini della scuola dell’infanzia, un video filosofico, un allegro e simpatico contributo dei nostri alunni disabili, un test di conoscenze, una collana di semi di mela, un logo e tanto altro”.

Le 100 scuole vincitrici avranno la possibilità di presentare il proprio progetto all’Esposizione Universale. I primi 50 progetti riceveranno anche un contributo economico, mentre i secondi 50 usufruiranno di ingressi gratuiti.


Gli scolari di Albino vincono l’Expo

“A scuola con più gusto: l’appetito vien scoprendo” è il titolo del progetto realizzato dai bambini dell’Istituto comprensivo “Solari” di Albino, unica bergamasca fra le scuole vincitrici del concorso nazionale “La scuola per Expo 2015” indetto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Gli studenti – 1.500 distribuiti in vari plessi fra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – hanno integrato i propri elaborati in un unico menù, fatto di antipasti, primi e secondi piatti, formaggi, verdure, dessert e bevande, aggiudicandosi l’opportunità di presentare i propri lavori nel corso dell’Expo.

«Lo speciale e articolato menù bergamasco presentato dai bambini, con creatività e attente riflessioni– dichiara Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo – , denota un grande lavoro di elaborazione in classe e sul territorio, dimostrando quanto sia stata compresa l’importanza di un’alimentazione sana, sicura, equilibrata e sostenibile. Expo costituisce per i nostri ragazzi un’importante occasione per acquisire nuove competenze in prospettiva del proprio progetto di vita, in considerazione dei valori culturali, scientifici, sociali e umani dell’Esposizione».

«La partecipazione al concorso è stata l’occasione per realizzare un prodotto corale e ragionato, in grado di tenere conto delle diversità di ogni ordine di scuola e nel contempo di seguire il fil rouge della forte appartenenza territoriale e dell’amore per la nostra terra – afferma Veronica Migani, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Solari” di Albino -. Millecinquecento studenti dai tre ai tredici anni, tutti diversi, tutti speciali, e insieme con loro una squadra formidabile di docenti a coronamento di una comunità curiosa e dinamica. Siamo orgogliosi di rappresentare Bergamo e la sua provincia al Padiglione Italia: questa vittoria ci dà la carica per spingerci verso mete sempre più alte».

La professoressa Patrizia Conca ha gestito i lavori di tutti i docenti e degli studenti dei vari plessi, creando un prodotto finale organico e razionale, mentre la professoressa Daria Bigoni ha fornito il tocco creativo e l’impostazione grafica necessari per una presentazione all’altezza dell’evento internazionale. «Il progetto vincitore – spiegano le docenti Patrizia Conca e Daria Bigoni – ha fornito un motivo per riflettere sulle tradizioni agricole, ecologiche e alimentari di un’area della Lombardia che da secoli cura con grande amore il suo rapporto con la terra e l’ambiente. Gli alunni si sono divertiti ad esplorarne tutti gli aspetti, da quelli legati ai frutti e ai vegetali, agli orti, alle tradizioni gastronomiche, ai formaggi, ai dolci, fino ad arrivare al tema dell’acqua, rappresentato anche in teatro».


Università di Bergamo, la nuova frontiera è la Cina

Un accordo tra l’Università degli Studi di Bergamo e la Nanjing Normal University accorcia le distanze con la Cina e costituisce un ulteriore passo avanti in direzione dell’internazionalizzazione dell’Ateneo e del territorio in cui esso è radicato. Con la firma del 17 novembre tra il Rettore Stefano Paleari e il Dirigente Song Yongzhong, le due università si impegnano infatti ad attivare progetti di scambio per studenti, docenti e ricercatori: “L’Economia attuale è globalizzata – spiega Yongzhong – le istituzioni educative devono essere quindi in grado di internazionalizzarsi, formare cittadini del mondo grazie alla cooperazione tra università di diversi paesi. Tra Italia e Cina poi ci sono relazioni governative amichevoli, che permettono scambi intensi”. Fondamentale nel dialogo con il Paese del Sol Levante è l’approccio culturale, totalmente diverso da quello che si avrebbe per avviare relazioni con nazioni come Germania o Francia come spiega Piera Molinelli, prorettore all’Orientamento Universitario di Ateneo, membro della delegazione italiana presente all’incontro del 17 novembre, ma anche di quella che ha aperto il canale di comunicazione con Nanchino (Nanjing): “Se siamo riusciti a configurare una relazione con questo Ateneo è grazie al fatto che siamo andati in Cina come parte di una delegazione del territorio provinciale – spiega -. I primi passi sono stati mossi attraverso il Consolato italiano a Shanghai, che s’è fatto garante per la nostra presentazione a Nanchino, un’università con una forte impronta internazionale, la più orientata all’internazionalizzazione tra i 20 atenei che ha la città. Nanchino inoltre era interessata a stringere rapporti con altre città murate e Bergamo in questo caso non poteva che configurarsi come partner perfetto. In ogni fase dei lavori, dalla presentazione ufficiale, alla trattativa il passaggio attraverso le istituzioni – in questo caso il Consolato – è stato necessario. L’approccio interculturale cinese si ritrova in ogni aspetto della vita accademica e non: dal livello accademico a quello didattico, al piano aziendale: sarebbe impensabile attivare un tirocinio in Cina relazionandosi direttamente con l’azienda, è sempre necessario passare attraverso un’istituzione del paese e inserire questi progetti in un programma di studi definito”. L’occasione di presentarsi a Nanchino, al di fuori del circuito diplomatico e prettamente istituzionale è stata la Settimana Italiana, una serie di appuntamenti economici, culturali e turistici in cui l’Ateneo bergamasco ha trovato una vetrina di rilievo. “L’Università di Bergamo è una delle migliori università in Italia e molti suoi corsi sono di primaria importanza a livello nazionale. Anche la Nanjin Normal University occupa posti di eccellenza nel panorama dell’alta formazione cinese – spiega il dirigente Song Yongzhong -. La nostra non può che essere una collaborazione di eccellenze. Speriamo che sempre più studenti italiani possano venire da noi a studiare e altrettanti dalla Cina vengano a Bergamo. Siamo molto interessati anche agli scambi che portino i nostri professori e ricercatori a visitare le università partner per tenere corsi”. L’accordo tra Nanchino e Bergamo è solo un primo passo verso l’apertura di nuovi orizzonti di collaborazione: “Tra le due università è stato siglato un accordo quadro per la collaborazione su diversi piani – spiega Dorothee Heller, prorettore alle Relazioni Internazionali di Ateneo, parte della delegazione ospitante – dalla didattica per gli studenti, con scambi e seminari, alla ricerca, con progetti di mobilità per docenti e ricercatori, che potranno essere ospiti a Nanchino per tenere corsi e approfondimenti. Ad oggi la convenzione riguarda studenti di lingue, ma in prospettiva l’intesa tra le due università potrà ampliarsi verso percorsi che interesseranno turismo, ingegneria ed economia”. Le premesse ci sono già, visto che dopo la firma dell’accordo, i referenti dei dipartimenti di Economia e Ingegneria hanno incontrato la delegazione cinese. Molti i corsi di laurea complementari che potrebbero essere fonte di arricchimento per entrambi gli Atenei: Nanchino non ha un corso di laurea in Ingegneria Gestionale come quello incluso nell’offerta formativa di Bergamo, che a sua volta potrebbe beneficiare di un approccio fortemente scientifico alle discipline tecnologiche proposte da Nanchino. “Questo tipo di approccio potrebbe portare immensi benefici a entrambi gli Atenei e ai loro territori di riferimento – spiega Matteo Kalchschmidt, presidente del Corso di Studi in Ingegneria Gestionale -. Data l’importanza del mercato cinese, dobbiamo però considerare che la possibilità di collaborare richiede forti relazioni locali: in questo senso l’Università di Bergamo può essere un vero e proprio ponte per consolidare e avviare nuove relazioni internazionali. Inoltre formare studenti offrendogli opportunità di esperienze cinesi, dove possano imparare a interagire con la cultura della differenza è sicuramente una risorsa anche per il sistema economico territoriale, con cui possono collaborare per facilitare un dialogo tra Bergamo e la Cina”.


Pmi e universitari, un’alleanza vincente

«Le idee non vanno soppresse, ma trasformate, perché dietro agli ostacoli potrebbero esserci grandi opportunità per futuri successi». È questo il motto che negli ultimi cinque anni ha spronato Camera di commercio, Bergamo Sviluppo e le organizzazioni di categoria a creare sinergie tra le aziende e i laureandi. Attraverso l’iniziativa “Sviluppo competitivo veloce nelle Pmi”, fra il 2008 e il 2013 sono state messe in relazione 106 imprese votate all’innovazione con altrettanti studenti pronti a portare freschezza, conoscenze e creatività nel mondo del lavoro attraverso tirocini di tre mesi. Il tutto coordinato dalla professionalità di 40 consulenti esperti. In un contesto economico sempre più globale, che richiede alle aziende di dotarsi di strumenti più efficaci per migliorare le loro prestazioni, la formula dello stage si è rivelata vincente. Da un lato gli imprenditori orobici hanno potuto concretizzare progetti di rinnovamento organizzativo o tecnologico; dall’altro i laureandi hanno cominciato a fare i conti con dinamiche aziendali che si discostano dalla teoria appresa sui libri. «Tra il 2008 e il 2009 hanno aderito all’iniziativa 50 imprese, 13 nel 2010, 10 nel 2011, 13 nel 2012 e 20 nel 2013 – ha illustrato il direttore di Bergamo sviluppo Cristiano Arrigoni –. Il progetto, finanziato interamente dalla Camera di commercio, è rientrato nelle buone pratiche insieme ad altri quattro a livello nazionale. Si tratta di un investimento durevole nel tempo dove il perfezionamento dell’innovazione introdotta nelle aziende prosegue anche dopo la conclusione del tirocinio, producendo benefici tecnologici, culturali e finanziari. Un elemento chiave è il binomio consulente-studente. Abbiamo quindi cercato universitari motivati e con un profilo adeguato per affrontare un’esperienza quotidiana in azienda, significativa per la loro crescita personale e professionale».
Quest’anno gli interventi di consulenza hanno riguardato soprattutto il settore del marketing strategico e della comunicazione. Circa il 50% dei progetti avanzati dalle aziende è stato infatti dedicato alla valorizzazione dell’immagine nel proprio mercato di riferimento e all’utilizzo del web come strumento di promozione e di vendita diretta alla clientela finale. Il 20% ha focalizzato la propria attenzione sulla creazione di metodologie più efficaci per la programmazione e il controllo della gestione (cost accounting, pianificazione finanziaria e gestione anticipata della tesoreria). Il 15% ha puntato su iniziative di ingresso in mercati esteri, mentre il 5% ha svolto interventi di sviluppo commerciale e di supporto alla vendita. «In quasi tutti i progetti è emersa una crescente sensibilità degli imprenditori verso la valorizzazione delle risorse umane – ha illustrato Sergio Panseri, consulente esperto coinvolto nell’ambito dei progetti –. Il ruolo dei tirocinanti, insieme ai consulenti, è stato fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi, anche se la spinta dall’interno dell’imprenditore è stata quella determinante per il successo. Inoltre, il rallentamento delle attività dovuto alla crisi per alcune aziende ha forse ridato un ruolo maggiore alla strategia di medio-lungo termine».