L’agricoltura bergamasca è sempre più attenta alle produzioni biologiche. Dal 2010 al 2015 le aziende sottoposte a regime di controllo bio sono passate da 74 a 108. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’ufficio ambiente di Coldiretti Bergamo su dati della Regione Lombardia. A livello provinciale le colture maggiormente interessate dal biologico sono olivo, vite, frutti minori, ortaggi e prati polifiti, mentre nel comparto dell’allevamento i bovini da latte, i bovini da carne, gli avicoli con produzione di uova e le api. “Si tratta di un fenomeno in costante crescita – spiega Coldiretti Bergamo – che ha fatto segnare negli ultimi 5 anni un + 46%. Anche se non si parla ancora di grandi numeri l’aumento continuo del trend indica che la richiesta di prodotti biologici da parte dei consumatori è sempre più elevata pertanto le aziende agricole si stanno strutturando per essere in linea con le esigenze del mercato”. In Italia nel primo semestre del 2016 sono aumentati del 21 % gli acquisti di prodotti biologici per un valore al consumo stimato in circa 2,5 miliardi di euro su base annuale. Secondo una recente elaborazione di Coldiretti la crescita dei consumi bio dura ininterrotta da oltre un decennio con ben 13 milioni di italiani che portano in tavola cibo bio almeno una volta a settimana.
“Il nostro allevamento di vacche da latte di razza Bruna originale è biologico dal 2010 – racconta Gianluca Ardegmagni della Società Agricola Ardemagni Giuseppe e Gianluca di Misano Gera D’Adda -; abbiamo circa 190 capi, di cui 80 in lattazione, e la nostra produzione la conferiamo ad un caseificio della provincia di Brescia che produce formaggi bio in particolare grana, caciotte, mozzarelle e yogurt. Abbiamo fatto questa scelta per valorizzare il più possibile la qualità del nostro latte, anche se è una scelta impegnativa per quanto riguarda i costi dei fattori di produzione e l’esecuzione di tutti i passaggi necessari per il mantenimento di questo tipo di filiera”. E’ interessante sottolineare non solo lo sviluppo della distribuzione tradizionale dei prodotti biologici ma anche quella delle vendite dirette effettuata dai produttori agricoli come la rete delle fattorie e dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
“Abbiamo iniziato nel ‘99 a seguire tutti i passaggi necessari per diventare azienda biologica certificata – dice Gianluca Vismara dell’azienda Vismara Gianfranco di Cenate Sotto – siamo stati tra i primi nella Bergamasca a credere in questo metodo produttivo e dopo 3 anni dall’avvio delle procedure abbiamo ottenuto la certificazione. All’inizio è stato piuttosto impegnativo perché abbiamo dovuto cambiare tutta l’impostazione della nostra azienda ma ora siamo contenti perché ci si è aperto un mondo che ci permette di incontrare consumatori che apprezzano i nostri sforzi e il nostro impegno nel fornire prodotti di qualità garantita. Produciamo olio e miele biologici che poi vendiamo nei farmers market di Campagna Amica, ai Gruppi di Acquisto Solidale, nei negozi e nelle cooperative specializzate e da alcuni mesi anche on line sul nostro sito www.olioemiele.it”.
Proprio le esperienze di e-commerce stanno creando nicchie di mercato interessanti per i prodotti biologici. “Fin da quando ho avviato l’attività – sottolinea Adriano Galizzi dell’omonima azienda agricola di Leffe – ho fatto la scelta etica di coltivare come i nostri nonni per evitare di sfruttare troppo i terreni ma anzi di preservarli visto che in Val Gandino non ci sono grandi estensioni. Sono in conversione biologica da due anni e per la produzione di quest’anno sono in attesa della certificazione. Produco gallette di mais e farine e il fatto che siano “organic” mi permette di raggiungere un segmento di mercato formato da negozi specializzati in costante crescita. Ho da poco avviato anche il mio canale di vendita on line www. agrigal.com che mi sta dando grandi soddisfazioni e che mi permette anche di monitorare come sempre più consumatori siano alla ricerca del bio”. Coldiretti Bergamo evidenzia che la rapida crescita dei consumi pone l’esigenza di rafforzare il sistema dei controlli con particolare attenzione ai falsi prodotti biologici importati dall’estero come dimostrano i numerosi casi di frode scoperti dalle forze dell’ordine, un pericolo che si potrebbe sventare in modo più incisivo con l’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti.