# BASTA!: la protesta di Natale dei pubblici esercizi

Costretti a tenere le serrande abbassate, ristoratori e gestori dei pubblici esercizi italiani non intendono passare Natale e Capodanno in silenzio. 

Al contrario. A partire da oggi e per tutta la durata delle festività, decine di migliaia di locali in tutta Italia e esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire: “Basta!”, al caos normativo degli ultimi mesi che continua a penalizzare le imprese del settore
Rabbia ed esasperazione riassunte in un manifesto unitario siglato da Fipe e Fiepet, le principali associazioni di rappresentanza dei pubblici esercizi di Confcommercio e Confesercenti, affiancate dalla FIC – Federazione Italiana Cuochi.

Ascom Confcommercio Bergamo e Confesercenti Bergamo invitano i propri associati ad esporre i cartelli di protesta che potranno scaricare dai rispettivi siti.

22 DPCM, 36 Decreti Legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato. – si legge nel documento di Fipe e Fiepet -. Basta! Questo diciamo ad un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Siamo esausti e Increduli”.

Il risultato è un settore al collasso che ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini.

Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza – conclude il documento -. Per questo ci rivolgiamo a voi, i nostri clienti: vi chiediamo di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate. La vostra gratificazione è la nostra forza ed il nostro futuro”.

Al governo, i pubblici esercizi italiani chiedono invece un altro tipo di DPCM: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra. La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripesa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione.


“Un topo da due parti”: il nuovo libro dello chef Cornali tra arte, filosofia e architettura

I grandi pensatori come Joseph Chilton Pearce, Arthur Shopenhauer, Henry Ford e Luigi Pirandello convivono nella mente creativa di Mario Cornali, classe 1965, cuoco scrittore (è titolare del ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo), appassionato di filosofia, capace di affrontare la propria professione con l’attenzione e la curiosità di un antropologo e il gusto di un artista. Non a caso il suo nuovo libro, il sesto, non è un ricettario di alta cucina, bensì un vero trattato filosofico sull’atto creativo. Si chiama “Un topo da due parti” ed è edito da Mediavalue. Un titolo ispirato dal disegno realizzato dalla nipote Ambra, oggi 17 anni, quando ne aveva 9, esempio della visione senza schemi o preconcetti di una bambina.

“Il testo è un viaggio alla ricerca di spiegazioni su come nasca un’opera d’arte dall’apprezzamento che è il risultato sia di elementi oggettivi, sia della percezione personale – spiega lo chef -. C’è chi preferisce Caravaggio e chi Fontana, lo stesso principio vale in cucina. Anche se il libro non è riferito in modo diretto ai fornelli, un piatto ha una forte matrice artistica polisensoriale che combina il gusto, il tatto, la sensazione termica, i ricordi”.

Importante, nell’arte gastronomica, il rapporto dell’autore con l’ingrediente, conseguenza di scelte non solo commerciali o produttive, ma che rappresentano pezzi di storia dell’uomo, di antropologia. “L’assaggio di un formaggio o di un pesce essiccato, realizzati in quantità limitata da un piccolo artigiano, può condurre dal prodotto al suo creatore, in quanto queste preparazioni descrivono il modo di pensare e di operare di quest’ultimo” si legge nel testo.

 “Anni fa introdussi il fieno in un piatto perché avevo il desiderio di trasporre e condividere sensazioni legate all’infanzia”, aggiunge Cornali che intervalla le sue riflessioni a 15 novelle che hanno la stessa funzione della “maionese sul petto di pollo”. Cornali, inoltre, descrive il preingrediente che riguarda le scelte che hanno reso peculiare un elemento nei vari passaggi. Dal tessuto delle novelle trovano propulsione le opere di Cesare Rota Nodari, classe 1935, architetto che ha realizzato edifici pubblici e privati, designer e ideatore di presepi. Le sue le immagini accompagnano il libro, creando un dialogo di metodo. L’architetto con le immagini e lo chef con le parole, hanno fatto di questo loro particolare sguardo, applicato in ambiti diversi, un metodo con cui approcciarsi alla quotidianità e ottenere in cambio forme e sapori, spesso impensati, con cui colorare la vita.


Con Affari di Gola le mascherine “Rinascerò, Rinascerai” a sostegno dell’ospedale di Bergamo

Ascom Confcommercio Bergamo presenta un’iniziativa a scopo benefico a sostegno dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Nata dal progetto “Rinascerò Rinascerai” di Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio, l’iniziativa prevede in abbinamento e come supplemento alla rivista di enogastronomia Ascom “Affari di Gola”, la vendita (a 9,90 euro) delle mascherine con la scritta “Rinascerò, rinascerai”, titolo della canzone dedicata a Bergamo da Facchinetti e D’Orazio.

L’iniziativa si è concretizzata grazie anche alla collaborazione di Onis Italia, azienda di Spirano specializzata in abbigliamento sportivo e da lavoro che ha realizzato le mascherine in quattro diverse versioni, e Dif Spa, Agenzia Diffusione Pubblicazioni di Orio al Serio. Significativi i numeri dell’iniziativa ai nastri di partenza: oltre 400 le edicole coinvolte per un totale di 2400 mascherine. I proventi dello sfruttamento del marchio saranno devoluti direttamente all’Ospedale Papa Giovanni XXIII.

«Abbiamo sposato senza esitazione l’iniziativa, non appena se n’è presentata l’occasione: “Rinascerò, rinascerai” è infatti un vero e proprio inno alla vita e alla rigenerazione, un auspicio per il territorio e per tutto il mondo del commercio e dei servizi – commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo (a destra nella foto insieme a Marco Daminelli, organizzatore di eventi, e Monica Cereda, amministratore Onis Italia) -. Per avere la massima e capillare diffusione sul territorio, abbiamo coinvolto le edicole, veri e propri presidi di vie, piazze e quartieri e Dif Spa, distributore unico giornali. Nonostante l’imminente avvio della massiccia campagna di vaccinazione su scala globale, le mascherine continueranno a essere indispensabili ancora per molti mesi e indossare i versi della canzone simbolo della pandemia, nata nella città che ha visto i giorni più bui, rappresenta un segno di vicinanza ai medici e a tutto il personale del Papa Giovanni che ogni giorno hanno lottato e lottano contro il virus. Al nostro ospedale andranno infatti gran parte dei proventi ricavati dalla vendita delle mascherine».

«L’utilizzo del marchio “Rinascerò, rinascerai” legandolo alla solidarietà era un obiettivo che insieme a Stefano c’eravamo prefissati da tempo – aggiunge Roby Facchinetti, cantautore e compositore –. Dopo aver visitato Onis Italia e valutato la qualità dei loro prodotti abbiamo capito che potevamo concretizzare la nostra iniziativa : un gesto ricco di solidarietà e di significato anche adesso che l’ospedale di Bergamo non è in piena emergenza ma comunque in difficoltà».

«E’ un progetto che abbiamo particolarmente a cuore perché veicola la celebre strofa per la rinascita della nostra città, proposta in quattro versioni stilistiche diverse di mascherine al 100% “made in Bergamo”, sostenendo quindi l’ospedale di Bergamo, impegnato in prima linea nel contrasto del virus» sottolinea Monica Cereda, amministratore Onis Italia che durante il lockdown ha riconvertito la produzione in  mascherine.

«Abbiamo coinvolto circa 400 edicole e a pochi giorni dal lancio dell’iniziativa  abbiamo già avuto richieste di nuovi riassortimenti – afferma Giorgio Corno, titolare DIF spa – Distributore unico giornali -. C’è infatti stata subito un’impennata di vendite nell’edicola dell’ospedale dove venerdì sono state vendute più di una ventina di mascherine.  Numeri che ci fanno ben sperare per il successo di quest’iniziativa».

«Ringrazio a nome di tutta la ASST Papa Giovanni per la vicinanza e per la finalità benefica dell’iniziativa – sottolinea il direttore generale Maria Beatrice Stasi -. Un’espressione di solidarietà che va aggiungersi agli innumerevoli gesti di grande generosità nei nostri con- fronti. La musica e il testo di “Rinascerò, rinascerai”, composti durante la prima ondata della pandemia e la nuova dimensione dell’iniziativa ci fanno sentire la vicinanza di tantissime persone che, sono certa, contribuiranno allo sviluppo di un progetto nato sulle note di grande umanità di Roby Facchinetti e del compianto Stefano D’Orazio».


Regali di Natale, il 62% non rinuncia allo shopping, spesa media di 174 euro

Il risparmio, le restrizioni e la pandemia condizionano le festività, ma il 62% dei bergamaschi non rinuncerà ai regali di Natale ( dato inferiore alla media nazionale, pari al 74,2%). Tra il 38% che non li farà, oltre la metà – il 53,2%- aveva sempre fatto doni a parenti e amici, anche l’anno scorso. Un sacrificio motivato soprattutto dal tentativo di cercare di risparmiare (28%), dalla mancanza di occasioni di scambio di auguri (25,6%), dal peggioramento della condizione economica (18,1%) e infine, da scelte personali (16%).
Quest’anno la spesa media scenderà comunque sensibilmente rispetto a quella dello scorso anno:  174 euro contro i 185 dello scorso anno (– 5,9%). Il dato è superiore alla media nazionale che si attesta a 164 euro con un calo più contenuto (-2,9%). A Bergamo si spende più che nel resto d’ Italia, ma il budget pro capite previsto scende maggiormente per via della propensione al risparmio che, a queste latitudini, è più spiccata. La spesa da destinare alle strenne natalizie sarà di circa 194,2 milioni di euro contro i 206 milioni di euro di un anno fa, con una perdita in un anno di 11 milioni e 800mila euro. Dal 2009, anno in cui il commercio ha iniziato a soffrire, sono andati in fumo oltre 70 milioni di euro di spesa e il 28,6% di budget destinato ai consumi. Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dalla ricerca Ascom-Format Research sui regali di Natale, presentata oggi. 
“Quanto emerge dall’indagine, in particolare il raddoppio di bergamaschi che rinuncia ai regali, è conseguenza della situazione della pandemia e anche delle restrizioni conseguenti- commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. Novembre ha evidenziato comunque un crollo delle vendite, che a dicembre non hanno avuto nemmeno il tempo di risollevarsi”. La difficoltà ad accedere alla piattaforma per recuperare il 10% della spesa attraverso il Cashback procede a rilento: “Molti non riescono ad iscriversi alla piattaforma e rinviano gli acquisti- continua Fusini-. Invece di rivelarsi una leva per incentivare lo shopping nei negozi, sta procrastinando le spese”. Lo spettro di nuove restrizioni condiziona lo shopping natalizio: “Nel caso in cui si tornasse zona rossa, il 41,8% di coloro che effettueranno i regali lo farà solo online- sottolinea il direttore Ascom Confcommercio-. Il 34,3% tuttavia li acquisterebbe nei negozi fisici che effettuano consegne. Ma molti negozi non sono ancora attrezzati e per il commercio tradizionale rinunciare al Natale sarebbe una vera catastrofe”.  Gli acquisti a dicembre hanno perso quota anche per effetto di Black Friday e Cyber Monday di novembre che anticipano le spese, ma che quest’anno sono state meno consistenti con la chiusura dei negozi tradizionali. Secondo il dato nazionale la quota di regali acquistati dal 16 al 30 novembre si è ridotta infatti al 20% rispetto al 26% del 2019 e si registra una crescita degli acquisti a dicembre ( 60,9%) contro il 51,3% del 2019. Solo il 15,8% si dedicherà alla “caccia ai regali” per le feste in questi giorni (per la precisione, a partire dal 16 dicembre) e fino al 31 dicembre. 

Come cambiano i regali con la pandemia 

In tempi di crisi la scelta si orienta verso regali utili. In cima alle preferenze cesti, bottiglie e cadeaux gastronomici (il 68% acquista generi alimentari); seguono giocattoli e giochi per i più piccoli (51,2%), libri ed ebook (47,2%), capi di abbigliamento (45%).
Con lo stop a concerti ed eventi, si rinuncia per forza di cose a regalare esperienze, dai biglietti alle visite (-25,9%). Di contro, ci si rifugia nell’intrattenimento domestico: crescono del 10,5% gli abbonamenti a piattaforme streaming (+10,5%). E, della serie “i regali sceglieteli pure voi”, oltre che per scongiurare doppioni o doni poco graditi, tornano in auge i buoni-spesa: carte regalo e voucher crescono del 7,2 %. 

I luoghi d’acquisto  

Il canale online è al primo posto come luogo di acquisto, seppure virtuale, dei regali di Natale. Tuttavia il dato risente del fatto che al momento delle interviste la Lombardia era ancora zona rossa e, con gran parte dei negozi chiusi l’e-commerce era una delle poche opzioni a disposizione. Il 64,4% dei bergamaschi dichiara di voler acquistare i regali di Natale in internet, il 53,3%  nella grande distribuzione, il  39,5% nei punti vendita tradizionali, il 15,5% negli outlet, il 7,3% in punti vendita equo- solidale. I dati evidenziano, come si evince dalle percentuali, scelta multi-canale e risposte multiple. Tra i motivi della scelta dell’acquisto via web prevalgono la comodità (per il 66,5%),  la varietà dei prodotti (per il 57%), la convenienza (55,8%). Ma il 36,7% dichiara di aver acquistato on-line solo per scelta obbligata, con la chiusura dei negozi. Un dato che lascia ben sperare il commercio tradizionale.


Oltre il 56% dei bergamaschi rinuncia ai contanti per pagare nei negozi, cresce l’uso della carta di credito

Se il lockdown ha incentivato l’e-commerce e con esso i pagamenti digitali a scapito dei contanti, anche nel commercio tradizionale cresce l’uso del denaro virtuale. 

Secondo la ricerca commissionata da Ascom Confcommercio Bergamo a Format Research tra coloro che hanno acquistato nei negozi tradizionali ben il 56,4% non ha fatto uso di contanti. Tra gli intervistati il 51,9% ha dichiarato di fare uso del bancomat, il 50,4 % della carta di credito, il 43,6 % di utilizzare i contanti e il 14,8 % di usare altri strumenti (i dati evidenziano scelte multiple di pagamento). 

“I negozi tradizionali assistono ad un crescente ricorso al bancomat, incentivato dall’adozione del Pos e dall’invito durante la pandemia a preferire i pagamenti elettronici per limitare contatti e scambi di resto- commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo- . Tra i bergamaschi cresce sempre più anche l’utilizzo della carta di credito che ormai ha raggiunto il bancomat. Questi dati anticipano la probabile crescita dei pagamenti elettronici favorita dal Cashback. Un’iniziativa che ad oggi, con l’esclusione delle grandi piattaforme digitali, può in qualche misura rappresentare una delle poche opportunità del momento per i negozi tradizionali”. Resta però il nodo delle commissioni: “Da sempre Confcommercio si batte per abbattere le commissioni e con Ascom, attraverso la Cooperativa di Garanzia Fogalco, abbiamo attivato diverse convenzioni per ridurre notevolmente i costi in capo agli esercenti- continua Fusini-. Non mancano anche convenzioni per altri metodi di pagamento, da Satispay a Sumup. Le condizioni contrattuali bancarie sono spesso molto complesse e capita che vengono caricati altri costi accessori per la gestione del Pos”.

Nell’anno della pandemia i dati elaborati da Banca d’Italia fino a giugno di quest’anno evidenziano una perdita cospicua di tutti gli strumenti di pagamento rispetto al crollo dei consumi registrato. Banca d’Italia evidenzia un aumento del numero dei POS (+ 13,2%), una crescita delle operazioni con carte di credito (+ 15,6%) e un incremento degli importi transati con Pagobancomat (+ 11,9%) (dati 2019 rispetto al 2018). I dati di Banca d’Italia evidenziano che il valore medio della transazione con carta di credito, pari a euro 65,06 si avvicina sempre di più a quello del Pagobancomat, pari a 53,95 euro. 


Parliamo di olio, prospettive per produzione sebino e giuria per il migliore evo di Monte Isola

Sabato 19 dicembre alle ore 16 nella Sala Consiliare del Municipio di Monte Isola si terrà la Tavola Rotonda “Monte Isola 2020. Parliamo di olio” promossa dal Comune di Monte Isola e da Cascina Clarabella, gestore del frantoio comunale montisolano, in collaborazione con Aipol. La conferenza avverrà sia in presenza che in remoto ed illustrerà i risultati della stagione olivicola 2020 e le prospettive per l’olio sebino, anche in chiave turistica. Una giuria di tecnici e di esperti coordinata da Aipol eleggerà il “miglior olio novello 2020 di Monte Isola”. In gara ci sono 27 – tra produttori e hobbisti – rappresentativi di tutte le frazioni dell’isola. Il vincitore del concorso riceverà dall’amministrazione comunale un buono spesa di 250 euro.
“A causa dell’emergenza Covid non abbiamo potuto organizzare la tradizionale “Festa dell’Olio Montisolano ma la resa olivicola eccezionale di questa stagione della molitura va celebrata, anche perché l’olio rappresenta un’importante prodotto della tradizione” afferma il Sindaco Fiorello Turla. La conferenza si aprirà con i saluti del Sindaco Turla. A seguire, gli interventi del Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio Michele Sonnessa e del Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, che saranno collegati in videoconferenza. L’assessore all’agricoltura di Monte Isola Mario Archetti presenterà i dati della stagione olivicola isolana e le iniziative programmate dall’Amministrazione per valorizzare l’olio. Interverranno inoltre, in presenza, Marco Ghitti, Presidente della Comunità Montana del Sebino Bresciano, Andrea Rossi Presidente di Clarabella Soc. Coop. Soc. Agricola Onlus, Massimiliano Poli Direttore di Aipol e Anna Patrizia Ucci, fiduciaria della condotta Slow Food Franciacorta Lago d’Iseo.

Ecco il programma


Mercato immobiliare, seminario annuale Fimaa giovedì 17 dicembre

Fimaa Bergamo organizza il suo convegno annuale via web dedicato all’evoluzione e transizione del mercato immobiliare per fare il punto sullo scenario attuale e guardare alle sfide future per la categoria. Il webinar è in programma giovedì 17 dicembre, dalle 17.30 alle 19 ( per partecipare è necessario compilare l’apposito form pubblicato sul sito Ascom; per maggiori informazioni: fimaa@bergamo.it). Il convegno si apre con i saluti del presidente Ascom Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli, del presidente Fimaa Bergamo Oscar Caironi e del direttore Ascom Oscar Fusini. Ad affrontare il tema della legge di Bilancio e le novità per il settore dell’edilizia e del settore immobiliare, il Vice Ministro dell’Economia Antonio Misiani, che illustra le iniziative messe in campo dal Governo.

Vanessa Pesenti, Presidente ANCE Bergamo, tratta il tema del cambiamento del mercato immobiliare a seguito della pandemia, facendo il punto anche sugli incentivi per la riqualificazione edilizia a partire dall’ecobonus. L’Assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo Francesco Valesini – che porta i saluti del sindaco Giorgio Gori- incentra il suo intervento sull’evoluzione e lo sviluppo urbanistico della città, illustrando le principali iniziative che andranno a valorizzare il tessuto urbano. Le conclusioni del seminario di approfondimento sono affidate a Oscar Caironi, presidente Fimaa Bergamo, che farà il punto sull’andamento del mercato immobiliare e illustrerà la 26a edizione del Listino degli Immobili di città e provincia, pubblicazione realizzata da Fimaa e Ascom, in collaborazione con Adiconsum, Collegio dei Geometri e Geometri laureati di Bergamo, Consiglio Notarile di Bergamo, Appe e con il patrocinio di Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo, Camera di Commercio e Università di Bergamo. “Il mercato nonostante tutto tiene e, al netto dello stop legato al primo lockdown, tra luglio e ottobre abbiamo superato il volume delle compravendite registrate nel 2019- anticipa Oscar Caironi-. La pandemia ha allineato i prezzi del mercato reale i valori degli immobili, ma il clima d’incertezza spinge molti a preferire anche in via transitoria gli affitti.  Torna l’interesse per immobili, anche datati. La vera sfida infatti, in assenza di nuovi interventi e costruzioni, sarà quella della riqualificazione degli immobili esistenti, grazie anche a sisma-bonus ed ecobonus, con una maggiore qualità abitativa senza ulteriore consumo di suolo”. 


Sciopero benzinai, stop a rifornimento fino a mercoledì pomeriggio

Dalle ore 19 di lunedì 14 dicembre prossimo e fino alle 15 di mercoledì 16, gli impianti di distribuzione carburanti, sia in rete ordinaria che su viabilità autostradale, saranno chiusi per sciopero. Lo confermano in un comunicato congiunto le organizzazioni di categoria, Figisc/Anisa Confcommercio, oltre a Faib Confesercenti e Fegica Cisl.

“La chiusura si è resa indispensabile e indifferibile per impedire il fallimento delle gestioni che, escluse immotivatamente dai Decreti Ristori, sono destinate alla chiusura definitiva entro poco tempo, lasciando sulla strada migliaia di posti di lavoro- sottolinea Renato Mora, presidente del Gruppo Benzinai Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere Figisc Confcommercio-. Infatti, nonostante le fortissime limitazioni imposte dai provvedimenti adottati dal Governo e alla mobilità (coprifuoco compreso) e senza distinzione di “colore delle zone che “dividono il Paese, i Gestori devono comunque mantenere aperti gli impianti anche di fronte alla precipitazione delle vendite o, peggio, in totale assenza di erogati. Al Governo i gestori hanno già rappresentato che, senza vendite, (e con margini unitari di circa 3 centesimi a litro), non hanno più risorse economiche per approvvigionare gli impianti del carburante necessario”. I gestori bergamaschi sono in grave difficoltà, per il calo del lavoro e per i margini estremamente risicati, al netto di imposte, accise e royalties: “Le restrizioni nelle aree rosse, hanno prodotto effetti simili al primo lockdown, con un crollo di fatturato del 50% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale. Senza sostegni e aiuti o sgravi fiscali, anche la rete bergamasca potrebbe vedere scomparire per sempre tante attività, a prevalente gestione familiare” aggiunge Renato Mora.

Nelle stazioni di servizio saranno esposti i cartelli con un messaggio più che eloquente: “Con l’obiettivo di sopravvivere, i gestori sono costretti a chiudere gli impianti ora -come forma estrema di protesta- per non chiudere per sempre”. Non mancano le scuse agli automobilisti per il disservizio: “Ci scusiamo per il disagio. Chiediamo inoltre la comprensione e la solidarietà dei clienti ai quali, ogni giorno, garantiamo i nostri servizi. Per continuare a farlo”.


Effetto pandemia, case più grandi con terrazzo o giardino. Sul mercato più immobili anni ’70 causa eredità

La presentazione della 26a edizione del Listino degli immobili di città e provincia, di Fimaa- Federazione Italiana Mediatori e Agenti d’Affari aderente ad Ascom Confcommercio Bergamo,  ha rappresentato l’occasione per fare un focus sul mercato immobiliare residenziale e non, nell’anno della pandemia e sulle prospettive del settore. Mai come quest’anno, con il lockdown totale della scorsa primavera, si è evidenziata l’importanza dell’abitare, spingendo a riconsiderare le priorità del proprio ideale di casa, facendo emergere mancanze e desideri, caratteristiche imprescindibili nella scelta di una nuova abitazione. L’emergenza sanitaria e la crisi economica impatteranno inoltre enormemente sul mercato delle locazioni: crescono le richieste di immobili in affitto, scelta dettata dalla precarietà lavorativa ed economica, ulteriormente accentuata dalla pandemia.  Il crollo delle presenze turistiche ha rimesso sul mercato molti immobili per locazioni tradizionali e la previsione è che a breve calerà la domanda di case da destinare ad affitti brevi e turistici. I canoni diminuiscono in città (-3%) , dopo anni di crescita a ritmo consistente per effetto del crollo degli affitti turistici, che sottraevano offerta alla locazione ordinaria. I prezzi sono sostanzialmente stabili nei principali paesi della provincia (-0,8%).

“Il mercato nonostante tutto tiene e, al netto dello stop legato al primo lockdown, tra luglio e ottobre abbiamo superato il volume delle compravendite registrate nel 2019- commenta Oscar Caironi, presidente provinciale Fimaa e coordinatore a livello regionale della Federazione dei Mediatori e Agenti d’affari-. La pandemia ha allineato i prezzi del mercato reale i valori degli immobili e c’è maggiore disponibilità in fase di trattativa a trovare un accordo tra le parti, grazie anche all’insostituibile ruolo degli agenti immobiliari. La vera sfida, in assenza di nuovi interventi e costruzioni, sarà quella della riqualificazione degli immobili esistenti, grazie anche a sisma bonus ed ecobonus, con una maggiore qualità abitativa senza ulteriore consumo di suolo”. La stima, in linea con la previsione a livello nazionale di Fimaa Confcommercio è di un calo delle compravendite nel 2020 che sfiora il 18% (il dato nazionale stima un calo rispetto all’anno scorso da 603mila a 494mila compravendite).

Nell’acquisto della casa, la scelta si orienta verso metrature più generose: cresce del +9% la richiesta di abitazioni dai 70 metri quadri ai 125 mq. Sempre più ambiti terrazzi vivibili o giardini (si rileva una crescita tra il 12 e il 15% delle richieste); in cima alla lista dei desideri doppi o tripli servizi e torna in auge lo “studiolo” da destinare a smart working, didattica a distanza  o hobby.

“Inoltre, passando gran parte del tempo a casa si rileva anche una maggiore attenzione alle prestazioni energetiche degli immobili – sottolinea Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo e della nuova edizione del Listino- . Il mercato si orienterà sempre più su case in classe energetica elevata o si terrà particolarmente conto in fase di ristrutturazione dell’abbattimento dei consumi di energia”. 

Gli incentivi per la ristrutturazione rappresentano un’opportunità interessante e, ferme le quotazioni del nuovo in classe energetica elevata (che si mantengono stabili se non al rialzo), la scelta ricade su immobili anche datati, ma con spazi e metrature più ampie, sia per investimenti che per ristrutturazioni prime case. L’offerta sul mercato è aumentata (anche purtroppo per effetto eredità di morti da Covid-19 sia in città che in provincia) e l’interesse alla compravendita è alto sia in città che nell’hinterland. I prezzi sono stabili e in ripresa in centro (+1,8% nel centralissimo) e in provincia (+0,8%): si risveglia la domanda nei centri maggiori (+1,2%)  e nei paesi a ridosso della città. In generale, sembra esserci maggiore disponibilità ad uscire dalle Mura cittadine, in cambio di maggiore comfort abitativo (giardini, terrazze e ampie metrature). Il 51% delle compravendite è per trilo-quadrilocali dai 100 ai 125 mq. In lieve ripresa il mercato dei box (+1,2% in città, +0,6% in provincia); in calo gli affitti (-1,4% in città e -2% in provincia). “E’ sempre fondamentale una corretta valutazione degli immobili onde evitare che si parli di ribassi al mercato, che non avvengono mai se il valore di partenza corrisponde a quello di mercato- sottolineano Enzo Pizzigalli e Marco Fagiani, consiglieri Fimaa Bergamo-. E, grazie anche ad una maggiore offerta di immobili sul mercato, tornano anche piccoli investimenti per appartamenti di piccola metratura”. 

La sensazione, in un mercato che comunque resta estremamente variabile,  è che il box si acquisti solo se indispensabile e ad un prezzo congruo. 

Il settore commerciale risente della crisi, nell’annus horribilis dell’economia, dopo una lunga fase di indebolimento. L’effetto Covid-19 è evidente nel limitare le transazioni e nel posticipare l’avvio di nuove attività. “La difficoltà nell’accesso al credito e le aspettative di scarso guadagno scoraggiano nuovi investimenti- sottolinea Antongiulio Lascari, consigliere Fimaa Bergamo-   I prezzi calano del 2% in città e dell’1,8% in provincia. Anche le locazioni seguono il trend: – 1,6% in città e -1,4% in provincia. 

Il mercato di capannoni e immobili industriali continua a restare debole più per mancanza di offerta che per deficit di domanda. Per il secondo anno consecutivo si registra un incremento dei canoni di locazione (+2,2%) per immobili rispondenti a elevati standard di sicurezza. Crescono anche i prezzi di compravendita: +2,8%. Quando l’immobile presenta caratteristiche idonee l’operazione si chiude in tempi brevi e con prezzi che rispecchiano l’interesse per siti produttivi di questa tipologia. Eccezion fatta per i grandi insediamenti logistici concentrati nella Bassa bergamasca, la domanda si orienta verso superfici medio-piccole, al di sotto dei mille mq. Per superfici maggiori le aziende preferiscono acquistare terreni su cui edificare ex novo capannoni in acciaio, che rispettano le regole antisismiche, con aree esterne per carico e scarico e circolazione di autoarticolati. 

 

I prezzi al mq, le principali quotazioni residenziali

Resta alla portata di pochi una casa in Città Alta (6.300 euro/mq), sui colli di Bergamo (5.200 euro/mq), in Viale Vittorio Emanuele e centralissimo di pregio (5.200 euro/mq). Mantengono quotazioni elevate Via XX Settembre e centrale di pregio (4.700 euro/mq), zona Piscine e Via Statuto (4.500 euro/mq). Per una casa in Via San Tomaso e zona Accademia Carrara il prezzo medio è di 3.600 euro al mq; si scende leggermente di prezzo nel quartiere Finardi (3.400 euro/mq). 

In provincia le quotazioni più significative si rilevano nel centro di Treviglio (2.800 euro/mq), a Sarnico e Lovere (in entrambi i comuni lacustri, senza vista sul Sebino, si spendono in media 2.800 euro/mq). Sempre apprezzate Castione (Dorga, Bratto) con 2.600 euro al mq, Gorle (2.500 euro/mq), San Pellegrino Terme (2.500 euro/mq) e Clusone (in centro la media è di 2.300 euro/mq). 

I canoni di locazione di mono e bilocali arredati, dai 400 euro in provincia ai 750 euro in Città Alta

Si parte da 400 euro a 550 euro mensili nei quartieri residenziali cittadini per salire a 500-600 euro in zona centrale, fino a 700 euro al mese in zone di pregio. In Città Alta e nel centralissimo di pregio la richiesta minima è di 550 euro per salire fino a 750 euro. 

In provincia il canone mensile medio in zona residenziale è di 400 euro per salire a 500 in zone di pregio e 550 nelle vie centrali dei comuni più grandi. 

I box, per un posto auto coperto si arrivano a spendere da 40mila a 100mila euro nelle zone più ricercate

Nel cuore di Città Alta un box vale dai 90 ai 100mila euro; nel centralissimo di pregio in città si spendono 70mila euro in media. In zona Accademia Carrara la richiesta è di 50mila euro, nella zona Piscine-Conca d’Oro 40mila euro. In provincia gli esborsi più consistenti sono sul lago (escluso il lungolago, dove le quotazioni sono ancora più elevate): 26mila euro a Sarnico e 25mila a Lovere. Le richieste si mantengono elevate anche nei centri di Clusone (25mila euro), Treviglio (25mila euro) e San Pellegrino Terme (18mila euro). 

La 26a edizione del Listino degli immobili

La nuova edizione è  realizzata da Fimaa Bergamo in collaborazione con Adiconsum, Collegio dei Geometri e Geometri laureati di Bergamo, Consiglio Notarile di Bergamo, Appe e con il patrocinio di Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo, Camera di Commercio e Università di Bergamo. Il volume, che sarà in edicola a partire da venerdì 11 dicembre al prezzo di 18 euro, rappresenta ormai un punto di riferimento per la compravendita di immobili residenziali, commerciali e per le locazioni, con quotazioni basate sui valori reali degli atti registrati in città e provincia. 

La 26a edizione pubblica i dati aggiornati a novembre 2020 dei prezzi di compravendita con relative mappe, di tutte le aree cittadine, dei centri principali della provincia: Albino, Caravaggio, Clusone, Dalmine, Lovere, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, San Pellegrino Terme, Sarnico, Seriate, Trescore e Treviglio e i prezzi di tutti i paesi della provincia.

I listini classificano i valori degli immobili in categorie omogenee sulla base dell’area in cui sono ubicati e degli anni dell’immobile. Per tutti i centri della provincia la suddivisione è in immobili: nuovi (classe A), recenti (5-20), semirecenti (20-40) e da ristrutturare (>40 anni). I prezzi sono riferiti al reale venduto, a compravendite realmente definite. 

La nuova edizione rileva i canoni di locazione aggiornati a novembre 2020 di tutte le aree cittadine e di tutti i paesi della provincia. Le tipologie di appartamenti quotati sono il mono/bilo vuoto; il mono/bilo arredato; il trilocale vuoto e il quadrilocale vuoto.

Rileva i dati aggiornati a novembre 2020 dei box in tutte le aree cittadine e di tutti i paesi della provincia.   

Il listino pubblica in sezioni separate i prezzi di vendita e di locazione delle tre categorie di immobili non residenziali: uffici, negozi e laboratori/capannoni. 


Cashback, al via gli storni per almeno 10 acquisti dall’8 al 31 dicembre

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato l’avviso con il quale conferma l’avvio del programma Cashback, un sistema di rimborso che consente a chi, dall’8 al 31 dicembre, effettui almeno dieci acquisti con strumenti di pagamento elettronici (carte di credito, carte di debito, bancomat e Satispay) di recuperare il 10% della spesa effettuata, per un totale massimo di rimborso pari a 150 euro, importo che verrà accreditato direttamente sul conto corrente nei primi mesi del 2021. Il rimborso massimo per ogni singola transazione è di  15 euro. Dal primo gennaio cesserà la sperimentazione e il sistema diventerà ordinario e consentirà il recupero fino a 300 euro annuali. 
Non sono necessari obblighi e oneri per gli esercenti. Non è infatti necessaria l’adozione di ulteriori apparecchiature rispetto ai Pos e dispositivi di accettazione di carte di credito, bancomat e altre forme di pagamento elettronico.

L’adozione del Cashback da parte del Governo ha lo scopo di incentivare i consumatori ad effettuare i pagamenti elettronici, ricompensandoli con uno storno parziale degli importi spesi. Ad oggi, nonostante il sistema non sia ancora attivo, oltre 6 milione di utenti ha già scaricato l’applicazione per beneficiare dello storno degli importi. Un fenomeno da non sottovalutare ma da trasformare in una delle poche opportunità che questo periodo ci consente. Il programma,  infatti, favorisce gli acquisti nei negozi “fisici” poiché non è attivo per gli acquisti online.