Stop a fiere e feste, ambulanti in difficoltà dopo 143 giorni senza lavoro

Mauro Dolci

Gli ambulanti hanno scritto una lettera aperta ai sindaci dei comuni della provincia di Bergamo, che è stata inviata il 15 luglio, per portare alla loro attenzione le difficoltà vissute dagli operatori che svolgono fiere e sagre, fermi dal 23 febbraio. Nella lettera non manca un ringraziamento ai primi cittadini bergamaschi per la gestione in sicurezza dei mercati all’aperto, dalla loro prima apertura parziale il 29 aprile alla ripresa a regime il 18 maggio. Il presidente Fiva Bergamo, Giovanni Mauro Dolci, nel testo della lettera, a sua firma, sottolinea: “Malgrado siano arrivati i permessi per la ripartenza da parte del governo e della Regione Lombardia, i quali hanno già previsto misure anticontagio da adottare per lo svolgimento di queste attività, gli operatori commerciali che svolgono fiere e sagre sono fermi da 143 giorni. Nel corso di questi mesi sono state cancellate e non sono state più ripristinate: sagre patronali, notti bianche, street food, fiere a tema… eventi che appartengono al territorio, perché si rinnovano periodicamente e sanciscono un legame tra tradizione, folclore locale e spirito di appartenenza”.

Lo stop delle manifestazioni sta mettendo a dura prova gli operatori: “È necessario aggiungere ed evidenziare che ci sono centinaia di famiglie nella nostra provincia che vivono solo di questo lavoro e non possono permettersi di proseguire questa sospensione delle attività per altre settimane, la lunga chiusura delle loro attività ha già fortemente messo alla prova la loro situazione economica. Riteniamo che adottando le misure per la prevenzione dal rischio di contagio previste dalla Regione Lombardia, si possano far ripartire le manifestazioni fieristiche in calendario senza nessun rischio”.

La gestione della ripartenza è stata affrontata con grande responsabilità, ora ci sono le condizioni per riprendere le attività fieristiche, ribadisce nella lettera il presidente Dolci: “ Si sono previsti protocolli di sicurezza per qualsiasi professione, sono state messe gratuitamente a disposizione intere piazze per consentire lo svolgimento all’aperto di alcune attività, non è mai mancata la disponibilità a garantire la riapertura delle imprese, per questo ci appelliamo alla sensibilità e al buon senso che vi ha sempre contraddistinto, affinché si possa far ripartire al più presto fiere e sagre nei nostri paesi”. La lettera si chiude con l’impegno dell’associazione per lavorare a fianco dei comuni per trovare una soluzione: “Io e i miei collaboratori della Fiva Bergamo, ci rendiamo disponibili da subito per collaborare e garantire al più presto la riapertura in sicurezza delle manifestazioni fieristiche”.


Carlo Sangalli, confermato alla guida Confcommercio fino al 2025

L’Assemblea di Confcommercio-Imprese per l’Italia, in rappresentanza delle oltre 700 mila imprese associate del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e logistica e delle professioni, all’unanimità, ha confermato Carlo Sangalli alla guida della Confederazione per il quinquennio 2020-2025. In occasione dell’Assemblea, Confcommercio ha elaborato un documento contenente gli obiettivi e gli ambiti di intervento prioritari della nuova Consiliatura – dal ruolo dei corpi intermedi alle riforme per il Paese, dalla trasformazione digitale al nesso sempre più stretto tra città, terziario, infrastrutture e trasporti, dalla qualità della formazione alla valorizzazione del welfare contrattuale, fino ai temi cruciali e attuali della sostenibilità, della transizione generazionale, del ruolo del nostro Paese nel nuovo scenario europeo e internazionale – con l’obiettivo di avviare una nuova stagione della rappresentanza d’impresa. Una stagione “costituente” che continui a basare la rappresentanza di Confcommercio sui principi di sussidiarietà e partecipazione: per continuare ad innovare e ammodernare l’architettura organizzativa e l’offerta di servizi, valorizzare sempre di più la rete di territori e categorie, promuovere alleanze operative e strumenti per contribuire al rafforzamento dell’attività sindacale della Confederazione.

Ascom Confcommercio Bergamo rinnova i migliori auguri per la conferma in carica del presidente Carlo Sangalli: “Come associazione abbiamo sostenuto il presidente, che in questa difficile fase rappresenta l’interlocutore ideale per garantire la migliore guida della Confederazione con forza, capacità ed esperienza. Una scelta di continuità per rappresentare al meglio le istanze delle imprese in un momento di grande criticità e incertezza” commentano il presidente Giovanni Zambonelli e il direttore Oscar Fusini. 


Immobili, Fimaa chiede riduzione tasse sulle compravendite come in UK

«Prendiamo esempio dalla Gran Bretagna per fare ripartire l’economia del Paese attraverso il rilancio del mercato immobiliare». Santino Taverna, presidente nazionale di Fimaa – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia – torna a chiedere al Governo, a nome dell’intera categoria, «urgenti e indispensabili misure straordinarie, a partire da una forte riduzione della tassazione sulle compravendite immobiliari».

«Abbiamo l’urgente necessità», rimarca, «di ridare abbrivio alla filiera rendendola attrattiva, anche e soprattutto per recuperare i 700mila posti di lavoro persi negli ultimi 10 anni. Stiamo parlando di un comparto capace di produrre oltre il 20% del Pil nazionale, che non riesce a risollevarsi anche per la mancanza di interventi strutturali per una vera ripresa».

Taverna torna a ribadire quanto esposto alla Decima Commissione del Senato durante l’audizione dello scorso 25 giugno, prendendo spunto dalla recentissima misura britannica mirata a incoraggiare gli acquisti di case. Nel Regno Unito per ridare linfa al mercato del settore segnato dal lockdown, ma comunque meno in crisi del nostro, è stata annullata l’imposta di registro per gli acquisti di immobili di valore inferiore alle 500mila sterline. Un provvedimento valido con effetto immediato, che resterà in vigore fino al 31 marzo 2021. «Dobbiamo evitare le fughe di capitali»

«Serve un’iniezione di fiducia per convincere le persone a comprare, vendere e cambiare casa, e con questa misura nove persone su dieci non pagheranno l’imposta quest’anno»: così oltremanica viene motivato l’intervento a favore dei settori immobiliari e dell’edilizia (fonte Il Sole 24 Ore). «Dobbiamo percorrere la stessa strada», insiste il numero uno di Fimaa, «non solo per far fronte alla disoccupazione e restituire dignità a chi vive in soglia di povertà, ma anche per ritornare ad alimentare l’economia del Paese attraverso un comparto che può impedire fughe di capitali». Capitali che potrebbero essere investiti in Italia, a fronte di tassazioni ridotte per gli scambi che attirerebbero l’interesse anche delle grandi società straniere.

Oltre all’azzeramento delle tasse fino a una determinata soglia del prezzo d’acquisto come avviene in Gran Bretagna, Taverna coglie l’occasione per ribadire la posizione di Fimaa, già esposta al Senato: «Se non si ridurranno le attuali imposte, anche le località turistiche avranno serie difficoltà a riprendersi dall’emergenza sanitaria».

«Iva al 22% anticamera dell’evasione»

Capitolo Iva: Taverna non usa mezzi termini e lancia forte e chiaro l’allarme: «Quando per una compravendita immobiliare (acquistata da una società da una impresa) si deve versare una imposta Iva del 22% sul prezzo da pagarsi, si palesano tutti i presupposti per ritrovarsi nell’anticamera dell’evasione fiscale».

Nel merito, lo stesso presidente nazionale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, è sempre stato strenuo oppositore dell’applicazione delle clausole di salvaguardia che aggraverebbero ulteriormente i bilanci di famiglie e imprese e, di conseguenza, ostacolerebbero la ripresa economica del Paese.

 


50&Più, Meloncelli alla guida dopo la scomparsa del presidente Pulcini

Franco Meloncelli, 74 anni, è il nuovo presidente provinciale di 50&Più, l’associazione aderente a Confcommercio che da oltre 50 anni si impegna per lo sviluppo culturale, la rappresentanza sindacale, la valorizzazione degli over 50. Meloncelli, che ricopriva già il ruolo di vicepresidente vicario dell’associazione degli imprenditori del terziario over 50, subentra a Franco Pulcini, scomparso prematuramente. Pulcini era stato eletto presidente ad aprile 2019, dopo anni di presenza attiva in 50& Più come consigliere e nell’associazione, in particolare nella Pia Unione San Lucio, storico sodalizio tra i commercianti alimentari. “La scomparsa di Franco Pulcini ci addolora profondamente e l’amarezza è ancora più grande per la sua scomparsa improvvisa – sottolinea Franco Meloncelli-. Cercherò di portare avanti tutte le iniziative che aveva in programma e di perseguire l’obiettivo di allargare ulteriormente la base associativa e di promuovere occasioni di confronto sulle tematiche di più grande interesse per i nostri soci”.


Riaprono le discoteche con sale all’aperto Ascom invita a “Divertirsi responsabilmente”

Scatta il conto alla rovescia per la riapertura delle discoteche, chiuse poco dopo Carnevale. Venerdì 10 luglio riaprono in tutta la Lombardia i locali con sale all’aperto. Si torna a “fare serata” dopo oltre quattro mesi, nel rispetto delle regole imposte dall’emergenza sanitaria. Saranno dopo-cena comunque all’insegna del divertimento, con un richiamo a maggiore responsabilità e consapevolezza: “Siamo tra le ultime categorie a riaprire, dopo quasi 140 giorni di chiusura- sottolinea il presidente del Gruppo Gestori sale da ballo Ascom Confcommercio Paolo Visinoni-. Sono stati quattro mesi e mezzo difficili per il settore, in particolare per i costi di affitti, personale e operatori dello spettacolo. È fondamentale ripartire con responsabilità per non annullare i sacrifici di questi mesi. Da parte nostra abbiamo messo in campo tutti gli accorgimenti possibili per garantire la massima sicurezza di tutti, senza rinunciare al divertimento e alla voglia di evasione, che non mancano dopo mesi di lockdown”. Le serate saranno infatti preferibilmente su prenotazione (via App o whattsapp) e con un limite prefissato di partecipanti (con una riduzione della capienza per alcuni locali anche fino al 50%). Grazie all’utilizzo di apposite App, adottate da molti locali, gli utenti potranno dichiarare le loro condizioni di salute, velocizzando l’accesso ai locali (il termoscanner sarà comunque presente nelle discoteche). La maggior parte dei locali ha scelto di affidare a ditte specializzate la sanificazione, oltre a ricordare con appositi cartelli informativi il corretto uso di mascherine e dispositivi di protezione individuale. Per evitare assembramenti e mantenere il distanziamento, la maggior parte dei locali ha modificato la pista da ballo. E’ questa una delle principali novità che si vedranno in discoteca:“Per garantire il rispetto delle disposizioni abbiamo posizionato i tavoli nella pista da ballo – continua Visinoni- . Ognuno avrà così il suo tavolo in discoteca, un tempo appannaggio di pochi, e potrà godersi la serata e il proprio drink, servito direttamente dal barman, ascoltando buona musica e magari alzandosi a ballare la hit preferita”. La scelta di modificare i locali con arredi- da tavoli e sedie- è stata già adottata con successo in altre regioni e consente di garantire il rispetto della normativa, senza rinunciare del tutto alla voglia di ballare o alla desolazione di trovarsi davanti ad una pista vuota. “Saranno serate dopo-cena di spettacolo e buona musica, diverse da quanto siamo stati da sempre abituati, ma non per questo ingessate- conclude Visinoni-. L’importante è che tutti rispettino le norme per la tutela della sicurezza di tutti. E per evitare che i gestori debbano ritrovarsi a gestire situazioni-limite”.

Per ricordare il rispetto della normativa, i locali hanno lanciato la campagna “Divertiti responsabilmente”, che rivolge cinque inviti alla clientela: prenota la tua serata, indossa la mascherina, aspetta il tuo turno al termoscanner, certifica il tuo stato di salute con le app messe a disposizione per evitare assembramenti, goditi musica e drink al tavolo. 

Ecco il vademecum 


Affari di gola in edicola il numero di maggio

In edicola Affari di Gola dedicato alla ripartenza, imprenditori e clienti uniti nel rispetto delle regole  a tutela della salute a vantaggio dell’economia.

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Covid, l’impatto sull’organizzazione del lavoro

La Camera di commercio di Bergamo, nel realizzare lo studio sulla congiuntura economica, ha
condotto a cavallo tra aprile e maggio un’indagine presso 735 imprese bergamasche appartenenti
ai settori del manifatturiero, commercio e servizi per sondare gli effetti del confinamento da Covid-
19. La rilevazione è avvenuta alla conclusione del periodo più grave dell’emergenza sanitaria, cosa
che permette di sviscerare quali siano stati gli effetti della pandemia sull’organizzazione e sulle
prestazioni aziendali. Va segnalato che mancano le risposte di molte imprese dei servizi alla
persona, alloggio e ristorazione, in quanto chiuse.
Oltre che sul fatturato, l’epidemia ha inciso sulla struttura organizzativa e sul personale per oltre il
50% dei casi in tutti i settori, con una punta del 68% nell’industria. Le nuove condizioni della
domanda hanno comportato in gran parte dei casi una riduzione dell’attività, soprattutto
nell’industria. Il commercio al dettaglio alimentare e non alimentare presenta invece una situazione
più variegata: meno indicazioni di riduzione e una parte di imprese che dichiarano un incremento di
attività. Una minoranza di imprese hanno convertito la propria attività.
L’impatto si è fatto sentire anche sulle modalità di approvvigionamento, produzione e
distribuzione. Le imprese industriali hanno denunciato interruzioni di linee di fornitura nel 53% dei
casi e un rallentamento nel 61%. Per l’artigianato la situazione è stata meno grave e ancor meno
per i servizi, meno dipendenti dal rifornimento di merci.
Il lavoro agile ha rappresentato uno strumento importante per consentire la prosecuzione
dell’attività in condizioni di sicurezza durante l’emergenza: l’ha attivato il 66% delle imprese
industriali bergamasche (63% in Lombardia). È stato invece poco compatibile con l’attività del
commercio al dettaglio e dell’artigianato, dove lo scarso utilizzo è spiegato anche dalla ridotta
dimensione delle aziende: il numero di addetti risulta infatti una variabile strettamente correlata alla
diffusione del lavoro agile. Prevale l’implementazione di soluzioni temporanee, essendo poche le
imprese già strutturate per il lavoro a distanza: in questo senso il Covid-19 ha forzatamente
accelerato un processo di cambiamento.
Il ricorso alla Cassa integrazione è lo strumento adottato dalla maggior parte delle imprese per
conservare la forza lavoro comprimendo i costi: nella manifattura lo ha attivato circa l’80% del
campione intervistato. Altri provvedimenti sono stati il blocco delle assunzioni e il mancato rinnovo
dei contratti in scadenza. Se i numeri dell’analisi congiunturale mostrano una provvisoria tenuta
occupazionale, questo sondaggio fotografa una situazione di forte incertezza, che potrebbe
sfociare in una significativa diminuzione dell’occupazione nell’autunno.
La riduzione della domanda e la cancellazione degli ordini rappresentano l’effetto negativo più
citato dalle imprese dei settori dell’industria e dei servizi, mentre le imprese artigiane avvertono
anche problemi finanziari e di liquidità. Per le imprese del commercio al dettaglio assumono
rilevanza centrale le chiusure e le limitazioni imposte all’attività dalle misure di contenimento
dell’epidemia, soprattutto per gli esercizi non alimentari, seguiti da difficoltà finanziarie e di liquidità.
Il settore del commercio è tuttavia quello con la percentuale più elevata di imprese che non
segnala particolari problemi.

I mancati incassi dovuti all’emergenza sanitaria rappresentano perdite che non saranno
recuperate, salvo nell’industria dove la maggioranza prevede il recupero con tempi generalmente
superiori all’anno.
La situazione finanziaria delle imprese appare problematica in oltre il 40% dei casi per i settori
dell’artigianato, dei servizi e del commercio al dettaglio; l’industria, con una dimensione media
superiore e una maggiore solidità patrimoniale, registra invece una percentuale più elevata di
imprese che non dichiarano condizioni finanziarie critiche.
La quota di imprese che segnala difficoltà tali da metterne a rischio la sopravvivenza non è
purtroppo trascurabile, passando dal 3% dell’industria al 9% di artigianato e servizi e salendo
ulteriormente nei comparti più a rischio come le attività di alloggio e ristorazione e i servizi alla
persona. Una quota di imprese non ha subito ricadute economiche negative: si tratta di una parte
minoritaria del tessuto imprenditoriale per tutti i comparti, con la consueta eccezione del
commercio, dove raggiunge il 31%.
La principale sfida di fronte alle imprese per uscire dalla situazione di emergenza è la ricerca di
nuovi clienti e mercati, visto che le ripercussioni economiche causate dal Covid-19 indeboliranno
probabilmente a lungo la domanda interna. Al secondo posto, la diversa organizzazione del lavoro
per rispettare le regole di sicurezza imposte dalla fase di convivenza con il virus, con una
crescente attenzione al tema all’aumentare delle dimensioni aziendali. Al terzo posto la ricerca di
nuovi prodotti o servizi per venire incontro ai cambiamenti di comportamenti e abitudini indotti
dall’emergenza.
Gli imprenditori fanno fronte comune nel sollecitare interventi da parte delle istituzioni, in primo
luogo l’agevolazione del credito e il sostegno finanziario, richiesto soprattutto dai servizi e dal
commercio al dettaglio; la moratoria delle imposte; il sostegno al reddito d’impresa e il ristoro dei
danni subiti, interventi richiesti dall’artigianato. Per l’industria rileva particolarmente il rafforzamento
degli ammortizzatori sociali, esigenza avvertita anche dalle imprese medio-grandi degli altri settori.
“Il sondaggio sugli effetti del Covid-19 presso un campione eterogeneo e limitato delle imprese
bergamasche” ‒ commenta il presidente Mazzoleni ‒ “ci offre spunti di riflessione. Sembra di
poter rilevare, in particolare, che i riflessi sull’occupazione, per ora mascherati dallo strumento
della Cassa integrazione, si potranno fare sentire se la ripresa tardasse troppo a lungo. Inoltre
appaiono allarmanti le risposte riguardo le difficoltà che possono mettere a rischio la
sopravvivenza dell’impresa.”


Camera di Commercio, Zambonelli vicepresidente

Il presidente di Ascom Confcommercio Bergamo assume la vicepresidenza dell’Ente Camerale. La nomina è avvenuta nel corso della Giunta della Camera di Commercio, nella seduta del 30 giugno 2020. Giovanni Zambonelli, rappresentante del commercio, affiancherà da vice Carlo Mazzoleni. Sono stati inoltre designati componenti del Consiglio di Unioncamere Lombardia Giovanni Zambonelli, Alberto Brivio, Giacinto Lucio Giambellini e Vanessa Pesenti. Il presidente Carlo Mazzoleni commenta: “L’elezione del vice presidente nel consigliere Giovanni Zambonelli è avvenuta all’unanimità, a dimostrazione dello spirito di unità che anima fin dai primi passi il nostro lavoro di squadra. Con questo passo la formazione degli organi camerali si è conclusa e possiamo ora iniziare il lavoro che siamo stati chiamati a svolgere.”La Giunta camerale ha anche espresso sentimenti di vicinanza e solidarietà nei confronti del presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia, vittima di un grave atto intimidatorio.
“Tutte le rappresentanze negli Organi camerali”, ‒ ha dichiarato Mazzoleni ‒ “lavorano compatte per ripristinare un clima costruttivo per il benessere del territorio bergamasco, ove lavoro e impresa sono inscindibilmente legati. La Camera di commercio opera insieme alle istituzioni e al mondo associativo per una coesione sociale ed economica dalla quale potranno derivare gli strumenti utili per superare le difficoltà.”