33 nuove attività storiche di città e provincia

Regione Lombardia ha aggiunto 246 nuove attività storiche e di tradizione alle 2011 imprese che già sono inserite nello speciale elenco regionali. Tra queste nuove attività, 33 sono bergamasche.  Di seguito l’elenco delle nuove attività storiche suddivise per province.
“Siamo orgogliosi di queste attività – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Mattinzoli – che sono la storia delle nostre più belle tradizioni”.

Regione Lombardia riconosce negozi, locali e botteghe storiche caratterizzate dalla continuità nel tempo, per almeno 40 anni, della gestione, dell’insegna e della merceologia offerta, e da altri fattori, quali la collocazione in strutture di pregio e la conservazione di arredi e attrezzature storici. 

Per avere informazioni e assistenza nelle domande per l’iscrizione al Registro regionale si può contattare lo sportello Negozi Storici Ascom al numero tel. 035 4120340 o scrivere a ata@ascombg.it. Si avrà assistenza dalla raccolta dei documenti necessari per il riconoscimento regionale, alla stesura della relazione fino all’inoltro della richiesta in Regione.
Sono previsti quattro riconoscimenti: storica attività (sono richiesti almeno 50 anni di esercizio), negozio storico (oltre ai 50 anni di attività il locale deve avere pregio architettonico, attrezzature storiche o tipicità di prodotto in vendita), locale storico e insegne storiche e di tradizione. 
Ascom Confcommercio Bergamo ricorda inoltre che i negozi iscritti al Registro regionale Attività storiche possono partecipare al nuovo bando previsto dal Pirellone che prevede contributi a fondo perduto fino a 30mila euro per riqualificazioni e restauri. Per informazioni, contattare Fogalco, tel. 035.4120210 o Ascom tel. 035. 41220123.

Ecco le nuove attività di Bergamo e provincia

– Albino, Trattoria Moro (1961), Storica attività
– Albino, Gastronomia Morotti (1955), Storica attività
– Albino, Enoteca (1962), Storica attività
– Bergamo, Bottega Della Chiave (1969), Bottega Artigiana storica
– Bergamo, Macelleria Lussana (1954), Storica attività
– Bergamo, Gioielleria Ruggieri (1970), Storica attività
– Bergamo, dal 1938 Leidi Raviolificio Gastronomia (1938), Storica attività
– Bergamo, Paolo Fiori (1978), Storica attività
– Bergamo, Bar Circolino (1961), Storica attività
– Bossico, Ristorante Sette Colli (1961), Storica attività
– Bottanuco, Alimentari Pasinetti (1949), Storica attività
– Brignano Gera D’Adda, Bar Ristorante San Rocco (1973), Storica attività
– Castelli Calepio, Fratus Tende (1974), Storica attività artigiana
– Cene, Cicli Moto Bazzana (1937), Storica attività
– Chiuduno, Macelleria Finazzi (1952), Storica attività
– Colere, Cooperativa di consumo Colere (1920), Storica attività
– Lallio, Facchinetti Angelo srl. (1976), Storica attività
– Nembro, Ottica Ceroni (1973), Storica attività
– Osio Sopra, Panificio Testa (1939), Storica attività artigiana
– Rovetta, Macelleria Pezzoli (1954), Storica attività
– Sarnico, Bar Centrale (1970), Storica attività
– Selvino, Ristorante Sorriso (1975), Storica attività
– Seriate, Da Franco (1979), Storica attività
– Serina, La Taverna Rottigni (1941), Storica attività
– Stezzano, Bar Company (1965), Storica attività
– Telgate, Trattoria del Bersagliere (1974), Storica attività
– Trescore Balneario, Parimbelli abbigliamento (1925), Storica attività
– Trescore Balneario, Enoteca Rizzi (1973), Storica attività
– Treviglio, De Pascalis Barbieri (1953), Storica attività artigiana
– Treviolo, Macelleria Carminati (1966), Storica attività
– Treviolo, Panificio Finazzi (1975), Storica attività artigiana
– Urgnano, Ristorante al Santuario (1979), Storica attività
– Zanica, Ortofrutta Valietti (1969), Storica attività

 

 


Fretta ed allarmismo: i danni collaterali delle misure antivirus

È ancora presto per fare un bilancio definitivo sull’impatto del Coronavirus sull’economia del nostro territorio, ma le evidenze sono chiare. La tempesta perfetta è arrivata. Siamo travolti. E sono i numeri a dircelo.

Il calo dell’80-90% delle prenotazioni alberghiere con disdette che arrivano fino a maggio, il crollo del 50-60% del lavoro di ristoranti e bar e il probabile calo del 50% del commercio una volta che l’impennata dei giorni scorsi sarà depurata della folle corsa alle scorte alimentari, sono il conteggio della disfatta. Il conto lo pagheranno, nei prossimi mesi, centinaia di imprese e migliaia di lavoratori, perché servirà tempo per recuperare quanto perso.

Se una simile situazione di emergenza fosse avvenuta qualche anno, fa le imprese avrebbero avuto una maggiore capacità di resistenza e di rilancio. Oggi dopo anni di “magra”, che ne hanno fiaccato le forze, il compito sembra improbo.

Eppure la sensazione, almeno mia, è che siano stati commessi degli errori. Sicuramente giustificati dal timore della diffusione di un virus per il quale non c’è vaccino. Ritengo anche che la comunicazione poteva tenere un profilo diverso, meno catastrofico. È stato fatto tutto troppo in fretta. Capisco che l’immobilismo cinese, durato quasi due settimane, sia responsabile del propagarsi dell’epidemia ma quanto stabilito in un giorno, tra sabato 22 e domenica 23 febbraio, ha avuto tempi di riflessione e di confronto praticamente nulli.

Il danno collaterale, non in vite umane, delle decisioni prese dal Ministero della Salute e da Regione Lombardia è enorme e le vittime saranno imprese e lavoratori.

I decreti nazionali e l’ordinanza era appropriata e tempestiva per i paesi interessati dal focolaio, “la zona rossa”. Diverso invece il caso dell’”area gialla” e delle restrizioni che toccano l’intera regione Lombardia e le altre regioni del Nord che sono la locomotiva dell’economia nazionale.
Nella stesura di questa ordinanza ha prevalso l’urgenza del contenimento della diffusione del virus, mentre non si è tenuto conto della portata economica e quindi anche sociale del provvedimento. Il documento è scritto male, con differenze ingiustificate tra ipermercati e mercati all’aperto, bar e attività artigianali ed è stato emanato senza averne preventivamente verificato l’impatto sulle imprese.
Le nuove interpretazioni della Regione stanno di fatto smontando gli errori più evidenti e speriamo che l’ordinanza sia ritirata. Anche perché il rischio di assembramenti è ormai limitato per la paura della gente.

Il messaggio di questi giorni è deflagrante. L’allarmismo ha paralizzato l’economia. Per i nostri cittadini il virus è in mezzo a noi ed occorre stare ritirati per non ammalarsi, in barba alle semplici norme di prevenzione diffuse dal Ministero (pulizia, distanza, cautela ecc.).
Il rimbalzo all’estero è apocalittico: l’Italia è inserito nella black list, Milano come Kabul, la Lombardia come l’Afghanistan. I danni sono incalcolabili per tutti i settori produttivi nazionali, dal primario al turismo.

Ora sembra che dalle stesse autorità che hanno governato la questione tendano a ridimensionare il problema o quanto meno a cambiare registro nella comunicazione. Anche se in modo confuso e contraddittorio. Troppo tardi. Ora bisogna pensare a come ripartire di slancio.


Commercio al dettaglio e servizi, fatturato in crescita del 1,1%

Nel quarto trimestre del 2019 il fatturato delle imprese bergamasche del commercio al dettaglio aumenta del +1,1% rispetto allo stesso periodo del 2018. Lo comunica la Camera di Commercio di Bergamo. 

Si tratta del terzo segno positivo consecutivo, anche se l’entità dell’incremento risulta inferiore a quella registrata nel trimestre precedente: la media annua risulta così positiva (+0,8%), segnando il ritorno alla crescita del fatturato dopo la flessione che aveva caratterizzato il 2018 (-0,6%).

Anche i prezzi aumentano negli ultimi tre mesi dell’anno (+0,9% la variazione rispetto al trimestre precedente), risentendo positivamente dell’usuale effetto stagionale legato al picco di vendite di fine anno. Nel complesso i prezzi nel 2019 risultano cresciuti dell’1,5%, tornando ai ritmi che avevano caratterizzato il periodo 2016-2017 dopo un 2018 che aveva invece registrato un rallentamento (+0,9%).

Nonostante il confronto con i livelli di fatturato di un anno fa sia positivo, l’indice destagionalizzato evidenzia un’andamento sostanzialmente stabile negli ultimi tre mesi, attestandosi su quota 87,8. Si tratta di un livello simile a quello raggiunto nel terzo trimestre 2017, prima dell’avvio della fase discendente che ha caratterizzato il 2018 e i cui effetti sono stati annullati dalla lieve ripresa dell’ultimo anno. Il recupero complessivo rispetto ai minimi del 2014 è di circa quattro punti, pochi se confrontati con gli oltre venti persi nel corso della crisi.

In Lombardia la crescita è stata più intensa nel quarto trimestre dell’anno (+1,8%), ma considerando l’andamento dell’intero 2019 la performance provinciale è stata leggermente migliore (+0,6% la media regionale). L’indice lombardo del fatturato si conferma su un livello superiore, anche se il divario con Bergamo si è assottigliato rispetto al periodo 2015-2016 grazie al maggior incremento registrato in provincia nel 2017.

Nonostante l’entità della crescita media sia diminuita negli ultimi tre mesi rispetto a quanto evidenziato nel trimestre precedente (ricordiamo che la variazione tendenziale è passata dal +2,1% al +1,1%), la distribuzione delle risposte evidenzia un assottigliamento della percentuale di imprese che dichiarano un calo di fatturato su base annua (dal 39% al 36%), accompagnato da un’espansione della quota relativa alle imprese che aumentano il fatturato. La crescita si è fatta quindi meno intensa, ma risulta più diffusa.

I dati forniti da Information Resources sulle vendite di ipermercati e supermercati aiutano a comprendere meglio gli andamenti della grande distribuzione alimentare, non sufficientemente rappresentata nel campione dell’indagine condotta da Unioncamere Lombardia. Tali informazioni delineano uno scenario meno ottimista, con gli ultimi tre mesi che registrano un significativo calo delle vendite a Bergamo sia in valore (-2,1%) che in quantità (-2,8%), dati più negativi rispetto alla battuta d’arresto registrata a livello regionale. Il 2019 nel complesso archivia una performance sostanzialmente stabile (-0,1% in valore e -0,2% in quantità), grazie alla significativa crescita del secondo trimestre, ma il peggioramento registrato nell’ultima parte dell’anno potrebbe rappresentare un campanello d’allarme sulla tenuta dei consumi in provincia.

Prosegue la tendenza positiva dell’occupazione delle imprese del commercio al dettaglio: il quarto trimestre chiude con un saldo particolarmente favorevole tra ingressi e uscite nel trimestre (+2,2%), grazie alla significativa crescita del tasso di ingresso (5,6%) e alla contemporanea discesa di quello di uscita (3,4%). Al di là delle oscillazioni trimestrali, che risentono anche di margini di errore statistici, il dato conferma un trend positivo di fondo che ha quasi consentito il recupero dei livelli occupazionali del 2010.

Le aspettative degli imprenditori bergamaschi attivi nel commercio al dettaglio non hanno mostrato un chiaro trend negli ultimi tre anni, mantenendosi comunque su livelli storicamente elevati. Nel 2019 ha prevalso un andamento negativo della fiducia degli operatori, tendenza che nel quarto trimestre sembra invece rallentare: i saldi, in media mobile, tra le previsioni di aumento e diminuzione si stabilizzano per quello che riguarda il fatturato, rimanendo in area positiva, mentre peggiorano ancora in merito all’occupazione e agli ordini ai fornitori. Gli imprenditori rimangono quindi cauti, nonostante i risultati positivi archiviati nel 2019, consapevoli che le condizioni che hanno consentito fin qui la tenuta dei consumi, in primo luogo l’andamento favorevole del mercato del lavoro, non è scontato proseguano nel 2020.

I SERVIZI NEL 4° TRIMESTRE 2019

Negli ultimi tre mesi del 2019 frena il fatturato delle imprese bergamasche dei servizi: la variazione rispetto al quarto trimestre dell’anno precedente è solo lievemente positiva (+0,2%). L’incremento registrato nei primi nove mesi dell’anno consente comunque al 2019 di chiudere con un risultato complessivo pari al +2,2%, archiviando così il terzo anno di crescita significativa (nel 2017-2018 le variazioni erano state rispettivamente del +2,1% e del +2,3%).

Dopo il calo registrato nei mesi estivi, i prezzi tornano a crescere nel quarto trimestre (+0,4% la variazione rispetto al trimestre precedente), mentre considerando l’anno nel suo complesso si ottiene una crescita media pari al +1,9%: si tratta del secondo anno di crescita dei prezzi (+2,1% l’incremento nel 2018) dopo un lungo periodo di stagnazione.

In Lombardia nel quarto trimestre la crescita del fatturato si è mantenuta sui livelli del trimestre precedente (+2,7%), senza risentire della battuta d’arresto registrata a Bergamo. Il differente andamento è evidente nel grafico dei numeri indice: mentre per la regione prosegue la tendenza positiva, si registra una lieve flessione in provincia, dove l’indice si attesta a quota 93,8. Il consistente gap tra i due livelli territoriali (pari a circa 10 punti) è dovuto soprattutto all’inizio più tardivo della ripresa a Bergamo, avviato solo nel 2016, mentre in Lombardia il recupero dei livelli di fatturato era già iniziato nel 2013, grazie anche alla spinta fornita da Milano. Nella media del 2019 la crescita a Bergamo risulta invece allineata a quella regionale (+2,2%), grazie ai maggiori incrementi registrati nella prima metà dell’anno.

La distribuzione delle risposte all’interno del campione riflette il rallentamento registrato dalla variazione media del fatturato: si espande infatti la quota di imprese che dichiara un calo di fatturato su base annua (dal 26% al 35%) a scapito sia delle imprese stabili (che passano dal 26% al 21%) sia di quelle in crescita (dal 48% al 45%), che rimangono però la maggioranza relativa.

Il dettaglio dei singoli comparti, da considerare con cautela viste le ridotte dimensioni del campione provinciale, mostra come la frenata del quarto trimestre sia da imputare ai servizi alle imprese e al commercio all’ingrosso, mentre le attività di alloggio e ristorazione proseguono la tendenza positiva.

Il quarto trimestre registra un peggioramento non solo nella dinamica del fatturato, ma anche in quella occupazionale: il numero di addetti evidenzia un calo del -1,5% tra l’inizio e la fine del trimestre. Anche al netto degli effetti stagionali, che prevedono un picco di uscite nel quarto trimestre per via della chiusura dei contratti annuali, la variazione conferma il segno negativo e segnala quindi un’inversione di tendenza dopo una fase di crescita che dura, con qualche temporanea pausa, fin dal 2015.

Dopo il miglioramento registrato nel trimestre scorso, si stabilizzano le aspettative degli imprenditori per quanto riguarda l’evoluzione del volume d’affari, mentre continuano a migliorare le previsioni occupazionali, come evidenziato dall’andamento dei saldi tra aspettative di aumento e diminuzione (in media mobile). Il peggioramento registrato dal clima di fiducia nel corso del 2018 è stato tutto sommato limitato, insufficiente a portare le aspettative in territorio negativo, mentre il 2019 ha registrato un nuovo recupero di livelli di fiducia. Tali indicazioni sono però state fornite prima della diffusione del nuovo Coronavirus, i cui effetti potrebbero impattare sia sui servizi legati alla manifattura sia sulle attività di alloggio e ristorazione.

Commenta il Presidente dell’ente camerale di Bergamo Giovanni Paolo MalvestitiI risultati annuali denotano una stagnazione dei consumi in provincia di Bergamo nel settore del commercio, registrando nel contempo un lieve aumento dell’occupazione. Frena l’andamento del mercato nel settore dei servizi, sostenuto dalle attività di alloggio e ristorazione. L’emergenza che ha colpito la regione Lombardia e la provincia smorza ulteriormente le aspettative degli operatori economici. Lo scenario che appare all’orizzonte si caratterizza per una forte incertezza con il rischio di una significativa caduta del volume d’affari nel commercio, nel turismo e nei servizi, con impatto generalizzato su tutti i settori.”


Pubblici esercizi, Ascom in campo per allargare anche nelle aree locali gli aiuti adottati per le zone rosse

Si allarga la preoccupazione tra i baristi e gestori di locali per le restrizioni agli orari decisi dalla Regione a causa dell’emergenza Coronavirus. Ascom Confcommercio Bergamo informa che “agirà per allargare anche nello nostre aree i provvedimenti di sostegno e di sgravio che sono stati adottati per le ‘zone rosse’ e condivide con i titolari dei pubblici esercizi bergamaschi la lettera inviata dal Presidente Stoppani in relazione alle iniziative che stiamo portando avanti in aiuto delle imprese che stanno vivendo uno dei momenti più complessi e disorientanti della loro storia, come conseguenza della grave emergenza collegata alla diffusione del Coronavirus.

“Cari Colleghi, rivolgo queste considerazioni ai titolari di attività di Pubblico Esercizio, che stanno vivendo uno dei loro momenti più complessi e disorientanti della loro storia, come conseguenza alla grave emergenza pubblica collegata alla diffusione del “Coronavirus” (Covid-19). Ciò avviene in un contesto già delicato per il nostro Paese, che da tempo fatica a superare la preoccupante stagnazione della sua economia e che oggi si trova davanti ulteriori criticità da gestire, oltre che nuove sensazioni individuali e collettive di insicurezza. La nostra Associazione di rappresentanza, pur nella responsabile volontà di collaborare in tutti i modi per scongiurare pericoli alla salute pubblica, è d’altra parte consapevole – ed estremamente preoccupata – della gravità della situazione per le imprese. Di conseguenza, sta trasferendo alle Autorità, chiamate a gestire l’emergenza e ad assumere determinanti decisioni, i danni, i disagi e le esigenze dei Pubblici Esercizi, che svolgono, ogni giorno, la loro funzione con un “pubblico” di milioni di consumatori.

Per quanto riguarda la nostra categoria, le limitazioni imposte ai “bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico” a svolgere attività nella fascia oraria 18:00-06:00, aggiungono ulteriori difficoltà, mettendo a rischio la tenuta economica di molte imprese del settore. Fin da subito abbiamo manifestato dubbi sull’efficacia di disposizioni che contrastano il contagio con l’imposizione di limitazioni per fasce orarie a categorie di attività, peraltro con difficoltà interpretative a contornare le attività interessate dai provvedimenti, vista anche la legislazione che ha introdotto la “tipologia unica” per le attività di Somministrazione. 20121 Milano – Corso Venezia, 47/49 Telefono 02.7750246 – Fax 02.7750468 – e-mail: segreteria.generale@confcommerciolombardia.it Indipendentemente da tali perplessità, già manifestate, abbiamo richiesto la possibilità di differire quantomeno l’obbligo di chiusura per le attività di Bar dalle ore 18 alle ore 20.

Inoltre, stiamo richiedendo al Governo provvedimenti di sostegno eccezionale, in particolare a riguardo di: – sospensione dei contributi e premi come già avvenuto in precedenza in occasione di eventi e calamità naturali; – previsione di fondo di contribuzione per i titolari di pubblico esercizio, come ad esempio bar, pub, ristoranti, locali da ballo etc., interessati dall’obbligo di sospensione dell’attività (l’entità potrebbe essere stabilita, ad esempio, secondo quanto avvenuto in occasione di eventi straordinari come terremoti, alluvioni ecc); – estensione delle previsioni delle causali del Fondo Integrazioni Salariali alle imprese non ricomprese e previsione della cassa in deroga anche per tutte le causali che non sono ricomprese in quelle già previste per il Fondo Integrazione Salariale, sia riferite alle zone direttamente coinvolte ed interessate da provvedimenti e misure di contenimento, sia indirettamente al settore dei pubblici esercizi in conseguenza della riduzione dei flussi turistici e della forte contrazione della domanda interna. Il nostro impegno è quello di assicurare un attento e qualificato presidio all’evoluzione della situazione, attraverso il sistematico confronto con le Istituzioni a cui è affidata la gestione dell’emergenza e nella speranza che la normalità possa essere presto ripristinata. Ben conoscendo i valori e la forza di cui sono dotati gli imprenditori del nostro settore, Vi invito, con profondo rispetto, a farVi coraggio, confrontandoVi costantemente con i Vostri colleghi e con le Associazioni di riferimento, recuperando le migliori energie e risorse, indispensabili per superare gli effetti collaterali del “Coronavirus”, tra cui il senso di frustrazione e di incertezza che caratterizzano il momento. Con profonda e sincera stima, un cordiale saluto”. Lino Stoppani


Coronavirus: dalla Regione sostegno per le attività economiche penalizzate

Il Consiglio di Regione Lombardia ha approvato all’unanimità una mozione frutto della unificazione di quattro distinte mozioni inizialmente presentate dai gruppi Lega, Forza Italia, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

Il documento impegna il Presidente Fontana e la Giunta regionale a prevedere, compatibilmente con le risorse disponibili nel Bilancio regionale, misure dirette di sostegno straordinarie – contributi e/o finanziamenti agevolati – nei confronti di tutte le categorie economiche, in particolare piccole e medie imprese e liberi professionisti, colpite dai provvedimenti restrittivi dovuti alla diffusione del Coronavirus su tutto il territorio lombardo, e a farsi carico presso il Governo nazionale affinché quest’ultimo si faccia promotore di una serie di azioni necessarie a sostenere le attività imprenditoriali, economiche e lavorative in genere, che risultano penalizzate dall’attuale emergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID-19. 
Tra le azioni richieste in via prioritaria si segnala in particolare:

  • L’istituzione di un Fondo nazionale di solidarietà a favore delle attività economiche, delle famiglie e degli Enti locali lombardi che sia operativo il prima possibile;
  • L’esenzione temporanea del versamento dei tributi e degli altri adempimenti fiscali e burocratici, nonché del pagamento delle utenze, per attività commerciali, artigiani, liberi professionisti e categorie produttive colpiti dalle ordinanze restrittive, che non deve riguardare solo le zone rosse, ma l’intera Lombardia;
  • Agevolazione di tutte le forme di mobilità viabilistica e sostenibile, implementando tutte le azioni utili a consentire ai pendolari l’ottimizzazione dei tempi casa-lavoro;
  • Verifica della dilazione dei termini di pagamento delle rate dei mutui attraverso l’apertura di un tavolo ufficiale con le Banche e gli istituti finanziari;
  • Sostegno ai lavoratori, in caso di perdita, anche temporanea, del posto di lavoro, attraverso politiche attive e la previsione di un fondo per casse integrazioni straordinarie;
  • Sostegno alle istituzioni, alle attività e agli operatori del settore culturale e artistico (es.: musei, cinema, teatri, circhi, spettacoli viaggianti itineranti etc.), oggetto delle azioni restrittive, in particolar modo con la rifusione da parte dello Stato dei minori introiti dovuti alle chiusure per motivi emergenziali sanitari;
  • Prevedere in via transitoria la possibilità per i dipendenti che accusassero sintomi influenzali o simili di comunicare al medico (o, come già previsto dall’ordinanza regionale riguardo all’utilizzo del 112 e del numero verde messo a disposizione da Regione Lombardia) il loro stato di salute, al fine di provvedere ad una certificazione dello stesso senza doversi recare fisicamente dal medico;
  • Sostegno agli esercenti che operano nei settori della somministrazione di cibi e bevande e nell’intrattenimento, attraverso l’esenzione da tributi e la creazione di un fondo risarcitorio ad hoc;
  •  Prevedere risarcimenti e agevolazioni alle imprese operanti nel settore delle agenzie di viaggi, delle aziende di trasporto di persone, delle attività ricettive alberghiere ed extra alberghiere e del turismo in generale per le ripercussioni economiche derivanti dalle conseguenze dell’emergenza Coronavirus (ad es.: annullamento dei viaggi scolastici, forte diminuzione dei flussi turistici da e verso la nostra Regione);
  • Sostenere economicamente le famiglie messe in difficoltà a seguito della chiusura degli asili nidi e della sospensione dei servizi scolastici, anche attraverso forme di risarcimento rispetto alle rette già pagate;
  • Risarcimenti agli operatori del settore fieristico e mercatale, per le spese già sostenute e per i mancati introiti previsti, a causa dell’annullamento degli eventi compreso nelle misure di prevenzione per limitare la diffusione del virus;
  • Aiuti economici agli organizzatori di eventi sportivi, i quali hanno subito perdite economiche anche a causa dei costi sostenuti per i preparativi delle manifestazioni annullate;
  • Prevedere sostegno economico agli operatori di attività legate al benessere della persona (ad es.: spa, terme, massaggiatori, etc.), che possono risentire in maniera negativa delle disposizioni emesse per garantire la sicurezza dal punto di vista della salute dei cittadini;
  • Studiare e attuare una serie di misure di sostegno e salvaguardia di tutte le realtà economiche e imprenditoriali della Lombardia, la cui attività risulti penalizzata, direttamente o indirettamente (ovvero quelle operanti nell’indotto generato da altre realtà direttamente penalizzate), a seguito delle misure previste dall’ordinanza emanata per tutelare la salute pubblica;
  • Avviare con il Governo una analoga iniziativa per ottenere dall’Unione Europea la costituzione di un Fondo europeo di solidarietà, come già avvenuto in passato in circostanze determinate da situazioni di calamità naturali.


Boom di disdette negli alberghi e le prenotazioni si congelano

Il timore del Coronavirus sta avendo ripercussioni pesanti sul settore alberghiero e dell’ospitalità in città e provincia.«La situazione è estremamente grave, sono migliaia le disdette, per non parlare delle mancate prenotazioni che vanno interpretate come segnale di psicosi e del panico — dice Giovanni Zambonelli, presidente dell’Ascom e del gruppo Albergatori dell’associazione —: finché le autorità non impediscono l’accesso alla città come ad altre colpite in Lombardia non ci sono, in nessun modo, rischi per la salute, eppure ci trattano come se la nostra fosse una zona rossa. Le ordinanze hanno per ora limitato luoghi di aggregazione come bar, musei, chiese, però tutti si rintanano al supermercato con un effetto contrario. Manca il buon senso».

Ascom Confcommercio Bergamo diffonde le indicazioni fornite da Federalberghi per gestire queste situazioni e informa anche che per le questioni sanitarie e giuslavoristiche è stato attivato un canale diretto con Ats. Il riferimento in Ascom è la dottoressa Francesca Cajo tel. 035 4120109 email francesca.cajo@ascombg.it.

Le indicazioni di Federalberghi

Nella attuale situazione di emergenza, nei casi di cancellazione di una prenotazione alberghiera, le aziende potrebbero non essere legittimate ad applicare le penali previste per i casi di inadempimento contrattuale, e, ove richiesto, potrebbero essere costrette a restituire quanto ricevuto a titolo di caparra o di prepagamento, fatta salva la possibilità di concordare lo spostamento della prenotazione in altri periodi.
L’articolo 1256 del codice civile stabilisce il principio secondo cui l’impossibilità sopravvenuta è causa di estinzione dell’obbligazione. L’articolo 1463 del codice civile stabilisce inoltre che, nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione, e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell’indebito. La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 26958/2007, ha stabilito che l’impossibilità sopravvenuta della prestazione si ha non solo nel caso in cui sia divenuta impossibile l’esecuzione della prestazione del debitore, ma anche nel caso in cui sia divenuta impossibile l’utilizzazione della prestazione della controparte, quando tale impossibilità sia comunque non imputabile al creditore. Nella fattispecie, relativa ad un contratto di soggiorno alberghiero prenotato da due coniugi uno dei quali era deceduto improvvisamente il giorno precedente l’inizio del soggiorno, la Suprema Corte, enunciando il riportato principio, ha confermato la sentenza di merito con cui era stato dichiarato risolto il contratto per impossibilità sopravvenuta invocata dal cliente ed ha condannato l’albergatore a restituire quanto già ricevuto a titolo di pagamento della prestazione alberghiera.

Per evitare contenziosi, occorre quindi stabilire se la cancellazione dipende effettivamente da “forza maggiore”.

Al riguardo, si forniscono di seguito alcuni chiarimenti sui quesiti più ricorrenti, evidenziando però che ogni fattispecie necessita di essere concretamente esaminata:

  • –  cancellazione di soggiorni relativi a gite scolastiche: configura un’ipotesi di forza maggiore sull’intero territorio nazionale. In attesa della ordinanza annunciata dal Ministro dell’Istruzione, non è chiaro al momento fino a quale data devono intendersi sospese le gite scolastiche;
  • –  cancellazione di una sala prenotata per una manifestazione o evento: configura un’ipotesi di forza maggiore nelle sole regioni che hanno previsto la sospensione di tali eventi, per la sola durata di validità della specifica ordinanza;
  • –  cancellazione di una prenotazione da parte di persone in quarantena: configura un’ipotesi di forza maggiore, che deve essere comprovata da documentazione medica o provvedimento delle autorità sanitarie o di pubblica sicurezza;
  • –  cancellazione di una prenotazione da parte di persone residenti in aree in cui è stato disposto il divieto di allontanamento: configura un’ipotesi di forza maggiore, per il periodo di validità della specifica ordinanza.

 

 

 


Nuovo successo per i Cerea: al Da Vittorio St. Moritz la seconda stella Michelin

Nuovo riconoscimento per i fratelli Cerea. Il Da Vittorio al Carlton di Saint Moritz ha conquistato la seconda stella Michelin nella guida 2020 dedicata alla Svizzera. Da Vittorio Saint Moritz è il primo 2 stelle della famiglia Cerea fuori dall’Italia. Ora le stelle dei locali di proprietà della famiglia bergamasca sono diventate sei: tre al ristorante di Brusaporto, due a Saint Moritz e una a Shanghai. Il ristorante svizzero aveva conquistato la sua prima stella nel 2014, dopo una sola stagione invernale dalla sua apertura. Aperto nel 2012 all’interno dell’Hotel Carlton, è guidato dello chef Paolo Rota, da sempre a fianco di Chicco e Bobo Cerea (di cui è anche cognato) nella gestione fine dining del Gruppo. Accanto a Paolo Rota, nell’avventura elvetica, ci sono il maître Giulio Bernardi e il sommelier Giorgio Spartà.


Coronavirus, task force al Papa Giovanni XXIII  

L’Ospedale di Bergamo, centro di riferimento individuato da Regione Lombardia per la diagnosi e il ricovero di casi di Coronavirusha organizzato già dalle prime ore di sabato due briefing quotidiani e gruppi di lavoro con clinici, sanitari e tecnici sugli aspetti organizzativi più rilevanti, per fronteggiare la situazione. 
Per l’accoglienza dei pazienti con sintomi sospetti, all’esterno del Pronto Soccorso è già stato allestito a scopo precauzionale – come richiesto dal direttore Maria Beatrice Stasi al tavolo che si è tenuto ieri in Prefettura – un tendone della Protezione Civile. L’indicazione resta quella di non recarsi direttamente in ospedale ma di chiamare il 112 e segnalare la propria situazione (febbre, sintomi respiratori, …). 
All’ingresso del Triage tutti i pazienti che si recano in Pronto Soccorso sono invitati a indossare la mascherina, al lavaggio con soluzione antisettica delle mani e vengono accolti da personale munito di tutti i dispositivi personali di protezione (camice usa e getta, cuffia, guanti, mascherina…). 
Gli operatori vengono istruiti puntualmente per l’utilizzo dei dispositivi personali di protezione e per il loro smaltimento con tre simulazioni al giorno, prima dell’inizio di ogni turno, rivolte in particolare al personale delle Terapie intensive. 
Un tema verso cui è alta l’attenzione è la disponibilità di posti letto, in terapia intensiva e in Malattie infettive, per far fronte a possibili futuri ricoveri. Per questa ragione i ricoveri programmati sono stati rimandati, ad eccezione dei pazienti oncologici o urgenti, dei trapiantati degli ultimi sei mesi e dei pazienti in lista d’attesa per un trapianto. E’ stato fatto uno sforzo eccezionale, liberando 68 posti in 5 ore già nella giornata di domenica e due volte al giorno la situazione viene monitorata. 
Infine sono stati disposti percorsi specifici e personale d’accoglienza per i pazienti che verranno trasportati da altre strutture sanitarie per casi accertati o sospetti di coronavirus. 
L’afflusso sia al Pronto Soccorso che al Centro prelievi è stato molto inferiore rispetto alla media del lunedì, mentre le telefonate al Centralino sono state più del solito, per avere informazioni su visite ambulatorialiIn caso l’ospedale decida di disdire anche alcune visite ambulatoriali i pazienti saranno contattati direttamente.   
Ricordiamo le disposizioni di Regione Lombardia per cui sono state sospese le vaccinazioni, le attività di prevenzione, gli screening, le commissioni di invalidità e per le patenti non urgenti, l’attività degli sportelli scelta e revoca. L’Ospedale ha scelto di sospendere anche i corsi pre parto e le attività congressuali aperte agli esterniConsigliamo di tenere monitorata la pagina Facebook della ASST e il sito www.asst-pg23.it che sono tenuti costantemente aggiornati 


Enasco aperta solo su appuntamento fino all’ 8 marzo

L’Istituto di Patronato e Assistenza Sociale Confcommercio 50&Più Enasco ha disposto la sospensione in via precauzionale fino all’8 marzo di tutti gli eventi che prevedono aggregazione delle associazioni 50 & Più provinciali e regionali. Per gli uffici di Bergamo e delle altre province collocate nelle zone coinvolte dal contagio o limitrofe, è disposta la gestione dell’attività solo previo appuntamento o attraverso il telefono o via internet, oltre all’interruzione della consulenza o dei recapiti in strutture pubbliche o di accoglienza (case di riposo, Asl, ambulatori medici, centri anziani e assimilabili).

È inoltre disposta la registrazione quotidiana dell’assistenza prestata, con indicazione per ogni utente di nome, cognome, orario e provenienza.

Gli uffici di Via Borgo Palazzo 137, presso Ascom Confcommercio Bergamo, sono a disposizione per pratiche con reali urgenza o in scadenza, da domande di pensione e relativo aggiornamento dati alla presentazione Isee.

Per informazioni e assistenza: mail: enasco.bg@enasco.it, tel 035.4120126/127/160/162/177.


Coronavirus, indicazioni pratiche per il terziario Ascom a disposizione

Anche il mondo del terziario si prepara ad affrontare l’emergenza Coronavirus. Ascom Confcommercio Bergamo si è attivata nel comunicare a tutti i soci le nuove disposizioni e ha diffuso un vademecum di buone prassi per lo svolgimento dell’attività lavorativa, i cui punti principali sono riassunti in una locandina da esporre nei negozi e nei locali. In questo momento di emergenza sanitaria stiamo facendo tutto il possibile per aiutare le aziende associate ad affrontare la situazione dichiara Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. In queste ore abbiamo raccolto le domande e i dubbi sul tema dai nostri imprenditori associati, in attesa di nuove disposizioni delle autorità”. Come ha ricordato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli,“bisogna agire in modo rapido per evitare la paralisi. Sono necessarie misure eccezionali, come la sospensione delle scadenze, contributive e fiscali, l’estensione del fondo integrazione salariale, l’attivazione della cassa integrazione in deroga, la sospensione dei premi assicurativi come già avvenuto per eventi sismici del passato, moratoria sui mutui e indennità per i lavoratori autonomi”.

Ascom ricorda, rispetto all’ordinanza di Regione Lombardia e Ministero della Salute emanata domenica, che gli esercizi che non subiscono limitazioni sono: i negozi alimentari, i negozi non alimentari di vicinato, i ristoranti, pizzerie e trattorie, gli ambulanti alimentari itineranti. Quanto, invece, agli esercizi che subiscono limiti, si evidenzia l’obbligo di chiusura dalle 18 alle 6 per bar , locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento; l’obbligo di chiusura il sabato e la domenica nei centri commerciali. Per gli ambulanti non alimentari, infine, vige l’obbligo di chiusura il sabato e la domenica. Su questo punto Ascom sta raccogliendo le varie indicazioni dei comuni, dato che lo svolgimento o la sospensione dei mercati è di loro competenza.

Ascom ha rinviato a data da destinarsi i corsi e i convegni in programma questa settimana, nel rispetto dell’ordinanza di Regione e Ministero della Salute.

Le indicazioni restano in vigore fino al 1° marzo e comunque fino a nuove disposizioni.

Per informazioni e chiarimenti: direzione@ascombg.it, tel. 035.4120280/183/304.  

Per scaricare il materiale

Locandina

Vademecum Ministero