Gioiellieri e Antiquari fanno squadra. In Ascom Gruppo unico e strategie comuni

Da sinistra: Ruggieri, Magli, Riva, Peracchi e Previtali
Da sinistra: Ruggieri, Magli, Riva, Peracchi e Previtali

Il mondo dei preziosi e quello dell’antiquariato si alleano all’interno del sistema delle categorie dell’Ascom di Bergamo per dare vita a strategie comuni. Il Gruppo gioiellieri e orefici e il Gruppo mercanti d’arte antica sono stati accorpati in un’unica rappresentanza – che prende il nome di Gruppo Gioiellieri e Antiquari – al cui vertice è stato eletto Alessandro Riva, titolare di Riva Gioielli Antichi, negozio storico di via Paglia a Bergamo, già presidente per nei due ultimi mandati dei Gioiellieri Ascom.

Alessandro Riva e Gabriele Previtali
Alessandro Riva e Gabriele Previtali

Classe 1962, Riva è anche presidente del coordinamento provinciale dei negozi storici, vicepresidente dell’associazione Bergamo Vive; è stato inoltre presidente, fino al 2015, del Distretto urbano del commercio di Bergamo. Alla vicepresidenza un rappresentante dell’antiquariato, Gabriele Previtali, della Galleria Previtali di Bergamo, presidente provinciale dei Mercanti d’arte Fima-Ascom nel quadriennio 2009-13. Confermati nel Consiglio direttivo, che rimarrà in carica fino al 2021, Marco Recalcati (Gioielleria Recalcati, Bergamo), Dario Ruggieri (Gioielleria Ruggieri, Bergamo), Angelo Peracchi (Gioielleria Carrara, Albino), Leo Moioli (Orafo Leo, Ponte Nossa). Il nuovo ingresso è quello Danilo Magli, antiquario a Pedrengo. Segretario del Gruppo è Pietro Bresciani.

«L’evoluzione del commercio ha reso molto meno netti i confini tra le categorie merceologiche – evidenzia Riva – e attività che fino a qualche tempo fa potevano sembrare distanti oggi si scoprono vicine e capaci di collaborare. Preziosi, lusso e arte sono il denominatore comune delle nostre attività, sempre più orientate alla qualità dell’offerta e del servizio».

Le nuove frontiere comuni si chiamano appeal turistico e web. «Bergamo si sta aprendo sempre più al turismo – dice Riva -, in questo senso diventa interessante poter promuovere i nostri negozi non solo per il valore degli oggetti che propongono ma anche per la storicità e la tradizione che incarnano, particolarmente apprezzata dai visitatori stranieri». «L’altro versante sul quale intendiamo aprirci è quello del web – aggiunge -. Non si tratterà magari di vero e proprio e-commerce, ma oggi è senz’altro obbligatorio studiare come proporsi in rete».

Intanto le attività si riducono. A dicembre 2016 le gioiellerie-oreficerie presenti in Bergamasca erano 190, in calo di 6 unità rispetto al 2015 (-3,1%) e di 18 rispetto al 2012 (-8,7%). In città il saldo è di 53 negozi di preziosi. Erano 57 a fine nel 2015, 60 nel 2012. Gli antiquari in tutta la provincia di Bergamo sono, invece, 52 (di cui 36 in città). Il loro numero è lo stesso del 2015, cinque anni fa erano 59 in totale (-11,9%), di cui 41 in città (-12,2%). «Come sta il settore? Il momento è difficile – commenta Riva – e il cliente va accompagnato con sempre maggiore cura e attenzione. I preziosi e l’arte certo possono rappresentare buone opportunità di investimento, ma oggi nemmeno questo può essere considerato uno stimolo sufficiente. Ciò che chiedono i clienti sono certezze e stabilità, che al momento mancano».


Imprese&Territorio compie 10 anni. A Bergamo i presidenti nazionali di cinque Confederazioni

Imprese & Territorio compie 10 anni e celebra l’anniversario con una ricerca e  un convegno in programma il prossimo 6 marzo al Palazzo dei Contratti e della Manifestazioni di Bergamo (in via Petrarca 10). Il titolo del convegno è “Fare rappresentanza dentro il territorio oltre la crisi, verso la Smart land?” e vi prenderanno parte alcuni dei presidenti nazionali delle 10 associazioni che costituiscono il Comitato unitario. Comitato, nato nel 2007, che riunisce 10 Associazioni di categoria della Provincia di Bergamo: Confartigianato Bergamo, Ascom Bergamo Confcommercio, Confimi Apindustria Bergamo, Cia, Coldiretti, Confcooperative, Confesercenti, CNA, FAI e LIA.

«Nella crisi dei corpi intermedi la nostra esperienza è un valore da condividere senza presunzione ma con reale obiettività – ha affermato Giorgio Ambrosioni, presidente di Imprese & Territorio durante la conferenza stampa svoltasi questa mattina nella sede di Confimi Bergamo – . In questi dieci anni, difficile per il sistema economico,  abbiamo lavorato bene con enti e istituzioni e abbiamo sostenuto i bisogni delle pmi su più fronti». Tra le iniziative ricordate dal presidente il contribuito offerto per la costituzione della cabina di regia per lo studio Ocse e la realizzazione dei diversi tavoli tematici; l’intesa stretta con la Provincia per snellire la burocrazia per gli adempimenti su ambiente e sicurezza; il sostegno al credito di filiera; il protocollo d’intenti firmato con i sindacati sul tema dell’apprendistato; la collaborazione con l’Università basata su un confronto costante delle esperienze e delle conoscenze provenienti dai diversi spaccati del territorio provinciale. Durante il convegno verrà presentata la ricerca “Fare rappresentanza nella transizione del capitalismo intermedio” che Imprese & Territorio ha commissionata al Consorzio AAster che tratteggia i punti strutturali del sistema produttivo bergamasco ad ormai nove anni dall’inizio della crisi, e indica le principali linee di trasformazione socio-economiche e i possibili scenari, mettendo in evidenza il ruolo e il posizionamento della rappresentanza della Piccola impresa dentro la transizione del modello di sviluppo.

Il convegno di lunedì si aprirà, alle 16.30, con il saluto delle autorità: Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia; Matteo Rossi, presidente della Provincia di Bergamo; Giorgio Gori, sindaco del Comune di Bergamo; Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio di Bergamo. Alle 17, Aldo Bonomi, direttore del Consorzio AAster presenterà la ricerca “Fare rappresentanza nella transizione del capitalismo intermedio”; alle 17.45 Giorgio Ambrosioni, presidente di Imprese & Territorio, proporrà il suo intervento programmato e alle 18 prenderanno la parola  i presidente delle Confederazioni nazionali: Paolo Agnelli di Confimi Industria, Maurizio Gardini di Confcooperative, Giorgio Merletti di Confartigianato, Carlo Sangalli di Confcommercio e Massimo Vivoli di Confesercenti. Modera il convegno Edoardo Ranzini, coordinatore di Imprese & Territorio.

 

 


Pirlo, il drink bresciano fa tendenza a New York

pirlo drink

Il “Pirlo”, l’amato aperitivo bresciano servito in bicchierini da osteria, ha conquistato anche il New York Times Magazine. Nei giorni scorsi la giornalista Rosie Schaap l’ha segnalato come il drink del momento perché – scrive – ha una ricetta semplice (1 parte di Campari + 2/3 parti vino bianco frizzante secco, no prosecco) ed è un drink social: non è troppo alcolico da far deragliare la conversazione e non è troppo lungo per non ordinarne un altro. Subito sono scoppiate le polemiche: chi asserisce sia un plagio dello spritz veneto, chi un’invenzione austriaca chiamata “vino spruzzato”. Anche sulla sua preparazione non c’è accordo. Voi che ne pensate? Qual è il vostro cocktail preferito?

Ecco qui il testo pubblicato.
Rosa Schaap
CookingNytimes.com

Like Andrea Pirlo, the celebrated Italian midfielder with whom it shares its name, the drink called Pirlo comes from Brescia, in northern Italy. But I can’t think of an aperitivo hour anywhere where it would not be perfectly at home. My friend Damiano Abeni, also a Brescian, introduced me to the Pirlo in Rome. It’s the easiest thing ever to make: Stripped to its essentials, the drink simply combines Campari with sparkling white Italian wine. But Damiano specifically uses Pignoletto frizzante (“NO PROSECCO allowed,” he wrote to me by email, caps his), and prefers to garnish with half a slice of Sicilian blood orange of the Tarocco variety. He favors 2-3 parts of wine to one part Campari, allowing that one “can play with the proportions,” and that in warm weather, ice may be added — but for Damiano, the addition of ice usually means “more Campari.” Unsurprisingly, he forgoes the club soda — but you may wish to add some if you like extra fizz (and lower alcohol).


Puntate a idee di successo? Al Point un seminario su come sfruttare brevetti e “big data”

Point“Come sfruttare brevetti e “Big data” per idee di successo” è il titolo del seminario in programma mercoledì 8 marzo, alle 16, al Point di Dalmine. Il mondo dei “big data” ha innescato una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire e lanciare prodotti sul mercato. La sfida di oggi è trovare strategie vincenti per gestire questa incredibile mole di dati, in modo intelligente e proficuo.

Analogamente, il mondo dei brevetti oggi ha superato la soglia dei 90 milioni di documenti a libero accesso e con un contenuto di informazioni tecniche introvabili attraverso altre fonti. Anche qui l’esigenza è di capire come sfruttarli al meglio per fare le scelte giuste. Per rimanere competitivi è fondamentale sapersi muovere in questo nuovo scenario tecnologico, conoscere gli strumenti principali di gestione dei dati abbinati alle strategie di ricerca più innovative. Il seminario, rivolto a tutte le micro, piccole e medie imprese locali e aperto a tutti gli interessati, fornirà indicazioni operative per comprendere come sfruttare le informazioni dei brevetti e dei “big data” per trovare la direzione giusta per innovare i propri prodotti o concepirne di nuovi.

L’incontro è promosso nell’ambito del progetto “Tutela e valorizzazione della proprietà industriale a supporto dell’innovazione e della competitività delle MPMI bergamasche”, iniziativa finanziata dalla Camera di commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con le locali organizzazioni di categoria, con il supporto tecnico-scientifico dell’ufficio brevetti e marchi della Camera di commercio e del Dipartimento di ingegneria dell’Università degli Studi di Bergamo.

Argomenti trattati

  • Introduzione al mondo dei brevetti e dei “big data”
  • Strumenti di ricerca brevettuale e strategie di accesso all’informazione
  • Come usare i nuovi strumenti per innovare nella piccola e media impresa

La partecipazione al seminario è gratuita. Info: Bergamo Sviluppo 035.3888.011,  merisio@bg.camcom.it.

 


Fnaarc: “Bene il sostegno di Enasarco alla formazione degli agenti di commercio”

agente di commercio.jpgFnaarc – la Federazione nazionale Confcommercio degli agenti e rappresentanti di commercio – ha manifestato grande soddisfazione per l’approvazione, da parte di Enasarco, del bando che stanzia 1,5 milioni di euro per la formazione professionale degli agenti. “E’ stata accolta la nostra proposta – afferma il vicepresidente vicario di Fnaarc, Alberto Petranzan (componente del CdA e coordinatore Commissione assistenza Enasarco) – ed è un’importante novità tra i servizi integrativi che la Fondazione Enasarco eroga”. “Gli agenti e rappresentanti di commercio – prosegue Petranzan – costituiscono una categoria fondamentale per il rilancio delle piccole e medie imprese: con la loro attività ‘muovono’ oltre il 70% del Pil. Incentivare la formazione professionale significa sostenere concretamente il futuro della nostra attività che in questi anni ha fortemente pagato il prezzo della crisi”.


Giovani, per trovare lavoro a Bergamo «puntate sul turismo e laureatevi»

incontro rotary orientamento - rit

Se si vuole trovare lavoro a Bergamo, bisogna puntare sul terziario, in particolare sul turismo e laurearsi. È questo il messaggio dato dal direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini agli studenti del quarto anno delle scuole medie superiori, oggi nel corso della giornata di orientamento organizzata dal Rotary Club di Bergamo al Polo Fieristico di via Lunga. L’incontro, promosso d’intesa con l’Ufficio scolastico provinciale e l’Università di Bergamo, era focalizzato sulle opportunità occupazionali offerte dai settori commercio, turismo e servizi e ha visto tra i relatori anche Ivan Rodeschini, presidente dell’Ente Fiera Promoberg, e Roberta Garibaldi, docente di marketing turistico all’Università di Bergamo e direttrice del progetto ERG 2017.

Il primo spunto positivo è che la disoccupazione giovanile bergamasca negli ultimi anni si è ridotta, passando da oltre 36mila persone a fine del 2013 a 28mila (dati Istat). «Le maggiori opportunità lavorative nella nostra provincia oggi vengono dai settori legati ai servizi e soprattutto dal turismo che, pur essendo meno sviluppato degli altri comparti, da diversi anni sta crescendo a ritmi molto alti. Basti pensare che gli addetti all’ospitalità da 14.700 circa nel 2004 sono saliti a oltre 21mila e che in generale le persone che lavorano nel terziario sono aumentate del 3,7%, mentre l’industria ha visto diminuire del 9,8% i suoi dipendenti», ha rilevato Fusini.

Secondo lo studio del Sistema informativo Excelsior “La domanda di professioni e di formazione nelle imprese italiane – Provincia di Bergamo 2016”, le imprese turistiche che nel 2016 prevedevano di assumere erano il 27% per un totale di 1.580 figure ricercate, contro il 20% del totale dei settori. Per l’83% si tratta di addetti ai servizi e per il 2,5% di impiegati. Le qualità più richieste da alberghi & c. sono flessibilità, capacità comunicative e abilità a lavorare in team.

«L’impatto per ora è più quantitativo che qualitativo –  ha spiegato Fusini – per il 60% delle aziende del turismo non conta l’età dell’assunto e nemmeno il titolo di studio, ma è probabile che nei prossimi anni, anche grazie ai nuovi percorsi di studi ad hoc avviati, verranno cercati addetti più qualificati e preparati».

Allargando lo sguardo allo scenario nazionale, laureati e diplomati sono le figure più ricercate (soprattutto in Lombardia) e anche quelle che riescono ad avere lavori più stabili, con contratti a tempo indeterminato. I settori con la maggiore domanda sono l’alloggio e la ristorazione (31,4% degli assunti), seguiti dal manifatturiero alimentari e bevande (21,4%), la fabbricazione di macchinari e attrezzi (20,2), il comparto metallurgico (15,4) e, in coda, il commercio al dettaglio (13,9).


Immigrati, a Bergamo in un anno 4mila in più. Cittadinanza per 5.600

stranieri - immigrati - migrantiIn provincia di Bergamo gli immigrati sono il 13,3% della popolazione residente, ossia 147.000, circa 4.000 in più in un anno (mentre 5.600 hanno ottenuto la cittadinanza nel corso dei 12 mesi).

Lo dicono i dati (al primo luglio 2016) dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim) presentati oggi a Palazzo Lombardia. La densità più alta si registra nel’Ats della Città metropolitana (16,2%), seguita a breve distanza dalla Ats di Brescia (15,3%). Il totale regionale è di 1.314.000 residenti stranieri (il 13,1% della popolazione, contro l’8,3 nazionale).

Nella nostra provincia la quota maggiore è data dagli immigrati provenienti dall’Est Europa (54.000), seguiti da Africa (50.600), Asia (28.400) e America Latina (13.900). Il numero di immigrati irregolari è di 9.800, il 6,7% del totale degli immigrati. In Lombardia si calcola che siano complessivamente presenti 96.600 immigrati irregolari.

 


Musica in negozio, tariffe scontate prorogate al 31 marzo

negozio - shopping - abbigliamento

È stato prorogato al 31 marzo (dal 28 febbraio) il termine per il pagamento agevolato da parte degli esercizi commerciali dei diritti Scf, il consorzio che gestisce in Italia la raccolta e la distribuzione dei compensi dovuti ai produttori discografici per l’utilizzo in pubblico di musica registrata, come stabilito dalle direttive dell’Unione Europea e dalla legge sul diritto d’autore.

La scadenza riguarda gli esercizi commerciali ed artigianali – incluse panetterie, rosticcerie, etc – mentre per pubblici esercizi, strutture ricettive, acconciatori ed estetisti il termine è il 31 maggio e la raccolta è affidata alla Siae.

Agli associati Ascom che effettuano il pagamento entro il 31 marzo è riservato uno sconto sulle tariffe del 30%. Per poterne usufruire è necessario contattare l’ufficio Accoglienza dell’Associazione, nella sede di Bergamo, in via Borgo Palazzo 137 (tel. 035 4120304) e richiedere il documento che certifica l’iscrizione all’associazione.

Le modalità di pagamento sono due. È possibile sottoscrivere un modulo di licenza, che permette di ricevere direttamente la fattura con l’importo già definito ed effettuare successivamente il versamento, nonché di ricevere automaticamente negli anni successivi la fattura con le tariffe di miglior favore previste dalla convenzione associativa senza dover più compilare nulla e solo comunicando eventuali variazioni intervenute in corso d’anno.

In alternativa è possibile effettuare il versamento tramite l’apposito bollettino postale con le tariffe scontate.


Garibaldi: “Sarà una East Lombardy tutta da gustare”

Un’East Lombardy tutta “to Eat”, da gustare, da Bergamo a Brescia con monti, valli, pianura e laghi, fino a Mantova e Cremona, città cariche di storia e tradizione lungo il Po. Il progetto che ha fatto delle quattro province la Regione Europea della Gastronomia del 2017, presentato a maggio scorso ad Astino, sta entrando nel vivo. Si inizia con il lancio ufficiale fissato il 6 marzo a Milano, a Identità Golose, la rassegna ideata da Paolo Marchi, che presiede tra l’altro il Comitato Food dell’iniziativa, e che quest’anno mette a tema proprio il viaggio, perché “tutto viaggia e da sempre: viaggia l’uomo, viaggiano i prodotti, viaggiano le idee”.

Roberta Garibaldi, direttrice scientifica di East Lombardy, responsabile del Tourism-lab e professore aggregato di Marketing e di Economia e gestione delle imprese turistiche dell’Università di Bergamo, fa il punto sul progetto che farà della nostra provincia una destinazione europea del turismo enogastronomico. A iniziare dai numeri: «Oltre ai 10 main partner del progetto, East Lombardy conta oggi su 99 stakeholder tra consorzi, enti locali, associazioni, che hanno già espresso supporto al progetto – spiega Roberta Garibaldi -. Sono circa 700 gli operatori che hanno fatto richiesta di adesione alla rete: si spazia dai ristoranti ai produttori, dai rivenditori alle agenzie di viaggio».

L’obiettivo portato avanti attraverso la costruzione di una rete tra le varie province è di valorizzare l’identità enogastronomica, anche attraverso la proposta di tour esperienziali che prendono per la gola e regalano emozioni uniche ai visitatori: «La grande maggioranza dei Turisti Leisure, il 93% come evidenziato dall’ultimo studio del 2016 della World Food Travel Association, prende parte intenzionalmente e attivamente ad attività enogastronomiche quando viaggia. I Culinary Traveler – il 49% dei turisti leisure – hanno partecipato ad un’esperienza enogastronomica unica o memorabile durante un viaggio recente e la presenza di esperienze enogastronomiche influisce notevolmente nella scelta della destinazione. Di qui la scelta di proporre alcune formule particolari, dal giro in auto d’epoca tra le vigne della Franciacorta alla cena con l’Abate nel monastero a Mantova, dall’aperitivo con spritz in barca al lago al giro in trattore in campagna a Cremona, al massaggio con olio del Garda, ai corsi di cucina tipica».

L’estensione a circa 700 stakeholder, tra negozi e ristoranti, offre un ampio ventaglio di proposte per tutti i gusti e per tutte le tasche, oltre a moltiplicare l’esperienza tra social e recensioni on-line. «L’enogastronomia motiva e incentiva sempre di più ad intraprendere un viaggio, qualunque esso sia. Il 70% degli intervistati è stato spinto da amici a visitare una destinazione, un ristorante, un bar o un’attrazione culinaria – continua Garibaldi -. Più di un terzo dei turisti intervistati nello studio della World Food Travel Association è stato stimolato anche da quanto letto sui siti di recensioni (44%), da programmi televisivi o canali relativi al cibo (46%), da riviste di viaggi, rubriche e sezioni enogastronomiche di giornali (38%), e da post e/o fotografie di prodotti enogastronomici sui social media (34%)».

Tra le attività enogastronomiche, molto popolari sono quelle legate al mondo beverage, tra visite in cantina e a birrifici, tour tra le vigne e consorzi, per amplificare il piacere della visita davanti ad un calice di vino o a un boccale di birra artigianale.

East Lombardy«Il 46% degli intervistati dallo studio ha partecipato a un’attività legata alla birra, al vino o ad altre bevande alcoliche. Questi turisti sono denominati “beverage travelers”- continua la direttrice scientifica di East Lombardy -. Il 24% degli intervistati – “beer travelers”-  ha partecipato a un’attività legata alla birra. Il 31% dei rispondenti – i “wine traveler”-  ha partecipato a un’attività legata al vino. Per conquistare questi turisti East Lombardy è pronta a valorizzare le produzioni enoiche e la peculiarità dei birrifici tradizionali».

Un’altra cifra distintiva della Regione Europea della Gastronomia sarà rappresentata dall’anima green, con una grande attenzione alla sostenibilità: «Raccogliamo l’eredità di Expo 2015 andando a valorizzare alcune buone prassi ed esempi green, dal bio distretto agricolo creato a Bergamo a iniziative virtuose come quella portata avanti dalla Cooperativa Cauto di Brescia per il recupero degli scarti alimentari o l’iniziativa del “Pasto buono” a Mantova, portata avanti dagli esercenti a favore di chi è in difficoltà» continua Roberta Garibaldi.

Il progetto promette di incrementare il turismo: le quattro province lombarde attraggono oggi 11,5 milioni di visitatori, contano 3.400 strutture ricettive e quasi 23mila persone impiegate nei comparti della ricettività e ristorazione. «È un territorio di eccellenza, che costituisce metà della superficie regionale, includendo un terzo della popolazione lombarda, oltre che località di grande attrattiva turistica, dal lago di Garda ai luoghi d’arte e siti Unesco, alle rinomate destinazioni montane. Con i 25 prodotti Dop e Igp, 126 Prodotti Agroalimentari Tradizionali, 25 tra vini Docg, Doc e Igt e 22 ristoranti stellati menzionati dalla Guida Michelin 2016, la Regione Europea dell’Enogastronomia attirerà sempre più turisti. Difficile però fare previsioni oggi. L’obiettivo di East Lombardy, in questa prima fase, è stato quello di mettere a sistema le diverse esperienze provinciali, portando avanti un percorso che vede impegnate tutte le parti nello sviluppo di azioni che favoriscano la valorizzazione e promozione delle culture alimentari tipiche del territorio e l’integrazione di queste nel palinsesto turistico».

Il calendario degli eventi, già pubblicato sul sito del Food Film Festival, in programma dal 13 al 17 giugno, mette a sistema le principali rassegne organizzate nelle quattro province. A Bergamo rientrano tra i grandi eventi “I Maestri del Paesaggio” in programma a settembre e “Bergamo Scienza” a ottobre. Tra i primi eventi a primavera il “Festival pianistico internazionale”, da aprile a giugno,  “De Casoncello” il 13 maggio, il “Festival Danza Estate”, dal 21 maggio al 24 giugno in città e in diversi comuni della provincia, “Erbe del Casaro” nei comuni dell’alta Valle Brembana il 27 e 28 maggio e dall’1 al 4 giugno e “Beerghem” a San Pellegrino Terme dall’1 al 4 giugno.


Il congresso Cisl all’ex centro Le Acciaierie, “Mai più cattedrali nel deserto”

AcciaierieIn due anni, dalla fine del 2013 alla fine del 2015, l’estensione della superficie di terreno destinata alla Grande Distribuzione è aumentata di altri 30 mila metri quadri. L’occupazione nel settore è scesa di qualche centinaio di unità. “Serve una moratoria immediata e assoluta sulla costruzione e sull’ampliamento di superfici commerciali superiori agli ottocento metri quadri, compresi progetti già autorizzati, in attesa di un serio piano dei territori. Chiediamo ai rappresentanti delle istituzioni un intervento presso la Regione Lombardia in questo senso. In futuro qualunque nuovo investimento deve prevedere, per essere autorizzato, anche gli eventuali costi di smaltimento e di ripristino della struttura che non devono, come nell’esempio che abbiamo dinnanzi, ricadere sulla collettività delle Comunità locali”.

Alberto Citerio, segretario generale uscente di Fisascat Cisl, non usa mezzi termini. Il congresso della categoria, aperto ieri pomeriggio presso il dismesso centro commerciale “Le Acciaierie” di Cortenuova, servirà anche a lanciare il messaggio di battaglia per i prossimi anni: “mai più cattedrali nel deserto”. Qui, oltre 50mila metri quadri di asfalto e cemento rimangono a monito di una politica che forse ha fatto il suo tempo. Eppure, sono già programmate nuove grandi superfici a Celadina e a Bonate; ampliamenti a Orio, a Curno e a Stezzano; allo studio una grande investimento a Caravaggio. Il tutto mentre continua la riduzione dei consumi e l’occupazione nel commercio è sostanzialmente stabile. Nel 2013, erano quasi 500 mila metri quadri di terreno destinati alla grande distribuzione. 150mila in più di 10 anni prima. Oggi, a quattro anni di distanza, si assiste a nuove colate di cemento, mentre i sindacati sono quotidianamente alle prese con trattative per la chiusura di punti vendita, ammortizzatori sociali, sospensione di contratti integrativi aziendali. A fine del 2015, in provincia di Bergamo, il Rapporto sul sistema distributivo del  Ministero dello Sviluppo Economico censiva 234 supermercati per una superficie di 204000 metri quadri; 119 Grandi Magazzini (per 105.000 mq); 28 Grandi Superfici Specializzate (90.000 i metri quadri occupati) e 18 Iper su 113.000 metri quadri. Il tutto, per un totale di 8752 addetti (erano più di 9.000 nel 2013).

“Abbiamo deciso di organizzare i nostri lavori nella cornice del Centro Commerciale Le Acciaierie abbandonato da oltre 3 anni – dice Citerio – perché più di tante parole, dà visivamente il segno del messaggio che vogliamo trasmettere: un monumento di decadenza e simbolo di declino di un modello di commercio e distribuzione già obsoleto dopo pochi lustri di ascesa e splendore. Parliamo di modello in crisi perché il mercato della Grande Distribuzione è ormai saturo da tempo; ciononostante continuano a moltiplicarsi le notizie di nuove aperture nella nostra provincia e ampliamenti importanti. Il risultato è che aumentano le superfici ma la torta da spartire rimane quella, anzi parlando di consumi alimentari, questi stanno regredendo già da alcuni anni; il risultato è un crollo della produttività e redditività per metro quadro”. Che farsene ora di una struttura come questa abbandonata? “Difficile dare una risposta, perché una risposta non c’è: nessuno ha pensato, nessuno ha previsto. Rimangono oltre cinquantamila metri quadri di fertile suolo pianeggiante mangiati dal cemento con un costo ambientale salatissimo, come monito rispetto ad altre scelte scellerate poste in cantiere”.