In due anni, dalla fine del 2013 alla fine del 2015, l’estensione della superficie di terreno destinata alla Grande Distribuzione è aumentata di altri 30 mila metri quadri. L’occupazione nel settore è scesa di qualche centinaio di unità. “Serve una moratoria immediata e assoluta sulla costruzione e sull’ampliamento di superfici commerciali superiori agli ottocento metri quadri, compresi progetti già autorizzati, in attesa di un serio piano dei territori. Chiediamo ai rappresentanti delle istituzioni un intervento presso la Regione Lombardia in questo senso. In futuro qualunque nuovo investimento deve prevedere, per essere autorizzato, anche gli eventuali costi di smaltimento e di ripristino della struttura che non devono, come nell’esempio che abbiamo dinnanzi, ricadere sulla collettività delle Comunità locali”.
Alberto Citerio, segretario generale uscente di Fisascat Cisl, non usa mezzi termini. Il congresso della categoria, aperto ieri pomeriggio presso il dismesso centro commerciale “Le Acciaierie” di Cortenuova, servirà anche a lanciare il messaggio di battaglia per i prossimi anni: “mai più cattedrali nel deserto”. Qui, oltre 50mila metri quadri di asfalto e cemento rimangono a monito di una politica che forse ha fatto il suo tempo. Eppure, sono già programmate nuove grandi superfici a Celadina e a Bonate; ampliamenti a Orio, a Curno e a Stezzano; allo studio una grande investimento a Caravaggio. Il tutto mentre continua la riduzione dei consumi e l’occupazione nel commercio è sostanzialmente stabile. Nel 2013, erano quasi 500 mila metri quadri di terreno destinati alla grande distribuzione. 150mila in più di 10 anni prima. Oggi, a quattro anni di distanza, si assiste a nuove colate di cemento, mentre i sindacati sono quotidianamente alle prese con trattative per la chiusura di punti vendita, ammortizzatori sociali, sospensione di contratti integrativi aziendali. A fine del 2015, in provincia di Bergamo, il Rapporto sul sistema distributivo del Ministero dello Sviluppo Economico censiva 234 supermercati per una superficie di 204000 metri quadri; 119 Grandi Magazzini (per 105.000 mq); 28 Grandi Superfici Specializzate (90.000 i metri quadri occupati) e 18 Iper su 113.000 metri quadri. Il tutto, per un totale di 8752 addetti (erano più di 9.000 nel 2013).
“Abbiamo deciso di organizzare i nostri lavori nella cornice del Centro Commerciale Le Acciaierie abbandonato da oltre 3 anni – dice Citerio – perché più di tante parole, dà visivamente il segno del messaggio che vogliamo trasmettere: un monumento di decadenza e simbolo di declino di un modello di commercio e distribuzione già obsoleto dopo pochi lustri di ascesa e splendore. Parliamo di modello in crisi perché il mercato della Grande Distribuzione è ormai saturo da tempo; ciononostante continuano a moltiplicarsi le notizie di nuove aperture nella nostra provincia e ampliamenti importanti. Il risultato è che aumentano le superfici ma la torta da spartire rimane quella, anzi parlando di consumi alimentari, questi stanno regredendo già da alcuni anni; il risultato è un crollo della produttività e redditività per metro quadro”. Che farsene ora di una struttura come questa abbandonata? “Difficile dare una risposta, perché una risposta non c’è: nessuno ha pensato, nessuno ha previsto. Rimangono oltre cinquantamila metri quadri di fertile suolo pianeggiante mangiati dal cemento con un costo ambientale salatissimo, come monito rispetto ad altre scelte scellerate poste in cantiere”.