Ogni mille euro di contributi erogati dalla Regione in forma di voucher alle piccole e medie imprese per la partecipazione alle fiere internazionali ha dato luogo a circa 36mila euro di nuovo fatturato export. Il bilancio della misura regionale parla infatti complessivamente di 250 milioni di nuovo fatturato export contro 7 milioni di spesa erogata, oltre che di un aumento della probabilità che le imprese lombarde esportino (+19%) e di un rafforzamento della presenza sui mercati internazionali attraverso un aumento medio della quota del fatturato export sul fatturato totale dell’1,5.
I dati sono emersi dal seminario “L’apertura internazionale delle imprese: quali soluzioni funzionano?”, promosso dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione del Consiglio regionale della Lombardia e basato sull’analisi condotta da Antonio Dal Bianco di Éupolis Lombardia e da Laura Resmini dell’Università Bicocca di Milano. «La ricerca ha evidenziato come i benefici maggiori siano stati proprio per le micro-realtà – ha detto il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo -, aprendo loro possibilità che erano prima impensabili e che saranno un seme per il lavoro futuro. Non è scontato che un Consiglio regionale, organo parlamentare, verifichi l’efficacia delle politiche deliberate: per questo giudico positivo il lavoro svolto in Lombardia, attraverso il Comitato paritetico di controllo e valutazione. Uno sforzo che si è concentrato su una materia particolarmente importante come quella dell’apertura internazionale delle imprese. Grazie a questi policy paper il Consiglio mette a disposizione conoscenze condivise che permettono di perfezionare il nostro lavoro, contribuendo con lo strumento delle missioni valutative ad approfondire e migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche, nella logica della trasparenza e nella costruzione di un valore comune».
«Il tessuto economico dei nostri territori si basa su piccole e piccolissime realtà imprenditoriali che chiedono sempre più spesso di essere messe in condizione di competere con le produzioni estere. Per noi – ha dichiarato il presidente del Comitato Riccardo De Corato – promuovere l’internazionalizzazione delle nostre imprese è interesse strategico: significa, infatti, sostenere l’occupazione e promuovere sviluppo economico locale in stretta connessione con le realtà territoriali. Se con il referendum del prossimo autunno verranno confermate le modifiche al Titolo V della Costituzione, il commercio con l’estero diventerà materia di competenza esclusiva dello Stato, mentre alle Regioni spetterà il compito di favorire la loro penetrazione nei circuiti internazionali. Auspico – ha concluso De Corato – che con il ricorso sempre maggiore alle missioni valutative si aprano nuove strade, migliorando le decisioni assunte dal parlamento lombardo».
In quattro anni l’internazionalizzazione delle Pmi lombarde ha beneficiato di circa 58 milioni di euro. I fondi stanziati dalla Regione rappresentano in media il 61% di quelli complessivamente mobilitati a favore dei processi di internazionalizzazione delle imprese. Il 25% delle risorse è servito per attività di promozione. Le imprese che hanno partecipato alle iniziative regionali sono state 7.325. Le medie imprese rappresentano il 20% circa del campione, le piccole il 52% e le microimprese il rimanente 28%. A livello geografico l’80% delle imprese che ha beneficiato delle misure regionali di sostegno ai processi di internazionalizzazione si concentra in 6 province: Milano (28%), seguita da Brescia (14%), Bergamo (12,5%), Monza e Brianza (10,77%), Varese (7.56%) e Como (7,12%).
Aumentare le competenze dei responsabili delle varie agenzie pubbliche e private in tema di internazionalizzazione, la necessità della promozione del sistema produttivo, soprattutto del manifatturiero, e una migliore condivisione delle conoscenza sono stati individuati nel corso del dibattito come temi chiave su cui agire. Anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini ha sottolineato la necessità di «migliorare l’accesso agli strumenti e creare piattaforme più idonee a rispondere alle esigenze degli operatori. Mettere in comune le competenze e indurre imprese, anche di filiere diverse, a partecipare sinergicamente, è un’ attività non facile, ma che va perseguita». Ed ha annunciato che a fine settembre si aprirà il nuovo bando per i voucher, che prevederà 8mila euro di contributo a fronte di una spesa di almeno 13mila euro.