Sono poco più di 2 milioni le ore di cassa integrazione guadagni registrate nell’agosto 2015 in Lombardia. Diminuisce dunque la cassa in ambito metalmeccanico nel raffronto anno su anno. Confrontando agosto 2015 con il mese corrispettivo del 2014, si evidenzia un calo del 43% (2039 ore) del numero di ore di impiego dell’ammortizzatore sociale (-46% per quanto riguarda gli impiegati, -43% per gli operai). La cifra è comunque in linea con il dato generale, complessivo che indica un -37% di ore di cassa integrazione in tutta la regione. A livello di tipologia di intervento, pur nella frammentarietà dei dati raccolti, vi è decisa discesa della cassa integrazione ordinaria, un rallentamento della cassa straordinaria e una ripresa significativa di quella in deroga.
Benché si sia parlato in maniera trionfalistica di una brusca frenata della cassa integrazione anche nel mese di luglio, un paragone nudo e crudo con il dato di agosto dimostra come non ci sia stato un considerevole scostamento nella diminuzione a livello numerico da un mese all’altro. Nel confronto tra le cifre del periodo settembre 2014/agosto 2015 e il settembre 2013/agosto 2014, si nota come la cassa integrazione fra le tute blu lombarde sia diminuita di 26.788.221 ore, attestandosi al 23%: (-26% impiegati, 22% operai). Le province in cui la cassa si è ridotta maggiormente sono Lodi e Mantova seguite da Pavia e Bergamo, quelle in cui il differenziale è minore sono Brescia e Lecco. A livello di tipologia di intervento, si è di fronte a un decremento della cassa integrazione in tutte le sue forme.
“L’abbassamento della cassa integrazione, tuttavia – commenta Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia – non si traduce automaticamente nel concetto di ripresa nel settore metalmeccanico. Ad un calo dell’utilizzo delle ore di cassa integrazione non fa fronte infatti un aumento dell’occupazione e una conseguente decrescita della disoccupazione, tali da indurre a credere che la crisi sia finita. Ormai questa diminuzione di valori in termini di cassa integrazione su scala regionale si sta ormai stabilizzando da diversi mesi, e l’aspetto più delicato, riguarda la dimensione della cassa integrazione che rimane comunque parecchio elevata anche in assenza di deboli processi di investimenti” – conclude Rota.