Triz, una teoria 
per essere più competitivi 

Triz, una teoria per essere più competitivi 

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Potenziare le competenze delle aziende locali in particolare nelle aree innovazione, internazionalizzazione e aggregazione: questo quanto si prefigge il progetto di Bergamo Sviluppo “Innovation: the profitable implementation of ideas”, iniziativa in fase di realizzazione che mette a disposizione delle imprese interessate attività formative, seminariali e consulenziali, precedute da attenti check-up, nelle 3 citate aree del progetto, con l’obiettivo di mettere a disposizione informazioni e strumenti che possano incidere sulla capacità competitiva aziendale. “Per  accrescere la preparazione delle nostre aziende, anche quelle più piccole, sul tema innovazione – spiega il Presidente di Bergamo Sviluppo, Angelo Carrara -si è svolto nel mese di maggio un corso, molto concentrato e impegnativo, sulla metodologia Triz, la cosiddetta “Teoria per la soluzione dei problemi inventivi”, metodologia che punta ad impostare una strategia di lungo periodo per aiutare le imprese a mantenere un costante vantaggio competitivo grazie a un’innovazione sistematica di prodotto e/o di processo”. Per il secondo anno di seguito l’iniziativa è stata proposta in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bergamo, con lo scopo di diffonderne  la conoscenza anche tra le piccole imprese, “infatti – continua Cristiano Arrigoni, Direttore dell’Azienda Speciale della Camera di Commercio -sono stati 11 i partecipanti all’edizione 2014 del corso, tra i quali, al termine delle 40 ore di svolgimento previste, abbiamo individuato 3 aziende che stanno usufruendo, direttamente nella propria sede aziendale, di ulteriori 16 ore di consulenza, in affiancamento a un esperto Triz dell’Università di Bergamo. Questo ci permette un intervento ancora più mirato e personalizzato che completa la fase di formazione avvenuta in aula, formazione che ha raccolto un’ampia soddisfazione da parte di tutti i partecipanti (93,78% il livello di soddisfazione riscontrato)”. “Iniziative come questa – conclude Gianluigi Viscardi, delegato all’innovazione di Bergamo Sviluppo – bene rappresentano l’idea che per affrontare il futuro bisogna “saper cavalcare e usare tutte le tecnologie e le conoscenze”; per questo stiamo lavorando per permettere, anche attraverso la formazione, che le competenze acquisite rimangano in azienda il più a lungo possibile”.

L’Università
Nella formazione l'Azienda Speciale
ha coinvolto anche il Dipartimento di Ingegneria

Il corso sul metodo Triz, svolto nel mese di maggio, ha avuto, come nel 2013, il supporto del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bergamo. Un concentrato di lezioni di strategia operativa, tenute a 11 attori del mondo della piccola e media impresa locale. In veste di docente l’ingegnere Davide Russo, affiancato, nella fase di tutoraggio, dal collega Daniele Regazzoni, entrambi appartenenti al dipartimento diretto dalla prof.ssa Caterina Rizzi, docente di disegno e metodi di ingegneria industriale.
E’ lei la più convinta sostenitrice del promuovere una visione diversa dell’approccio al cambiamento, sia che riguardi un’attività produttiva sia la fornitura di servizi.
“Rispetto ai metodi tradizionali il Triz fornisce alle aziende strumenti efficaci per affrontare l’innovazione in modo sistematico – spiega Caterina Rizzi – Nel tempo abbiamo sviluppato, all’interno del Dipartimento di Ingegneria, una nostra metodologia che potesse essere illustrata e proposta ai possibili interessati. Si tratta di un’attività di ricerca ideata per supportare i processi di innovazione, sviluppare nuovi prodotti e migliorare quelli esistenti”.
Ma, come si dice, un conto è seguire un corso, ben altro è metterne in pratica gli insegnamenti. Per questo motivo Bergamo Sviluppo e il Dipartimento di Ingegneria hanno concepito un percorso formativo particolare, rivolto essenzialmente a responsabili tecnici, responsabili dell’area di ricerca e sviluppo, progettisti.
“Le competenze non mancano, ma è necessario adottare strumenti e metodologie che diventino di utilizzo giornaliero e non sporadico – sottolinea Rizzi – Si tratta di adottare una sorta di approccio sistematico all’innovazione. A ciò si aggiunge il discorso su come innovare il proprio prodotto, migliorarlo e svilupparne nuovi. Grazie alla collaborazione con Bergamo Sviluppo abbiniamo anche i metodi per proteggere la Proprietà Industriale e utilizzare i brevetti per recuperare le informazioni necessarie a migliorare il prodotto”.
Emerge che sono ancora poche le aziende che adottano una strategia sistematica per pianificare l’evoluzione di prodotti e processi. Triz permette di avere sotto controllo il livello di competitività del proprio prodotto e induce a ragionare in modo diverso, evitando di avviare la rincorsa allorquando ci si rende conto di essere indietro, ovvero di perdere terreno. E il tutoraggio fornito post corso permette di verificare l’utilizzo della metodologia su casi aziendali specifici. “Triz deve diventare un modo di pensare per approcciare i problemi nel modo più giusto e opportuno, non una semplice via d’uscita – chiosa Caterina Rizzi.

L’azienda / 1
Vin Service vuole spillare idee e innovazione

La spillatura delle bevande è un’arte. E Vin Service ne è un interprete magistrale da un trentennio. L’azienda di Zanica, capace negli ultimi dieci anni di raddoppiare il fatturato con un mercato rivolto per il 95% all’esterno, produce impianti per spillare birra, vino e bevande. Ma il successo conclamato non esime dall’impegno nell’innovazione. Luca Zanga, dopo sei anni nell’ufficio acquisti, nel gennaio scorso è diventato responsabile del settore ricerca e sviluppo dove lavorano dieci persone, quasi tutte laureate. E’ lui che ha partecipato al recente corso Triz di Bergamo Sviluppo per poter combinare il nuovo incarico con un approccio totalmente innovativo, che si ripromette di poter tradurre in un’azienda pure consolidata sul mercato internazionale.
“E’ sembrato interessante poter fare analisi approfondite fin dalla fase iniziale del progetto. Mi sono accorto subito come il Triz combaciasse con le nostre esigenze, che prevedono essenzialmente un approccio valutativo propedeutico al progetto di sviluppo. Pensavo si trattasse di un corso orientato alla organizzazione e programmazione del personale addetto all’ufficio tecnico. Invece si è rivelato altro, ma si è trattato di una sorpresa positiva. Ho potuto acquisire strumenti che, in prospettiva, indurranno a rivedere l’approccio organizzativo del settore che si occupa dello sviluppo dei prodotti”.
“Non conoscevo il metodo Triz – ammette Zanga – ne avevo sentito però parlare da nostri collaboratori, soprattutto neoingegneri. Ci siamo confrontati internamente decidendo di partecipare al corso per verificare se potesse contenere elementi di novità. Prim’ancora che dai contenuti del metodo stesso, sono rimasto colpito dal modo di presentarlo ed esporne le caratteristiche. I relatori hanno una grande capacità di coinvolgere e rendere interessante il confronto, tenendo alta l’attenzione dell’aula”.
Vin Service basa il suo successo sulla capacità di ricercare nuovi prodotti e proprio seguendo questo filone ha deciso di potenziare il settore ricerca e sviluppo. Se la concorrenza cresce, occorre garantire valore aggiunto alla propria produzione.

L’azienda / 2
Bosco si cala in una nuova Ottica

Un’azienda di stampo familiare non tralascia occasione per percorrere strade che permettano di intravedere nuovi sbocchi di mercato. Alessandro Bosco, che si occupa di ricerca e sviluppo e tiene i rapporti con i clienti per conto di Bosco Ottica, ha concluso positivamente la sua esperienza al corso Triz e non nasconde l’entusiasmo.
“Ne avevo sentito parlare durante un corso sulla brevettazione e sulla Proprietà Industriale. Mi è sembrata un’opportunità interessante e appena ho avuto modo di coglierla, mi sono iscritto. Sono un ingegnere costantemente alle prese con le problematiche relative alla ricerca delle soluzioni più idonee e la possibilità di approfondire la conoscenza del metodo Triz mi ha affascinato. Sono rimasto colpito da come fosse facile e naturale insegnare la creatività, la capacità inventiva e a risolvere i problemi di natura tecnica e scientifica”.
Bosco Ottica, azienda con 10 dipendenti, produce accessori, fibre ottiche e manipoli per laser per uso industriale e medicale. Ogni singolo prodotto viene declinato in una cinquantina di soluzioni. I clienti sono localizzati in tutto il nord Italia e a loro volta vendono sul mercato internazionale. In qualità di fornitore, di fatto la Bosco Ottica va in tutto il mondo. Motivo in più per intraprendere l’esperienza del Triz.
“L’aspetto restato maggiormente impresso è la consapevolezza che la soluzione di un problema inventivo può correre su binari chiari e stabiliti, senza affidarsi all’osservazione di casi analoghi. Ciò è estremamente utile a chi, come me, si ritrova ad affrontare queste tematiche – osserva Alessandro Bosco – Ora in ditta ci aspettiamo che la fase di tutoraggio porti alla soluzione di una delle problematiche che sottoporremo. Una volta completato il corso, viene voglia di alzare il livello della sfida, si è indotti a valutare problemi più ad alto livello. Ma soprattutto a prestare attenzione alla visione generale piuttosto che al particolare. E’ un grande stimolo per chi si occupa di progettazione”.
Un giorno non lontano, in un tempo più prossimo di quanto si immagini, Bosco Ottica potrebbe generare brevetti e produrre innovazione.

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