E’ l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo la struttura che nel 2015 ha registrato il maggior numero di donatori effettivi, secondo il resoconto annuale del NITp (Nord Italia Transplant Program), uno dei tre centri di coordinamento interregionali sui quali si basa l’organizzazione dei trapianti nel nostro Paese, che raggruppa, oltre a quelli lombardi, anche gli ospedali di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Trentino e Veneto. In totale i donatori segnalati dal nostro ospedale sono stati 38, 8 in più rispetto al 2014, mentre i donatori effettivi sono stati 32, 11 in più rispetto al 2014, con una percentuale di opposizione del 13%, a fronte di una media italiana del 31% e lombarda del 27.8%. A questo risultato ha certamente contribuito anche la nuova modalità di colloquio con i familiari studiata dal Coordinamento trapianti dell’ospedale. “Abbiamo sempre dato particolare importanza alla comunicazione con i familiari, ma da quest’anno abbiamo introdotto una specifica procedura per dare la possibilità di comprendere meglio e senza pressioni di alcun genere cosa significa donare gli organi, tema complesso specialmente se non si è mai riflettuto a riguardo – spiega Mariangelo Cossolini, coordinatore al prelievo e trapianto dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Anche se il defunto aveva già espresso in vita la volontà di donare gli organi, è importante che la famiglia comprenda le motivazioni di questa decisione. E a maggior ragione se una scelta in vita non è stata fatta, quindi è la famiglia che deve firmare la decisione, è fondamentale aiutare i parenti del defunto a interpretare la volontà del loro caro. Noi cerchiamo di aiutarli a ricostruire la sua personalità e il suo pensiero, affinché arrivino alla decisione che lui avrebbe voluto prendere, quella più giusta nei confronti di chi non c’è più, in un momento dove è difficile essere lucidi e pensare agli altri”.
Per evitare di lasciare ai propri cari il difficile compito di decidere, tutti dovrebbero prendere una decisione durante la propria vita, per esempio in occasione del rinnovo della carta d’identità. Ad oggi sono 85 i comuni bergamaschi che hanno aderito al progetto nazionale “Una scelta in Comune”, per cui tutti i maggiorenni che si presentano all’Ufficio Anagrafe per rinnovare o fare la carta d’identità vengono invitati a manifestare il proprio consenso o diniego alla donazione sottoscrivendo un apposito modulo. Le informazioni vengono poi trasferite al Centro Nazionale Trapianti, che ospita il database di tutti i potenziali donatori. Gli ultimi dati dell’anagrafe del capoluogo fanno registrare un record. Su oltre duemila cittadini interpellati, solo 76 hanno espresso la loro opposizione a donare, toccando la soglia minima del 3,72%. In pratica un decimo rispetto alle opposizioni nazionali, che superano il 30%.
Più donatori significa più trapianti e più vite salvate. Al Papa Giovanni XXIII nel 2015 sono stati 180 gli organi trapiantati, 10 in più rispetto al 2014. Nello specifico sono stati eseguiti 97 trapianti di fegato, 47 di rene, 22 di cuore, 12 di polmone, un combinato fegato-rene e un combinato fegato–pancreas. A questi si devono aggiungere 128 trapianti di midollo e 19 di cornee, per un totale di 327 trapianti di organi e tessuti, quasi uno al giorno. “Sono risultati che ci ripagano degli sforzi, organizzativi e professionali, necessari per rendere possibile la donazione e il trapianto, attività difficilmente programmabili e che richiedono da parte dei nostri operatori disponibilità, competenze e professionalità non scontate per trasformare un atto di generosità in una soluzione terapeutica efficace – ha commentato Carlo Nicora, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Sapere che questo impegno ha dato a più di 300 persone una concreta possibilità di cura per gravi patologie è per noi la soddisfazione più grande”. L’Ospedale Papa Giovanni XXIII è il primo centro nell’area NITp per i trapianti di fegato, mentre in Lombardia risulta il secondo centro per i trapianti di cuore e polmone e il quarto per i trapianti di rene.