Non solo festività, ponti e vacanze. Con il nuovo anno l’attenzione al calendario va anche a quella data che ben sintetizza il carico fiscale di un Paese, il Tax Freedom Day, il giorno cioè in cui si smette di lavorare per pagare le tasse e si comincia a farlo per se stessi.
Nel 2016 la “ricorrenza” si potrà festeggiare in anticipo. Il giorno in cui ci si libera dalle tasse sarà infatti il 19 giugno, mentre nel 2015 era il 22 dello stesso mese, che significa due giorni in meno perché l’anno è bisestile.
La pressione fiscale, dunque, retrocede, dal 47,4% al 46,7% e torna ai livelli del 2012. Il merito è essenzialmente dell’eliminazione della Tasi sull’abitazione principale, ma gli esperti avvertono che l’allentamento potrebbe essere solo temporaneo.
Secondo la Cgia di Mestre, per evitare una nuova stangata nel 2017, entro la fine di quest’anno il Governo Renzi dovrà infatti trovare 15,1 miliardi di euro per “disinnescare” la clausola di salvaguardia introdotta con la legge di Stabilità 2015, altrimenti dal 2017 subiremo un forte incremento dell’Iva. «Per l’anno in corso – aggiunge il coordinatore dell’ufficio studi Paolo Zabeo – il fisco ci concederà una tregua. Tuttavia, il carico fiscale rischia di tornare a crescere nelle regioni in disavanzo sanitario che, per sanare i conti, potrebbero essere tentate ad aumentare la tassazione locale. In attesa della riduzione dell’Ires dal 2017 e nella speranza che il Governo mantenga la promessa di ridurre l’Irpef dal 2018, i contribuenti italiani beneficiano, in particolar modo, dell’abolizione della Tasi sulla prima casa e della cancellazione dell’Imu sugli imbullonati e sui terreni agricoli».