Startup innovative, a Bergamo sono 116. La maggior parte opera nei servizi

idea innovazione

In Italia ci sono 7.241 startup innovative (dato della sezione speciale del Registro delle imprese aggiornato a fine maggio 2017). Un numero significativo e in costante crescita. La normativa che regola questa forma societaria (D. Lgs. 179/2012) è infatti entrata nel suo quarto anno di operatività e lo scorso dicembre un primo pacchetto di circa 820 startup è fuoriuscito dal regime agevolato per raggiunti limiti di età.

La Lombardia è la regione che di gran lunga ne ospita di più: 1.655, seguita da Emilia Romagna (798), Lazio (687), Veneto (646) e Campania (516). In provincia di Bergamo risultano registrate 116 startup innovative, in maggioranza nel settore dei servizi (83) e dell’industria-artigianato (24).

La Camera di commercio bergamasca, nel presentare il nuovo servizio AQI – Assistenza Qualificata Imprese alternativo all’atto pubblico per la costituzione della società, ha anche scattato una fotografia più dettagliata. Per quanto riguarda i principali ambiti di attività, 24 startup operano nella produzione di software o consulenza informatica, 23 nella ricerca scientifica e sviluppo, 10 in attività professionali, scientifiche o tecniche, 6 nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e altre 6 in attività di consulenza.

Tra queste, 26 sono imprese ad alto valore tecnologico in ambito energetico, 18 hanno una presenza femminile maggioritaria, forte o esclusiva, 26 hanno una presenza giovanile maggioritaria, forte o esclusiva.

Per quanto riguarda i requisiti per poter essere una startup innovativa, 65 rispettano il primo requisito, ossia sostengono spese in ricerca e sviluppo maggiori o uguali al 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione; 30 rispettano il requisito del personale qualificato (almeno i 2/3 dei dipendenti o collaboratori con laurea magistrale oppure 1/3 di dottorati, dottorandi o laureati con almeno tre anni di attività di ricerca certificata); 30 startup rispettano il terzo requisito (impresa depositaria o licenziataria di privativa industriale, oppure titolare di software registrato); nove aziende soddisfano più di un requisito.

Startup innovative

La definizione

Con l’obiettivo di promuovere la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, in particolare giovanile, nell’autunno del 2012 il Governo ha adottato il DL 179/2012, che ha introdotto la definizione di nuova impresa innovativa, la startup innovativa.

Le startup innovative sono società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

I requisiti

• sede principale in Italia o in uno Stato UE o EEA (spazio economico europeo) con sede produttiva o filiale in Italia
• costituite da non più di 60 mesi
• ultimo bilancio non superiore a 5 milioni di euro
• non distribuire utili
• non nascere da fusione, scissione o cessione di ramo di azienda

Le startup innovative devono inoltre presentare almeno una di queste caratteristiche:

• spese in ricerca e sviluppo maggiori o uguali al 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione
• almeno i 2/3 dei dipendenti o collaboratori con laurea magistrale oppure 1/3 di dottorati, dottorandi o laureati con almeno tre anni di attività di ricerca certificata
• almeno un brevetto o privativa industriale

I vantaggi

Per le startup innovative è stato predisposto un pacchetto di misure molto articolato, che interviene in materia di semplificazione amministrativa, mercato del lavoro, facilitazioni burocratiche ed agevolazioni fiscali per le pratiche del Registro Imprese, non assoggettamento alla procedura di fallimento. Condizione fondamentale per beneficiare di tali vantaggi è che le startup siano iscritte nell’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese.


Bar, occhio ai conti!

Vuoi avere un locale di successo? La prima regola è saper fare bene i conti. È il mantra di Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo caffè bar dell’Ascom di Bergamo dal 2009 e titolare del bar Centrale a Lovere, insegna sempre sulla cresta dell’onda. L’abbiamo intervistato per capire quali sono oggi le difficoltà e le opportunità nel mercato dei pubblici esercizi.

«Sul mercato ci sono troppe attività, quindi la concorrenza è terribilmente elevata – esordisce -. In molti casi, direi nella stragrande maggioranza, ci sono gestori che applicano prezzi che non sono remunerativi. Ma scendere sotto certe soglie porta inevitabilmente alla chiusura. Proporre, come ho visto fare, un pranzo di lavoro a 6,70 euro per un primo, secondo, acqua, un quarto di vino e caffè significa vendere sotto costo. È un’offerta impossibile da sostenere. Bisogna saper fare i conti e capire i costi, sennò l’attività non ha futuro».

Un tempo nella nostra provincia c’era il listino dei prezzi, meglio allora?

«Fino al 2002 all’interno del Gruppo caffè bar Ascom c’era una commissione che decideva i prezzi da applicare ed entro un mese i locali si adeguavano ai valori indicati. Poi il Governo ha vietato di stilare il listino prezzi sostenendo che in quel modo si faceva cartello. I gestori hanno cominciato a farsi concorrenza abbassando il prezzo. È una strategia senza futuro: non è sostenibile nel tempo e rovina il mercato e l’immagine della categoria».

Ci sta dicendo che molti baristi non fanno bene i conti?

«Le faccio un esempio classico: una macchina del caffè di buon livello a tre gruppi costa circa 7mila euro. Per ripagare le macchine in comodato d’uso, di abitudine i torrefattori caricano il caffè di 8/10 euro al chilo. Considerato che una macchina del caffè ha una vita di circa cinque anni, se si fanno i conti, si capisce facilmente che la si paga almeno tre volte e che è più economico comprarla, eppure molti scelgono di non farlo. Se si hanno problemi di liquidità, basta rivolgersi ai canali che favoriscono la concessione del credito come Fogalco. Si può prendere un appuntamento agli uffici di Bergamo e insieme si determina il tasso di interesse. Per stare sul mercato non basta fare un buon caffè o un buon cappuccino, bisogna avere una gestione attenta».

bar-generico -aperitivoC’è un modo per calcolare i pezzi giusti?

«è indispensabile avere nozioni di contabilità. L’assistenza del commercialista non è sufficiente. All’Accademia del Gusto di Osio Sotto si possono frequentare corsi di alto livello che danno una preparazione manageriale e insegnano a gestire in modo corretto l’attività. Io ho una mia formula personale. Faccio la somma di tutte le spese generali del locale, senza gli acquisti. Poi faccio la somma delle spese degli acquisti. Quindi divido la spesa acquisti per le spese generali e ottengo un coefficiente. Dalla fattura verifico il costo di acquisto della bottiglia. Moltiplico questo costo per il coefficiente e ottengo il mio costo reale della bottiglia. Se risulta ad esempio 29 euro, significa che se la vendo a 30 euro, guadagno 1 euro».

Quanto conta la formazione?

«Continua ad essere la maggiore arma per restare sul mercato. Non ci si può improvvisare in questo mestiere. È importante che chi si affaccia al settore sappia esattamente cosa deve affrontare in ogni aspetto gestionale, dai rapporti con i fornitori alla selezione dei prodotti, dal servizio all’amministrazione contabile. Allo stesso tempo farlo da vent’anni non è un buon motivo per non aggiornarsi. C’è sempre spazio per migliorare e crescere»

Qual è l’errore più frequente tra i baristi?

«Molti sono convinti che basta aprire un bar per guadagnare. Nell’arco di un paio d’anni chiudono. Bisogna fidelizzare la clientela e per farlo non basta offrire la coca cola, occorre dare un prodotto proprio, che può essere un tipo di panino, di farcitura, oppure un cocktail, un gelato. Proporre qualcosa di speciale che porti il cliente a venire nel nostro bar».

Il suo locale non solo ha saputo resistere alla crisi ma negli ultimi anni è addirittura cresciuto. Quali doti bisogna avere per fare questo mestiere?

«Non può mancare la capacità lavorativa. Io ho 71 anni e sono al bar 13-14 ore tutti i giorni. Nella categoria vedo che manca la costanza. Molti partono entusiasti e poi quando si presentano le difficoltà non lottano, mollano».

I contratti di affitto di azienda in questo senso non aiutano…

«Purtroppo negli ultimi anni si è diffuso questo tipo di contratto: ha il vantaggio che quando si entra non si paga ma quando si esce non si prende niente. Chi sceglie questo tipo di soluzione di solito appena non quadra qualcosa rinuncia. Se invece si investe nella licenza d’azienda prima di mollare si lotta. In genere, poi, il proprietario dei muri e degli arredi difficilmente investe nell’attività quindi nel tempo il locale invecchia. Oggi invece è estremamente importante rinnovare gli ambienti, in questo modo si fidelizza la clientela».

Che consiglio darebbe ai baristi che si trovano in difficoltà?

«Di tenere duro. Se non lavoro devo chiedermi perché, andare dai colleghi che lavorano, vedere cosa fanno e riproporlo. La professionalità paga sempre».

espresso-caffèIl costo del caffè è giusto? C’è spazio per rivedere le politiche di prezzo nei bar?

«Gli autogrill sanno fare bene i conti. Già da anni hanno abbattuto la barriera dell’euro. Il caffè è sempre stato equiparato al giornale. Oggi il quotidiano costa 1,30 e il caffè ancora un euro: abbiamo perso il 30% degli utili».

Crede che i clienti capirebbero l’aumento?

«Io vendo il caffè a 1,10 euro da tempo e quando sono passato al nuovo prezzo non ho avuto un calo dei consumi, anzi le vendite sono addirittura leggermente aumentate. Forse i clienti hanno notato la differenza tra un caffè e l’altro».

Quindi aumento sì, ma solo se il caffè è molto buono?

«Alcuni gestori vanno negli ipermercati ad acquistare caffè da 7/8 euro al chilo. È una follia. Bisogna puntare alla qualità, al di là della congiuntura economica. C’è ancora gente disposta a spendere per averla. Si pensa che ridurre il prezzo ti porti più clienti ma non è assolutamente vero. Conosco un barista che ha proposto la colazione a 1,30 euro quando tutti sanno che il prezzo è di 2,30/2,40 euro. La sua fortuna è stata che l’offerta non ha funzionato! Bisogna capire che più si applicano prezzi stracciati e più si perde, così come bisogna comprendere che i soldi che ogni sera si trovano nel cassetto vanno accantonati per spese e tasse».

Cosa pensa dell’arrivo di Starbucks?

«Non credo che porterà alcun tipo di problemi. L’Italia è legata al caffè espresso. C’è spazio per tutti. L’importante è fare un buon caffè».

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I 10 consigli di Ascom per chi vuole aprire un bar

Per chi vuole avviare un bar ci sono alcune regole che si rivelano preziose per non sbagliare. Per Ascom Bergamo Confcommercio sono dieci. Eccole.

1. AVERE UN’IDEA PRECISA

Chiedersi che tipo di bar si vuole aprire. Avere, cioè, un progetto ben chiaro in testa.

2. CAPIRE SE È SOSTENIBILE

Creare un business plan facendo una precisa valutazione dei costi necessari per avviare e gestire l’attività (affitto, acqua, luce, gas, dipendenti, acquisto delle merci, imposte Tasi e Tari) e dei volumi di fatturato che si dovranno realizzare per ricavare uno stipendio. Attenzione: se il locale non è pronto, o bisogna pagare l’attività al proprietario, l’investimento iniziale può aumentare in modo considerevole.

3. SCEGLIERE LA LOCATION GIUSTA

Valutare bene il proprio business e analizzare con attenzione la zona dove si vuole aprire. Fondamentale che ci sia passaggio e nelle vicinanze ci siano negozi o uffici (meglio entrambi) e comunque luoghi di interesse. Se si sceglie un luogo super trafficato, la possibilità di fare incassi è più alta, ma anche le spese da sostenere lo saranno; se si opta per aprire in un piccolo paese i ricavi potenziali si riducono, ma si riducono anche la concorrenza e i costi fissi.

4. DIFFERENZIARSI DALLA CONCORRENZA

Aprire un bar originale, diverso dalle altre attività esistenti e in grado di rivolgersi a una clientela specifica. Bisogna conoscere l’offerta dei concorrenti e il loro giro d’affari, quindi chiedersi cosa si possa offrire in più ai clienti. Attenzione: sono da considerare concorrenti anche supermercati, panetterie e pizzerie al taglio, take away.

5. TARGET E OFFERTA SU MISURA

Impostare l’attività pensando a una specifica categoria di clienti e offrire una soluzione mirata ai loro bisogni.

6. CURARE LA COLAZIONE

Proporre caffè e brioche di qualità. I costi sono più alti, ma chi ha ottime colazioni di solito lavora e il passaparola vola.

7. OCCHIO A VETRINA E INSEGNA

Il cliente che passa deve capire all’istante che lì c’è un bar e che tipo di bar è.

8. FARE DELL’ACCOGLIENZA UN’ARTE

Selezionare con attenzione i collaboratori, anche in base al modo in cui interagiscono con i clienti. Il cliente non vuole solo il caffè, si aspetta di lasciare fuori i problemi e di avere cinque minuti di relax. Se si rende piacevole questa pausa, il cliente con molte probabilità tornerà. È l’Abc della fidelizzazione.

9. AVERE UNA GESTIONE ATTENTA

Fare massima attenzione alle spese e accantonare parte del cassetto per pagare i costi dell’attività e le tasse. Controllare il numero di scontrini emessi, i flussi di cassa, quali prodotti si vendono di più, su quali c’è più margine e in quale momento della giornata ci sono più clienti così da gestire il personale in modo flessibile e mirato.

10. FARSI CONOSCERE ATTRAVERSO I SOCIAL NETWORK

Scegliere il social più usato (Facebook) o quello che, sulla carta, risulta il più utilizzato dal target di clientela a cui ci si rivolge. Attenzione: la pagina va tenuta aggiornata e questo richiede tempo. Regola fondamentale: alle eventuali critiche virtuali si risponde sempre e in modo educato.

Per un espresso perfetto c’è la regola delle 5 M

È dimostrato, offrire una buona colazione, e in primis un ottimo il caffè, è il passepartout per conquistare una clientela fidelizzata. Ma quali segreti stanno dietro a un grande espresso? Giorgio Beltrami lo spiega in ogni dettaglio nei corsi per baristi proposti dall’Accademia del Gusto con la “regola delle 5 M”: miscela, macinatura, macchina del caffè, manutenzione, mano.

La partenza è utilizzare una miscela di qualità. Il secondo passaggio importante è fare una macinatura corretta che rispetti e segua il clima: in una giornata di pioggia, ad esempio, deve essere più sottile. Anche la scelta della macchina conta, ma ancora di più conta la sua manutenzione: ogni sera bisogna investire una ventina di minuti nella pulizia. È imprescindibile poi l’uso del depuratore per scacciare il nemico principale di un buon caffè: il calcare. La macchina non va mai spenta: si accende quando si compra e si spegne a fine carriera. La mano del barman, infine, conta moltissimo, almeno quanto la sua passione e sensibilità.


Avete un’idea d’impresa e volete svilupparla? Affrettatevi per Start Cup

start cup bergamo 2Se avete un’idea di business che vi frulla nella testa, vi restano ancora alcune ore per iscrivervi a Start Cup Bergamo 2017, il progetto dell’Università di Bergamo per formare gli imprenditori di domani.

Si chiudono infatti a mezzanotte di mercoledì 7 giugno i termini per partecipare all’ottava edizione di Start Cup School, il percorso di formazione imprenditoriale avanzato, sviluppato con le Università di Cambridge e Maastricht, che fornirà tutti gli elementi – teorici e pratici – utili allo sviluppo dell’idea e alla verifica in un piano d’impresa pronto per essere sottoposto agli investitori.

Gli iscritti potranno inoltre beneficiare di un accompagnamento imprenditoriale, a cura di tutor accademici e mentorship industriale promossa da imprenditori locali. Le iscrizioni possono essere perfezionate su www.startcup.unibg.it

Start Cup Bergamo 2017 è un progetto dell’Università degli Studi di Bergamo, gestito dal Servizio Ricerca e Trasferimento Tecnologico, con il coordinamento scientifico del Center for Young and Family Enterprise (CYFE), Centro di Ateneo che dal 2010 si occupa di studi e ricerche sul fenomeno imprenditoriale. Collaborano i Centri GITT, CCSE ed ELab, ed è supportato dai partner di Start Cup Bergamo: UBI Banca, Bergamo Sviluppo (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo), Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo, Associazione BergamoScienza, Jacobacci & Partners, Research for Enterprise Systems (RES) srl, UNICA Point.

Nella scorsa edizione di “Start Cup Bergamo”, la business plan competition che premia le migliori proposte di imprenditoria giovanile, si è classificato al primo posto DazePlug di Giacomo Zenoni (UniBg), un dispositivo di ricarica per vetture elettiche che, una volta posizionato in un garage, automatizza completamente il processo di ricarica del veicolo elettrico. Il progetto è stato premiato con un periodo di accelerazione dell’idea imprenditoriale presso il polo di innovazione tecnologica dell’Università di Cambridge.

Secondo classificato: Tropico dei Colli di Giulia Serafini. La startup propone agli agricoltori di coltivare piante da frutto esotiche naturalmente adatte a produrre nel nostro territorio, piante che con ridotta manodopera producono frutti dall’alto valore aggiunto, anche biologico. È già possibile visitare l’impianto sperimentale a Bergamo, per conoscere le piante e i frutti da vicino. Il progetto è stato premiato con un’attività di accompagnamento imprenditoriale per lo sviluppo del business presso Confindustria Bergamo.

Al terzo posto si è invece piazzato SmokyFiber di Giorgia Carissimi (UniBg). L’unico progetto attualmente in circolazione che si propone di combinare la raccolta di un rifiuto altamente inquinante e dannoso per l’ambiente, come i mozziconi di sigaretta, e il suo riutilizzo con il duplice scopo di ottenere energia e un materiale ad alte prestazioni tecniche. Giorgia Carissimi è stata premiata con un’attività di accompagnamento imprenditoriale per lo sviluppo del proprio business presso Bergamo Sviluppo.


Start up, il concorso che mette in luce le idee più innovative

startup-business-conceptSiete una start up innovativa e volte mettervi in luce? Allora potere partecipare alla start up competition di Regione Lombardia e della rivista Wired. La “call” è dedicata a chi opera nei settori Agricoltura/Food, Design, Fashion, Sport, Health, Mobility, Innovazione sociale, Turismo, Fintech.

Per partecipare occorre compilare, entro il primo maggio, l’apposito form di registrazione sul sito Wired.it. Nella domanda bisognerà descrivere l’attività e il team di lavoro, indicare il settore di appartenenza, illustrare il business plan e il possibile impatto sul mercato. È inoltre richiesto di allegare un breve video di presentazione e un tweet di massimo 100 caratteri. Sono invitate a partecipare anche le start-up in fase di lancio.

A seguire, una giuria composta da rappresentanti della Regione Lombardia e da redattori di Wired decreterà le nove startup finaliste (una startup finalista per ciascun settore innovativo di appartenenza), che saranno ospitate all’interno di uno “startup village” di Wired e Regione Lombardia allestito durante il Wired Next Fest di Milano (nelle giornate del 26, 27, 28 maggio 2017). Alla selezione delle nove start up finaliste contribuirà anche la votazione tramite la piattaforma regionale Open Innovation, una piattaforma, accessibile su iscrizione, che ad oggi raccoglie più di 5.000 iscritti tra accademici e professionisti.

Vincitrice del contest sarà la start-up che avrà ottenuto il punteggio più alto tra le nove finaliste e un suo rappresentante sarà invitato sul palco del Wired Next Fest, dove sarà protagonista di un talk e iscritto nel palinsesto ufficiale dell’evento. È infine prevista la pubblicazione di un contenuto dedicato a tutte le startup finaliste sul sito Wired.it.


Imprenditori si diventa, con il percorso di alta formazione di Bergamo Sviluppo

1703 Bergamo Sviluppo - presentazione logica e start me up (1)L’attitudine al fare impresa si può anche imparare e coltivare. Per farlo c’è un’ iniziativa tutta nuova di Bergamo Sviluppo, l’Azienda Speciale della Camera di commercio. Si chiama “Start Me Up – Percorso di alta formazione per lo sviluppo dell’autoimprenditorialità” ed è rivolta a coloro che desiderano sviluppare le competenze necessarie per la progettazione e il lancio di una startup ma anche approfondire modelli e strumenti utili per cogliere le sfide del mercato e sviluppare decisioni strategiche.

C’è tempo fino a venerdì 24 marzo per presentare la propria candidatura al percorso. Chi sarà ammesso (sulla base di un colloquio conoscitivo per la valutazione di competenze individuali, attitudini imprenditoriali, motivazioni, fattibilità, validità nel tempo e carattere innovativo del progetto d’impresa) potrà contare di 150 ore di formazione d’aula e su un pacchetto di ore di consulenza specialistica.

Le lezioni si svolgeranno da inizio aprile a metà luglio 2017, in orario serale, nelle aule formative di Bergamo Sviluppo, in via Zilioli 2, e affronteranno le seguenti tematiche: business design & concept, strategie di marketing per le startup, organizzazione e pianificazione aziendale, canali di finanziamento, competenze per diventare imprenditori, tutela e valorizzazione della Proprietà Industriale. Il corso avrà un taglio concreto ed esperienziale attraverso la discussione di casi aziendali, lo svolgimento di esercitazioni, lo sviluppo e l’analisi di business plan.

Gli aspiranti imprenditori che avranno garantito una presenza in aula per almeno il 75% del monte ore potranno poi beneficiare di consulenze individuali per lo sviluppo e l’avvio del progetto imprenditoriale, fino a un massimo di 25 ore. Le consulenze potranno riguardare aspetti legati alla validazione dell’idea d’impresa, all’analisi del mercato di riferimento, all’individuazione della clientela target, alla definizione di una strategia promozionale, alla tutela della Proprietà Industriale, alla stesura di contratti.

Il percorso, finanziato dalla Camera di Commercio di Bergamo, è realizzato nell’ambito del progetto LOGIC@ – Linea di Orientamento per Giovani e aspiranti Imprenditori per Creare Autoimprenditorialità e si avvale del supporto tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo, in particolare del Centro di Ateneo CYFE-Center for Young and Family Enterprise.

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Il progetto LOGIC@ è la sintesi e l’evoluzione delle diverse attività che l’Azienda Speciale svolge da anni a favore di chi desidera avviare un’attività imprenditoriale o l’ha avviata da poco. Grazie a questa nuova cornice, nel 2017 Bergamo Sviluppo potenzia alcune iniziative già in atto e lancia nuove proposte, supportando tutte le fasi legate allo startup d’impresa, da quella preliminare di approccio e definizione dell’idea imprenditoriale a quella successiva di progettazione, fino all’avvio dell’attività. Il tema, del resto, è sempre più cruciale. L’autoimprenditorialità e lo sviluppo d’impresa sono infatti sbocchi sempre più presi in considerazione sia dai giovani che progettano il proprio futuro professionale sia da chi ha perso il lavoro e vuole crearsi un’alternativa.

LOGIC@ e il percorso di alta formazione Start Me up sono stati illustrati ieri nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte Andrea Vendramin, segretario generale f.f. della Camera di Commercio di Bergamo, Angelo Carrara, presidente di Bergamo Sviluppo, il direttore Cristiano Arrigoni, Emanuel Canini, referente Punto Nuova Impresa e Giorgio Ferrari, referente del nuovo progetto S.TE.P. – Servizio per TEstare Progetti d’impresa.

Le domande di adesione a Start Me Up devono essere presentate entro venerdì 24 marzo all’indirizzo mail raso@bg.camcom.it o via fax allo 035/247169, oppure brevi manu alla segreteria di Bergamo Sviluppo, in via Zilioli 2 a Bergamo (3° piano).


Incentivi alle imprese, Parolini a Dalmine illustra tutte le opportunità

Le politiche di Regione Lombardia in tema di sviluppo economico saranno al centro di un incontro a Dalmine giovedì 26 gennaio a partire dalle ore 16.30 alla sede di Bergamo Sviluppo – azienda speciale della Camera di commercio di Bergamo, presso il Point – Polo per l’Innovazione Tecnologica (via Einstein).

L’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia Mauro Parolini incontrerà sindaci, amministratori locali, associazioni di categoria, imprese e operatori economici per illustrare le iniziative a favore del sistema economico lombardo che la Regione sta sviluppando per consolidare i segnali di crescita: la legge regionale “Manifattura 4.0”, il piano di sostegno delle start up e poi “Al Via” (una misura che sta per aprire con 300 milioni di euro a favore delle imprese per interventi strutturali, di digitalizzazione e acquisto macchinari), “Smart Living” a supporto del settore edilizio, “AttrACT” per l’attrazione di investimenti, e i contributi a fondo perduto di 35 milioni di euro a sostegno del turismo.

Accanto a queste iniziative vi sono quelle di sostegno al credito, come “Credito Adesso” che ha permesso di finanziare oltre 1.500 imprese lombarde per più di 350 milioni di euro.

Il convegno sarà l’occasione per confrontarsi sul merito degli incentivi e sulla loro evoluzione. L’incontro sarà aperto da Paolo Malvestiti, presidente della Camera di commercio di Bergamo. Al termine è previsto uno spazio per le domande dal pubblico. Per informazioni, si può contattare la segreteria organizzativa (tel. o2 6765.6725 – segreteria_parolini@regione.lombardia.it).


Start-Up Factory, anche Bergamo fa scuola ai nuovi imprenditori

start-up-factory-2Anche Bergamo ha portato la propria testimonianza a “Start-Up Factory”, il grande evento che Confcommercio Lombardia e Cariplo Factory, in collaborazione con Capac Politecnico del Commercio e Scuola Superiore, hanno organizzato allo Spazio “Base” Area ex Ansaldo di Milano, dedicato a start up, a imprese che vogliono avviare un percorso di rete, aspiranti imprenditori e liberi professionisti, ma anche agli studenti.

Obiettivo dell’incontro era offrire strumenti per dare corpo all’idea imprenditoriale o consolidare l’impresa già avviata, attraverso focus di informazione e orientamento sui diversi aspetti del business, con la possibilità di partecipare a desk di consulenza gratuita.

A raccontare la propria esperienza anche Luca Bonicelli, presidente del Gruppo Giovani dell’Ascom di Bergamo, che sta traghettando la salumeria di famiglia a Villa d’Ogna, classico esercizio di vicinato, verso il catering, con puntate anche all’estero. «Fare impresa oggi non significa solo sviluppare progetti high tech – spiega Bonicelli -, ma anche rinnovare e sviluppare qualcosa che c’è già. E non conta nemmeno da dove si viene, ma contano dove si vuole andare, la passione e la volontà per arrivarci. Nel mio caso, da perito chimico sono finito a fare il cuoco e l’imprenditore, mi sono ritrovato a portare avanti un’attività storica con la necessità di aprire anche nuovi orizzonti, in pratica una start up anche se non nell’accezione propria del termine».

Chi vuole lanciarsi in un’attività in proprio deve però muoversi con attenzione, perché se è vero che la nuove aperture in Lombardia sono in media 160 al giorno (33mila nel primo semestre), in prevalenza nel terziario (il 64,7%) e per un terzo su iniziativa di giovani, è altrettanto vero che quasi un terzo del totale non arriva ai tre anni di vita. «Fare impresa si può, ma non deve essere una scelta di ripiego, magari perché non si trova lavoro o lo si ha perso – prosegue Bonicelli -. È un percorso che va costruito con scrupolo, informandosi, studiando il mercato, valutando tutti i costi di gestione. In questo le associazioni di categoria come la nostra possono aiutare, dando indicazioni e supporto. È un tema che come Gruppo Giovani seguiamo con particolare interesse e che vogliamo sviluppare per proporci sempre più come un punto di riferimento per la nuova imprenditoria. Confrontarsi e fare rete è infatti importante, non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano».

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Incubatore d’Impresa, le 27 idee “coltivate” quest’anno

incubatore.jpgDall’efficienza energetica ai droni, dalla soletta sensorizzata per le scarpe dei runner ai prodotti di cartoleria, passando per orologi artigianali di alta gamma, servizi per feste spettacolari, sport per i più giovani, marketing territoriale, gestione dei rifiuti e delle risorse idriche.

Sono 27 i progetti, tra start up e idee, presenti nell’edizione 2016 dell’Incubatore d’Impresa, l’iniziativa finanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata dalla sua azienda speciale, Bergamo Sviluppo, che al Polo per l’innovazione tecnologica di Dalmine mette a disposizione spazi attrezzati e un sistema di servizi (formazione, accompagnamento, assistenza e consulenza personalizzate) per supportare la progettazione e la realizzazione della propria idea imprenditoriale.

Di queste, 18 appartengono alla sezione servizi, 9 a quella sperimentale del manifatturiero. Tra loro ci sono anche quattro start up innovative iscritte nell’apposita sezione del Registro delle Imprese.


Aspiranti imprenditori e start up, l’Incubatore riapre le porte. Con più spazi per il manifatturiero

L’Incubatore d’Impresa di Bergamo riapre le porte alle start up e agli aspiranti imprenditori. C’è tempo fino a venerdì 16 dicembre per presentare la candidatura per accedere all’annalità 2017 del progetto finanziato dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzato dalla sua azienda speciale, Bergamo Sviluppo, che al Polo per l’innovazione tecnologica di Dalmine mette a disposizione spazi attrezzati e un sistema di servizi (formazione, accompagnamento, assistenza e consulenza personalizzate) per supportare la progettazione e la realizzazione della propria idea imprenditoriale.

incubatore-dalmine-manifatturieroIl bando prevede due sezioni, una per il terziario e una per il manifatturiero, che offre spazi di metrature diverse da attrezzare per realizzare prototipi o piccole produzioni. Nel 2017 la novità è l’ampliamento dell’area dedicata alle settore produttivo, che potrà contare su tre nuove postazioni.

Destinatari del bando sono aspiranti imprenditori e imprenditrici, start up innovative e imprese (attive da non oltre 12 mesi per la sezione terziario da non oltre 36 mesi per il manifatturiero), che desiderano operare, o che operano, prevalentemente in attività a carattere innovativo.

I progetti selezionati potranno contare su uffici, laboratori e ambienti comuni (sale riunioni, aule per la formazione, salette per incontri e area break) e su servizi ad alto valore aggiunto che vanno dall’orientamento e tutoraggio personalizzato ai percorsi di formazione per l’acquisizione e lo sviluppo di competenze imprenditoriali, relazionali, gestionali e progettuali, alla consulenza specialistica individuale, fino al supporto promozionale, alla partecipazione a fiere, l’aggiornamento normativo, la segnalazione di agevolazioni e il networking.

Da novembre 2001, quando è partito l’Incubatore, a oggi sono state selezionate 142 idee d’impresa, in prevalenza nei servizi alle imprese tradizionali e innovativi, nel campo digitale, della green economy e della promozione turistica territoriale. Nell’annualità in corso sono insediate 27 tra idee d’impresa e start-up (18 nella sezione servizi e 9 nella sezione sperimentale del manifatturiero), tra queste 4 start up innovative iscritte nell’apposita sezione del Registro delle Imprese.

incubatore-dalmine-ufficiAi partecipanti è stato riservato anche un percorso formativo di accelerazione, per un totale di 42 ore. In una logica di integrazione e servizi a 360 gradi, hanno inoltre potuto partecipare alle altre iniziative che Bergamo Sviluppo dedica alla creazione e allo sviluppo d’impresa, come i momenti di approfondimento dedicati al web e al digitate e al mondo start up e i servizi di informazione, consulenza e formazione realizzati nella sede di Bergamo Sviluppo o del Point (Sportello Punto Uni, Sportello per la valorizzazione della Proprietà indistriale, Matech Point – Sportello sui nuovi materiali e soluzioni tecnologiche; seminari sull’internazionalizzazione).

Qui le informazioni e i moduli per partecipare al bando. In sede di selezione verranno privilegiate le domande relative ad attività di servizi presentate da parte di giovani, aventi carattere innovativo, capacità di creare occupazione e sviluppo nel tempo, coerenza con la storia e il curriculum del proponente.


Innovazione nel settore food, ecco un progetto che supporta le start up

innovazione-cibo-food-innovationDigital Magics, business incubator quotato sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), in collaborazione con il Gruppo Intesa Sanpaolo, lancia Future Food: Call4Innovation rivolta a tutte le startup che sviluppano prodotti e servizi originali e modelli di business innovativi nei settori del food e dell’agroalimentare.

La call – organizzata dall’incubatore certificato in partnership con l’importante Gruppo bancario italiano – è alla ricerca dei migliori progetti italiani per creare innovazione in uno dei settori più tradizionali che, insieme alla moda e al design, porta in alto il Made in Italy in tutto il mondo.

Fra tutte le startup che avranno inviato la propria candidatura a http://futurefood.digitalmagics.com/ entro il 4 novembre, saranno selezionate le 10 idee migliori che parteciperanno il 16 novembre alla fase finale della competition al Circolo Sportivo Cierrebiclub Carisbo a Bologna. I team delle neoimprese digitali presenteranno i loro progetti a un Comitato composto da Digital Magics, Intesa Sanpaolo e importanti Pmi e imprese che operano nel settore alimentare.

Dopo aver spiegato il proprio modello con presentazioni di pochi minuti (pitch), le startup avranno la possibilità di approfondire, in incontri informali, il loro business. L’obiettivo è analizzare il potenziale delle 10 startup finaliste per individuare quelle più interessanti e adatte per entrare nel percorso di incubazione di Digital Magics ed essere coinvolte in programmi di Open Innovation per creare sinergie, collaborazioni e innovazione dei processi, servizi e prodotti delle aziende del food presenti nel Comitato.