Negozi Storici, 16 insegne bergamasche premiate a Milano

171030 - premiazione negozi storici Bergamo

Oggi, lunedì 30 ottobre, a Milano nell’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia si è svolta l’annuale cerimonia di premiazione dei Negozi Storici Lombardi. Tra le 109 attività commerciali premiate 16 sono bergamasche: 3 in città e 13 in provincia, di cui 7 a Lovere e 2 a Tavernola Bergamasca.

Garofano di Emilio Egman, che vende prodotti tessili a Zogno dal 1933, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di “negozio storico”, le altre 15 attività sono state insignite del riconoscimento di “storica attività”.

Questi gli indirizzi cittadiniIsnenghi Istituto Ottico di Mirko Isnenghi in via Torquato Tasso attivo dal 1962 e oggi alla terza generazione; Alba Abbigliamento di Giovanni Mangili in via Borgo Palazzo, nato nel 1966, ha mantenuto il nome della fondatrice e da oltre 50 anni è punto di riferimento cittadino per capi di abbigliamento classici; Dall’Ara di Ezio Mototecnica in via Giorgio e Guido Paglia è stato fondato nel 1920 da Urbano Dall’Ara che importò in città le prime moto inglesi. L’attività si è tramandata fino ai pronipoti.

Lovere ha visto premiare: La Primavera di Imelda Mazzoleni, negozio di abbigliamento uomo e donna, intimo e moda creato nel 1960 da una precedente attività ambulante e oggi alla terza generazione d’impresa tutta al femminile; Volpi srl, boutique nata nel 1910 come vendita al dettaglio di tessuti e biancheria per la casa; Coltellerie Collini di Attilio Collini, attività nata nel 1955 sulla scia del fenomeno migratorio degli arrotini dalla Val Rendena in Trentino, negli anni al servizio di affilatura ha aggiunto la vendita di articoli da taglio, per barbieri e casalinghi; Bar Pasticceria Gelateria Wender di Pier Giacomo Vender, nato nel 1929 come piccolo laboratorio di pasticceria, ha mantenuto fino a oggi la tipicità dei prodotti e delle lavorazioni artigianali; Panificio Musoni di Silvano Musoni, in attività dal 1951 è alla terza generazione di fornai; Ottica Rovetta di Gianfranco Tagliabue, nato nel 1950 come negozio di ottica e fotografia dai fratelli Rovetta dei quali mantiene per tradizione il nome; Casalinghi Cesterie Giocattoli di Giuseppe Bacchetta e Adeliana, nato nel 1954 diventato negli anni un punto di riferimento per gli articoli regalo per la casa e i bambini.

La premiazione della Trattoria Bolognini di Mapello con Roberto Ghidotti (Ascom), l'assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini e Alessandra Locatelli consigliere della Provincia di Bergamo
La premiazione della Trattoria Bolognini di Mapello con Roberto Ghidotti (Ascom), l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini e Alessandra Locatelli consigliere della Provincia di Bergamo

Premiati anche Panificio Zatti di Cornelio Zatti, piccola bottega ultracentenaria nata nel 1849 a Tavernola BergamascaCartoleria Consoli di Maria Angela Consoli, edicola, cartoleria e bazar attiva dal 1947 sempre di Tavernola Bergamasca; Trattoria Bolognini di Gian Battista Bolognini che dal 1963 a Mapello porta avanti le tradizioni culinarie e i prodotti tipici del territorio; La piccola trattoria da Tite di Silvia Invernizzi nata a Valsecca (oggi nel Comune di Sant’Omobono) nel 1958 come osteria con negozio e oggi bar-trattoria con annesso market e corner informativo; Macelleria Salumeria Gastronomia Gastoldi di Pierino Gastoldi attiva a Bariano dal 1937, alla terza generazione di macellai.

Con i nuovi riconoscimenti le insegne storiche di Bergamo salgono a 114, di cui 35 in città e 79 in provincia.

«Siamo molto soddisfatti di questi nuovi riconoscimenti – dice Roberto Ghidotti di Ascom Bergamo Confcommercio –. Da anni siamo impegnati nel valorizzare le attività storiche dando supporto nella pratica di richiesta in Regione, è un servizio a cui teniamo in modo particolare e che continueremo a dare perché le attività storiche sono punti di riferimento e di richiamo in città e perché raccontano storie di vita che danno valore al commercio tradizionale e offrono un esempio di impegno e successo».

Lo Sportello è attivo in Ascom alla sede di via Borgo Palazzo 137 dal lunedì al venerdì. Per informazioni e appuntamento telefonare al numero 035 4120135 – mail pietro.bresciani@ascombg.it.

Il registro regionale Negozi Storici è stato istituito nel 2004 da Regione Lombardia, in accordo con gli enti locali e le associazioni di categoria, per tener viva la memoria e premiare la professionalità di quelle generazioni di imprenditori che da più di cinquant’anni hanno saputo unire tradizione e innovazione e creare con il loro servizio un valore per le comunità di riferimento. Il registro comprende quattro riconoscimenti: Storica attività, Negozio storico, Locale storico e Insegne storiche e di tradizione. Per il riconoscimento di Storica Attività sono richiesti almeno 50 anni di attività, anche non continuativa, conservazione della medesima merceologia e insegna e possibilmente la conservazione della stessa gestione nonché sede fisica; per il riconoscimento di Negozio storico si aggiungono le peculiarità di un pregio architettonico dell’edificio che lo ospita, attrezzature storiche o tipicità del prodotto merceologico.


Negozi storici, altri nove riconoscimenti in Bergamasca. Lovere al top

lovere

Si allunga la lista dei negozi storici bergamaschi. La nuova tornata di valutazioni da parte della Regione Lombardia ha assegnato il titolo a 9 insegne tra città e provincia.

Il riconoscimento più prestigioso va a Zogno, dove il negozio di tessili Garofano di Emilio Egman, in viale Vittorio Emanuele dal 1933, ha ottenuto la qualifica di “Negozio Storico”, attribuita a chi, oltre a vantare più di 50 anni di continuità aziendale e merceologica, offre una collocazione di pregio storico, architettonico e artistico o ha mantenuto arredi originali.

Gli altri otto titoli sono di “Storica Attività”, assegnati a chi può dimostrare almeno 50 anni di storia, anche non continuativa, conservazione della medesima merceologia ed insegna e possibilmente conservazione della stessa gestione e sede fisica.

Lovere incassa ben sette riconoscimenti. Ad aggiudicarseli sono: i negozi di abbigliamento Volpi, datato 1910, e La Primavera (1960), entrambi in via Gregorini, il bar pasticceria Wender di piazza tredici martiri (1929), le Coltellerie Collini di via Gramsci (1955), il panificio Musoni di via Achille Grandi (1951), l’Ottica Rovetta in piazza Garibaldi (1950) e il negozio di giocattoli e casalinghi Bacchetta di via Tadini (1954).

In città il marchio va all’Istituto Ottico Isnenghi di via Tasso, aperto dal 1962.

Salgono così a 114 i negozi ed i locali storici complessivamente riconosciuti in provincia di Bergamo. In questa sessione la Regione ha esaminato 43 domande e ne ha ammesse 4o, di sei province.

Le insegne sono inserite nel “Registro regionale dei luoghi storici del commercio”, che comprende quattro riconoscimenti (Storica attività, Negozio storico, Locale storico e Insegne storiche e di tradizione) ed un programma di tutela e valorizzazione in quanto «punti di riferimento e servizio per la comunità ed elementi di attrattività per i centri urbani».


Da Tite, cucina tipica e tanti servizi. «Così riusciamo a resistere in montagna»

Altre due insegne bergamasche sono entrate a far parte degli indirizzi storici della ristorazione. Si tratta della “Trattoria Bolognini” di Mapello e della “Piccola Trattoria da Tite” di Valsecca che si sono recentemente aggiudicate il riconoscimento di “Storica Attività” dalla Regione Lombardia. Il titolo viene assegnato a chi può vantare almeno 50 anni di storia, mantenendo inalterati i propri prodotti, l’insegna e possibilmente la gestione e la sede fisica. Conosciamo la Piccola Trattoria da Tite

Quasi un secolo fa, tra i verdi boschi dell’Alta Valle Imagna, Noè ed Elvira Vanoli conducevano la loro piccola trattoria con negozio attiguo. Erano i tempi in cui le botteghe alimentari offrivano un servizio completo per l’intera comunità. Nel borgo montano di Valsecca, dal 2014 entrato a far parte del Comune di Sant’Omobono Terme, si produceva pane con il forno a legna, si macellava la carne per lo spaccio interno, si selezionavano i formaggi migliori della valle per i propri clienti. La Piccola Trattoria da Tite era un punto di ristoro sicuro durante la salita, capace di offrire un pasto caldo a ogni ora. Ma era anche il luogo ideale per celebrare le grandi occasioni di un tempo, dai matrimoni alle feste familiari.

Oggi le carovane di muli che trasportavano le merci hanno ceduto il passo a furgoni e motociclette, ma l’atmosfera, i sapori e gli odori di una volta sono rimasti gli stessi. Basta varcare la soglia della trattoria per rendersene conto. La titolare adesso è Silvia Invernizzi che ha raccolto il testimone dei nonni reinventando ogni giorno con passione quel servizio completo per le esigenze dei clienti moderni. Questa cuoca tuttofare, che si alterna sorridendo tra i fornelli e la sala, ama elencare a voce alcune delle sue specialità fatte in casa per solleticare il palato dei clienti, dando qualche preziosa dritta ai più indecisi.

Accanto al locale c’è poi un negozietto in cui si può trovare tutto ciò che un punto vendita di montagna deve offrire ai residenti e ai visitatori: giornali, riviste, marmellate, salumi, formaggi e persino un souvenir gastronomico, i biscotti di Valsecca, gustose frolle con pepite di cioccolato ideate da Silvia stessa. E ancora un corner informativo con cartine e brochure per la promozione turistica del territorio e una postazione internet gratuita. È compreso anche un capillare servizio di consegna a domicilio e l’estrema flessibilità degli orari di apertura.

«Anni fa la trattoria è rimasta chiusa per un lungo periodo – ricorda Silvia Invernizzi –. Facevamo solo servizio bar perché mia madre stava poco bene e io mi dovevo sposare. Quando sono nati i miei figli ho deciso di riattivarla. L’ho chiamata Tite in onore di mia mamma che è scomparsa poco dopo il mio matrimonio. Lei si chiamava Adoratrice ed era una discendente della famiglia Vanoli, tutti la conoscevano come Tite. Ho due figli che stanno frequentando la scuola alberghiera e spero che in futuro continuino la tradizione. Anche mio marito è il mio punto di forza: ha lasciato il suo precedente lavoro a Milano per aiutarmi a tempo pieno nella trattoria. Nel 2009 siamo diventati negozio multiservizio tramite un bando della Camera commercio di Bergamo. Ci dividiamo tra il bar, la cucina, la sala, la rivendita. Al premio di negozio storico della Regione Lombardia tenevo. Era un modo per rendere omaggio a mia mamma e ai miei familiari. Ho fornito parecchi documenti storici che ho reperito personalmente perché molti di quelli ufficiali sono bruciati in un incendio avvenuto nel nostro Comune. Per fortuna ho trovato licenze antiche risalenti all’epoca della seconda guerra mondiale. Ho anche cercato in paese persone che avevano festeggiato il loro matrimonio alla trattoria di mia mamma, ho preso foto dai loro album di nozze e le ho spedite alla Regione come testimonianza storica della nostra lunga attività».

Piccola trattoria da tite - Biscotti di ValseccaGià, ma qual è l’elisir di lunga vita della Piccola Trattoria da Tite? «Cucino tutto al momento, io punto molto sulla genuinità – esclama Silvia –. Ho frequentato diversi corsi per aggiornarmi e perfezionarmi. Ho mantenuto una cucina casalinga coi prodotti della valle cercando di offrire accoglienza e un servizio di bottega con le 14 “tabelle” di una volta. Certo, il nostro negozietto di prima necessità non può competere con la grande distribuzione. Tuttavia in paese siamo un punto di riferimento, quando chiudiamo due giorni la gente del posto è spiazzata perché non si trova più nulla qui nei dintorni». «E poi – aggiunge – mi piace mantenere le ricette classiche: preparo casoncelli, brasato, stinco, nidi di rondine (gli uccelli “scappati”), coniglio con la polenta come la faceva mia nonna. I milanesi che vengono da noi, caldo o no, chiedono sempre un bel piatto di polenta concia, contadina o taragna. Magari gli appassionati di nouvelle cuisine ci snobbano ma a forza di rivisitare i piatti della tradizione stiamo perdendo le ricette originali e, di conseguenza, le nostre radici».

via Cascutelli, 23
Sant’Omobono Terme – Valsecca
tel. 035 852976


Negozi e locali storici, altri cinque riconoscimenti a Bergamo

piccola trattoria da titeAltre cinque attività in Bergamasca hanno ottenuto il riconoscimento di “storiche” dalla Regione Lombardia, entrando nel Registro regionale dei luoghi storici del commercio, istituito per la tutela e la valorizzazione delle tipicità locali, delle caratteristiche merceologiche, della presenza commerciale all’interno dei centri urbani, della tradizione e del contesto in cui si sono sviluppate.

Tutte e cinque hanno ottenuto il riconoscimento di Storica Attività, assegnato a chi può vantare almeno 50 anni di storia, anche non continuativa, conservazione della medesima merceologia ed insegna e possibilmente conservazione della stessa gestione nonché sede fisica. Gli altri riconoscimenti previsti sono quelli di Negozio e Locale Storico, per chi ha una collocazione di pregio storico, architettonico e artistico o ha mantenuto arredi originali, e quello di Insegna Storica di Tradizione, se l’offerta è strettamente legata alla tradizione.

alba abbigliamento- via Borgo Palazzo Bergamo

In città il titolo è andato ad Alba Abbigliamento di Giovanni Mangili, in via Borgo Palazzo 39, aperto nel 1966, e a Dall’Ara Ezio, il negozio di moto (Kawasaki su tutte), articoli sportivi, biciclette e tempo libero, al numero 19 di via Paglia, la cui attività risale al 1920.

In provincia alla Trattoria Bolognini di Mapello, aperta dal 1963, ma con radici che affondano ancora più indietro nel tempo e una proposta rafforzata dai prodotti dell’azienda agricola di famiglia; alla Piccola Trattoria Da Tite di Valsecca, frazione di Sant’Omobono Terme, datata 1958 e da sempre punto di riferimento per la piccola comunità, tanto da essere anche negozio multiservizio con vendita di prodotti tipici e servizio di informazione turistica; e all’edicola cartoleria di Maria Angela Consoli di Tavernola Bergamasca, aperta nel 1947 e recentemente premiata dalla Regione anche per la capacità di investire e rinnovarsi.

Salgono così a 105 i negozi ed i locali storici complessivamente riconosciuti in provincia di Bergamo. In questa tornata di valutazioni la Regione ha ricevuto 44 domande e ne ha ammesse 41. L’elenco è pubblicato sul Burl del 21 giugno.


Carlo, il Maestro del commercio da 71 anni dietro al bancone

carlo rossetti caravaggio - i suoi salumi«Mi dicono di non fermarmi e io accetto il consiglio». A 84 anni Carlo Rossetti continua a fare il mestiere di famiglia, imparato da ragazzo e portato avanti con passione per tutta la vita, quello del salumiere, nella duplice accezione di produttore di salumi e di negoziante, nella piccola bottega in largo Cavenaghi 19 a Caravaggio, all’estremo opposto del viale rispetto al Santuario, dopo l’arco di Porta Nuova, che segna uno degli accessi al centro storico.

Carlo è lì da sempre (i suoi genitori, Giuseppe e Giaele, hanno aperto l’attività nel 1927 a pochi metri dal negozio attuale, che è invece del ’38) e lo scorso 5 marzo per la sua longevità lavorativa ha ricevuto nella sede dell’Ascom di Bergamo l’Aquila di Diamante, il distintivo con il simbolo della Confcommercio destinato a chi raggiunge i cinquant’anni di carriera, nell’ambito della premiazione dei Maestri del Commercio di 50&Più, che in Bergamasca ha assegnato complessivamente 14 riconoscimenti.

«Sono diventato titolare della salumeria nel ’65 – ricorda Rossetti, che si è già appuntato al petto le Aquile d’argento e d’oro ed ha ottenuto nel 2002 il titolo di Cavaliere -, ma già a 7-8 anni, dopo la scuola, davo una mano a pulire le ossa con un coltellino e dai 13 ho cominciato a lavorare stabilmente al fianco dei miei genitori e dei miei fratelli, Giulio e Arturo. Sono perciò 71 anni che faccio questo mestiere». «Negli anni – aggiunge ripercorrendo le tappe della storia di famiglia – abbiamo aperto anche una macelleria qui di fianco e una Masano e una salumeria a Fornovo San Giovanni. Oggi è rimasta solo la mia attività, che è potuta crescere grazie alla fondamentale presenza di mia moglie Maria e prosegue con mio figlio Pietro e mia nipote Giulia, che ha 26 anni. Vedere che quanto abbiamo costruito partendo da mio papà sta andando avanti è ciò che mi rende più orgoglioso. Io, dal canto mio, continuo a fare tutto con piacere, la lavorazione delle carni, la preparazione dei salumi, il servizio al banco. Amo il rapporto con i clienti, che in certi casi va avanti da generazioni, ma anche curare le nostre produzioni. Sto bene, sono ancora impegnato dalle sei dal mattino alle otto di sera e non mi pesa». Anche la moglie Maria, classe 1934 non ha comunque mollato del tutto – ci svelano – e quando occorre dà il suo aiuto “dietro le quinte”.

Che sia un negozio storico lo si capisce senza bisogno di targhe o vetrofanie (anche se c’è l’intenzione di chiedere il riconoscimento ufficiale alla Regione Lombardia). Una sola vetrina/ingresso, l’insegna “salumeria” a caratteri rossi su fondo bianco, una trentina di metri quadri di superficie in totale, bancone ben fornito, salumi appesi, scaffali e frigo dove trovare quasi tutto: è la classica bottega “di una volta”, non di quelle artificialmente retrò che usano ora, ma il distillato di anni al servizio delle necessità alimentari del paese, che, con garbo e attenzione, va avanti senza effetti speciali.

Il punto di forza sono i salumi e gli insaccati freschi. Settantun anni di esperienza si sentono nel perfetto equilibrio della salsiccia al formaggio, la specialità più amata della salumeria. Nella Bassa è in uso aggiungere del Grana grattugiato all’impasto e il risultato in casa Rossetti è un prodotto che sin dal profumo mentre sfrigola in padella si annuncia nella sua golosità. Mobida, avvolgente, saporita al punto giusto, la si può gustare semplicemente arrostita, oppure sgranata nel risotto, come ragù per condire pasta o gnocchi o anche in umido: nella zona in autunno la si prepara in una sorta di spezzatino con i funghi chiodini. E poi ci sono i cotechini, il salame, i cacciatori, lo zampone quando è stagione. «Abbiamo smesso di produrre i salumi che rischiedono una stagionatura più lunga, come coppe e pancette – dicono Carlo e il figlio Pietro -. Continuiamo invece a fare la mortadella di fegato, un insaccato della tradizione che oltre alla carne impiega anche il fegato del maiale, spezie e vin brulé. Ai giovani è difficile che piaccia, ma chi l’ha sempre apprezzata ce la chiede. È stagionata circa un mese, la si fa bollire per un’oretta e si accompagna con purè o lenticchie. È un salume saporito, del genere della salama ferrarese. Qualcuno la mangia anche cruda».

In tempi prodotti omologati, l’artigianalità dei Rossetti è una preziosa eccezione e non stupisce che chi è andato ad abitare lontano da Caravaggio richieda ai parenti qualche loro salame o salamella come souvenir. «Il segreto? È la freschezza – afferma Carlo –. Prepariamo gli insaccati ogni martedì e se serve anche il venerdì. La salsicca al formaggio, per esempio, va mangiata subito, altrimenti prende acidità. Poi, ovviamente, contano la selezione della carne e dei tagli, che non siano nervosi, l’uso di spezie e aromi di buona qualità, la cura nella lavorazione», tutti elementi sapientemente affinati in tanti anni di lavoro.

Esperti del maiale quali sono, i Rossetti offrono anche prodotti di macelleria, solo suina, quindi lonza, filetto, braciole, costine, spiedini, involtini, fegato. L’ingresso di Pietro, coadiutore del padre dall’89 e appassionato di cucina, ha portato in negozio alcuni piatti di gastronomia rigorosamente prodotti in casa, classici come l’insalata russa fatta con le verdure fresche, il vitello tonnato, il roast beef, le torte salate, il cotechino con lenticchie o spinaci. Nel pieno rispetto della tradizione il venerdì c’è il merluzzo fritto e, dopo il successo riscontrato durante la festa di Caravaggio, il sabato è giorno di trippa. Sul banco anche altri salumi, tra cui un crudo di Langhirano e una porchetta di Ariccia, tra i formaggi un Parmigiano di montagna e a rotazione anche qualche francese e di capra.

«Lo spazio è poco – evidenzia Pietro –, ciò che cerchiamo di fare è proporre ogni giorno qualcosa di diverso tra i prodotti freschi. Grandi strategie non ce ne sono, è importante capire quali sono le esigenze e dove vanno i gusti, ci aiuta la conoscenza che abbiamo della clientela». «I momenti difficili ci sono stati e ci saranno, ma pian piano abbiamo sempre cercato di andare un passo avanti», gli fa eco il padre, che con la sua lunga carriera conferma la validità di questa semplice filosofia.


Negozi storici, premiate le quattro attività bergamasche

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Sono quattro le attività bergamasche che oggi, lunedì 14 novembre, sono state premiate alla Cerimonia annuale dedicata ai Negozi storici, promossa da Regione Lombardia,

Durante l’evento, nell’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia a Milano, sono state premiate complessivamente 130 attività commerciali insignite nel 2016 del riconoscimento regionale di “Negozio storico”, “Storica Attività” o “Locale Storico”.

Per quanto riguarda la Bergamasca, a Cornaro Gioielli di Bergamo (aperto nel 1964) è andato il riconoscimento di negozio storico mentre le altre tre insegne hanno ricevuto il riconoscimento di storica attività. Si tratta di Gioielleria Rosapina di via Borgo Palazzo (nata nel 1956), Parigi Market di Ponte Nossa (dal 1956) e del negozio Le Delizie di Osio Sopra (dal 1958).

In provincia di Bergamo sono presenti 99 negozi storici, suddivisi tra storica attività (70), locale storico (12) e negozio storico (15), insegne storiche e di tradizione (2).

«Le attività storiche sono un grande patrimonio da tutelare – afferma Paolo Malvestiti, presidente Ascom Confcommercio Bergamo –. Il riconoscimento valorizza la capacità imprenditoriale e la famiglia, due elementi che non vanno disgiunti quando si parla di commercio e di terziario e che rimangono il punto di forza di tutto il sistema, anche in un momento, come quello attuale, in cui il settore del commercio è in fase di profonda trasformazione».

Le quattro attività premiate

Cornaro Gioielli 

cornaro-gioielli-premiaizone-negozi-storiciHa sede a Bergamo in via Camozzi 44 all’interno di un meraviglioso palazzo d’epoca. Renzo e Alessandra Cornaro l’hanno rilevata da una precedente attività, nel 1964, portandola avanti con grande entusiasmo e rendendola uno scrigno prezioso dove l’atmosfera è familiare e l’accoglienza calorosa perché i clienti sono innanzitutto ospiti e amici. Da ormai vent’anni sono affiancati dalle figlie Giovanna e Marialuisa.

Gioielleria Rosaspina

Ha una storia che risale al 1939, nel cuore di uno dei più antichi e suggestivi borghi storici della Città di Bergamo: via Borgo Palazzo. A Luigi Rosaspina, il fondatore, seguono la figlia Giulia e il marito Angelo Marchesi, la nipote Luisa, attuale proprietaria, insieme al marito Pierangelo e al figlio Stefano. L’attività col tempo si è ingrandita con il laboratorio orafo e un laboratorio orologiaio.

Parigi Market

Nasce nel 1958, quanto i signori Parigi investono in un negozio di alimentari a Ponte Nossa. Nel 1973 il negozio si trasferisce nello stabile attuale, attrezzandosi con un sistema di vendita a self service che lo ha reso un punto di riferimento per tanti clienti. Nel 1992 Stefano e sua moglie sostituiscono i genitori nella gestione del negozio, offrendo un “banco freschi servito”, con prodotti di gastronomia e il  servizio a domicilio.

Le Delizie

Nasce a Osio Sopra nel 1958 come attività di frutta, verdura ed edicola, con Caterina Cassotti. Negli anni il negozio si trasforma e si amplia. A Caterina segue la figlia Giovanna, aiutata dal 1996 dal figlio Omar. Insieme ampliano il negozio ed aggiungono la novità della gastronomia, nel 2011, si aggiunge Daniele, il secondogenito di Giovanna, che riprende la vecchia licenza dell’edicola, aprendola accanto al negozio. Aperto 7 giorni su 7, propone pasti per gli anziani e pasti a domicilio e la domenica vende pane e pasticceria fresca.


Negozi Storici, altri due riconoscimenti a Bergamo

Altri due negozi in Bergamasca possono sfoggiare il titolo di “storico”. La Regione Lombardia ha pubblicato oggi il nuovo elenco dei riconoscimenti assegnati a chi vanta almeno 50 anni di attività documentata, nell’ambito del progetto Negozi Storici, dedicato alla valorizzazione del patrimonio commerciale lombardo.

Si tratta di Cornaro Gioielli, con sede a Bergamo in via Camozzi 44, che ha iniziato l’attività nel 1964, e della gastronomia Le Delizie di Osio Sopra di Giovanna Dalmaggioni, aperta dal 1958.

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La gioielleria Cornaro ha ottenuto il riconoscimento di “Negozio storico”, riservato a quegli esercizi che possono vantare una collocazione architettonica, artistica e decorativa di pregio, attrezzature storiche, merceologia e identità che abbiano tipicità e specificità di assoluto rilievo. Con le sue sei vetrine all’angolo con via Taramelli e i suoi tre piani è uno degli indirizzi di riferimento per gioielli, orologi, argenteria e accessori, che si accompagnano all’atmosfera familiare e alla cura dell’accoglienza.

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La gastronomia Le Delizie è invece una “Storica Attività”. Prepara piatti pronti dall’antipasto al dolce ed ha come specialità i casoncelli, ma ha anche saputo coniugare la tradizione con le nuove tendenze creando il “kebabg”, versione orobica del piatto turco che alle verdure e salse classiche del panino associa roastbeef di manzo, pasta di salame e pancetta.

In questa tornata la Regione ha riconosciuto complessivamente 48 insegne storiche. Oltre alle due bergamasche, 10 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Cremona, 3 in quella di Lecco, una in provincia di Lodi e di Sondrio, 4 in provincia di Monza e Brianza, 11 in quella di Milano, 8 a Varese.

In Bergamasca salgono a 96 le attività titolate nelle diverse categorie – storica attività, negozio o locale storico, insegna storica e di tradizione -. Tutte sono inserite in un elenco dedicato che permette loro di partecipare alle iniziative di promozione e accedere a bandi dedicati.

 


Cinquecento anni in quattro: i negozi storici inaugurano la mostra sul commercio trevigliese

foto Treviglio old - verticaleOltre 1.000 documenti tra visure camerali, schede di negozi, foto storiche, cartoline e persino vecchie pubblicità. Dopo un lavoro di ricerca e catalogazione lungo 20 anni, l’8 aprile vede la luce la mostra “Sumtum faciat, oportet, qui quaerit lucrum – Il commercio a Treviglio dai celti fino a domani”.  L’esposizione è allestita alla sala Crociera del Centro civico culturale di Treviglio (vicolo Bicetti, 119 e potrà essere visitata fino al primo maggio. Si potranno vedere documenti, manifesti, reperti ma anche testimonianze, ricordi del passato e oggetti che un tempo venivano usati nelle botteghe, come i vecchi bidoni e pentolini del latte, le prime affettatrici, i coltelli dei macellai prestati dal Museo del Viale di Verdello. Il percorso si svolge in 50 pannelli e allestimenti e ripercorre la storia del commercio di Treviglio e più in generale lo sviluppo del commercio bergamasco.

L’iniziativa è di Carlo Ronchi, conosciuto come Lino, 70 anni, salumiere in pensione di Treviglio. Ronchi ha ricostruito, insegna dopo insegna, l’evoluzione del commercio locale, con l’intento di salvare dall’oblio famiglie, prodotti e mestieri ormai quasi scomparsi, che hanno accompagnato la società dall’Ottocento a oggi. Un immenso lavoro per salvare materiale degli archivi privati e delle scatole dei ricordi. I documenti, scansionati ed archiviati, si intrecciano con i racconti raccolti passando da un negozio all’altro, a suon di pedalate con la sua inseparabile bicicletta. «Il progetto originale era di realizzare un libro – spiega Ronchi, che della mostra è autore e curatore -. Poi l’idea non si è concretizzata. Qualche tempo fa il direttore della Biblioteca di Treviglio mi ha proposto di realizzare una mostra e così eccoci qua. In esposizione ci sarà meno della metà del materiale che ho raccolto in questi anni e che ha riempito 30 faldoni. Solo le copie delle licenze commerciali sono 2.400, alcune risalgono al 1927».

Ronchi ha iniziato la sua ricerca negli anni Novanta, è andato in bicicletta via per via, ha ricostruito, vetrina dopo vetrina, l’antica mappa dei negozi, alcuni dei quali ci sono ancora oggi. Poi è andato avanti. «Sono un filatelico – racconta – girando per i mercatini ho trovato moltissimo materiale: quando vedevo qualcosa sul commercio lo compravo è così che ho scoperto che in passato i commercianti di Treviglio usavano i fasci trevigliesi come unità di misura. Il commercio è cambiato molto. Basta pensare che un tempo vino, olio, biscotti, in pratica tutti i prodotti erano venduti sfusi». «Purtroppo dalla mostra sono rimasti esclusi alcuni commercianti famosi  di Treviglio – dice -. Chissà, magari in futuro ne faremo un’altra».

Negozio Gelmi foto storica - Treviglio

Il taglio del nastro, in programma domani, sarà affidato a quattro commercianti storici le cui attività insieme compiono ben 500 anni: Silvio Gelmi, del negozio di casalinghi e giocattoli, Alessio Stefanoni del negozio di casalinghi, Roberto e Ilaria Carsana per Carsana Confezioni e Gian Enrico Bresciani, ex macellaio, che ha aiutato Ronchi ad allestire la mostra. Il rinfresco sarà affidato alle Botteghe del Centro, l’addobbo floreale del chiastro è stato offerto dal fiorista Gabriele Anghinoni, presidente dell’associazione dei Commercianti trevigliesi.

L’esposizione è aperta da lunedì a venerdì dalle 15 alle 18, sabato e festivi dalle 15,30 alle 18,30 ed è a ingresso libero. Per informazioni: trevigliomusei@comune.treviglio.bg.it


Negozi storici, riconoscimento alla “Gioielleria Rosaspina”

Via Borgo Palazzo e la Gioielleria Rosaspina in uno scatto del 1959

 

«Quello dei luoghi storici del commercio in Lombardia è un patrimonio che vogliamo continuare a valorizzare e sostenere, perché sono punti di riferimento ed elementi di attrattività per i centri urbani; e poi perché rappresentano un’identità e un modo di fare attività economica in grado di durare nel tempo, nonostante i morsi delle crisi e i rapidi cambiamenti imposti dal mercato».

Così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, annunciando il riconoscimento e l’inserimento nel Registro regionale dei luoghi storici del commercio di 33 nuove attività, di cui 31 con la qualifica di “Storica attività”, una con quella di “Negozio storico” e una con il marchio di “Locale storico”.

Tra i riconoscimenti anche quello alla Gioielleria Rosaspina di via Borgo Palazzo, a Bergamo, la cui fondazione risale agli inizi del 1900 e dal 1939 occupa la sede attuale, recentemente ristrutturata, al numero 39 ab. Nella gestione del negozio si sono succedute tre generazioni, con la quarta pronta a raccogliere il testimone e a portare avanti la lunga esperienza nella selezione di gioielli, pietre preziose, perle, orologi, argenti e cristallerie.

A fondare la Gioielleria è stato Luigi Rosaspina, seguito dalla figlia Giulia e dal marito Angelo Marchesi. L’attuale proprietaria è Luisa Marchesi, figlia di Angelo e Giulia, affiancata dal marito Pierangelo Manzoni, con il figlio Stefano già occupato nella gestione del negozio pronto proseguire la tradizione.

All’interno del negozio si trovano, operativi, un laboratorio orafo ed un laboratorio orologiaio attrezzati con moderne apparecchiature affiancate anche da storici attrezzi tramandati di generazione in generazione.

Nell’ultimo decennio l’attività si è ingrandita e ammodernata, con l’acquisto dei  locali adiacenti alla sede storica, ma è stato mantenuto il nome originario Rosaspina, diventato un punto di riferimento nel settore di gioielli e orologi, in città e provincia. Gli arredi e la distribuzione degli spazi interni sono stati modificati per rendere gli ambienti moderni e luminosi mantenendo però  significativi particolari, come il recupero di una cassaforte originale e risalente ai primi del ‘900.

Il negozio oggi si compone di due vetrine e ingresso su via Borgo Palazzo, un’area espositiva di circa 80 metri quadri con salottino privato per le vendite, un locale separato adibito ad ufficio e ricevimento rappresentanti, più un ulteriore locale laboratorio, attrezzato per riparazioni di gioielleria-oreficeria-orologeria.

Insomma memoria, passione e competenze capaci di stare al passo con i tempi e guardare avanti.

 

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Negozi storici, a Bergamo quattro nuovi riconoscimenti

L’elenco dei negozi storici bergamaschi si arricchisce di quattro nuove insegne, riconosciute dal terzo provvedimento varato quest’anno dalla Regione Lombardia (decreto n. 7405 del 15 settembre 2015, pubblicato sul Burl Serie Ordinaria n. 39 del 21 settembre 2015).

Tutte e quattro hanno ottenuto la qualifica di “storica attività” per la quale sono richiesti almeno 50 anni di attività, anche non continuativa, la conservazione della medesima merceologia ed insegna e possibilmente la conservazione della stessa gestione nonché sede fisica.

ottica skandia - old - ritSi tratta del negozio di fotografia e ottica Skandia di via Borgo Palazzo 102 a Bergamo, attività fondata nel 1957 da Nicola Viscardi, che nel nome ha voluto rendere omaggio alla Svezia dove aveva vissuto e scoperto il mondo della fotografia. Del negozio di abbigliamento e accessori Rota Rosanna di Calusco d’Adda, aperto nel 1931, delle Confezioni Gregis di Osvaldo Gimondi di Sedrina (1954) e delle Confezioni Castelli di Zanica, fondate nel 1955 e da due generazioni specializzate nella vendita di pellicce, pelli e montoni.

Con queste nuove entrate salgono a 98 gli esercizi che in Bergamasca hanno ottenuto il riconoscimento regionale. In Lombardia i “nuovi” negozi storici approvati sono 42 e vanno ad aggiungersi ai 75 già riconosciuti nel corso di quest’anno, per un totale di 117. Ad oggi il Registro regionale dei luoghi storici del commercio in Lombardia comprende 1.341 aziende con più di 50 anni di attività documentata.

Il marchio vuole tutelare il patrimonio di tradizione rappresentato dalle attività commerciali più longeve e il loro valore storico e culturale all’interno delle comunità ed è affiancato da finanziamenti e agevolazioni specifiche da parte della Regione.

Proprio oggi si apre il bando “Innovare la tradizione” che mette a disposizione delle aziende iscritte nell’apposito registro un milione di euro per interventi nell’ambito dell’innovazione, della riconversione, dello sviluppo di impresa, del ricambio generazionale, trasmissione di impresa, rilancio occupazionale. Le domande di finanziamento possono essere presentate solo on line attraverso la piattaforma www.siage.regione.lombardia.it, a partire dalle ore 12 e fino alle ore 12 del 15 ottobre 2015, salvo esaurimento risorse. I contributi sono a fondo perduto e coprono il 70% dell’investimento fino ad un massimo di 20mila euro. La spesa minima è di 8mila euro.