Rinnovo CCNL Terziario. Zambonelli: “Scelta di responsabilità. Ora attendiamo l’intesa sul CCNL Turismo”

Accordo fino al 31 marzo 2027. Aumento a regime (240 euro, IV livello) e una tantum di 350 euro in due tranche

Confcommercio-Imprese per l’Italia, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno sottoscritto l’accordo per il rinnovo del CCNL del Terziario, della Distribuzione e dei Servizi, il contratto di riferimento per le imprese del settore, che interessa nella nostra provincia oltre 60mila addetti.
L’accordo, con validità dal 1° aprile 2023 al 31 marzo 2027, prevede un aumento a regime di 240 euro al quarto livello, comprensivi di quanto già riconosciuto con il Protocollo straordinario del dicembre 2022, e in aggiunta “Una Tantum” a completamento del periodo di carenza contrattuale, di 350 euro, suddivisa in due tranche di uguale importo a luglio 2024 e luglio 2025. Oltre agli aumenti salariali, nel rinnovato testo contrattuale sono stati affrontati temi di primaria importanza: l’aggiornamento e la revisione del sistema di classificazione, la nuova disciplina dei contratti a termine a seguito delle novità legislative intervenute, una risposta al lavoro disagiato con l’innalzamento dell’indennità per le clausole elastiche per il part time, il richiamo alla centralità della

Giovanni Zambonelli

formazione per la competitività delle imprese e per l’inserimento lavorativo delle risorse umane, l’attenzione ai temi della parità di genere e del contrasto alla violenza sulle donne, l’investimento sulla sanità integrativa. Commentando la firma del rinnovo del contratto terziario Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo, ha espresso soddisfazione per un accordo atteso da tempo, non senza rilanciare l’auspicio che si veda al più presto anche il rinnovo dei due contratti del CCNL Turismo (pubblici esercizi e alberghi). “Con spirito di responsabilità, le parti hanno lavorato per arrivare a un risultato che tiene conto degli indicatori macroeconomici da una parte e della sostenibilità degli aumenti da parte delle imprese. L’intesa arriva al termine di un lungo negoziato, ma con soddisfazione ci aspettiamo che il risultato del rinnovo del CCNL contribuirà a rafforzare le relazioni tra le parti e ad assicurare a imprese e lavoratori condizioni di stabilità per il settore fino a marzo 2027. Mai come in questo momento è importante supportare una tenuta dei consumi da una parte e la sostenibilità dall’altra, con aumenti esponenziali dei costi, dalle materie prime ai tassi di interesse, in capo alle imprese, molte delle quali sono fortemente indebitate. Ora ci aspettiamo di raggiungere al più presto un’intesa per il rinnovo del CCNL Turismo, fermo da troppo tempo”.

 

 

 

L’accordo

Le Parti hanno riconosciuto un aumento a regime pari a 240 euro mensili, al IV livello e riparametrato sugli altri, comprensivi dei 30 euro di AFAC (Acconto Futuri Aumenti Contrattuali)già decorrenti dal mese di aprile 2023, a seguito della sottoscrizione del Protocollo Straordinario del 12 dicembre 2022.

L’aumento contrattuale verrà erogato su più tranches, disposte nelle seguenti modalità:

– 70 euro a decorrere dal mese di aprile 2024;

– 30 euro a decorrere dal mese di marzo 2025;

– 35 euro a decorrere dal mese di novembre 2025;

– 35 euro a decorrere dal mese di novembre 2026;

– 40 euro a decorrere dal mese di febbraio 2027.

Inoltre, viene riconosciuto un importo a titolo di Una Tantum, pari a 350 euro, al IV livello e riparametrato sugli altri, da erogare in due momenti differenti:

– 175 euro a luglio 2024;

– 175 euro a luglio 2025.

 


Lavoro e progresso economico, 75 premi dalla Camera di Commercio

Riconoscimenti alla fedeltà al lavoro e alle imprese più longeve e innovative, 3 premi al femminile 

Domenica 22 ottobre il presidente della Camera di commercio Carlo Mazzoleni ha premiato, nell’ambito dell’iniziativa di riconoscimento del lavoro e del progresso economico, 41 lavoratori
dipendenti, 31 imprese ‒ di cui 4 coltivatori diretti ‒ e 3 donne imprenditrici. La cerimonia si è svolta a partire dalle ore 10 presso la centrale Daste e Spalenga con la presenza
dei premiati, accompagnati in molti casi dai famigliari con cui hanno voluto condividere la gioia di questo momento.
Il riconoscimento del lavoro e del progresso economico è l’iniziativa con cui la Camera di commercio tradizionalmente celebra in una cerimonia pubblica coloro che, con l’esempio di una
vita dedicata al lavoro, hanno contribuito con impegno costante alla crescita dell’economia locale, nei diversi settori economici.
Il concorso prevede, come da tradizione, il riconoscimento alle imprese con più di 30 anni di ininterrotta attività e ai dipendenti del settore privato con almeno 30 anni di servizio presso la
stessa impresa (25 se donne). L’edizione di quest’anno ha visto per la seconda volta la premiazione delle donne imprenditrici con oltre 30 anni d’età, una specifica categoria istituita l’anno scorso per riconoscere la partecipazione della donna al mondo dell’impresa. In questo ambito la provincia di Bergamo rimane ancora di oltre due punti inferiore al dato nazionale, mentre le cariche d’impresa femminili sono solo un terzo di quelle maschili.
Il presidente della Camera di commercio, Carlo Mazzoleni ‒ complimentandosi con tutti i premiati, che hanno raggiunto nella propria vita professionale una tappa significativa sancita dal
premio di un’istituzione pubblica ‒ ha sottolineato l’importanza dell’esperienza accumulata da ogni lavoratore nel corso degli anni.
Questo patrimonio, ha sottolineato il presidente, “oltre che rappresentare un motivo di orgoglio individuale, dà fierezza all’intera comunità economica e sociale bergamasca, la quale si costruisce
grazie all’apporto di ciascuno e ora è una ricchezza, morale e certamente anche materiale, di cui tutti godiamo. Raggiungendo tappe personali ognuno ha – ciascuno per la sua parte – contribuito a
far perseguire importanti mete alle realtà imprenditoriali in cui opera o ha operato, così come all’intero territorio bergamasco. È questo l’impegno che vogliamo celebrare oggi”.
La cultura d’impresa e quella del lavoro rappresentano una sfaccettatura importante di quanto quest’anno la città di Bergamo festeggia insieme alla città di Brescia, entrambe “Capitale italiana
della cultura”. Le due città sono accomunate da una operosità con pochi pari, e sono caratterizzate da una concentrazione manifatturiera senza eguali a livello europeo.
La capacità di fare impresa è stata recentemente celebrata attraverso il progetto della Camera di commercio di Bergamo MADE Film Festival, dedicato al racconto d’impresa e del lavoro, svoltasi
proprio a Daste, luogo che testimonia la storia manifatturiera del territorio.

Benemeriti

Tra i premi, anche tre riconoscimenti speciali a Paolo Malvestiti,  al professore Mario Comana, ordinario di Economia degli intermediari finanziari alla Luiss Guido Carli di Roma,  e all’amministratore delegato di Ipsos e fondatore di Ipsos Public Affairs Nando Pagnoncelli “per il loro contributo al progresso economico della nostra collettività, per il loro impegno a favore del benessere e della crescita culturale del nostro territorio, anche al di fuori della nostra provincia”, ha dichiarato il presidente Mazzoleni, nel consegnare la benemerenza camerale.

Giovanni Paolo Malvestiti inizia il suo percorso lavorativo come dipendente nel settore delle calzature – pelletteria per poi approdare nel mondo dell’imprenditoria nel settore del commercio aprendo nel giro di alcuni anni più società e gestendo più punti vendita nel territorio bergamasco. Il percorso lavorativo di Malvestiti rappresenta l’iter di crescita professionale, personale e imprenditoriale tipico degli imprenditori bergamaschi. Nel suo percorso lavorativo ha anche saputo incarnare l’anima sociale che caratterizza il settore del terziario, favorendo la costituzione di un’ importante associazione locale: Acea, Associazione Commercianti e Artigiani di Osio Sotto, realtà che ha creato l’humus per la futura nascita dei Distretti del Commercio, realizzati da Regione Lombardia nel periodo in cui è stato Presidente di Ascom Confcommercio Bergamo e per la cui costituzione si è speso personalmente.

Dal vertice del sistema associativo del terziario bergamasco è stato chiamato a presiedere la Camera di Commercio di Bergamo per un doppio mandato, nel quale ha saputo rappresentare in modo trasversale gli interessi di tutte le categorie economiche del territorio. La sua capacità di ascolto e di dialogo con tutti gli interlocutori, insieme al suo spirito di intraprendenza, hanno contribuito a sviluppare il ruolo e la rappresentatività dell’ente camerale all’interno del mondo istituzionale bergamasco e lombardo.

 

 

Premio imprese in rosa

Sono tre le donne imprenditrici premiate per il loro impegno e la loro capacità di resilienza. Raffaella Andreini, fondatrice e titolare di Half Crown Pub di Antegnate, ha ottenuto il riconoscimento per l’introduzione di innovazione digitale in un’attività tradizionale come quella di ristorazione e intrattenimento. Tra il 2019 e il 2020 ha investito nell’ App Cei Food  per consentire ai clienti in piena pandemia di ordinare comodamente da casa menù e specialità e continuare a lavorare in piena sicurezza. Oggi l’App continua a riscuotere un ottimo successo e consente di ricevere ordini e consegne.

Sara Bosatelli della Gelateria Mandorlacchio di Bergamo ha “puntato a rimodernare le attrezzature dell’attività rilevata, scegliendo macchine a minore impatto ambientale e realizzando gelati, partendo solo da prodotti naturali. Ogni semilavorato è bandito e gli ingredienti vengono selezionati con cura; alta l’attenzione ai clienti intolleranti con gelati senza lattosio, a basso indice glicemico. Marella Genini, titolare di Bau House a Sorisole, è stata premiata per la sua particolare attività di asilo diurno per cani. Un servizio innovativo, che risponde a una domanda in forte crescita

 

Imprese

Sono 31 le imprese premiate per la loro storia: Schiavi spa di Bossico con 94 anni di attività familiare nelle costruzioni  edili; Arredamenti Premarini sas di Spirano, con 64 anni di attività familiare arredamenti e arredo ufficio; Cooperativa Consumo Ardesio di Ardesio, con 63 anni di ininterrotta attività commercio di prodotti alimentari; Mcf srl di Canonica d’Adda, con 61 anni di attività nelle lavorazioni, costruzioni meccaniche di materiali metallici; La dolciaria bergamasca degli eredi di Tironi Giovanni di Tironi Costanza & c sas di Albano sant’Alessandro con 54 anni di attività nella produzione confetti e dolciumi; Spada Roberta di Bottanuco, con 54 anni di ininterrotta attività commercio elettrodomestici; Cooperativa agricola e di consumo di Treviglio di Treviglio con 49 anni di attività familiare commercio al dettaglio di attrezzature e prodotti per l’agricoltura; Fratelli Marabini srl di Orio al Serio, con 46 anni di attività commercio, noleggio, manutenzione carrelli elevatori; Autoriparazioni Merisio di Merisio Aldo e c snc di Bergamo, con 44 anni di ininterrotta attività riparazione automezzi in genere e applicazione dispositivi motulesi; Parrucchiere da Nando di Confalonieri Fernaldo di Clusone con 44 anni di ininterrotta attività; Azzola Maria Teresa di Bergamo con 43 anni di attività di disegnatrice; Cooperativa edilizia Acli casa soc. coop di Bergamo con 43 anni di attività nelle costruzioni edilizie; Neodecortech spa di Filago con 41 anni di attività nella produzione di carte decorative per l’industria del mobile e del pavimento; Pubbliluce srl di Villa d’Ogna, con 41 anni di attività impianti elettrici; Verpol srl di Ghisalba,  con 41 anni di attività nelle verniciature industriali; Effegieffe srl di Azzano San Paolo, con 40 anni di  attività nella lavorazione del ferro; Gasparina di Sopra Soc. coop. sociale di Romano di Lombardia, con 40 anni di attività nei servizi terapeutico-educativi a carattere residenziale; La sirena srl di Serina con 38 anni di attività pasticceria; Caffetteria Gritti Alessandra di Zogno, lavanderia da 37 anni; L’oasi Piu’ srl di Villongo, con 37 anni di attività di gelateria; Salus-srl di Bergamo con 37 anni di ininterrotta attività commercio al dettaglio di calzature; Vailati Luigi sas di Vailati Antonella e Vailati Raffaele di Fontanella, con 37 anni di ininterrotta attività commercio di prodotti alimentari; Vavassori Pulizie snc di Tiraboschi v & c di Nembro con 37 anni di ininterrotta attività pulizie civili e industriali; Albergo Miralago di Arrighetti Bruno & c snc di Bossico con 35 anni di ininterrotta attività di ristorante albergo; Gelateria Pandizucchero di Tellini Ivano di Treviolo con 33 anni di ininterrotta attività gelateria; Fae Technology spa di Gazzaniga con 32 anni di ininterrotta attività realizzazione schede ed apparecchiature elettriche/elettroniche; Carlessi Loredana e Marinella snc di Castel Rozzone con 31 anni di ininterrotta attività commercio al minuto drogheria. Quattro i coltivatori diretti premiati, tutti allevatori di bovini o bovini da latte: Giovan Battista Ghirardi di Algua, Società Agricola Brembofarm di Pontirolo Nuovo, Agostino Lazzarini di Fontanella e Sperandio Filisetti di Endine Gaiano.

Dipendenti

Dai 25 anni di anzianità ai 48: una vita spesa alle dipendenze della stessa azienda, con un legame di fiducia fortissimo, costruito giorno per giorno. Sono 41 i dipendenti premiati domenica dalla Camera di Commercio, qui nella foto di gruppo. 


Mercato del lavoro, saldo positivo per i dipendenti per il nono trimestre consecutivo

I dati dell’Osservatorio della Provincia relativi al primo trimestre evidenziano un saldo positivo per 5800 posizioni. L’espansione si consolida nel terziario 

L’occupazione dipendente continua a crescere in provincia di Bergamo con un saldo tra ingressi e uscite positivo per oltre 5.800 posizioni.
La variazione tendenziale è positiva per il nono trimestre consecutivo con segni di rallentamento che in parte dipendono dall’effetto base (il confronto è con i primi mesi del 2022 in forte recupero post-Covid), in parte risentono di un ciclo produttivo più debole e di una perdurante difficoltà di reperimento di nuovo personale che riguarda poco meno della metà delle figure professionali richieste dalle imprese. È  questa la principale evidenza emersa  dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro, costituito nell’ambito della Cabina di regia provinciale Lavoro e Formazione, con la presentazione questa mattina dei dati relativi al primo trimestre 2023.
L’espansione occupazionale si attenua nell’industria e nell’edilizia ma si consolida nel macrosettore del commercio e dei servizi. In particolare nei settori più sensibili ai consumi turistici (alberghi, ristorazione, intrattenimento…) si registrano livelli di assunzioni e di variazione netta superiori agli andamenti tipici di inizio anno, segno di una dilatazione della stagione turistica.
Il saldo è positivo in tutte le tipologie contrattuali, si riduce nella somministrazione e cresce nell’area dei rapporti permanenti grazie al continuo aumento delle trasformazioni dal tempo determinato al tempo indeterminato.
Le assunzioni e i saldi netti si riducono in confronto a un anno fa per gli uomini, quasi per nulla tra le donne. La tenuta dell’occupazione femminile è dovuta al suo maggior peso relativo nei servizi in ripresa e alla dinamica degli ingressi part-time (che crescono del 4% contro un calo di quelli full time dell’8%). Gli ingressi di giovani al di sotto dei 30 anni si mantengono su livelli simili a quelli di un anno fa con un’incidenza, in progresso, al 40% delle assunzioni totali. La dinamica delle assunzioni di lavoratori stranieri è allineata a quella complessiva, ma si registra un aumento tendenziale delle loro cessazioni, che risultano invece in calo tra i lavoratori di nazionalità italiana. Nelle aree territoriali dei Centri per l’impiego si conferma sui livelli di un anno fa il saldo positivo nella circoscrizione del capoluogo (oltre duemila posizioni lavorative). Positivi ma in attenuazione rispetto a un anno fa i risultati delle aree di Treviglio, Romano di Lombardia e Grumello del Monte. 1 L’indagine campionaria camerale sul primo trimestre 2023 segnala a Bergamo una battuta d’arresto congiunturale della produzione industriale (e nel terziario una crescita del fatturato più forte nei servizi rispetto al commercio).
La platea delle imprese con almeno un’assunzione di dipendente nel trimestre (10.665) si mantiene sui livelli del trimestre iniziale dello scorso anno e ben al di sopra del periodo pre-Covid, con un recupero significativo tra le imprese che operano nei settori più influenzati dal turismo. Tra le causali delle cessazioni aumentano nel confronto annuo solo le chiusure per fine del rapporto a termine mentre calano i licenziamenti e, di poco, anche le dimissioni.


Ragazzi, che passione. A Montisola focus della Cisl sul lavoro nell’accoglienza

Al Castello Oldofredi di Montisola, il 1°giugno,  Ascom Confcommercio Bergamo e Confcommercio Brescia analizzano con il sindacato il settore

“Ragazzi, che passione”. Questo il titolo della giornata che FISASCAT CISL di Bergamo e Brescia dedicano il 1 giugno, alla cultura del buon lavoro per il futuro dell’accoglienza. categoria del commercio e turismo delle CISL bergamasche e bresciane hanno infatti convocato i propri direttivi al Castello Oldofredi di Montisola, sul lago d’Iseo, per analizzare la situazione del settore, insieme alle “controparti” delle associazioni, tra cui Confcommercio, e individuare soluzioni e progetti.
“Un appuntamento – spiega Claudia Belotti, segretaria della federazione sindacale del commercio e del turismo della Cisl di Bergamo – pensato cogliendo l’opportunità della designazione da parte del Ministero della Cultura di “ Bergamo e Brescia capitali della cultura, e studiato per dare risalto al nostro territorio, ma anche per darci l’opportunità di confrontarci sull’ampio tema del lavoro, partendo dalle aspettative degli studenti che si approcciano all’orientamento Turistico, dalle necessità dalle aziende e dalle competenze richieste, arrivando alla conseguente esigenza di normare e riconoscere nel contratto nazionale, orari e condizioni, conciliazione vita-lavoro, flessibilità , e sicurezza”.
“Le difficoltà a trovare personale lamentate da bar, ristoranti e più in generale dalle molteplici attività dell’accoglienza turistica – dice Paolo Tempini, segretario generale della FISASCAT CISL bresciana -, hanno aperto da un lato una urgente riflessione sull’occupazione stagionale, sulla sua retribuzione e condizioni di lavoro talvolta davvero scoraggianti, dall’altro la necessità di un’analisi più complessiva sulla qualità del lavoro e su come sta cambiando la percezione del valore del lavoro, sia tra chi nel settore ha da tempo una
stabile collocazione occupazionale che tra i giovani”.
L’apertura dei lavori è prevista alle ore 09 con l’introduzione di Belotti e Tempini; toccherà invece al segretario generale di FISASCAT Lombardia, Ivan Notarnicola, presentare le tesi del convegno, sviluppate poi dal presidente di Adapt Emmanuele Massagli (Offerta e domanda di lavoro nel turismo post pandemia) e dal professore di Scienze economiche dell’Università di Bergamo Federica Origo (Oltre la retribuzione: la qualità del lavoro nel settore del turismo). Chiuderà la sessione introduttiva del convegno Giuseppe Comini, direttore della sede di Brescia di IAL Lombardia, presentando i progetti della Regione contro la dispersione scolastica che fanno leva sulle opportunità offerte dal turismo.
La seconda parte della mattinata sarà dedicata ad una tavola rotonda intitolata: “Sindacato, territorio e formazione alla sfida di una nuova collaborazione”. Coordinati dal giornalista Riccardo Venchiarutti, interverranno Davide Guarini, segretario generale FISASCAT nazionale; Maurizio Betelli, direttore di Azienda Bergamasca Formazione; Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia di Bergamo; Emanuele Moraschini, presidente della provincia di Brescia; Oscar Fusini, direttore ASCOM Confcommercio Bergamo; Emanuele Spini, responsabile area lavoro Confesercenti Bergamo; Barbara Quaresmini, presidente Confesercenti Brescia; Carlo Massoletti, presidente Confcommercio Brescia.
Le sessioni del convegno saranno introdotte da due filmati, uno con interviste a lavoratori da tempo occupati in strutture alberghiere, ristoranti e bar, e un altro dove a parlare delle loro aspettative saranno i giovani che si preparano ad entrare nel mondo del lavoro.


Assemblea panificatori Aspan, ecco le linee guida per il futuro

Revisione degli orari di lavoro, formazione e un occhio costante ai conti. Alcune delle sfide per il nuovo direttivo Aspan 

La scelta della sede dell’assemblea annuale Aspan non è casuale: è ricaduta sulla Fondazione Isb di Torre Boldone, in uno dei tanti luoghi dove a suon di corsi, si impastano sogni e aspettative per la professione futura, tra l’attesa dei tempi di lievitazione e l’ora di lezione in aula. Tanti i giovani che ancora vogliono imparare un mestiere ma che finiscono con il perdersi dopo il percorso scolastico, quando si mettono alla prova con i ritmi di infornate e impasti. “Ogni ragazza o ragazzo che esce da queste aule e laboratori è il professionista del domani e con il tempo diventerà un nuovo imprenditore dell’arte bianca- ha sottolineato il presidente Aspan Massimo Ferrandi-. L’invito che rivolgo a tutti voi colleghi è quello di prendervene cura ogni qual volta si avvicinano alla nostra attività come stagisti, affinchè siano supportati sempre dalla vostra esperienza e dalla vostra tangibile passione per l’arte in cui siete maestri, non senza ringraziare tutte le belle realtà che si occupano di formazione e tutti coloro che si impegnano per insegnare questo mestiere. Se vogliamo fare innamorare i giovani di questo mestiere occorre ripensare le fasi di produzione, avvicinandole ad orari diurni, anche con l’aiuto della tecnologia, per spostare il lavoro sempre più durante le ore di luce, con ritmi più consoni e umani”. Il tema del lavoro è quanto mai caldo anche per i forni di città e provincia. Mai il timore di ricambio generazionale è stato così forte, problema del resto condiviso e generale per la maggior parte delle imprese. “Nell’ultimo anno sono scomparse una decina di attività, ma il problema è che si fatica davvero a trovare personale” continua Ferrandi. La scarsità di nuove leve non è l’unico problema sollevato in assemblea. “L’aumento a dismisura delle farine e delle altre materie prime, i costi dell’energia con picchi elevatissimi, hanno messo a dura prova le nostre aziende- ha ribadito, in continuità con l’assemblea dello scorso anno, il presidente Aspan-. Abbiamo dovuto adeguare il prezzo dei nostri prodotti, senza riversare tutti i costi sui nostri clienti. Chi non ha fatto gli adeguamenti richiesti dall’andamento del mercato oggi si trova in grande affanno. Le nostre imprese devono prendere coscienza delle condizioni in cui stanno operando e agire di conseguenza: se necessario va ripensato il modello di business per garantirci un futuro più certo e sostenibile, sia economico che di qualità della vita. Pur nelle difficoltà delle condizioni esterne, come quelle che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, la consapevolezza dei costi è leva imprenditoriale fondamentale ma non riguarda solo il prodotto, va estesa a tutta l’organizzazione dell’impresa: questo è un messaggio che l’associazione lancia ormai da tempo”. I servizi Aspan assicurati ai soci sono stati costantemente aggiornati e potenziati: “Il calcolo del credito d’imposta sulla spesa elettrica e di gas metano, oltre a convenzioni per agevolare i soci, sono alcune delle novità messe in campo da Aspan- sottolinea il direttore Roberto Alvaro-. Servizi che affiancano quelli tradizionali, dalle paghe alla contabilità, oltre ai corsi di formazione e aggiornamento, dalla sicurezza alimentare a quella in azienda. Prosegue inoltre il progetto di comunicazione voluto per rilanciare l’immagine e la presenza dell’associazione definire il valore dell’appartenenza ad Aspan”.  Importanti passi sono stati compiuti anche sul fronte sindacale per dare valore aggiunto al contratto di lavoro con prestazioni significative sia a vantaggio delle imprese che degli addetti. Rafforzate anche le prestazioni e assistenza dell’ente bilaterale Ebipal regionale e Ebipan nazionale, anche attraverso i fondi per gestione Tfr, oltre all’assistenza sanitaria per gli iscritti.  Non mancano progetti nuovi, a partire da “Bread for creative city”, che nell’anno di Bergamo Brescia capitale della cultura, pone al centro dell’attenzione il pane fresco quotidiano. Prosegue inoltre e continua la sua crescita la filiera “Qui Vicino”, fiore all’occhiello dell’Associazione che da oltre dieci anni promuove la filiera certificata con tecnologia blockchain, portando in alto valori etici e traducendo in realtà i migliori precetti dell’economia circolare. Il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini ha aggiunto: “Il tema delle competenze, importante per ogni settore economico, è strategico soprattutto nel settore della panificazione dove la sopravvivenza della qualità dell’offerta e del servizio al cliente sono i valori della competizione dei piccoli forni a conduzione familiare presenti in maniera capillare nella nostra provincia. i panifici restano un presidio importante per i borghi storici ed un elemento insostituibile dell’ecosistema del commercio di vicinato tradizionale. Aspan Bergamo, grazie all’ottimo lavoro del suo presidente con il Consiglio Direttivo, del suo segretario con il personale, rappresenta un ‘associazione di eccellenza a livello nazionale”.

Il nuovo direttivo

L’assemblea Aspan ha eletto quest’anno il nuovo consiglio direttivo, chiamato poi nei prossimi giorni ad eleggere il presidente (va precisato che Massimo Ferrandi ha espresso la sua disponibilità a ricoprire per un nuovo mandato l’incarico). Confermati nel direttivo Aspan: Massimo Ferrandi (Treviglio), Andrea Suardelli (Urgnano), Francesco Casati (Brembate), Ivan Morosini (Torre Boldone), Ettore Gipponi (Osio Sopra) e Patrizio Zaninoni (Nembro). Entrano in consiglio: Matteo Gabbiadini, Silvio Recanati e Flavio Ianniello. La scelta, rispetto al mandato precedente, è quella di passare da 11 a 9 consiglieri. “Lavoriamo a fianco per dare tutti un contributo alla crescita di questa nostra piccola ma combattiva organizzazione e assicurarne il futuro” ha ribadito Massimo Ferrandi.
Sono stati inoltre nominati i revisori dei conti: Giorgio Gozzoli (presidente), Samuele Marinoni (Urgnano), Matteo Testa (Treviglio).

Conferma presidenza a Massimo Ferrandi

Il Consiglio Direttivo nominato dall’assemblea, ha confermato alla presidenza Massimo Ferrandi di Treviglio e ha nominato vicepresidenti Andrea Suardelli di Urgnano, vicario, (confermato) e Francesco Casati di Brembate. Fanno parte del Consiglio Direttivo: Matteo Gabbiadini (Bagnatica), Ettore Gipponi  (Osio Sopra), Flavio Ianniello (Arzago d’Adda), Ivan Morosini (Torre Boldone), Silvio Recanati  (Terno d’Isola), Patrizio Zaninoni (Nembro).
Il collegio dei revisori dei conti vede Giorgio Gozzoli presidente, Samuele Marinoni (Urgnano), Matteo Testa (Treviglio).


Lavoro stagionale nel terziario, intesa Ascom e sindacati per gestire i picchi di lavoro

L’accordo ha validità per tutto il 2023 e 2024. Incentivi dall’Ente Bilaterale per chi trasformi in indeterminato i contratti stagionali

Ascom Confcommercio Bergamo e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs della provincia di Bergamo hanno sottoscritto un Accordo Territoriale per il lavoro stagionale nel terziario. L’intesa permette alle circa 24mila aziende che applicano il CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi della provincia di Bergamo di gestire i picchi di lavoro riconducibili a ragioni di stagionalità e alla fase di avvio di nuove attività con assunzioni a tempo determinato (art 75 e 76 del CCNL per i dipendenti da aziende del Terziario della Distribuzione e dei Servizi – Testo Unico del 30 luglio 2019). L’accordo ha validità fino al 31 dicembre 2024. L’intesa territoriale va in deroga ad alcuni aspetti della disciplina ordinaria del contratto per gestire i
maggiori flussi di lavoro, dalla durata del contratto a tempo determinato, al numero complessivo dei contratti a termine rispetto ai contratti a tempo indeterminato, agli intervalli temporali previsti per le riassunzioni cosiddette stop & go, alle causali delle proroghe e dei rinnovi.
“Diamo così risposta a un’esigenza sentita dalle imprese locali del Terziario per gestire i picchi di lavoro stagionali nonché in fase di avvio di nuove attività- commenta Enrico
Betti, responsabile Area Lavoro, Relazioni sindacali e Welfare Ascom Confcommercio Bergamo-. Era fondamentale dare uno strumento di flessibilità ai nostri associati, che si trovano oggi a dover affrontare un maggiore flusso di lavoro determinato da Bergamo Capitale della cultura e in prospettiva l’auspicabile effetto trascinamento nell’anno 2024.”
“Nell’anno in cui Bergamo e Brescia sono capitale della cultura, le attività commerciali delle zone turistiche interessate hanno manifestato la necessità di implementare il loro
organico per far fronte alle richieste del mercato. Definire la regolamentazione nel dettaglio delle assunzioni per il lavoro stagionale ha rappresentato un punto di
discussione importante in questi mesi – dichiarano i segretari generali Nicholas Pezzé di Filcams CGIL, Claudia Belotti di Fisascat CISL e Anila Cenolli di Uiltucs di Bergamo- “Auspichiamo che questo accordo possa fornire un impulso positivo a un’occupazione di qualità per tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici che saranno coinvolti. Ci auguriamo soprattutto che si apra un percorso di formazione e qualifica che permetta al maggior numero di loro di venire stabilizzati. Per noi sarà centrale confrontarci come parti sociali per monitorare l’andamento dell’accordo” .
I datori di lavoro che intendano beneficiare dell’Accordo Territoriale devono presentare all’Ente Bilaterale del Terziario della provincia di Bergamo specifica richiesta di adesione pubblicata sul sito internet di Ascom e su www.entebilcombg.it,  da compilare telematicamente e trasmettere esclusivamente tramite PEC aziendale all’indirizzo:
posta@pec.entebilcombg.it.
Le aziende che dovessero trasformare i contratti di lavoro a tempo determinato stagionale attivati secondo l’accordo territoriale con assunzioni a tempo indeterminato o che dovessero attivare i contratti a tempo determinato della durata superiore alle 13 settimane fruiranno sino a dicembre 2024 per ogni contratto (e per ogni successivo fino al quarto compreso) un contributo di 500 euro (riproporzionato in caso di part-time) quale incentivo grazie al fondo apposito messo a disposizione dall’Ente Bilaterale del Terziario di Bergamo (fino ad esaurimento fondi).
Le aziende hanno l’obbligo di stabilizzare con un contratto di lavoro della durata di almeno 12 mesi il 20% dei contratti attivati secondo il presente accordo.
Tutte le parti interessate, Ascom e le tre sigle sindacali, hanno sottoscritto l’impegno di valutare gli esiti dell’intesa, con eventuali proroghe e aggiornamenti, entro il 30 settembre 2023.


Corsa alle dimissioni, la grande crisi per le imprese del turismo e della ristorazione

Non c’entrano solo orari e stipendi, ma pesa sempre di più il benessere percepito sul lavoro, oltre al rapporto con il titolare (che vale il 50% delle rinunce lavorative)

Il fenomeno delle grandi dimissioni, Great resignation o big quit come lo chiamano gli americani, dopo il boom degli Stati Uniti nel 2021 (47,7 milioni di dimissioni volontarie contro i 68,8 milioni di cessazione di rapporti di lavoro) ha raggiunto anche l’Europa e sta scuotendo dall’anno scorso anche il nostro Paese e in via trasversale tutti i settori economici che lo compongono. Questo nuovo modo di intendere e concepire la vita per i lavoratori che cercano prima di tutto benessere e conciliabilità dei propri interessi sta trovando la “vittima sacrificale” nei settori del terziario: il commercio, ma soprattutto il turismo e la ristorazione, stanno pagato il dazio più alto.

Accanto infatti ai tanti fattori che spiegano il fenomeno delle grandi dimissioni in senso generale, ce ne sono alcuni particolari che riguardano esclusivamente i settori del terziario. In primo luogo il settore è costituito quasi esclusivamente da micro e piccole imprese per lo più a conduzione familiare dove la possibilità di proporre una carriera è molto bassa. Una volta, chi lavorava in questo settore lo faceva per imparare un mestiere e aprire la propria attività, ma oggi quella proiezione di lungo termine sembra essere fantascienza per la maggioranza dei giovani.

Le imprese del settore turistico pressate dalle difficoltà finanziarie della pandemia e da quelle economiche della riduzione dei margini per la concorrenza dei grandi player (dalle prenotazioni con le OTA nella ricettività, del delivery con le piattaforme nella ristorazione) e da una concorrenza esasperata non hanno margini per accrescere le condizioni economiche dei lavoratori.

Inoltre, da almeno vent’anni è cambiata la percezione dello status, ossia quel modo di pensare collettivo che faceva preferire il lavoro in negozio, al bar e al ristorante alla fabbrica (così come nei cinquant’anni precedenti il lavoro in fabbrica era lo sbocco moderno per chi scappava dalla alla campagna). Il pensiero di dover lavorare il sabato e la domenica e nei giorni in cui gli altri si divertono è il deterrente peggiore per cercare un posto di lavoro nel terziario. La stessa professione di chef, fino a dieci anni fa di grande impatto mediatico, non sembra più rientrare tra i fenomeni alla moda.

E’ proprio il settore dei pubblici esercizi e dei ristoranti, dove l’età media dei lavoratori è mediamente tra la più bassa, a fare le spese di questa disaffezione per professioni un tempo decisamente più ambite. Complice anche il crollo demografico, nella provincia di Bergamo stimiamo la carenza di circa 6.000 addetti, pari al 22% rispetto a gli occupati (5.200 titolari, familiari e soci e circa 22.000 dipendenti – fonte FIPE). Molte imprese quindi decidono di ridurre i turni, aumentare i giorni di chiusura e limitare le sale per mancanza di personale. Ciò accade nonostante il settore impieghi molto frequentemente, con  il lavoro a chiamata, gli studenti universitari, che in questo modo cercano di sostenere le loro piccole spese e allo stesso tempo formarsi e crescere, oltre a rapportarsi con gli altri, testando e migliorando le proprie qualità relazionali.

Tutti questi fattori negativi e convergenti, dal calo demografico alla ricerca di tempo libero e svago, stanno creando una seria difficoltà al commercio e al turismo e rischiano di inchiodare uno dei settori in crescita nel nostro Paese. Ma cosa fare? Quale compito abbiamo?

Difficile individuare soluzioni valide a priori se non la ricerca a ogni livello di una maggiore capacità di attrazione del personale, di ingaggio, ossia di costruzione della relazione, la cura del benessere del lavoratore e la gratificazione.

Le direzioni delle risorse umane delle grandi imprese sono già da tempo al lavoro per migliorare la relazione con i dipendenti: welfare, premi aziendali, smart working, formazione e possibilità (teorica) di fare carriera. Tutto quanto sembrerebbe, se non alieno, almeno lontano nella stragrande maggioranza delle piccole aziende del commercio e del turismo. Eppure nelle realtà più piccole il punto di partenza cruciale per il cambiamento è proprio la consapevolezza del datore di lavoro. Se lo stile direttivo e la contrapposizione tra titolari e collaboratori non esistono più da anni, nella stragrande maggioranza delle imprese serve comunque un perfezionamento dello stile collaborativo e un grande cambio di passo nella comprensione del cambiamento e nell’accettazione delle esigenze nuove, non certo dei capricci, dei collaboratori.

Se il cambiamento è abbracciato dal datore di lavoro, allora la capacità di reazione della piccola imprese è certamente superiore a quella delle medie e grandi imprese perché nelle prime il titolare è a contatto diretto e lavora- spesso gomito a gomito- con i suoi dipendenti.

Non è però solo una questione di velocità, ma anche di possibilità concrete di accontentare i lavoratori. Nelle grandi aziende, le direzioni del personale sono lontane dai dipendenti e le eccezioni nel trattamento dei collaboratori sono spesso impossibili da stabilire quando i dipendenti sono molti da gestire, mentre il piccolo imprenditore può attuarle con più flessibilità, gestendo ad esempio un turno migliore per la mamma che ha figli più piccoli o per la ragazza che è iscritta a un corso in palestra in palestra. In questo si può tradurre la maggiore attenzione alle esigenze e il contrasto al malessere dei collaboratori, che resta la principale ragioni delle dimissioni.

Tutti noi, a ogni livello, preferiremmo che il mondo del lavoro fosse quello di trent’anni fa, ma così non è e non potrebbe nemmeno esserlo. Serve quindi la flessibilità delle regole, che non significa non lavorare, ma che siano adeguate al cambiamento dei tempi e non rigide come le leggi scritte sulla sacre tavole. Infine servirebbe una gestione oculata dei turni di lavoro che eviti carichi massacranti per gli addetti, perché di persone disponibili a sacrificarsi in tutto per il lavoro ce ne saranno sempre meno.

Le ricerche su questi argomenti convergono nel sostenere che una lettera di dimissione su due non dipenda da fattori economici. Se su questi ultimi ciascun imprenditore deve poter fare i conti con le proprie tasche, sulle altre voci dipende solo da lui e senza spendere di più per trattenere il personale.


Metaverso, due giorni di full immersion sulle opportunità della nuova rivoluzione virtuale

Focus sulla metaverse economy in aula ed esperienza immersiva per i presidenti di categoria Ascom 

Ascom Confcommercio Bergamo entra nel Metaverso per una full immersion nelle nuove modalità di interazione e business negli spazi virtuali. I presidenti di categoria Ascom Confcommercio Bergamo hanno approfondito  il Metaverso e viaggiato negli spazi virtuali con l’utilizzo di oculus di ultima generazione. Gli imprenditori si preparano così a  gestire al meglio le evoluzioni richieste dalla prima epocale rivoluzione virtuale dell’epoca  di internet.  “ I cambiamenti del web, di siti e piattaforme e-commerce e dei social network porteranno una trasformazione a catena nella vita quotidiana di ciascuno e avranno un forte impatto sul modo di interagire e lavorare, influenzando i modelli economici di business- sottolinea il presidente Ascom Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Per questo abbiamo organizzato due giornate formative per scoprire il Metaverso, la nuova rivoluzionaria evoluzione in campo digitale”. In due giorni di formazione si sono approfondite le diverse opportunità del Metaverso. Il primo incontro, teorico, si è aperto lunedì 14 novembre, dalle 16.30 alle 18.30, nella Sala conferenze della sede Ascom Confcommercio Bergamo di Via Borgo Palazzo, con un primo inquadramento sulla “metaverse economy”. Il secondo incontro, martedì 15 novembre,  ha visto invece i presidenti impegnati, con visori virtuali, alla scoperta come avatar della nuova realtà virtuale. L’esperienza immersiva nel Metaverso,  organizzata a piccoli gruppi composti da sei partecipanti,  è stata per molti l’occasione di un primo accesso e una prima presa di confidenza con visori e puntatori.  La formazione sul metaverso ha lanciato alcuni importanti spunti sulle potenzialità offerte dalla prima rivoluzione virtuale dell’epoca di internet, che avrà importante impatto sull’economia e sul comparto del terziario. “Abbiamo voluto invitare tutti  i presidenti delle nostre categorie ad approfondire  questo tema per capire le possibili ricadute  nei prossimi anni. Il tema del metaverso presenta ancora  delle criticità di tipo etico ed economico, ma come per tutte le innovazioni – penso ad esempio alla nascita di internet 30 anni fa – devono essere approfondite e non sottovalutate” spiega Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo. I grandi brand sono già pronti a cogliere le opportunità di business, dal look degli avatar agli arredi degli ambienti virtuali. Le potenzialità sono enormi, dalla formazione con lezioni nel Metaverso alla possibilità di fare esperienze altrimenti difficilmente organizzabili. Basti pensare al primo concerto nel Metaverso che l’anno scorso ha fatto registrare 12 milioni di persone: non esiste posto reale che possa accogliere così tante persone. Le applicazioni sono veramente molte e in campi diversi. L’impatto può essere davvero importante in campo economico, ma prima ancora culturale e sociologico. La stima è che le ore finora trascorse sui social, pari ad una media di 1 ora e 58 minuti, possano venire interamente trasferite nel Metaverso. Serviranno architetti e disegnatori del nuovo mondo virtuale. Se ci saranno nuove opportunità lavorative, è però fatto di cronaca la decisione del gruppo Meta-Facebook di procedere con un taglio di migliaia di lavoratrici e lavoratori a livello globale, con l’ufficializzazione dell’avvio di un licenziamento collettivo anche in Italia di 22 dipendenti (pari al 17% della forza-lavoro della sede nazionale del Gruppo).


Lavoro, il 56% delle imprese del terziario fatica a trovare profili idonei

Tra i fattori pesano l’inadeguatezza delle competenze ed esperienze e gli orari di lavoro

Negli ultimi due anni, il 45% delle imprese ha ricercato nuovo personale. Non senza difficoltà: tra questi imprenditori, il 56% ha faticato nella ricerca di profili idonei (il 35% dichiara di aver incontrato molte difficoltà). Si parla di circa 6.050 imprese del commercio, turismo e servizi.  La mancanza di personale tra le imprese del terziario è evidente ed è ormai un problema strutturale del nostro sistema economico territoriale, come emerge dalla recente ricerca affidata da Ascom Confcommercio Bergamo. Il problema sembra essersi acuito con la pandemia: il 54% delle imprese dichiara infatti di aver incontrato maggiori difficoltà rispetto al passato. Tra i fattori pesano l’inadeguatezza delle competenze ed esperienze e gli orari di lavoro.
Gli imprenditori sono  alla ricerca di come essere più attrattivi attraverso la disponibilità a innalzare stipendi o a investire in percorsi formativi o a implementare politiche di welfare. Ma per molti candidati non è solo una questione di  ingaggio:  la pandemia ha posto al centro il tema della qualità della vita e delle condizioni lavorative.

I dati della ricerca

Il perché della difficoltà

La principale difficoltà è relativa alla scarsità di competenze ed esperienze che pesa  per il 57,1%; seguono gli orari di lavoro (per il 38,1%), ritenuti pesanti dai candidati e la retribuzione, insufficiente per il 21,4%. Tra le altre motivazioni la concorrenza di altre imprese alla ricerca di personale con caratteristiche analoghe (con un’incidenza pari al 17%), mansioni e tipologia di lavoro ritenute poco attrattive (per il 14,35), eccessiva distanza tra il luogo di lavoro e l’abitazione (9,5%). Non manca chi reputa insufficienti le politiche di welfare e benefit per i lavoratori (5%) e, infine chi rinuncia per un’immagine dell’impresa poco appetibile (4%).

L’impatto sull’estate appena trascorsa

Il 17,8% delle imprese del commercio e della ristorazione non hanno chiuso l’attività nella stagione estiva. Diverse le motivazioni, tra queste il 59,2% riserva la chiusura in altro periodo. Il 31% non ha chiuso per incrementare i ricavi. E per molti è stato anche impossibile lasciare l’attività per una pausa estiva per assenza di risorse in organico (34%) o per malattie o ferie del personale (25,5%) .

Mancanza di personale, quali soluzioni? 

Gli imprenditori, per affrontare il problema dell’emergenza personale e  per trovare personale qualificato e con le competenze adatte, sarebbero disposti a concedere stipendi più alti rispetto ai minimi salariali (25,1%), corsi di formazione professionali (23%), premi di produzione (22%), politiche di welfare (17%), voucher o  sconti sui beni o servizi dell’impresa (16%) . In particolare per coloro che hanno indicato l’eventualità di offrire stipendi più alti rispetto ai minimi salariali (il 25,1% degli imprenditori), il 38% sarebbe disposto ad offrire tra il 10 e il 20% in più. Il 33% è disposto a proporre fino al 10% in più. Il 21% è tuttavia pronto a rialzi significativi, dal 20 al 30% in più. L’8% degli imprenditori alza ulteriormente la retribuzione: il 4% tra un 30% e un 40% per cento in più rispetto al minimo salariale, il 3% tra un 40 e un 50% in più, l’1% oltre al 50% in più. In generale, l’aumento medio concedibile è del 16%. Di fronte a competenze adeguate e maggiore produttività, gli imprenditori sono disposti a ritoccare gli stipendi.


Lavoro, Istat: 120mila occupati in più rispetto al IV trimestre 2021

L’aumento dell’occupazione (+905 mila unità, +4,1% in un anno) coinvolge sia i dipendenti, a tempo indeterminato, a termine e gli indipendenti

Nel primo trimestre dell’anno si registrano 120 mila occupati in più rispetto al quarto trimestre 2021 (+0,5%), per effetto della crescita dei dipendenti a termine (+72 mila, +2,4% in tre mesi) e di quella, meno intensa, dei dipendenti a tempo indeterminato (+33 mila, +0,2%) e degli indipendenti (+15 mila, 0,3). Lo rileva l’Istat, spiegando che in termini tendenziali l’aumento dell’occupazione (+905 mila unita’, +4,1% in un anno) coinvolge sia i dipendenti, a tempo indeterminato (+369 mila, +2,6%) e soprattutto a termine (+412 mila, +16,3%), sia gli indipendenti (+124 mila, +2,6%). Rispetto a marzo 2022, i dati mensili provvisori di aprile 2022 segnalano la sostanziale stabilita’ del numero di occupati (-12 mila, -0,1%), un’ulteriore lieve diminuzione dei disoccupati (-17 mila, -0,8%) e l’aumento degli inattivi di 15-64 anni (+34 mila, +0,3%). Inoltre, l’aumento tendenziale dell’occupazione si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+3,0 punti rispetto al primo trimestre 2021) che si associa alla diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattivita’ (-1,9 e -2,0 punti, rispettivamente). Nella fotografia scattata dall’Istat, nel primo trimestre l’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilita’ Nazionale) registra un aumento rispetto al trimestre precedente (+1,5%) e una decisa ripresa rispetto allo stesso trimestre del 2021 (+6,7%). Il numero di occupati, stimati dalla Rilevazione sulle forze di lavoro al netto degli effetti stagionali, e’ pari a 22 milioni 948 mila, in crescita rispetto al quarto trimestre 2021 (+120 mila, +0,5%). L’aumento riguarda soprattutto i dipendenti a termine (+72 mila, +2,4%), ma anche i dipendenti a tempo indeterminato (+33 mila, +0,2%) e gli indipendenti (+15 mila, +0,3%). Prosegue poi la crescita sostenuta delle posizioni in somministrazione, pari a +4,8% in termini congiunturali e a +20,9% su base annua; entrambi i valori confermano la ripresa della domanda di lavoro, gia’ registrata nei trimestri precedenti. L’indice destagionalizzato del costo del lavoro per Unita’ di lavoro dipendente (Ula) e’ stabile in termini congiunturali, per effetto di un lieve calo delle retribuzioni (-0,1%) e del lieve aumento degli oneri sociali (+0,1%). Su base annua, invece, il costo del lavoro diminuisce dello 0,2%, a seguito della riduzione delle retribuzioni (-0,2%) e soprattutto degli oneri (-0,4%). Il tasso di posti vacanti, pari all’ 1,9%, nonostante il lieve calo (-0,2 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2021), si mantiene su livelli tra i piu’ elevati dall’inizio del periodo di osservazione; in termini tendenziali, la ripresa risulta ancora particolarmente marcata, pari a 0,8 punti percentuali. Nel primo trimestre dell’anno il tasso di disoccupazione scende all’8,6% (-0,5 punti in tre mesi) e quello di inattivita’ al 34,7% (-0,1 punti). Lo rileva l’Istat. Nel trimestre, il tasso di occupazione 15-64 anni aumenta di +0,4 punti in termini congiunturali, raggiungendo il 59,7%, e i tassi di disoccupazione e di inattivita’ 15-64 anni diminuiscono. Sui dati provvisori del mese di aprile 2022, il tasso di occupazione rimane stabile rispetto a marzo 2022, mentre alla lieve diminuzione di quello di disoccupazione (-0,1 punti in un mese) si associa la leggera crescita di quello di inattivita’ (+0,1 punti). Nel dettaglio, il tasso di occupazione nei primi tre mesi sale al 59,7%, +0,4 punti sul trimestre precedente. L’aumento e’ piu’ marcato tra gli uomini (+0,7 punti rispetto ai +0,2 punti delle donne), tra i 15-34enni (+0,6 punti, rispetto ai +0,5 punti dei 35-49enni e ai +0,3 punti dei 50-64enni) e tra i residenti nel Centro (0,6 punti rispetto ai +0,5 punti nel Mezzogiorno e ai +0,3 punti nel Nord. Nonostante nella ricerca di lavoro continui a prevalere l’uso del canale informale – rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica piu’ diffusa (76,6%, +1,3 punti), spiega l’Istat – risultano in forte aumento le azioni di ricerca piu’ formali, come l’aver sostenuto un colloquio o una selezione di lavoro (24,9%, +7,7 punti), la risposta ad annunci o la pubblicazione di inserzioni (29,7%, +3,0 punti), l’essersi rivolti al Centro pubblico per l’impiego (20,8%, +3,5 punti).