Montagna, gli albergatori sorridono anche se manca la neve

La mancanza di neve non ha tenuto lontani gli amanti della montagna dalle Valli Bergamasche. Il Capodanno vedrà il pienone di turisti e le località sono all’insegna del tutto esaurito fino ai primi giorni dell’anno, salvo disdette dell’ultimo minuto. Merito anche dell’emergenza polveri sottili che spinge molte persone a lasciare la città per respirare aria buona. Gli albergatori parlano addirittura di prenotazioni in aumento, rispetto all’anno scorso, anche se la tradizionale settimana bianca quest’anno ha lasciato il posto a soggiorni più brevi.

«Le prenotazioni sono di 3-4 giorni e sono per lo più di famiglie, che è il target di riferimento invernale in Valle Seriana – dice Massimo Ferrari dell’Albergo Aurora a Castione della Presolana -. Al Monte Pora hanno fatto un miracolo. Certo non c’è il fuori pista, ma le piste sono battute e i turisti sono contenti. Avevamo fatto i conti con il fatto che la neve poteva non esserci. I commercianti hanno allestito i gonfiabili per fare giocare i bambini e il tempo buono permette di andare in giro». «Noi siamo pieni – aggiunge -. Credo che abbiano pagato la cura che dedichiamo alla cucina, le buone recensioni sui motori di ricerca e i servizi che diamo per i bambini. Abbiamo accolto le richieste che ci venivano fatte dalle famiglie e ci siamo caratterizzati come albergo dei bambini. A Capodanno una sala intera sarà dedicata a loro. Bisognerebbe caratterizzarsi ancora di più in questo senso, il discorso baby sitting è da riportare in auge».

Anche il bilancio dell’Hotel Milano di Castione della Presolana è positivo: «Le belle giornate di sole hanno compensato l’assenza di neve – afferma Fabio Iannotta -. Sono previste nevicate per il prossimo weekend ed è una manna dal cielo, ma la le prenotazioni stanno andando comunque molto bene. Noi siamo al completo fino al 4 gennaio. L’offerta termale è un punto di forza ma abbiamo ospiti che si stanno divertendo a fare passeggiate che di norma si fanno solo d’estate. La natura da un lato ci ha penalizzato ma dall’altro, offrendo queste bellissime giornate, ci ha fatto un regalo».

Stesso scenario a Foppolo. Dice Gianfranco Invernizzi dell’Hotel Des Alpes: «Non ci si aspettava quest’anno eccezionale dal punto di vista climatico. Il soggiorno lungo ha registrato molte disdette. Chi doveva fare una settimana fa solo due giorni, chi tre solo due. I turisti che non sciano si consolano facendo passeggiate».

San Pellegrino Terme punta sull’offerta del soggiorno termale e non fa rimpiangere le vette «Noi abbiamo le Terme. Abbiamo sempre contato poco sulla neve – spiega Giorgio Zilli dell’Albergo Ristorante Papa -. Non facciamo miracoli ma un certo movimento c’è. Per Capodanno siamo al completo già da tempo. A Sant’Ambrogio abbiamo lavorato bene grazie ai ponti. Rispetto al poco che si faceva gli altri anni, quest’anno sta andando bene». «Ci stiamo salvando con le terme – gli fa eco Paolo Scanzi dell’Albergo Centrale -. Siamo al completo fino al 3. Molto molto meglio dell’anno scorso».

Dopo il primo gennaio, se non sopraggiunge la neve, si viaggerà a vista. Ma i turisti che in questi giorni affollano le località montane pare non la rimpiangano più di tanto, grazie alla natura incontaminata delle valli.


Ascom, uffici riaperti nella sede rinnovata di via Borgo Palazzo

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Gli uffici di Bergamo dell’Ascom dal 4 gennaio 2016 riaprono nelle sede storica, ora completamente ampliata e rinnovata, di via Borgo Palazzo 137.

Durante le festività natalizie si è svolto il trasloco dalla struttura di via Borgo Palazzo 154 (ex Una Hotel), in cui l’Ascom si è insediata provvisoriamente dal settembre 2014, ai nuovi uffici che si sviluppano su tre piani, oltre al piano terra dove sono collocati la reception, l’area amministrativa, i Servizi gestionali, l’area tecnica amministrativa, il Ced e la Fogalco.

Al primo piano trova spazio l’area Politiche del lavoro e paghe, al secondo l’area Fiscale e Tributario e al terzo la Direzione con la redazione de La Rassegna.

Riaprono il 4 gennaio anche le delegazioni di Albino, Calusco, Treviglio, Zogno e Trescore. Mentre gli uffici di Clusone, Lovere, Sarnico, Osio Sotto e Romano di Lombardia sono aperti dal 7 gennaio 2016.


Fine d’anno, la presidente Frosio “fa le carte” alla ristorazione bergamasca

L’anno dell’Expo ha portato movimento nei ristoranti bergamaschi, che ora vivono il periodo delle festività confidando nei segnali di fiducia e ripresa dei consumi rilevati a livello nazionale. Ma la sfida resta grande e complessa, perché la concorrenza aumenta, il prezzo continua ad essere il principale fattore che determina la scelta e i canali “alternativi”, ultimo quello dell’home restaurant, sparigliano ulteriormente le carte in tavola.

Petronilla FrosioLa fine dell’anno è tempo di banchetti e brindisi, ma anche di bilanci e programmi per il futuro e per tracciarli ci siamo rivolti a Petronilla Frosio, presidente dei ristoratori Ascom.

«In effetti l’estate è stata buona – afferma -, ci sono stati più turisti, prima di tutto per il clima, ma anche per la crisi di alcune mete, come Tunisia e Marocco, e per l’Expo che di gente ne ha fatta girare, anche nelle Valli, ad esempio gli emigrati che hanno preso l’occasione dell’evento milanese per riaprire le seconde case».

E ai bergamaschi è tornata la voglia di andare al ristorante?

«Credo che non l’abbiano mai persa, solo che è in atto una rivoluzione, l’offerta si è ampliata e diversificata moltissimo. Pensiamo al proliferare di locali giapponesi, chi avrebbe pensato solo cinque o sei anni fa che il sushi sarebbe diventato un classico per le uscite dei giovani? Il fatto è che in famiglia non si cucina quasi più e le nuove generazioni non conoscono i sapori della tradizione, non sono legate ai ricordi. In più viaggiano e sono aperte al mondo, sono perciò molto inclini ai gusti nuovi e alle nuove cucine».

Cosa possono fare, allora, i locali “classici”?

«Specializzarsi, ritagliarsi un proprio spazio, una propria identità, non c’è dubbio. Ristoranti fotocopia che hanno di tutto si fanno concorrenza l’un l’altro, mentre se ci si differenzia si può arrivare a condividere la clientela. Ci può essere il locale dove trovare un buon brasato, del buon pesce e questi diventano motivi di richiamo, invece oggi il cliente finisce per scegliere in base alla vicinanza o al parcheggio…».

Quale può essere una specializzazione da coltivare?

«Sono sempre più convinta che a Bergamo, mi riferisco alla città, manchi una vera cucina del territorio. Che non significa rifare i piatti del passato, ma interpretarli nuovamente, tanto più che oggi l’agricoltura ci sta consegnando una nuova offerta di prodotti locali interessanti, dalla frutta alla verdura ai formaggi. Gli stranieri che visitano la città chiedono dove poter assaggiare cibi e sapori tipici e oggi, francamente, si fa fatica a dare indicazioni».

Cosa intende per reinterpretazione della cucina del territorio?

«Non certo attribuirsi una semplice etichetta. Significa conoscere le ricette e alleggerirle per rispondere al gusto e alle esigenze attuali, studiare i prodotti e farli diventare piatti capaci di convincere. In un’occasione è stato chiesto quale fosse la cucina bergamasca estiva. Si potrebbe rispondere che non esiste, dato che i nostri piatti tipici sono più che altro indicati per le stagioni fredde, ma nulla vieta che la si possa inventare partendo dai prodotti del territorio. Qualcuno che sta lavorando in questo senso e in modo ammirevole c’è, intendiamoci, ma per un’operazione di un certo peso, per fare in modo che ci si creda in tanti, servirebbe un’autentica “macchina da guerra”, un intervento istituzionale. Così come ci sono iniziative per promuovere l’innovazione e l’internazionalizzazione delle imprese si può lavorare su una rivalutazione della nostra cucina. Per la verità qualcosa si sta muovendo, ma è ancora un po’ presto per parlarne…».

Il prezzo influisce sempre sulle scelte dei consumatori?

«Ha sempre inciso e con la crisi è diventato un fattore ancora più determinante. I ristoratori lo sanno bene e infatti sono anni che mantengono i prezzi stabili, se li hanno addirittura abbassati. Solo che adesso sarebbe anche ora di potersi rimettere in gioco, non si può andare avanti accontentandosi di stare a galla e pagare le spese. Qui la palla passa alla politica, tutto il Paese si è incartato tra lacci, lacciuoli e incertezze che frenano lo sviluppo. Chi mai può pensare di investire oggi?»

Si dice però che la crisi sia servita a trovare nuove opportunità…

«È vero, ma la crisi è più pesante di tutte le innovazioni. Diciamo che in questo braccio di ferro ha vinto lei».

Con il suo ristorante partecipa a InGruppo, che riunisce i locali top in una proposta più accessibile, nato proprio in risposta alle difficoltà e al mutamento dei consumi…

«Credo che questo progetto e quello con proposte a 35 euro siano due delle più belle cose nate in questi anni tra i ristoratori bergamaschi. Fare gruppo è importantissimo, è occasione di incontro, scambio, confronto ed è sedendosi attorno ad un tavolo che le idee possono crescere e farsi concrete. Un conto è portare avanti qualcosa da soli, un conto è farlo in 15 o più».

Come vede il 2016 per la ristorazione?

«Il vantaggio del nostro settore è che la gente continua a mangiare e questo è un aspetto sempre e comunque positivo. Come detto, però, l’offerta aumenta e pure la concorrenza, anche quella non proprio ad armi pari come gli agriturismo e, ultimamente, persino gli home restaurant, le cene in casa di privati. Va bene le liberalizzazioni, ma forse si sta esagerando e non sempre la gente si fa delle domande su certi fenomeni. Il fatto è che la novità attira sempre, insieme al prezzo è il motore del mercato».

Oltre ai visitatori, il risultato di Expo è stato anche un nuovo modo di vedere il cibo, l’alimentazione e lo stare a tavola?

«Non lo si può dire nell’immediato, ma credo che gli effetti si vedranno nel tempo, anche solo considerando i fiumi di scolaresche che hanno invaso i padiglioni. Del resto, su temi come ambiente, cibo, spreco e sostenibilità si sta riflettendo ormai da tempo e una certa consapevolezza si fa avanti. Quanto alla ristorazione, credo che l’aspetto su cui fare sempre più attenzione sia il mangiare sano».


Bergamo a targhe alterne, istruzioni per l’uso

Ecco i dettagli dell’ordinanza che sancisce la circolazione a targhe alterne nella città di Bergamo nei giorni 29 e 30 dicembre, 4 e 5 gennaio 2016. Il provvedimento si aggiunge alle limitazioni riguardanti i diesel euro 0, 1, 2 e 3, disposte da Regione Lombardia e Comune di Bergamo nelle scorse settimane.

La limitazione della circolazione veicolare a targhe alterne si applica in tutto il territorio comunale per gli autoveicoli, i motoveicoli e i ciclomotori, nell’orario dalle 07.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.30.

martedì 29 dicembre 2015

DIVIETO DI CIRCOLAZIONE applicato ai VEICOLI provvisti di targa il cui NUMERO FINALE sia PARI (circolano i veicoli con targa dispari)

mercoledì 30 dicembre 2015

DIVIETO DI CIRCOLAZIONE applicato ai VEICOLI provvisto di targa il cui NUMERO FINALE sia DISPARI (circolano i veicoli con targa pari)

lunedì 4 gennaio 2016

DIVIETO DI CIRCOLAZIONE applicato ai VEICOLI provvisto di targa il cui NUMERO FINALE sia DISPARI (circolano i veicoli con targa pari)

martedì 5 gennaio 2016

DIVIETO DI CIRCOLAZIONE applicato ai VEICOLI provvisto di targa il cui NUMERO FINALE sia PARI (circolano i veicoli con targa dispari)

Il provvedimento si applica all’intera rete stradale con l’esclusione dell’autostrada, dell’asse interurbano e delle circonvallazioni: sarà possibile raggiungere quindi i parcheggi di via Ambiveri, davanti all’hotel Cristallo Palace, provenendo dalla circonvallazione Mugazzone, di via San Bernardino ubicato all’uscita della circonvallazione Pompiniano, della Malpensata, provenendo da via Autostrada, di via Buttaro a Monterosso, provenendo dalla Circonvallazione Plorzano, dell’Auchan provenendo esclusivamente da via Martin Luther King.

Dalla circolazione a targhe alterne sono inoltre esentati:
1. veicoli a trazione elettrica e ibridi;
2. veicoli alimentati a metano e GPL;
3. veicoli adibiti al trasporto merci;
4. veicoli delle Forze Armate, Forze di Polizia, Polizia Locale, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, ASL, Aziende ospedaliere, Corpo Forestale;
5. veicoli appartenenti a soggetti pubblici e privati che svolgono funzioni di pubblico servizio o pubblica utilità, individuabili o con adeguato contrassegno, o con certificazione del datore di lavoro, che svolgono servizi manutentivi di emergenza;
6. veicoli di medici e veterinari in visita urgente, muniti dei contrassegni dei rispettivi ordini, operatori sanitari ed assistenziali in servizio con certificazione del datore di lavoro;
7. veicoli utilizzati per il trasporto di persone sottoposte a terapie indispensabili ed indifferibili per la cura di gravi malattie in grado di esibire relativa certificazione medica;
8. veicoli dei sacerdoti e dei ministri del culto di qualsiasi confessione per le funzioni del proprio ministero;
9. veicoli dei donatori di sangue muniti di appuntamento certificato per la donazione;
10. veicoli appartenenti ad istituti di vigilanza;
11. veicoli per trasporto persone immatricolate per trasporto pubblico (taxi, noleggio con conducente con auto e/o autobus, autobus di linea);
12. veicoli a servizio di persone invalide con contrassegno “H” (handicap)

Il Corpo di Polizia Locale, unitamente alle altre forze di Polizia Stradale, curerà l’osservanza delle presenti prescrizioni. Le sanzioni previste per coloro che contravvengono il provvedimento sono stabilite vanno da un minimo di 85 a un massimo di 338 euro.


Via Quarenghi, «il Comune ha cominciato la riconquista»

L’Accademia Carrara di Belle Arti in via Quarenghi. È il progetto che prenderà avvio nei prossimi mesi negli spazi del civico 33, a completamento di quelli già attualmente realizzati con il distaccamento della Polizia Locale e gli uffici dell’Assessorato ai Lavori Pubblici. Spazi pensati per sviluppare l’attività formativa e culturale propria dell’Accademia, aprendosi alla città, con una presenza più diffusa e attenta al territorio, in grado di interagire con il quartiere, chiamando gli studenti e i giovani artisti ad essere parte attiva, al fine di contribuire sia ad una rigenerazione culturale e sensibile del contesto, sia all’ampliamento del progetto formativo proprio della Scuola.

L’obiettivo è quello di fare diventare gli spazi di via Quarenghi un motore di attività culturali che coinvolgano il quartiere ma anche la città, attraverso collaborazioni con associazioni e istituzioni pubbliche e private del territorio.

«La ricerca artistica – sottolinea l’assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo Francesco Valesini – può avere un ruolo civico nel contribuire a creare ponti tra generazioni, culture e comunità, divenendo un motore di inclusione sociale e un mezzo per fare emergere modi di vivere e di immaginare la città. La scelta di portare l’Accademia Carrara di Belle Arti vuole sfruttare la potenza inclusiva di una delle nostre scuole più importanti e riconosciute sul territorio. Sappiamo quanto sia  importante che la sicurezza e la cultura avanzino in parallelo; meglio se si intrecciano in un’unica politica urbana di aumento della biodiversità culturale nelle nostre città. Per farlo al meglio, andremo ad ampliare anche la nostra presenza “fisica”nella via, affittando spazi privati oggi in disuso».

Il progetto si sviluppa sulla base di quattro ambiti di attività: didattico, progettuale, espositivo e culturale. L’Accademia Carrara di Belle Arti lavorerà per trasformare uno spazio in aula per la didattica, intesa come laboratorio di progettazione artistica. Non solo, si prevede di aprire uno studio con due postazioni da assegnare ciclicamente a studenti per fare ricerca e spazi per le mostre didattiche che si tengono a metà semestre e a fine anno, ma anche di studenti, neo-diplomati e giovani artisti di altre accademie. Infine il programma prevede lezioni, incontri, conferenze pubbliche, momenti di riflessione culturale aperta anche al quartiere e alla cittadinanza.

«Portando alcuni insegnamenti e seminari in questi spazi, – spiega Alessandra Pioselli, direttrice dell’Accademia Carrara di Belle Arti – sarà possibile ragionare con gli studenti su via Quarenghi, assorbendo spunti sull’esplorazione urbana, la migrazione, le differenze culturali, l’uso degli spazi urbani, la memoria del quartiere. Il progetto prevede un’attuazione a tappe. L’Accademia può garantire, innanzi tutto, una presenza fisica negli spazi, che è il punto di partenza per studiare come integrarsi nel quartiere secondo le linee indicate, per sviluppare successivamente progetti e relazioni più specifiche con il quartiere in base a un lavoro di studio e di ricerca sul posto».

Non solo Accademia di Belle Arti: il rilancio del civico 33 di via Quarenghi diviene anche occasione per un rilancio più ampio della via, tra recupero di negozi sfitti, corsi di lingua per favorire l’integrazione degli stranieri della via e l’avvio di un processo di sicurezza partecipata da parte della Polizia Locale del Comune di Bergamo.

«Per poter attuare un progetto così articolato ed ambizioso – sottolinea il sindaco Giorgio Gori – l’Amministrazione ha deciso di ampliare la sua presenza nella via, andando ad occupare spazi commerciali oggi in disuso, proprio di fronte a quelli del civico 33. Locali facenti parte di uno stabile in cui è già presente una galleria fotografica e una residenza d’artista, attualmente gestita dall’associazione “The blank”. La “riconquista” anche fisica dei luoghi è infatti una delle condizioni necessarie e non più procrastinabile per scardinare quella condizione di ghettizzazione che da troppi anni affligge un tratto significativo di quella strada».

«In tutto questo non si sottovaluta il tema centrale della sicurezza – spiega l’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi – con un coinvolgimento più diretto degli stessi residenti, della rete sociale e del comitato di quartiere. Si parla infatti di “sicurezza partecipata”, con incontri a scadenza definita tra la polizia locale ed i cittadini per meglio coglierne attese e aspettative, e poter mettere in campo azioni ancora più incisive di tutela e prevenzione».

«Proprio cogliendo le opportunità date dalla presenza dell’Accademia – conclude l’assessore all’Istruzione Loredana Poli – si promuoveranno anche progetti didattici rivolti alle realtà scolastiche cittadine (era presente alla conferenza stampa il preside dell’Istituto Comprensivo Mazzi) oltre che a corsi di lingua volti a favorire processi di «integrazione con le comunità straniere presenti nel quartiere».

 


Zambonelli: «Per le Feste Bergamo attira turisti del Nord Europa»

Bergamo si prepara ad accogliere i turisti per le feste di Natale e Capodanno e in generale un nuovo anno che vedrà appuntamenti importanti in provincia. Abbiamo chiesto a Giovanni Zambonelli, presidente del Gruppo Albergatori Ascom, in che direzione sta andando l’ospitalità orobica e quali sono le tendenze e le criticità del settore. Ci ha parlato di segnali positivi e grandi opportunità, ma anche del grosso limite della viabilità e di un mercato che sta evolvendo in modo confuso.

Che momento è per il turismo a Bergamo?

«Siamo in una situazione stazionaria. I movimenti si stanno riconfermando sui valori dello scorso anno. Sembrerebbe che grazie al nuovo volo che collega Mosca con Orio al Serio ci sia una ripresa degli arrivi dalla Russia. È una sensazione che speriamo si concretizzi in positivo».

Come vanno le prenotazioni per le festività?

«Al momento sono più o meno quelle registrate in questo periodo nel 2014. Le prenotazioni sono per due-tre giorni al massimo e provengono in netta prevalenza dall’estero, in particolare dal Nord Europa. Lo scorso anno è stato penalizzato dall’assenza della clientela russa, a fronte del boom di due anni fa. Quest’anno ci auguriamo che il nuovo volo, appunto, ci permetta di recuperare questa fetta di turisti, che è molto importante sia a livello di numeri sia di spesa. Siamo in attesa di nuove prenotazioni, tantissimi si muovono sotto data, in base alle condizioni meteorologiche».

Quali sono le destinazioni preferite per il Natale e il Capodanno?

«La città ha sempre il suo appeal. Per quanto riguarda le località di montagna si è in trepidante attesa della neve. Gli alberghi che si sono strutturati con aree benessere stanno lavorano e invitano i turisti a prendere giorni di vacanza. Se anche mancasse la neve, c’è l’opportunità di fare belle camminate nella natura. Sul lago ormai il turismo c’è tutti i 365 giorni dell’anno. Anche qui, come in città, si aspettano le prenotazioni dell’ultimo minuto».

Quali sono le criticità del comparto oggi?

«Come associazione stiamo cercando di capire come la politica regolamenterà la sharing economy, che ha pieno titolo di stare sul mercato ma che chiediamo abbia le stesse regole e gli stessi oneri. Siamo in attesa delle norme applicative della legge sul turismo che speriamo metteranno ordine nel settore dell’ospitalità. In questo momento il comparto è in continua evoluzione, bisogna capire dove stiamo andando».

Un problema, ormai annoso, per il turismo locale è la viabilità…

«È senza dubbio il fattore che in questo momento penalizza ancora le nostre valli. La galleria di Zogno sarà un grande aiuto. Ormai ci si è resi tutti conto che il turismo può essere un’attività importante, complementare all’industria, ma in determinate situazioni sconta questa problematicità. L’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità è bergamasco e si spende in prima persona per cercare delle soluzioni, ma tanti ritardi accumulati negli anni restano».

Come è l’offerta alberghiera del territorio?

«Qualcuno ha desistito, oppure ha dilazionato i tempi degli investimenti, si risente anche delle nuove forme di ricettività che erodono fette di mercato. Ma il comparto è sicuramente vivace e offre standard qualitativi elevati. Siamo sul mercato con un buon prodotto».

La tassa di soggiorno è ormai una realtà per tante città e località. Cosa ne pensa?

«L’imposta di soggiorno va inquadrata sotto diversi aspetti. Il primo è l’importo. Non è pensabile che possa raggiungere il 10% del costo di un soggiorno a coppia in una camera. È uno sproposito. Inoltre dovrebbe essere una tassa di scopo, quindi andrebbe investita nel turismo, ma ad oggi manca una rendicontazione di come queste tasse vanno investite, con ogni probabilità finiscono nel calderone delle spese dei Comuni. A Stezzano abbiamo intrapreso una battaglia simbolo criticando proprio la sperequazione tra la tassa e il costo delle camere. Le nostre istanze sono rimaste inascoltate. Non c’è stato verso di spiegare che l’introduzione di questa tassa a questi valori avrebbe impattato sul turismo e così è stato».

La paura di attentati ha scoraggiato i turisti dal venire a Bergamo?

«Direi di no, l’aumento dei controlli ci ha reso più sicuri di prima. Il pericolo latente sembra incidere di più in alte città che non a Bergamo».

Che anno sarà il 2016 per il turismo bergamasco?

«Si vedono tenui segnali positivi di ripresa, ma arrivano dopo anni di dati negativi pesanti. La strada per ritornare a determinati valori è ancora lunghissima. In ogni caso l’inversione di tendenza va vista con positività. Un aspetto che preoccupa è il mercato business: o riprende l’economia in modo importante o sarà un mercato in declino. E purtroppo il turismo del tempo libero non sarà mai in grado di sostituire questa componente».

Il prossimo anno per il lago sarà particolarmente importante. Crede che il comparto dell’ospitalità sarà in grado di  accogliere il flusso di visitatori straordinario richiamati dalla passerella sul lago dell’arista Christo?

«Gli amministratori e gli enti sono stati bravissimi a favorire questa idea. È una cosa grandiosa che mi auguro abbia possibilità di essere prolungata. Le prenotazioni arrivano già da tempo. Credo che riempita la ricettività della zona, i turisti si rivolgeranno agli alberghi e alle strutture ricettive del resto della provincia. Il trasporto sarà un fattore cruciale. Al momento non è un punto forte ma ci sono sei mesi per lavorare».


Teatro Donizetti, per la ristrutturazione 1,5 milioni dalla Regione

La Giunta della Regione Lombardia ha deciso di aderire all’Accordo di programma per la ristrutturazione e il restauro del Teatro Gaetano Donizetti di Bergamo stanziando 1.500.000 euro. Lo ha ufficializzato l’assessore alle Culture, Identità e Autonomie Cristina Cappellini. «Il progetto – ha ricordato – prevede un intervento di recupero globale di un bene di elevato valore storico-artistico
e architettonico, con la finalità di dare a Bergamo e al suo territorio uno spazio teatrale moderno e tecnologicamente avanzato, idoneo allo svolgimento di rappresentazioni teatrali, di opere liriche, di concerti di musica classica e moderna».

«Il Donizetti – ha aggiunto – è una realtà importante non solo per Bergamo, ma, in generale, per la Lombardia, a maggior ragione se consideriamo il fatto che, da quest’anno, ha deciso di entrare a far parte di “OperaLombardia”, il circuito lirico lombardo ideato dalla Regione. Un progetto che, negli anni, ha dimostrato di rappresentare un unicum nel panorama italiano dello spettacolo dal vivo, con il continuo sostegno e impulso di Regione Lombardia».

A comporre “OperaLombardia” sono, oltre al Donizetti, il “Grande” di Brescia, il “Sociale” di Como, il “Ponchielli” di Cremona e il “Fraschini2 di Pavia. I cinque teatri co-producono ogni anno opere liriche, con il supporto del Teatro alla Scala e dell’orchestra dei Pomeriggi Musicali, che vengono rappresentate durante la stagione lirica nei diversi teatri del circuito.


Nuova vita ai negozi sfitti, si comincia da Borgo Palazzo

Rivitalizzare la città, occupando negozi sfitti per creare lavoro. Parte da questi presupposti il progetto pilota Open Doors, sviluppato da Comune di Bergamo e Distretto urbano del commercio in collaborazione con Confartigianato allo scopo di ridare linfa ad aree che negli ultimi anni sono state caratterizzate da un progressivo aumento delle chiusure.

Il primo quartiere a beneficiare di questo piano di riqualificazione sarà Borgo Palazzo il cui tessuto economico è composto in gran parte da negozi di vicinato. Grazie all’intervento di Aler e di un privato, sono stati messi a disposizione due immobili nel tratto che va dal ponte sul Morla a via Camozzi. Questi due spazi si trasformeranno in temporary store che resteranno aperti fino al 14 febbraio grazie a un filo conduttore individuato nel tema: “Percorsi d’arte e artigianato”.

Il primo negozio sarà quello dell’ex Salvi oro che ospiterà le creazioni delle ditte Emikeramos di Valbrembo e Lorenzi attraverso un percorso tra ceramiche e sculture. Il secondo sarà quello dell’ex Vitamine store, ripensato e riqualificato grazie al lavoro dell’intarsiatore e scultore di Brembilla Mario Colasante, del creativo del legno di Brignano Gera d’Adda Davide Aresi e degli scatti di fotografia di Anastasija Yeremoska.

«Open Doors – spiega il sindaco Giorgio Gori – rappresenta un atto concreto che punta alla riqualificazione della città e delle aree urbane. Tra gli obiettivi principali del Duc c’è infatti il tema della sicurezza: la presenza di esercizi commerciali è sinonimo di sevizi ai cittadini ma anche di presidio del territorio. Le vie della nostra città saranno tanto più sicure quanto più caratterizzate da attività commerciali aperte al pubblico. Inoltre la riqualificazione dei quartieri è un elemento in grado di incidere sul valore economico degli immobili, maggiore è il numero delle attività aperte, maggiore sarà l’impatto positivo nei diversi quartieri di appartenenza. L’obiettivo è proseguire con questo modello progettuale, costruendo percorsi tematici che portino, anche se per breve tempo, ad alzare le serrande dei negozi sfitti a Bergamo».

Un modello virtuoso, insomma, che presto potrebbe essere riproposto in tutte le zone del centro e della periferia che soccombono per colpa del caro affitti e dei problemi strutturali. Sebbene negli ultimi anni il numero di negozi che hanno chiuso i battenti abbia superato quello delle aperture, lo scorso trimestre si è registrato un segnale positivo. Anche i consumi vanno nella direzione auspicata: i dati diffusi da un’indagine Confcommercio-Format mostrano un trend in salita: per il Natale di quest’anno si spenderà infatti il 5% in più a testa rispetto all’anno passato. Per quanto concerne le prenotazioni nei ristoranti per le festività natalizie, le previsioni della Fipe indicano un ulteriore segnale di buon auspicio per il settore, con un + 2,8% rispetto al 2014. «Molto spesso gli spazi commerciali rimangono sfitti o perché manca l’offerta per via di una metratura troppo piccola, o per il fenomeno del caro affitti che ne determina una non sostenibilità – afferma Giorgio Lazzari dell’Ascom –. Attualmente su oltre 1.200 attività commerciali presenti in centro città, 142 sono sfitte. La pressione fiscale è particolarmente elevata e penalizza anche i proprietari di immobili che si vedono costretti a sborsare quattrini per il pagamento di Imu, Tasi e imposta sui redditi. Di certo, la cessazione di un’attività storica non porterà nel breve alla creazione di un’analoga realtà, ma con un lavoro di squadra tra le istituzioni e le associazioni di categoria, si possono ottenere buoni risultati».

Borgo Palazzo per l’Ascom ha poi un significato particolare. È infatti il quartiere nel quale l’associazione è cresciuta e si è radicata nel tempo. Proprio settimana prossima inizierà il trasloco per tornare negli uffici ristrutturati. E per aiutare i futuri imprenditori a coltivare i loro sogni trasformandoli in un’attività di successo, è disponibile il manuale “Dall’idea all’impresa”, la nuova Bussola di Confcommercio che fornisce dritte e suggerimenti per avviare un’iniziativa imprenditoriale in modo oculato attraverso analisi, ricerche e studi di fattibilità.

Parallelamente a Open Doors arriva in Borgo Palazzo anche Artilab, Artigiani del Tempo. Un’iniziativa che mira a riaprire spazi dismessi e che ha portato alla creazione di un vero e proprio laboratorio di idee, di contenuti, corsi, incontri all’interno dell’ex sede della banca Ubi di via Borgo Palazzo 93. Lo spazio verrà inaugurato il 16 gennaio alle 15 e resterà aperto per circa 6 mesi. Il progetto è promosso dai giovani Imprenditori di Confartigianato Bergamo e sostenuto da Confartigianato Bergamo con il contributo della Banca credito cooperativo di Bergamo e Valli. Lo spazio di Artilab sarà interamente restaurato dal gruppo dei Giovani artigiani con un progetto esperenziale nel quale si inseriscono varie sperimentazioni tecnologiche.

C’è inoltre il nuovo sito web www.ducbergamo.com, un portale con tutte le attività del Distretto, gli eventi, i progetti realizzati e in corso di realizzazione, i contatti di coloro che compongono tutti gli organi del distretto. Il sito riprende il tema e le stilizzazioni presenti nel logo, unendo in un unico portale le caratteristiche e le offerte delle 1.200 attività commerciali delle 4 aree di cui si compone il distretto: Città Alta, il centro cittadino, Borgo Santa Caterina e Borgo Palazzo.

 


Ex Montelungo, inserimento urbanistico e spazi pubblici premiano Barozzi/Veiga

È quello dello studio barcellonese Barozzi/Veiga il progetto vincitore del concorso internazionale per la riqualificazione e riconversione delle ex Caserme Montelungo Colleoni di Bergamo, destinate ad ospitare studentati e strutture sportive per l’università, gli spazi pubblici, residenze e locali commerciali, oltre ad integrarsi con gli spazi pubblici già esistenti attraverso servizi, piazze, parchi ed altri spazi aperti.

L’annuncio è stato dato oggi dal sindaco Giorgio Gori, dal rettore dell’Università degli Studi Remo Morzenti Pellegrini, dal direttore generale di CDP Investimenti Sgr Marco Sangiorgio e dall’assessore alla Riqualificazione Urbana Francesco Valesini durante la cerimonia di premiazione, nell’ex convento di San Francesco in Città alta.

Il concorso di progettazione, articolato in due fasi, fa parte del percorso di riqualificazione previsto dal Protocollo di Intesa sottoscritto il 17 marzo 2015 tra CDP Investimenti Sgr, Comune di Bergamo e l’Università degli Studi di Bergamo per riqualificare e valorizzare il complesso immobiliare di interesse storico-artistico.

Oltre al vincitore, gli studi di architettura finalisti sono stati quello londinese dell’architetto David Chipperfield, gli studi portoghesi di Ines Lobo e di Joào Maria Ventura Trinidade, gli architetti spagnoli Nieto/Sobejano. A far prevalere il progetto Barozzi/Veiga la rispondenza più appropriata e convincente rispetto ai criteri di valutazione in particolare per quanto riguarda l’inserimento urbanistico dell’intervento e la configurazione degli spazi pubblici e semi-pubblici.

I progetti finalisti del concorso saranno esposti fino al 9 gennaio 2016 nell Chiostro grande dell’ex Convento di San Francesco, in via Solata 6.

«La riqualificazione delle ex caserme Montelungo-Colleoni è uno di quegli interventi che valgono un’intera Amministrazione – ha dichiarato il sindaco Gori -. L’accordo con CDP e Università dà oggi il via a un recupero destinato a cambiare l’aspetto e gli assetti della nostra città. Vorrei sottolineare la scelta di prevedere una procedura concorsuale per la riqualificazione del comparto: il concorso è un primo importante risultato di un percorso che torna a premiare la competenza e il merito. I cinque progetti finalisti vengono da alcuni dei più importanti studi di architettura d’Europa, sguardi internazionali che non possono che fare bene alla città di Bergamo. Vorrei ringraziare tutte le parti e i soggetti che hanno dato reso possibile quest’accordo: si è trattato di un lavoro di squadra, a dimostrazione che le cose possono accadere».

«L’insediamento nel complesso delle ex caserme Montelungo-Colleoni rappresenta un atto importante nello sviluppo coerente della presenza dell’Università degli Studi di Bergamo nella città – ha evidenziato dal canto suo il rettore Morzenti Pellegrini -. La realizzazione di nuove residenze universitarie e di attrezzature del Cus (Centro Universitario Sportivo) risponde alle esigenze di un Ateneo aperto e di respiro europeo anche nei servizi e nelle funzioni che vengono offerti. La presenza dell’Università nella Montelungo si colloca con coerenza nella storia e nella vita che ha caratterizzato per decenni la caserma: dove giovani provenienti da diverse parti d’Italia hanno svolto il servizio militare, l’università è oggi la “nuova frontiera” per i giovani che si preparano ad affrontare la vita, dischiudendo loro scenari nazionali e internazionali».

Sulla stessa linea il direttore generale di CDP Investimenti Sgr Marco Sangiorgio: «L’esito del concorso di progettazione della Colleoni-Montelungo rappresenta un passaggio essenziale nell’attuazione del protocollo di intesa avviato a marzo scorso con due primari soggetti istituzionali quali il Comune e l’Università, rappresentando un primo risultato virtuoso di un percorso che vedrà anche la riqualificazione urbanistica degli ex Ospedali Riuniti, con l’insediamento della nuova Accademia della Guardia di Finanza. Tali operazioni confermano più di ogni altro dato l’attenzione e l’interesse di CDP a continuare nella proficua collaborazione con l’Amministrazione di Bergamo, città che aggrega la maggior esposizione di investimenti dell’intero portafoglio FIV».

«L’intervento in sé rappresenta la seconda esperienza di concorsi di progettazione – ha ricordato -, dopo l’esito della procedura internazionale svolta a Roma con il Progetto Flaminio, e conferma che l’architettura intesa come elemento competitivo permette di esaltare la qualità architettonica, pur nell’ambito di interventi di recupero comunque diversi. Il numero elevato di candidature della prima fase e il numero di progettisti stranieri interventi dimostra la forte attenzione internazionale al nostro paese e le potenzialità ancora inespresse e connesse ai processi di valorizzazione dell’ex patrimonio pubblico».

L’assessore alla Riqualificazione Urbana Francesco Valesini ha infine affermato che, «la conclusione del Concorso internazionale ci consente finalmente di poter prefigurare, dopo quasi vent’anni dalla sua definitiva dismissione, la riconversione di un’area della città, oggi del tutto preclusa, dall’alta qualità ambientale ed insediativa, ulteriormente accresciuta dalla futura presenza di una importante destinazione pubblica. Un processo che ha origine in realtà da un altro immobile dismesso di grande rilevanza per le sorti future della città, quale è il complesso degli ex Ospedali Riuniti: un’area di 140 mila mq, in posizione speculare rispetto a quella della vecchia caserma, destinata oggi ad ospitare la nuova sede dell’Accademia di Guardia di Finanza. L’occasione unica, colta dall’Amministrazione comunale, di potersi confrontare, sulle sue sorti future, con uno stesso soggetto quale il Gruppo CDP, proprietario sia della ex caserma che dell’ex ospedale, unitamente alla disponibilità dell’Università, ha consentito di trovare la soluzione migliore e più equilibrata».


Piazza Vecchia in verde, gli scatti più belli

È l’inchino da acrobata, scattato dalla torinese Giulia Simone, ad aggiudicarsi il primo premio del concorso fotografico “Obiettivo sulla Piazza Verde e dintorni”, contest per appassionati promosso da Arketipos, Gardenia e Bell’Italia e sponsorizzato da Nikon che chiedeva di immortalare gli scorci e le situazioni più suggestive della kermesse “I Maestri del Paesaggio” del settembre scorso.

Il secondo posto è andato all’immagine di una mano indagatrice tra i cespugli della bergamasca Alberica Mapelli Mozzi, mentre lo scatto-medaglia di bronzo è stato realizzato da Anna Carminati. A seguire: Maria Chiara Briccola (Lurate Caccivio, Co), Giulia Bosio (Mornico al Serio), Alessio Ravasio (Treviolo), Fiorenzo Rondi (Alzano Lombardo), Alessandra Facchinetti (Dalmine), Alessandro Angeli (Ranica) e Antonio Gallucci (Osio Sopra) a pari merito con Marcello Parigi (Bergamo).

La giuria che ha valutato le fotografie era presieduta da Lello Piazza, giornalista esperto di fotografia, affiancato a Paolo Bellini, socio Arketipos, Leonardo Tagliabue, fotografo e Matteo Carassale, fotografo di giardini. Gli undici scatti selezionati saranno premiati sabato 5 dicembre alle ore 11  nella Sala Viscontea (ingresso dal passaggio Torre D’Adalberto, Colle Aperto).

«L’edizione 2015 del contest ha presentato due spunti particolarmente rilevanti, legati alle luci e alle inquadrature. Innanzitutto, la prima e la terza foto classificate hanno luci notturne. Una scelta stilistica generalmente spettacolare, resa possibile dai sensori delle fotocamere di ultima generazione che lavorano bene al buio. Per le inquadrature, invece, gli scatti saliti sul podio colgono un dettaglio della Piazza Verde. E certo, senza nulla togliere alla loro eccellente qualità, bisogna sottolineare che è più “facile” scorgere e raffigurare un bel dettaglio, che realizzare un’immagine di tutta la piazza. In ogni caso, i ragazzi, lo hanno saputo fare con acume, tecnica e sensibilità. Qualità che ogni fotografo dovrebbe avere», ha sottolineato Lello Piazza.