Credito, nell’anno del Covid l’offerta cresce del 9% con una media di circa 25 mila euro a impresa

Il rapporto di ricerca Format Research sulle imprese conferma come la liquidità continua ad essere la reale criticità per il terziario

L’offerta di credito erogata dalle banche alle imprese del terziario in provincia di Bergamo è cresciuta del 9% da quando è scoppiata la pandemia, con 607 milioni di euro erogati e una media di 25 mila euro ad azienda, a fronte di uno stock di credito di circa 7 miliardi di euro. I prestiti erogati da parte delle banche alle imprese del terziario di Bergamo, circa 24 mila in tutta la provincia, sono stati necessari per sostenere i costi fissi e non per gli investimenti. È quanto emerge dal nuovo Rapporto di ricerca (Osservatorio sulle imprese del terziario) realizzato da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo sulle imprese del terziario.  Il rapporto conferma il trend in atto da ormai più di un anno e cioè che la liquidità continua ad essere la reale criticità per il terziario.
L’indicatore, rispetto al semestre precedente, è migliorato di 3 punti (da 30 a 33) e in prospettiva salirà a 37 a fine anno secondo il giudizio degli imprenditori. Il livello, inoltre, sale di 10 punti rispetto al dato nazionale dove la situazione è ancora più pesante. L’indice a 33 è però ancora troppo basso (-44,1%) rispetto ai livelli pre Covid del secondo semestre 2019 quando si attestava a 59 punti. Il dato è fortemente condizionato dai numeri drammatici del settore turismo (17), mentre il commercio (38) ha già in parte recuperato e i servizi (43) stanno tornando ai livelli pre pandemia. A soffrire sono soprattutto le micro e le piccole imprese fino a 5 addetti.

Domanda di credito

È in leggera diminuzione la percentuale di imprese che ha chiesto un finanziamento negli ultimi 6 mesi: sono il 35% contro il 37,0% di settembre 2020 (-5,4%). Di queste il 52% ha vista accolta la domanda, il 35% ha dovuto accontentarsi di un ammontare inferiore, l’8% non ha avuto la domanda accolta e il 5% è in attesa.
Rispetto al semestre precedente, è aumentato da 50,7 a 52 la percentuale delle pratiche accolte, mentre si è ridotta drasticamente quella inerente il numero delle pratiche in sospeso che da 24,8% è scesa al 5%: un segnale che le relazioni tra banca impresa si stanno nuovamente normalizzando dopo la pandemia. In quest’ottica sono salite (dal 18% al 35%) anche quelle accolte con importo inferiore, mentre le pratiche respinte da 6,6% salgono all’8%. Al netto di chi è stato respinto e che, quindi, rifarà domanda nel trimestre successivo, il 10,5% delle imprese non ha ottenuto una risposta positiva dal sistema bancario.

Costo del finanziamento

Riguardo al costo del finanziamento, gli imprenditori del terziario bergamasco fanno segnare un peggioramento del sentiment che da 50 a scende a 48 (-4%). Il peggioramento è in atto da inizio pandemia e nelle aspettative degli imprenditori il problema sta peggiorando. Il dato bergamasca è nettamente peggiore di quello nazionale che si attesta a 53: ben 5 punti percentuali in meno sono specchio di una maggior consapevolezza degli imprenditori orobici oppure di un effettivo e peggiore trattamento economico.

Costo dell’istruttoria

Anche il costo dell’istruttoria viene giudicato in leggero peggioramento rispetto al semestre precedente. L’indice è peggiorato di due punti, scendendo a 37 (-5,1%) rispetto al secondo semestre 2020. L’indice è leggermente migliore di quello nazionale che si attesta a 35.

Durata dei prestiti

Anche per quanto riguarda la durata temporale del credito la situazione sta peggiorando e l’indice da 43 è sceso a 41 (-4,7%). Si registra proprio nella minore durata dei finanziamenti il crollo più alto dell’indice da inizio pandemia, mentre la situazione bergamasca resta nettamente migliore di quella nazionale, il cui indice è a 27 con 14 punti percentuali più bassi rispetto al dato orobico.

Garanzie richieste

In leggero peggioramento (42 punti) anche il giudizio delle imprese bergamasche rispetto alle garanzie richieste che scende quindi di due punti rispetto al II semestre 2020 (-4,5%). Il confronto con il dato nazionale che si attesta a 36, è comunque positivo. L’indice, inoltre, sta tornando verso la normalità dei tempi pre-Covid, dopo che nel 2020 era nettamente cresciuto a seguito dell’estensione della garanzia del Fondo Centrale di garanzia con il decreto Legge liquidità (Legge 5/06/2020 n. 40).

Costo dei servizi bancari

In leggero peggioramento anche l’indice relativo al costo dei servizi bancari registrato presso le imprese di Bergamo che da 48 scende a 46 rispetto al semestre precedente (-4,2%). L’indice è nettamente migliore di quello nazionale che si attesta a 37.

“Le moratorie previste dal decreto liquidità scadono il 30 giugno 2021 – conclude Riccardo Martinelli, presidente Fogalco cooperativa di garanzia di Ascom Confcommercio Bergamo -. Oggi la maggior parte delle imprese del turismo e del commercio non alimentare non riuscirebbe a far fronte agli impegni finanziari stante una situazione di crisi di mercato e di limitazione dell’esercizio dell’attività. Per questo siamo soddisfatti che il Decreto Sostegni bis abbia allungato i termini fino al 31 dicembre, data entro cui confidiamo saranno cessate le restrizioni e sarà ripartito il mercato”.

Per Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo “Il giudizio degli imprenditori bergamaschi del terziario sui servizi bancari è in peggioramento e la liquidità resta un problema grave per le imprese del terziario tant’è che ogni semestre, da un anno e mezzo a questa parte, più di un imprenditore ogni tre è stato costretto a ricorrere a un nuovo prestito. Di fatto la pandemia è stata un “bagno di sangue” per la liquidità delle micro e piccole imprese del terziario. L’indebitamento è andato crescendo e questo graverà sulle spalle delle imprese non appena le moratorie si interromperanno. E proprio in questa drammatica fase le condizioni di prestito stanno peggiorando anche se, dopo il trauma del primo semestre 2020, i rapporti tra banca e impresa si stanno normalizzando sia nel numero di pratiche accolte sia nella riduzione di quelle in attesa, tornate ai livelli pre-pandemia”.

Massima priorità alla liquidità, quindi, alla luce del fatto che “il Decreto Sostegni bis – conclude Martinelli – prevede la possibilità di allungare i prestiti, a fronte però di una riduzione della copertura statale delle garanzie a seguito del negoziato, in via di definizione, tra l’Italia e l’Europa che, di fatto, apre la strada a una riduzione delle garanzie statali nell’ambito dell’accesso al credito. In quest’ottica, noi di Fogalco-Asconfidi Lombardia siamo pronti ad accompagnare gli imprenditori e a sostituire le minor garanzie presso le banche per poter far ripartire le imprese e aiutarle a ritrovare quella liquidità necessaria per portare avanti l’attività”


Commercio e servizi cominciano a credere nella ripresa. Ma il turismo soffre la situazione di incertezza

Presentati i risultati della ricerca “Clima di fiducia e congiuntura economica delle imprese del terziario Bergamo” realizzata da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo

È stata presentata questa mattina la ricerca dal titolo “Clima di fiducia e congiuntura economica delle imprese del terziario Bergamo” realizzata da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo. L’Osservatorio sul terziario delle imprese di Bergamo è basato su un’indagine continuativa, a cadenza semestrale, effettuata su un campione statisticamente rappresentativo dell’universo delle imprese del terziario (commercio, turismo e servizi) della provincia di Bergamo (n. 700 interviste a buon fine ogni semestre).
L’obiettivo dell’indagine è quello di rilevare, descrivere e analizzare il clima di fiducia (sentiment), l’andamento dell’impresa e i livelli di occupazione delle imprese del terziario di Bergamo sia a livello congiunturale (ultimi sei mesi rispetto ai sei mesi precedenti) sia a livello prospettico (situazione nei sei mesi successivi alla rilevazione rispetto ai sei mesi precedenti).

Clima di fiducia delle imprese bergamasche

Il clima di fiducia nell’economia italiana delle imprese di Bergamo del terziario è a quota 20%, in leggero aumento (+1%) rispetto al II semestre 2020 e nettamente sopra quello nazionale che è al 13%. La previsione basata sul proseguo della campagna vaccinale ci porta al 25% entro fine anno. Siamo ancora nettamente al di sotto del clima prima della pandemia che era pari al 42%-52% rispetto al 2019.
Il clima è pesantemente influenzato dal sentiment delle imprese del turismo le cui aspettative sono ferme al palo, con un indice del 12% addirittura in peggioramento all’11% entro fine anno, e in particolare per le microimprese di 1 addetto e le piccole fino a 5 addetti che nelle aspettative restano nettamente sotto media. È invece in miglioramento il sentiment per l’andamento della propria impresa che risale al 30% (+3% rispetto al secondo semestre 2020 e +6% rispetto al dato nazionale). Le previsioni a fine anno, inoltre, danno un ulteriore recupero al 35%.
Entrando nel merito dei singoli settori si nota che mentre i servizi hanno praticamente recuperato la perdita (38% con proeizione a fine anno al 44%), il commercio è in recupero (32% e 37% a fine anno), mentre restano pessime, 16% e 24%, le aspettative sulla ripresa della propria impresa nel settore del turismo.

“La politica portata avanti dal Governo e fatta di annunci contrastanti non è stata apprezzata – sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo – . Il green pass italiano annunciato non è diventato ancora realtà, mentre restano diversi snodi cruciali come il coprifuoco, la quarantena per i turisti e il servizio al tavolo e al banco all’interno dei ristoranti e dei pubblici esercizi. Per questo solo il recupero della libertà di azione e quindi della mobilità potrà dare fiato al turismo e, indirettamente, al commercio”.

Consumi in Italia

In consumi sono ancora in affanno. Il primo trimestre 2021 ha registrato un calo del 6% rispetto al primo trimestre 2020 dove la perdita dei consumi era stata dell’11% rispetto all’analogo trimestre del 2019. Anche se più contenuto, siamo, quindi, di fronte ancora a un calo con la nota positiva che arriva dal mese di marzo in cui si è registrato un recupero del 20% rispetto allo stesso mese del 2020 di primo lockdown. Il 2020 ha registrato un calo del consumo di servizi del 30% e dei beni dell’8%. A pagare sono soprattutto i servizi ricreativi (-78%) e ricettivi (-53%) ma anche dell’abbigliamento (-24%), contro un aumento dei beni alimentari del 2%. Il dato provinciale può essere ritenuto in linea con quello nazionale.

Ricavi delle imprese bergamasche

L’indicatore dell’andamento dei ricavi delle imprese del terziario orobico è in miglioramento al 31%, siglando un + 5% rispetto al secondo semestre 2020 e + 8% rispetto al dato nazionale. Le previsioni danno un aumento ulteriore al 36% a fine anno. Anche in questo caso, mentre il recupero è deciso nel settore dei servizi (37% con proiezione a fine anno a 45%), e in parte nel commercio (32% con proiezione a fine anno a 38%), resta debolissimo il turismo con un indice al 15% e un recupero al 25% a fine anno. Riguardo alla dimensione di impresa, nell’indice dei ricavi restano pesantemente sotto media le micro e le piccole da 2 a 5 addetti e da 6 a 9 addetti, mentre il recupero è marcato in quella di grandi dimensioni.

“Rispetto a prima della pandemia, ovvero al secondo semestre 2019 dove l’indice era al 52%, siamo al 40,4%. È il segnale che la ripresa c’è ma dal baratro nel quale siamo crollati la salita sarà lenta e pesante – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Sui ricavi il recupero proseguirà ma sarà più lento del previsto e, secondo questa tendenza, le aspettative per il recupero dell’indice di ricavi non arriverà prima della metà del 2023, augurandoci di non dover più subire restrizioni nei prossimi mesi”.

Andamento occupazione

Grazie al blocco dei licenziamenti, l’indice sull’occupazione ha perso molto meno degli altri, almeno per ora. Sebbene l’indice sia 11 punti sotto quello del secondo semestre 2019, il valore è a 40 (+1% rispetto al secondo semestre 2020 e + 12 rispetto all’indice nazionale) ma le previsioni a fine anno danno una perdita di ulteriore 3 punti. Il settore dei servizi è al 45% e senza previsioni di peggioramento, quasi come prima della pandemia, il commercio in media a 40, sostenuto dal settore alimentare che è cresciuto, mentre il turismo è a 28 e in previsione al 24% a fine anno. A pagare sono soprattutto le imprese da 2 a 5 addetti, nettamente sotto media. L’impatto dello sblocco dei licenziamenti avrà un effetto pesante nella nostra provincia. Le imprese bergamasche del terziario prevedono di perdere in media il 17% della forza lavoro con punte del 24% nel turismo. L’impatto sarà più contenuto nel commercio (-15%) e nei servizi (-11%).
In termini numerici, i pesi cambiano perché si stimano licenziamenti di circa 2.500 lavoratori nel comparto turismo, circa 6.000 nel commercio e, al netto dei lavoratori pubblici e dei servizi alle persone, di circa altre 3.000 persone nei servizi. L’impatto sarà quindi pesante con quasi 12.000 dipendenti fissi che rischiano di perdere il posto di lavoro. Inoltre, il blocco dei licenziamenti, se da un lato ha salvaguardato il personale dipendente e la difesa delle competenze in azienda, dall’altro ha creato due problemi: quello più sentito dalla imprese (87,3%) ha riguardato l’impossibilità di poter diminuire i costi aziendali, l’altro (12,7%) l’impossibilità di sostituire il personale con figure necessarie.

“Ora il Governo deve prendere una delle due direzioni: mantenere o togliere il divieto di licenziamento – spiega Enrico Betti, responsabile area Politiche del lavoro Ascom Confcommercio Bergamo -. La scelta non è semplice: togliere il divieto significa risparmiare soldi pubblici e costi alle imprese ma far perdere il lavoro a molte persone e disperdere le competenze aziendali, necessarie per la ripresa. Allungare ulteriormente il termine, già fissato al 30 giugno o al 31 ottobre a seconda della categoria, significa ingessare il mercato. La nostra posizione è di trovare soluzioni diverse in base al settore e alle condizioni dell’impresa. Pubblici esercizi e ristorazione, ad esempio, prevedono una ripartenza più veloce rispetto al turismo e quindi eliminare il blocco dei licenziamenti potrebbe dare dinamicità al settore. Viceversa, per il comparto ricettivo occorrerà stanziare ulteriori fondi per gli ammortizzatori sociali. Ad ogni modo, per salvare l’occupazione il Governo dovrebbe stanziare sgravi fiscali per le imprese che mantengono i posti di lavoro già in essere più che bonus per le nuove assunzioni. Sgravi che siano proporzionali alla perdita di fatturato e che si esauriscono con il recupero delle vendite”.

Chiusura delle imprese

Il 13,8% delle imprese ha dichiarato che resterà aperta senza difficoltà mentre il 54,6% con qualche difficoltà. Solo il 2,8% ha dichiarato che chiuderà l’attività nel corso dell’anno mentre a preoccupare ulteriormente sono il 28,8% degli intervistati che ha dichiarato di restare aperti seppur con molte difficoltà o di dover diminuire o eliminare parte dell’attività. Ne deriva che oltre un terzo delle imprese del terziario bergamasco, pari a 7.580 imprese, resta a forte rischio di chiusura e, con esso, circa 10.000 persone tra titolari e coadiuvanti.


“Abbiamo perso un presidente, abbiamo perso un amico”: Fiva e Ascom in lutto per Mauro Dolci

Morto ieri in un incidente stradale il presidente degli ambulanti. “Ci lascia in eredità un esempio di grande determinazione, sempre disponibile all’interlocuzione e alla mediazione” 

“Abbiamo perso un presidente, abbiamo perso un amico: una persona da ammirare e un valido dirigente che metteva anima e corpo nella difesa della propria categoria”. Sono parole di profondo cordoglio quelle espresse dalla dirigenza di Ascom Confcommercio Bergamo per la scomparsa di Mauro Dolci, presidente della Fiva Bergamo, che ieri ha perso la vita in un tragico incidente a San Giovanni Bianco.
Lo scontro contro un’auto in via Carlo Ceresa è avvenuto poco dopo mezzogiorno: Dolci stava viaggiando in sella alla sua Bmw K1600 Gt sulla ex 470. Appena fuori dell’abitato di San Giovanni Bianco, verso Piazza Brembana, ha perso il controllo del mezzo e ha impattato contro un’Alfa Romeo che arrivava dall’altro senso. Lo scontro è stato talmente violento che Dolci è volato a 20 metri di distanza: l’impatto è stato fatale ed è stato subito trasportato in condizioni critiche in ospedale a San Giovanni Bianco dove è morto verso le 14.30.

Una vita per la sua categoria
Dolci, 65 anni e residente a Zogno, era presidente della Fiva di Bergamo dal 2008. Nel 2009 era entrato a fare parte del Consiglio di Fogalco, la Cooperativa di garanzia di Ascom Confcommercio Bergamo, e nel consiglio direttivo di Ascom Confcommercio Bergamo. Nel 2013 era stato nominato presidente vicario di Fiva nazionale e nel 2014 coordinatore di Fiva Lombardia. La sua attività di ambulante ha una storia lunga più di 50 anni, quando cominciò a mettere piede sulle piazze bergamasche a 15 anni appena terminate le scuole dell’obbligo.
Anche se era da poco andato in pensione non era raro incontrarlo nei principali mercati della Bergamasca insieme al figlio Paolo, dietro ad un bancone colmo di formaggi e salumi, una preziosa eredità tramandata dal nonno. Un uomo sincero, onesto e deciso, dedito al proprio lavoro e alla professione. Ma anche una figura importante per il commercio ambulante bergamasco, sempre in prima linea nel tutelare la categoria degli ambulanti bergamaschi, in difficoltà per la pandemia. 

Il ricordo dei colleghi e della dirigenza Fiva e Ascom

Lunedì i colleghi di Mauro Dolci hanno ricordato il loro presidente e, come tradizione quando viene a mancare uno degli associati, la postazione è stata lasciata vuota. In mattinata è stata deposta una corona di fiori per commemorare la sua scomparsa. Alla cerimonia, che ha previsto un breve momento di raccoglimento, erano presenti numerosi ambulanti, insieme al vice presidente di Fiva Confcommercio Bergamo, Diego Pesenti, al vicepresidente di Anva Confesercenti Bergamo, Flavio Steibel, e al direttore di Ascom, Oscar Fusini.

“Siamo provati per quanto accaduto. Mauro era una persona disponibile e con a cuore l’associazione. Sarà dal punto di vita umano e associativo una grandissima perdita per noi – affermano il presidente e il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Giovanni Zambonelli e Oscar Fusini-. Dal punto di vista associativa è sempre stato un punto di riferimento per tutti gli ambulanti bergamaschi negli ultimi decenni. Sempre presente e a disposizione di tutti. Sempre in contatto con le diverse amministrazioni per le problematiche del settore. Ci mancherà tantissimo, perché era parte della famiglia Ascom”.

“La notizia della tragica scomparsa del Presidente Dolci ha lasciato senza parole tutta la federazione. Mauro si è sempre speso in maniera disinteressata a favore della categoria degli ambulanti, sempre in prima linea per risolvere piccoli e grandi problemi sui nostri mercati e sulle nostre fiere. Anche nell’ultimo anno, Dolci si è molto impegnato a tutelare le attività degli ambulanti e i loro mercati, ma senza negare ne sottovalutare il rischio di contagio da Coronavirus. Ci lascia in eredità un esempio di grande determinazione, sempre disponibile all’interlocuzione e alla mediazione” dice il vicepresidente di Fiva Bergamo, Diego Pesenti.

In tanti, all’indomani della tragica fatalità, piangono e ricordano Dolci, che era un appassionato di moto ed era solito fare lunghi viaggi. Dalla famiglia, la moglie Ivonne e il figlio Paolo (a breve Dolci sarebbe diventato nonno), fino ai colleghi e alle Amministrazioni comunali, con le quali aveva stretto forti rapporti di reciproca collaborazione, soprattutto in questi ultimi mesi dove si era prodigato nella tutela della categoria degli ambulanti bergamaschi in difficoltà per la pandemia.

Per un ultimo saluto a Mauro Dolci, la Camera ardente è stata allestita nella chiesa di Foppa a Zogno. I funerali si svolgeranno nella chiesa parrocchiale di Zogno giovedì 13 maggio alle ore 17.00.

La lettera di saluto del direttore Ascom

Pur costandomi grande fatica, ritengo che tributare l’ultimo saluto della nostra Ascom a Mauro Dolci sia per me un grande onore, perché chi l’ha conosciuto ha apprezzato il suo valore e riconosciuto in lui una grande persona. Nato praticamente sui banchi del mercato, è cresciuto professionalmente fino a diventare un eccellente piccolo imprenditore. Godersi questa soddisfazione non gli bastava. Ha maturato fin da piccolo la sua missione. Ha investito tutto sé stesso nella partecipazione alla vita associativa e si è preparato per diventare un punto di riferimento sindacale.

Abbinava il pensiero politico della rappresentanza alle competenze tecnico pratiche tipiche dell’operatore. Per la sua stoffa, la sua competenza e il suo modo di agire oltre che presidente provinciale Mauro negli ultimi anni ha assunto anche la carica di presidente regionale e vicepresidente vicario nazionale di Fiva Confcommercio. Conosceva ogni balzello normativo e regolamentare dell’ambulantato ed era un interlocutore riconosciuto da ogni amministrazione e un supporto prezioso per i funzionari interni dell’Ascom.

Era onesto e schietto. Non era per forza morbido nella sua funzione, perché chi rappresenta gli interessi non può assecondare tutti. Dietro la corazza dura c’era, però, una forte sensibilità e rispetto per gli altri. Per Mauro fare associazione era soprattutto fare il bene degli altri, della categoria ma anche del territorio, perché capiva quando gli interessi di parte dovevano lasciare spazio al bene di tutti. Ha sempre sminuito i suoi meriti e alle insoddisfazioni e alle critiche ha sempre risposto con grande impegno.

Mauro resta un patrimonio per la sua famiglia, a cui ci stringiamo e che ringraziamo per averlo assecondato nel suo sogno associativo. Anche in noi resterà forte il legame con lui. Lo terremo sempre nel cuore. Quello che invece ha fatto per la sua categoria, gli ambulanti bergamaschi, resterà per sempre nella storia della nostra Associazione.

Grazie Mauro a nome di tutti gli associati Ascom.


La crisi pesa sulle famiglie. In Bergamasca persi 1,3 miliardi con ripercussioni per 1 lavoratore su 4

Fusini, direttore di Ascom: “Coloro che stanno pagando lo fanno a caro prezzo rispetto a chi non ha avuto ripercussioni economiche legate alla pandemia”

A più di un anno dall’inizio della crisi legata al Covid-19 e in piena campagna vaccinale è tempo di bilanci per il mondo del terziario e delle attività che hanno subito – e che stanno ancora subendo per il protrarsi della pandemia – un danno economico significativo. Secondo la stima di Ascom Confcommercio Bergamo, infatti, la perdita nei quattro macro settori particolarmente colpiti dalla crisi (commercio non alimentare; servizi alla persone e imprese; ricreazione, sport, spettacoli e cultura; alberghi e pubblici esercizi) è stata di 1,380 miliardi, di cui 900 milioni per bar e ristoranti e 480 milioni per gli altri settori.
Nei quattro settori sono coinvolti oltre 123 mila lavoratori tra dipendenti, titolari, soci amministrativi e coadiuvanti: circa 87.000 riguardano il comparto del commercio, turismo e servizi, i più colpiti dalla situazione, mentre 36.000 gli altri settori produttivi. Di questi, Ascom stima che circa 59.000 siano indipendenti e 64.000 siano invece dipendenti.

“Considerando che gli occupati in Bergamasca sono 482.000 (dati Istat) questi numeri sono specchio delle terribili conseguenze del Covid sul terziario e su settori preponderanti per l’economia del territorio – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Il quadro che emerge, infatti, è che nella nostra provincia 1 lavoratore su 4 sta subendo le ripercussioni economiche dovute alle restrizioni a seguito della pandemia”.

Conseguenze che vanno oltre l’ambito lavorativo e che colpiscono anche il reddito delle famiglie: per Ascom su 465 mila famiglie (dati Istat) sono circa 90.000 i nuclei familiari bergamaschi colpiti dalla crisi, pari al 19,35% del totale, ovvero uno su cinque. “Se grave è la situazione dei dipendenti che hanno goduto degli ammortizzatori sociali con una perdita di una fetta del loro stipendio, è ancora più drammatica la situazione dei lavoratori indipendenti e di titolari, soci, amministratori di società, coadiuvanti familiari che finora hanno percepito indennizzi irrisori – prosegue Fusini -. La gravità di questa crisi non è solo nella sua dimensione, con numeri senza precedenti dal Dopoguerra per i bergamaschi, ma per la sua selettività. Coloro che stanno pagando lo fanno a caro prezzo rispetto a chi non ha avuto ripercussioni economiche legate alla pandemia. Questa è la differenza tra chi è ‘garantito’ e chi non lo è, a dimostrazione della disperazione e della rabbia accumulata da molti in questi mesi. Per questo, il nostro Paese è chiamato a pensare a reali misure di indennizzo più specifiche per chi ha realmente patito la crisi, oltre a strutturare politiche adeguate di sostegno a lungo termine”.


Dal gusto del mese al contest sui social: la stagione tutta da gustare del Gruppo Gelatieri Bergamaschi

Con l’estate alle porte entra nel vivo la stagione del Gruppo aderente ad Ascom Confcommercio Bergamo che riunisce 44 gelaterie di città e provincia

Con l’estate alle porte entra nel vivo la stagione del Gruppo Gelatieri Bergamaschi Ascom Confcommercio Bergamo. Come ogni anno, infatti, la macchina organizzativa si è messa in moto e tra le azioni previste per il 2021 spicca “Il frutto del mese”, una nuova campagna che proporrà un frutto di stagione che ogni gelateria si impegnerà ad utilizzare per l’elaborazione di una propria ricetta. Dopo la fragola ad aprile, a maggio la protagonista tra le oltre 40 gelaterie associate sarà l’amarena, mentre a giugno sarà la volta dei frutti di bosco. Si prosegue con melone (luglio), pesca (agosto), nocciola (settembre) e castagna (ottobre).
A breve partirà anche un contest sui social (Gelatieri Bergamaschi Facebook e Instagram) che mette in palio mezzo chilo di gelato artigianale per il cliente che raccoglierà più like alla foto scattata al gusto del mese.

Le 44 gelaterie aderenti

Le gelaterie aderenti in città sono: Carmen Gelato, Cuore, Gelateria Cherubino, La Marianna, Stekko, Verderosa.
In provincia: Il Dolce Freddo (Albano Sant’Alessandro), Laboratorio Gelateria Franca (Albino), Fior di panna (Almenno San Bartolomeo), Gelateria Petite Fleur (Almenno San Salvatore), Royal Caffè (Alzano Lombardo), Gelato Artigianale F.lli Bogni (Arcene), Gelateria al Parco (Canonica D’Adda), Gelateria La Gabbia (Capriate San Gervasio), Fiocco di Neve (Castione della Presolana), Gelateria Ubaldo (Chiuduno), Selzcafè (Clusone), Gelatissimo (Darfo Boario Terme), Oasi (Fara Gera D’Adda), Bar Centrale (Lovere), Gelateria Gusto Libero (Luzzana), Pasticceria Melograno (Madone), Brina Gelato&Cioccolato (Martinengo), Gelateria artigianale di Nembro (Nembro), La Fonte (Oltre il Colle), Pasticceria Toffy, Bar Commercio Gelateria (Osio Sotto), Gelateria Bonazzi (Ponte Nossa), Gibogel (Rogno), Sottozero Gelato&Cioccolato (Rovetta), Gelateria Arlecchina (San Paolo d’Argon), Gelateria di Mangini Marco (San Pellegrino Terme), Yog (Sotto il Monte), Bar Roma (Sovere), Rubis di Fachinetti (Torre Boldone), Lo Chef del Gelato (Trescore Balneario), Gelatiamo (Treviolo), Gelateria Brina (Urgnano), La Crem (Vertova), Gelateria l’Oasi (Villongo), Artigel, Il Gioppino, Pasticceria Morlacchi, La Voglia Matta (Zanica).

Per informazioni: tel. 035.4120135.


“Colazione in viaggio”, un tour in 12 tappe tra Bergamo e provincia

Pubblicata la guida digitale di Marzia Bonalumi e Nadia Mangili: 12 mete descritte con foto ma partendo sempre dalla degustazione di una colazione o un brunch 

Marzia Bonalumi e Nadia Mangili pubblicano la guida digitale “Colazione in viaggio, 12 destinazioni a portata di share per Bergamo e Provincia”. Le mete sono selezionate e descritte attraverso l’idea di degustare una colazione o un brunch in un café o localino, scelto da Marzia che suggerisce cosa ordinare. Dopo aver fatto incetta di bagels, club sandwich, avocado toast, estratti, yogurt bowl, waffle, pancake, crostate, torte della nonna e tanti altri manicaretti, il viaggio continua alla ricerca di palazzi, ville, strade, giardini, terrazze panoramiche, scorci e opere d’arte, suggeriti da Nadia.
Le 12 mete, corredate dal suggestivo materiale fotografico, permettono di trascorrere una mattinata speciale tra Città Alta e i borghi medievali di Bergamo, ma anche quartieri, cittadine e comuni della Provincia, come San Pellegrino Terme, Stezzano, Crespi d’Adda e Treviglio.

Le autrici

Marzia Bonalumi è una seguitissima narratrice di colazioni e di localini dove gustare le prelibatezze più innovative e gustose. Ha aperto il suo profilo Instagram @flavouriteplace, una sorta di blog che lei definisce il suo Social Breakfast Club, un anno fa, e ha una schiera di follower che non si perdono mai un “where to go”.
Nadia Mangili, laureata in storia dell’arte, guida di Bergamo, crea da sempre tour alternativi, in collaborazione con professionisti provenienti da diversi ambiti. Sui social è conosciuta come la Margì (@lamargi.guidadibergamo), nome che le ricorda il gioco di carte bergamasche con cui giocava da piccola con sua nonna.

Nell’estate 2020, in piena ripresa post lockdown, la food hunter e la Margì hanno iniziato a collaborare per ideare eventi che potessero fondere le loro due passioni. “Colazione in viaggio” è, infatti, un tour che ha coinvolto tanti viaggiatori, i quali si sono seduti attorno a una tavolata per degustare un delizioso brunch in un localino di San Pellegrino Terme, selezionato da Marzia. Tutti insieme hanno poi scoperto la cittadina ascoltando le storie e i racconti della guida. L’evento è stato ricalendarizzato a novembre, con una visita a Crespi, ma le norme di sicurezza anti Covid subentrate poco dopo hanno imposto l’annullamento. Nell’attesa di tornare a viaggiare insieme, non resta che affidarsi alla guida delle due esperte.

L’ebook è scaricabile da www.nadiamangili.com.

 


Il dinamismo imprenditoriale al centro del corso di alta formazione targato Bergamo Sviluppo

Imprenditori, manager e dipendenti: ultimi giorni per iscriversi alla 10a edizione del corso dell’Azienda Speciale della Camera di Commercio

 

Bergamo Sviluppo – Azienda Speciale della Camera di Commercio – informa che sono aperte fino al 28 aprile prossimo le iscrizioni alla nuova edizione del corso di Alta Formazione “Imprenditorialità e innovazione per l’internazionalizzazione delle MPMI – GO.IN’ BASIC”, corso rivolto a imprenditori, manager e dipendenti di micro, piccole e medie imprese locali interessati a rafforzare competenze imprenditoriali/manageriali per affrontare al meglio le future decisioni strategiche e organizzative necessarie per innovare la propria impresa e orientarla, anche, all’internazionalizzazione.

Il percorso, della durata di 120 ore (da metà maggio a novembre), prevede una modalità di erogazione mista, online e in presenza, con lezioni al venerdì pomeriggio e al sabato mattina (le lezioni in presenza si terranno a Dalmine nelle sedi di Bergamo Sviluppo al Point e dell’Università). La modalità da remoto, sperimentata con successo nel 2020, si affianca a quella in presenza per questa nuova edizione del percorso, che Bergamo Sviluppo realizza in collaborazione con il sistema associativo territoriale e che vede il supporto tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo ed in particolare del Centro di Ateno SdM-Scuola di Alta Formazione.

Obiettivo dell’iniziativa, quest’anno giunta alla decima edizione, è trasferire contenuti e strumenti efficaci per affrontare le future decisioni strategiche e organizzative imposte da una situazione economica sempre più instabile, rafforzando sia la capacità innovativa dell’impresa sia le competenze tecniche e personali dei corsisti. Nell’iniziativa formativa sono coinvolti docenti universitari e professionisti che concentreranno i loro interventi nelle 4 aree che quest’anno verranno affrontate nel corso, ossia strategia e dinamismo imprenditoriale, innovazione, marketing e internazionalizzazione. Ognuno di questi argomenti sarà poi declinato in interventi specifici, prevedendo diverse modalità di coinvolgimento dei partecipanti.

In nove edizioni ne hanno beneficiato 259 imprenditori

“Come ogni anno il corso viene riprogettato per poter rispondere alle esigenze delle imprese partecipanti e tener conto della situazione del contesto economico di riferimento- spiega il presidente di Bergamo Sviluppo, Angelo Carrara –. La situazione economica determinata dalla pandemia ancora in essere inevitabilmente ha portato a revisionare profondamente anche il corso di quest’anno, ma siamo molto contenti di tagliare il traguardo dei 10 anni di attività: in nove edizioni ne hanno beneficiato 259 imprenditori, manager e dipendenti appartenenti a micro, piccole e medie imprese locali. Il percorso doveva servire per far crescere le competenze personali e professionali dei partecipanti, ad avere visioni più ampie, a mettere in discussione le proprie convinzioni grazie non solo all’attività formativa svolta in aula e favorita dal confronto con i docenti coinvolti, ma anche all’interazione e alla partecipazione che l’iniziativa ha sempre favorito e stimolato. Siamo particolarmente contenti di aver incoraggiato nei partecipanti questo spirito, tanto che ormai lo definiamo con piacere “spirito da goinner”, ossia da persone aperte al cambiamento e all’innovazione, doti sempre più fondamentali per imprenditori e dipendenti”.

“Ci rendiamo conto che il momento non è certo facile per le imprese – aggiunge Tommaso Minola, responsabile scientifico del corso – ma affrontare e analizzare i problemi con uno sguardo unitario e costruttivo è proprio ciò che il Go. In’ ha trasmesso negli anni ai suoi partecipanti. E in questo momento, ancor più che in passato, vogliamo stimolare nei partecipanti un atteggiamento aperto all’innovazione, alla condivisione e al mettersi in gioco. La riprogettazione “digitale” del corso si è rivelata una bellissima opportunità per scoprire nuovi strumenti didattici e ripensare anche quest’anno ai contenuti. La modalità online si affiancherà a quella in presenza e permetterà di arricchire le lezioni tradizionali con nuovi materiali anche multimediali e giochi di ruolo, laboratori ed esercitazioni. Siamo quindi sicuri che tutto questo aumenterà l’interazione fra partecipanti e docenti, rendendo possibile l’uso di quanto appreso nelle lezioni per lo sviluppo di progetti interni alla propria impresa”.

Per conoscere i requisiti di ammissione dei partecipanti, le modalità di selezione, le quote di iscrizione previste, nonché per effettuare l’iscrizione online all’iniziativa, consultare la sezione news scorrevoli nella homepage del sito di Bergamo Sviluppo (www.bergamosviluppo.it). Per le sole imprese della provincia di Bergamo è previsto un cofinanziamento da parte della Camera di Commercio che riduce notevolmente la quota di iscrizione. Tutti i candidati iscritti saranno invitati ad un colloquio conoscitivo di selezione effettuato, da remoto, da un apposito Nucleo di Valutazione.

Per informazioni: Silvia Campana, tel. 035.3888036 – campana@camcom.it )


Wedding planner: un corso (doppio) per accedere all’iter della certificazione della professione

In 10 lezioni per un totale di 30 ore tutto quello che c’è da sapere per organizzare un matrimonio a regola d’arte. Seconda edizione a ottobre

La selezione dei fornitori, elementi di project management, l’allestimento della location, lo styling del matrimonio, il galateo e il bon ton ma anche la gestione degli imprevisti e degli accordi contrattuali: sono alcuni degli argomenti al centro del corso per wedding planner promosso e organizzato da Confcommercio Professioni e Aiom Bergamo, l’Associazione Italiana Organizzatori Matrimoni, aderenti ad Ascom Confcommercio Bergamo.

Erogato da Ascom Formazione con l’obiettivo di accompagnare wedding planner a maturare crediti obbligatori per poter accedere all’iter della certificazione della professione, il corso si concluderà a maggio ma verrà replicato a ottobre: “Grazie agli Enti bilaterali che hanno finanziato un biennio formativo offriamo un’opportunità di crescita professionale a tutta la categoria – sottolinea Matteo Mongelli, presidente Confcommercio Professioni Ascom Bergamo -. Il corso è infatti gratuito e consente di maturare ore convertibili in crediti formativi per permettere alle wedding planner con i requisiti l’accesso all’esame di certificazione professionale”.

Con 10 lezioni di tre ore ciascuna per una durata complessiva di 30 ore, il corso (in streaming) propone focus sulle tecniche di organizzazione di un matrimonio, sulle materie legate alla responsabilità e tutela, sulla gestione economico-finanziaria e sulla specializzazione delle conoscenze su tutti i servizi di terzi che il wedding planner deve essere in grado di selezionare e offrire: “Il sistema di certificazione professionale è un riconoscimento importante che premia la nostra competenza – afferma Paola Rovelli, presidente Aiom Bergamo . Mai come in questo momento è necessario affidarsi a professionisti certificati e il corso di preparazione sarà gestito da figure altamente competenti, associate Aiom, con un’esperienza pluriennale nel mondo del wedding”.

A maggio (seconda edizione a novembre) partirà anche il corso “Destination Wedding Planner”, dedicato al fenomeno del turismo nuziale delle coppie straniere, che fornirà diverse nozioni per gestire l’organizzazione dell’evento, dal primo contatto fino a cerimonia conclusa.

Per informazioni Ascom Formazione: tel. 035 4185706 – info@ascomformazione.it.


Venerdì 9 aprile la protesta degli ambulanti non alimentari. “Niente vendita chiediamo solo di riaprire”

Oltre 200 operatori pronti a “occupare” i posteggi assegnati nei mercati di 34 comuni. Il presidente Dolci: “Riaprire i mercati e le fiere si può”

Anche Fiva Bergamo aderisce allo stato di agitazione indetto dalla categoria per venerdì 9 aprile in tutta la Lombardia. Una protesta civile che porterà oltre 200 ambulanti operatori non alimentari a “occupare” i posteggi a loro assegnati nei mercati di 34 comuni della Bergamasca senza però effettuare le vendita. Una manifestazione nel rispetto delle regole che coinvolgerà tutte le province lombarde per dimostrare che i mercati non possono vivere di soli ambulanti alimentari e che lavorando all’aria aperta ci sono le condizioni per operare in sicurezza.

“Saremo sui nostri posteggi per segnalare la nostra volontà di ripartire, riappropriandoci delle nostre aree di mercato, senza effettuare l’attività di vendita, nel rispetto del decreto, e per dimostrare che i mercati all’aperto sono sicuri – sottolinea Mauro Dolci, presidente Fiva Bergamo -. Non capiamo, infatti, perché le deroghe di apertura per le merceologie in zona rossa, dalle confezioni e calzature per bambini ai prodotti per l’igiene e la casa, non riguardino gli ambulanti. E soprattutto ci chiediamo perché una fabbrica può, al chiuso, ospitare centinaia se non migliaia dipendenti e operare con i dovuti accorgimenti, mentre noi no”.

Seguendo lo slogan Fiva “Riaprire i mercati e le fiere si può, riaprire i mercati e le fiere si deve”, gli ambulanti occuperanno i loro posteggi per testimoniare la volontà di ripartire con l’obiettivo di far tornare a lavorare tanti operatori drammaticamente fermi. Un gesto che va oltre la protesta sul campo: “Ieri abbiamo avuto un incontro con il Prefetto d Bergamo Ricci per sottoporre alla sua attenzione la grave situazione che stanno vivendo gli ambulanti – prosegue Dolci -. È stato un incontro proficuo non solo per il via libera alla manifestazione ma anche perché abbiamo notato la volontà di ascolto da parte delle istituzioni. La nostra categoria, infatti, è consapevole dell’emergenza sanitaria in corso e delle aperture vincolate alla situazione pandemica ma è anche allo stremo. Attendere ancora tutto aprile per la ripartenza non è possibile, c’è grande esasperazione e molti operatori non ce la fanno più dopo un anno di fatturati precipitati: di almeno il 40% nei casi migliori fino ad oltre il 90% per chi non lavora ormai da troppo tempo come i fieristi. Con ristori irrisori e famiglie da mantenere”.

La protesta in 34 comuni della Bergamasca

Da Bergamo a Capriate, da Pontida a Verdello passando per Sorisole e Caravaggio gli ambulanti sono quindi pronti ad alzare la voce, ma sempre nel rispetto delle regole: “Gli operatori di prodotti non alimentari saranno presenti presso i loro posteggi senza effettuare alcuna attività di vendita e la manifestazione sarà coordinata dalla nostra associazione per poter garantire la massima sicurezza e il rispetto delle regole – conclude Dolci -. Ci dissociamo infatti dagli atti violenti visti ieri a Roma perché non si tratta di fare a gara a chi urla di più: queste iniziative invece, servono a sensibilizzare le istituzioni: per la nostra categoria, infatti, passare in zona arancione ci consentirebbe di lavorare a pieno regime”.

I Comuni coinvolti nella protesta Fiva sono: Albano Sant’Alessandro, Antegnate, Bergamo (Viale Pasteur), Berzo San Fermo, Calcinate, Capriate S. Gervasio, Caravaggio, Casirate, Cene, Chiuduno, Cividate al Piano, Colzate, Fara Gera D’Adda, Fiorano al Serio, Gandellino, Gorno, Grassobbio, Leffe, Levate, Morengo, Onore, Piazza Brembana, Ponte San Pietro, Pontida, Pradalunga, Pumenengo, Ranica, Schilpario, Seriate, Sorisole, Spinone al Lago, Stezzano, Vedeseta, Verdello.


Distretti del commercio: aperti i bandi per “Morus Alba” e Ville e Torri dell’Isola”

In arrivo contributi a fondo perduto alle imprese del commercio, della ristorazione, del terziario e dell’artigianato. Domande entro il 30 aprile

Fondi in arrivo per le imprese e i negozi nei comuni inseriti ni Distretti del commercio “Ville e Torri dell’Isola” (Brembate Sopra, Ambivere, Mapello e Terno d’Isola), e “Morus Alba” (Stezzano, Azzano San Paolo, Grassobbio, Levate, Orio al Serio e Zanica. I Comuni capofila dei due distretti (Ponte San Pietro e Stezzano) hanno infatti emanato il bando per la concessione di contributi a fondo perduto alle micro e piccole e medie imprese del commercio, della ristorazione, del terziario e dell’artigianato di servizio. L’obiettivo, nell’ambito del progetto “Distretti del Commercio per la ricostruzione economica territoriale urbana” è di favorire la ripartenza delle attività economiche e i servizi a utenti e visitatori e l’avvio di nuove attività nei comuni dei distretti, avendo particolare attenzione alla necessità, da un lato, di garantire diversi e più alti standard di sicurezza e protezione dei lavoratori e dei consumatori, dall’altro, di riqualificare l’attività e adottare modalità alternative di organizzazione delle vendite (anche attraverso strumenti innovativi e digitali) che tengano conto del mutato contesto in cui le imprese si troveranno ad operare.

Per il “Morus Alba” i fondi a disposizione ammontano a 65.994 euro, mentre per “Ville e Torri dell’Isola” le risorse ammontano a 30.751 euro. Le domande dovranno pervenire ai rispettivi Comuni entro il 30 aprile 2021. Sono ammissibili le spese effettivamente sostenute dall’impresa beneficiaria, ritenute pertinenti e i cui giustificativi di spesa (fatture e pagamenti) decorrono a partire dalla data del 5 maggio 2020 alla data di presentazione della rendicontazione. Per determinare l’ammissibilità temporale di una determinata spesa, rileva la data di emissione della relativa fattura.

L’aiuto è concesso come agevolazione a fondo perduto, a fronte di un budget di spesa liberamente composto da spese in conto capitale e spese di parte corrente. Il contributo previsto, per le domande ammissibili, sarà pari al 50% della spesa ammissibile totale (in conto capitale e di parte corrente) al netto di Iva, e in ogni caso non potrà essere superiore all’importo delle spese in conto capitale, sino ad un massimo complessivo per ciascun operatore pari a € 2.500.

Tutti gli interventi agevolabili e le spese ammissibili sono indicati nei due bandi:

Bando Distretto Ville e Torri dell’Isola_2

Bando Morus Alba

 

Per informazioni:
Roberto Ghidotti (resp. Distretti del commercio e Territorio di Ascom Confcommercio Bergamo)
Cell. 368 7017706 –  roberto.ghidotti@ascombg.it