Rimane aperta la questione “ex Mirage” a Clusone. L’Ammnistrazione non ha sciolto le riserve sul possibile aumento degli spazi commerciali della struttura. Il sindaco Paolo Olini, in un consiglio comunale molto partecipato dai cittadini, si è limitato a ribadire che «non è stata presa nessuna decisione in merito». In altre parole, i volumi rimarrebbero quelli concessi nel 2009 – 1.500 metri quadrati destinati a spazi commerciali e altrettanti dedicati a uffici – e non ne verrebbero aggiunti altri.
Le minoranze nelle scorse settimane avevano presentato un’interpellanza all’amministrazione perché prendesse una posizione chiara e definitiva sulla vicenda. In particolare, riguardo la destinazione d’uso degli spazi e gli aspetti architettonici della costruzione che presenterebbero delle difformità rispetto al progetto originale. Difformità che hanno causato la sospensione il 19 gennaio scorso di tutte le opere di rivestimento delle facciate esterne del fabbricato. A questo proposito, il primo cittadino ha spiegato che sarà la Commissione del paesaggio a pronunciarsi, rassicurando che con una variante la questione dovrebbe risolversi in tempi brevi.
Le risposte del sindaco non hanno soddisfatto i commercianti.
«Quello che fa specie – dice Franca Canova, titolare della libreria Canova di via Bartolomeo Nazzari – è che l’amministrazione abbia già richiesto in Regione un parere preliminare sul possibile aumento delle superfici commerciali. Non si capisce se ci siano già state richieste o no. Il piano integrato deve essere mantenuto come è stato approvato, devono essere previsti gli spazi direzionali come previsto dalla convenzione. Aumentare gli spazi commerciali nella nuova struttura, significherebbe spostare l’asse commerciale dal centro storico che già è in sofferenza».
Dice Luigi Percassi, presidente della neonata associazione “Clusone centro”: «Sentire un sindaco, che è il responsabile amministrativo e politico del suo territorio, dire che non sa ancora cosa deve fare ma si è portato avanti a chiedere un parere in regione è sconcertante. In una situazione di crisi generalizzata, non si può immaginare che i nuovi interventi possano dare beneficio alla cittadinanza e ai commercianti. Creare nuovi spazi commerciali con negozi di vicinato non favorisce nessuno e peggiora la situazione del centro storico che è già in condizioni di abbandono. Non si guarda al valore aggiunto offerto tradizionalmente dal centro storico, non si ha attenzione per quello che rappresenta Clusone. Il turista è ormai l’unica fonte economica. Pensare di avere maggiore utenze creando un centro commerciale significa non capire e non riconoscere la realtà di Clusone».
L’opera, lo ricordiamo, prevede la realizzazione di parcheggi interrati e aree commerciali e artigianali nello spazio all’ingresso di Clusone, dove sorgeva il cinema Mirage. La preoccupazione delle minoranze e dei commercianti è che i 1.500 metri quadrati (divisi su due piani) destinati nella convenzione ad uso terziario direzionale, piuttosto che alle attività di artigianato e servizi, vengano invece destinati ad attività di vendita al dettaglio penalizzando il centro storico e trasformando quella che deve essere la porta d’entrata di una cittadina turistica nell’ingresso di una zona industriale. “Clusone centro” ha già annunciato che la prima iniziativa dell’associazione sarà quella di promuovere un sondaggio tra i commercianti per conoscere la loro opinione sull’ipotizzata variazione al piano Ex Mirage.