Seriate, l’associazione 
che vuole diventare piazza

Seriate, l’associazione che vuole diventare piazza

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Da sinistra: Paolo Perini, Anna Piras, Renato Sarli, Stefania Pellicano, Giuseppe Bonfanti e Angiolino Pedrini

Ha il nome di una strada, ma vuole essere una piazza, quella piazza che a Seriate non esiste come luogo fisico di incontro di una comunità e che si vuole costruire almeno nelle relazioni. L’associazione “Statale 42” si propone come collettore di idee e iniziative capaci di riannodare un tessuto sociale e culturale sfilacciato, per «dare vita ad una città che abbia un senso e non sia solo un agglomerato di case». «Seriate paga la sua posizione di satellite del capoluogo e non ha mai sviluppato un’anima propria – è stato sottolineato nell’incontro di presentazione – e il turn over di 2mila residenti all’anno, pari quasi al 10% della popolazione, non fa che accentuare il carattere di “dormitorio”. Ci sarà però un motivo se chi viene ad abitare qui non decide anche di fermarsi…», è la provocazione.
Il nuovo sodalizio dà concretezza ad una proposta nel cassetto da un paio di anni, che ha avuto tra gli ispiratori Carlo Dal Lago, figura carismatica della sinistra seriatese e non solo, scomparso quest’anno in un incidente stradale. I fondatori, tra i quali Stefania Pellicano candidata sindaco per il Pd nella recente tornata elettorale e componenti della stessa lista, non nascondo la visione politica – democratica, laica e progressista – alla base del progetto, ma evidenziano anche lo scarto rispetto alle azioni del partito. «L’associazione è apartitica e non si sovrappone alle iniziative del Pd – rimarca Pellicano –. L’obiettivo è coinvolgere le persone, farle uscire dal proprio guscio, smuoverle dall’indifferenza, nella consapevolezza che l’impegno migliora la vita di tutti».
Statale 42 si occuperà in particolare di formazione, musica, arti figurative, società, gestione del territorio e politica e per farlo, oltre che su di una struttura organizzativa ben articolata, punta a coinvolgere le altre associazioni locali «che sono sì numerose, circa 120, ma poche sono attive e visibili». «Come per i computer – afferma Giuseppe Bonfanti – c’è bisogno di un’operazione di “defrag”, di ricompattare le forze per di costruire qualcosa insieme».
Il nome, già del progetto originario, è quello dell’arteria stradale che attraversa l’abitato, della quale si mette in luce il valore di collegamento e non di divisione, «perché, senza la strada e il ponte sul Serio, Seriate non esisterebbe». «In mancanza di un luogo – spiega Renato Sarli, che di professione è direttore creativo – anche un’associazione può essere una piazza. Quella che abbiamo rappresentato nel nostro logo si sviluppa attorno alle direttrici ideali del fiume e della statale, è circolare, unisce, ma è anche aperta perché Seriate deve per forza mettersi in relazione con l’esterno, in primis Bergamo, l’aeroporto e la Val Seriana, che da qui parte. Statale 42 vuole costruire relazioni e raccogliere la passione, l’amicizia e il consenso di chi condivide una certa visione della società. Le strade sono molteplici, anche un torneo di burraco, un corso o andare insieme a un concerto fanno crescere i rapporti».
Si sta però già lavorando anche ad un evento di un certo peso, il festival “Voci” previsto in primavera. «Una manifestazione di tre giorni – anticipa Anna Piras – con al centro attività in cui la voce è protagonista, dal dialogo in cui si confrontano posizioni diverse al reading, fino alla letture di poeti e scrittori stranieri in lingua originale in diversi punti della città, a mostrare come immigrazione significhi anche cultura».   
L’associazione sta raccogliendo iscritti. Con la prima assemblea dei soci si eleggerà il direttivo.

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