Pezzoni si ritiene indispensabile e a Treviglio il clima s’avvelena

Pezzoni si ritiene indispensabile e a Treviglio il clima s’avvelena

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Giuseppe Pezzoni
Giuseppe Pezzoni

Bontà sua, il sindaco con laurea falsa Giuseppe Pezzoni ha annunciato che il 25 novembre lascerà il Comune di Treviglio. Prima, ha tenuto a far sapere, vuole far approvare l’assestamento di bilancio, in modo che il commissario che subentrerà fino alle elezioni della primavera prossima avrà la strada già tracciata. Forze politiche con un minimo di senso dell’etica e di rispetto delle istituzioni avrebbero dovuto imporgli di sparire al più presto. Ma tant’è, hanno preferito cercare di tenere in piedi l’altarino, del tutto incuranti del discredito che questa vicenda ha gettato e continuerà a gettare sull’immagine dell’ente pubblico. Non a caso Matteo Salvini, che forse non sa elaborare alte strategie politiche ma è dotato di innegabile fiuto, a specifica domanda ha risposto: “Pezzoni se ne deve andare”. Eppure, a Treviglio i leghisti per primi vogliono eccedere in realismo e così l’agonia continuerà.

In quale clima di tutti contro tutti è lì da vedere. Hanno fatto scalpore, per esempio, le dure parole usate contro la cittadina della Bassa (“è la vergogna d’Italia, è tutta un’orditura d’intrighi da cui la gente perbene si tiene alla larga”) nella lettera di dimissioni dall’architetto Daniela Lubreto, che proprio il Beppe de ‘noantri aveva messo a capo di “Treviglio unica”, la società che dovrà realizzare il parcheggio sotterraneo di piazza Setti. Naturalmente, tutti o quasi si sono scandalizzati per il giudizio forse ingeneroso ma non del tutto fuori luogo nei confronti della città, evitando così di entrare nel merito su due aspetti ben più rilevanti. Anzitutto, chi ha scelto la professionista che ora sputa nel piatto? E se è vero che c’erano già contrasti da diverse settimane tra lei e il Comune, perché è stato messo tutto a tacere? E qui veniamo al secondo punto: Daniela Lubreto nella sua lettera denuncia comportamenti quantomeno disinvolti (chissà se non c’è anche qualche rilievo penale…) nella procedura per l’assegnazione dell’incarico per il progetto preliminare di piazza Setti. Non è il caso di chiarire se si tratta di accuse infondate? I cittadini di Treviglio hanno il diritto di sapere la verità. E se anche l’architetto avesse raccontato un sacco di bugie, ritornerebbe la prima domanda sul modo in cui sono state valutate le sue capacità.

Dopo l’inchiesta sul caso Blister, con il sindaco Pezzoni e quattro assessori accusati di abuso d’ufficio, ecco quindi un’altra tegola. Non siamo sicuri sarà l’ultima perché l’esperienza insegna che quando la terra ha preso a tremare (politicamente parlando, s’intende) le scosse di assestamento si susseguono. I calcinacci possono cadere in testa a chiunque.

Ecco perché sarebbe stato meglio, di sicuro più responsabile, fare tutti un passo indietro, lasciando nelle mani di un commissario una doverosa fase di decantazione prima di gettarsi, ognuno con i propri argomenti e i candidati migliori, nella accesissima campagna elettorale che si scatenerà l’anno prossimo. Ma come dimostra il caso, pur diversissimo, del sindaco di Roma Ignazio Marino, sulla razionalità prevale sempre un senso di onnipotenza che fa sì che ci si ritenga indispensabili a prescindere. Con il risultato che quella che poteva essere un’uscita di scena dignitosa si riduce ad una ritirata tra i fischi e gli insulti.

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