Da oggi i prelievi saranno meno traumatici per i bambini ricoverati nella Pediatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII. E’ infatti arrivato in corsia il visore Veinsite, un dispositivo elettronico portatile che, grazie a raggi infrarossi, consente la localizzazione delle vene, agevolando prelievi e altre procedure che richiedono l’inserimento di aghi nelle sottili vene dei più piccoli. Il dispositivo viene indossato come un casco e lascia le mani libere all’operatore per interagire con il bambino. I Led presenti all’interno del caschetto emettono una luce infrarossa, che viene assorbita dall’emoglobina e poi diffusa dai tessuti circostanti. Le differenze nella diffusione e nell’assorbimento dei raggi vengono convertite dal sistema ottico del dispositivo in un’immagine dei vasi che viene proiettata su uno schermo a cristalli liquidi posto nel caschetto stesso. Guidato da questa mappa virtuale delle vene del paziente, l’operatore può così scegliere l’accesso migliore, riducendo i tempi della procedura, minimizzando le complicanze e facendo percepire al bambino un’operazione spesso traumatica come un gioco. L’introduzione di questo nuovo strumento è stata possibile grazie alla generosità di TenarisDalmine, che ha sostenuto un apposito progetto dell’Associazione Amici della Pediatria, onlus attiva nel reparto di Pediatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. “La nostra associazione festeggia quest’anno un importante traguardo: i primi 25 anni dalla sua fondazione e abbiamo deciso di celebrare questo momento consolidando e istituendo progetti a favore dei bambini ricoverati e di supporto alle loro famiglie, oltre che a sussidio ed integrazione dell’ente ospedaliero – ha commentato Milena Lazzaroni, presidente dell’Associazione Amici della Pediatria -. La donazione di questo strumento è stata possibile grazie alla sensibilità di TenarisDalmine, che insieme a noi ha creduto nell’utilità di questo progetto, che è in sinergia anche con gli obiettivi di Giocamico, che ci vede tra i maggiori sostenitori fin dagli albori del progetto”.
Sempre all’ospedale di Bergamo, ll Cancer Center del Papa Giovanni ha acquistato tre nuove figure per ottimizzare la cura e la ricerca dei tumori gastrointestinali: un oncologo esperto in ricerca traslazionale, quella dal laboratorio al letto del paziente, un data manager e un manager del Center. Un’iniezione di risorse che punta a ottimizzare l’attività di ricerca e che sarà possibile grazie al generoso sostegno dell’imprenditore Miro Radici. “Ho accettato con entusiasmo di finanziare questo importante progetto del professor Labianca – ha detto Radici – perché, attraverso la raccolta di dati collegata direttamente all’esperienza sul paziente, può essere di enorme aiuto a tutti gli addetti in questo settore”. Il direttore amministrativo Peter Assembergs, che ha presentato l’iniziativa, nel sottolineare come “il Papa Giovanni XXIII non aspetti passivamente che altri centri trovino le risposte alle domande ancora aperte, ma cerchi le risposte, in stretto contatto con la comunità scientifica internazionale”, ha anticipato che sarà dato puntuale riscontro dei risultati conseguiti non solo agli esperti del settore, ma a tutti i cittadini.