Nella fiera del turismo lento il cuore va più veloce: le “radici” muovono il mondo

Nella fiera del turismo lento il cuore va più veloce: le “radici” muovono il mondo

Da luoghi di origine a destinazioni del cuore. Il turismo delle radici rappresenta un’opportunità strategica per i piccoli borghi per rafforzare il legame con le comunità di origine sparse nel mondo. Si tratta di un segmento in forte crescita, che coinvolge i discendenti di emigrati italiani desiderosi di riscoprire le proprie radici, visitare i luoghi di famiglia e immergersi nella cultura locale. Su questo tema, fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio, Confcommercio Bergamo, dopo il convegno di ottobre ospitato nella sede di Via Borgo Palazzo con esperti nazionali e internazionali, ha organizzato ad Agritravel Expo un secondo appuntamento: il convegno dal titolo “Turismo delle Radici. Legame con la terra di origine e valore dell’identità tra passato e futuro”, che si è svolto il 4 aprile, in Fiera a Bergamo (Via Lunga), nella Bell’Italia Arena.  Al convegno ha partecipato una rappresentanza Confcommercio, per ribadire l’impegno nello sviluppo del turismo delle radici, anche attraverso la presenza dell’Unione Nazionale Associazioni immigrati ed emigrati italiani- Unaie, rappresentato in fiera dal presidente Oscar De Bona.  “Il ritorno alle radici degli italodiscendenti è molto più che un viaggio, è la riscoperta della propria identità e storia- ha sottolineato-. Spesso i viaggi di ritorno si traducono anche in veri e propri investimenti immobiliari, il segno più tangibile del voler rinsaldare legami e radici”. L’incontro, con la partecipazione di esperti del settore, ha approfondito i risultati di un’indagine condotta tra i bergamaschi all’estero, realizzata in collaborazione con l’Ente Bergamaschi nel Mondo. Sono 72mila i bergamaschi residenti nel mondo, come illustrato dal presidente dell’Ente Carlo Personeni: una comunità con cui si sente il bisogno di connettersi, specialmente con le nuove generazioni dei discendenti.  “Non si sentono turisti delle radici, ma parte di un territorio e di una storia con cui anno dopo anno ristabiliscono, attraverso visite e relazioni, un vero e proprio legame- sottolinea Personeni-. Molti italiani all’estero, come ha ricordato Oscar De Bona, sono proprietari di immobili nei nostri territori: i comuni hanno la possibilità di ridurre imposte, ci appelliamo all’uso di questa facoltà per agevolare e incentivare il mantenimento di case di famiglia che hanno un grande significato per chi ha lasciato il nostro Paese. Un valore da tramandare di generazione in generazione. Perderle significherebbe mettere a rischio il legame con il territorio per le nuove generazioni dei nostri connazionali all’estero”. “Il turismo delle radici rappresenta oltre che un’occasione straordinaria di rilanciare luoghi e piccoli borghi poco conosciuti, un modo anche di restituire valore a chi ha portato il nostro territorio nel mondo- ha sottolineato Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo. Abbiamo un dovere morale prima che imprenditoriale verso i nostri bergamaschi nel mondo. Gettiamo il seme per fare crescere le nostre radici a livello internazionale”.  Un focus sugli italodiscendenti di origini bergamasche, presentato da Riccardo Grassi, Head of Research SWG,  ha evidenziato che il 53% si considera italiano o ha avuto contatti con parenti italiani, l’85% ha visitato l’Italia almeno una volta, il 70% cucina regolarmente piatti italiani in famiglia (+23% rispetto alla media internazionale). E il 77% degli emigranti bergamaschi ha consigliato ad amici e conoscenti di intraprendere questo viaggio. “In Italia dal 2000 ad oggi 2 milioni di residenti hanno abbandonato il Paese. Nello stesso periodo sono 10 i milioni di italodiscendenti che hanno visitato il nostro Paese- spiega Grassi-. Il 48% degli italiani ha parenti o amici italodiscendenti che sono emigrati all’estero da almeno dieci anni. E l’89% dei nostri connazionali all’estero ha in programma un viaggio in Italia nei prossimi anni”. Quanto all’identikit sugli italodiscendenti bergamaschi tracciato da Swg, il 37% ha lasciato il Paese da 16 a 30 anni fa, la stessa percentuale (37%) non ha mai abitato in Italia, il 13% si è trasferito all’estero negli ultimi 6-10 anni, mentre un altrettanto 13% ha lasciato il territorio da oltre 30 anni. Quanto alla cultura, l’85% ha in qualche modo mantenuto la lingua madre, solo il 15% parla raramente italiano.
Bergamo ha il quarto posto a livello lombardo come comune per emigrazione con 9.763 iscritti all’Aire (solo città) ma l’incidenza, rapportata al numero degli abitanti, ha un peso maggiore che a Milano e a Brescia ( Bergamo ha infatti l’8,1% contro il 7,1% di Milano e il 6% di Brescia ), come evidenziato dall’analisi dei comuni più interessati dall’emigrazione presentato da Letizia Sinisi, esperta di cultura e turismo delle radici, titolare di ItalyRooting Consulting e consulente Confcommercio nazionale per il Turismo delle Radici,  che ha fatto anche il punto su “La bussola dei viaggi identitari: il valore del turismo delle radici tra memoria e futuro”. Tra i territori maggiormente interessati della Bergamasca vi sono le valli: Valle Imagna, Val Brembana,Val Seriana e Val di Scalve. “Sono sicuramente le aree lombarde da valorizzare per costruire proposte dedicate a chi fa ritorno nelle terre di origine- sottolinea-. Bisogna investire su diversi “corridoi” per incentivare e sviluppare il turismo delle radici: quelli produttivi, per promuovere le piccole realtà imprenditoriali nel mondo, quelli istituzionali, attraverso il coinvolgimento di diverse realtà e quelli turistici, anche attraverso tour operator specializzati”. Tra i Paesi da coinvolgere, prioritario il legame con il Sudamerica, dall’Argentina al Brasile, alla vicina Svizzera, oltre a Francia, Germania e Belgio per restare in Europa. Di grande interesse anche gli Stati Uniti e l’Australia.
Antonio Carminati, direttore del Centro Studi Valle Imagna, ha incentrato il suo intervento su “Le storie in un Atlante: il patrimonio dell’emigrazione bergamasca”, una raccolta, arricchita di testimonianze audio, video e documenti (con oltre 300 nastri audio), consultabile on line e custodita nel Centro Studi. Una testimonianza, frutto di un lavoro di vent’anni, che racconta una terra soggetta a forte migrazione a cavallo tra due secoli, dal XIX e XX secolo. “Abbiamo raccolto storie di uomini e donne straordinari, testimonianze di persone con la valigia, non numeri, ma racconti ed esperienze autentiche”. Il sito dedicato raccoglie le varie testimonianze video, partendo dalle località in tutto il mondo presenti sull’atlante. Non mancano i racconti di chi ha lasciato la Valle senza però abbandonare il Paese, come testimoniano i bergamaschi sparsi per l’Italia.
La Val di Scalve è stata un caso di studio di Alessandra Brucchieri, neolaureata  in Planning and Management of Tourism Systems dell’Università degli Studi di Bergamo, con relatrice Federica Burini e correlatore Andrea Pozzi. Gli scalvini nel mondo hanno 37 Paesi di migrazione, dagli Usa all’Australia, dall’Argentina a Francia e Svizzera, per stare in Europa. Una comunità che però mantiene, tra memoria e nostalgia, saldo il suo legame con il territorio. Sono 4mila gli scalvini nel mondo, tanti quanto gli attuali residenti, suddivisi in quattro comuni principali e numerose frazioni. Dall’analisi condotta sui social network del gruppo Facebook degli scalvini nel mondo, pagina creata nel 2017, è emerso come “memoria” e “nostalgia” siano i temi chiave  emersi tra i desideri degli iscritti.  Di qui la proposta di un vero e proprio festival delle radici, un appuntamento annuale di una settimana, rivolto a tutti coloro che sono interessati a riscoprire la loro comunità di origine.

Lo stand del Turismo delle radici

Confcommercio Bergamo, insieme ad altre 10 Confcommercio di diverse regioni italiane, è stata presente per tutta la durata di AgriTravel Expo, dal 4 al 6 aprile, con un stand dedicato al Turismo delle Radici (Padiglione A, Corsia 3) per valorizzare le eccellenze e le opportunità legate a questo importante segmento, con l’obiettivo di dare vita ad un vero e proprio laboratorio dedicato al tema.  Un hub territoriale che mira a valorizzare questa particolare forma di turismo, dedicato alla scoperta dei territori come ricerca identitaria, con tour ed esperienze di visita autentiche e mirate perché il viaggio e il relativo soggiorno nella terra di origine rappresentano sempre un’esperienza ad alto contenuto emotivo. In Fiera ad Agritravel si gettano le basi per la creazione di un vero e proprio hub confederale per il turismo delle radici. Aderiscono al progetto, a fianco di Confcommercio Bergamo oltre dieci territoriali. Dalla Lombardia: Unione Sondrio; dal Piemonte:  Ascom Alba e Ascom Bra; dal Veneto:  Ascom Padova, Confcommercio Unione Venezia e  Confcommercio Belluno; dall’Emilia Romagna:  Ascom Parma, Confcommercio Lugo e Faenza;  dalla Liguria: Confcommercio La Spezia; dalle Marche: Confcommercio Marche centrali; dalla Sicilia: Confcommercio Sicilia. L’obiettivo è unire le forze e condividere progettualità, segmentando l’offerta di un turismo come quello delle radici emozionale e per sua stessa definizione complesso e diversificato.