L’associazione “Colognola per il suo futuro” è netta nel commentare l’incidente all’aeroporto. “Fortunatamente – scrive – l’incidente è avvenuto alle quattro del mattino e non ha avuto risvolti più drammatici, ma non osiamo pensare cosa sarebbe potuto accadere se esso si fosse verificato durante le ore del giorno, con la strada intensamente trafficata”. L’Associazione in una nota ricorda che “la cittadinanza si è rivolta a tutte le istituzioni, esponendo le preoccupazioni causate dall’abnorme crescita dello scalo, che è ad alta criticità perché insiste su un territorio densamente antropizzato, con cui un traffico aereo tanto intenso risulta assolutamente incompatibile”. “Si pensi che la pista è a soli 3mila metri dal centro città, che lateralmente allo scalo – a poche centinaia di metri di distanza – c’è il grandissimo e affollatissimo centro commerciale di Oriocenter, che la stragrande maggioranza dei decolli avviene su un’unica traiettoria che sorvola aree densamente abitate ed attraversa in pieno il quartiere di Colognola, che conta più di 7.000 abitanti e 5 scuole con circa 2.000 studenti”. “Eppure, a dispetto di quanto prescritto dal decreto di Via (valutazione impatto ambientale) del 2003, che ha autorizzato lo sviluppo ponendo però precisi limiti alla crescita ed indicando precisi criteri proprio per salvaguardare il territorio, il traffico aereo – annota Colognola per il futuro – è aumentato a dismisura, stracciando tutti i limiti imposti dai documenti autorizzativi. Il Via è scaduto nel 2015 ed il nuovo Psa (piano di sviluppo aeroportuale) proposto parla di un’ulteriore, inconcepibile crescita del traffico aereo”, sostiene l’associazione. Nonostante fosse previsto dal 2003, non è stato mai approvato il piano di rischio (nelle zone a rischio, a quanto ci consta, dovrebbero essere incluse anche le aree laterali alla pista, per l’ampiezza di un chilometro) e le istituzioni, soprattutto i ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente che sono più interessati al problema, hanno ignorato gli appelli dei cittadini per un monitoraggio più attento della situazione”.
“Anche noi, residenti di Colognola, ci siamo mossi in tutte le direzioni: lettere e solleciti agli enti interessati, due ricorsi al Tra di Brescia ed al Consiglio di Stato per vedere finalmente annullata la zonizzazione acustica aeroportuale che aveva illegittimamente incluso il quartiere negli intorni aeroportuali, nonostante le sue caratteristiche di residenzialità. Abbiamo vinto i ricorsi ma non è cambiato nulla in concreto. Abbiamo fatto una petizione alla Ue, abbiamo inviato un esposto alla Procura di Bergamo, segnalando le tante criticità dello scalo, non ultimo proprio quello della sicurezza. Eppure – commenta amara l’associazione – anche l’esposto è stato archiviato”. “Così siamo al paradosso di un aeroporto che, essendo praticamente seduto sulla città e potendo pertanto avere al massimo le dimensioni di un city airport, è invece diventato il terzo scalo nazionale per traffico passeggeri. In quale altro paese civile accade questo? Impatto ambientale e sicurezza continuano ad essere problemi sottaciuti, anzi ignorati, ma noi che viviamo quotidianamente questa assurda situazione siamo estremamente preoccupati, non solo per le condizioni di vita che siamo costretti a sopportare, ma anche per le possibili conseguenze di incidenti, come quello accaduto stanotte. Ciò che più ci sconcerta – conclude l’Associazione – è il silenzio delle istituzioni, che ignorano gli appelli della cittadinanza e che finora nulla hanno fatto per tutelarne i diritti e per salvaguardare il territorio: la città ed i Comuni dell’hinterland”.