La crisi del commercio al dettaglio colpisce anche Calusco d’Adda. Il 10 per cento delle attività ha chiuso nell’ultimo anno, con un balzo del 7 per cento rispetto al periodo precedente. Soffrono i negozi di abbigliamento e scarpe. La causa principale è la domanda minore perché compressa dalla minore disponibilità economica e dalle spese sempre più elevate. “Le tasse pesano e il reddito è sempre più insufficiente, resiste chi non deve pagare l’affitto dell’immobile o si avvale di una gestione a carattere familiare – spiega Rosalba Ghirardi, responsabile della locale delegazione dell’ Ascom.
Anche i bar vanno incontro a difficoltà, come dimostrano i continui avvicendamenti di gestione. “Si fa presto ad avviare un locale – aggiunge Ghirardi – ma spesso non ci si rende conto delle spese che gravano su un esercizio pubblico. I nostri associati ci raccontano di avventori che per risparmiare si portano la brioche confezionata da casa o che ordinano due porzioni abbondanti per mangiare in tre”. A influire sono anche i cambiamenti nelle mode e nei costumi. Un tempo, il locale era il punto di ritrovo dei ragazzi che poi sceglievano cosa fare nella serata. Oggi si decide e ci si dà appuntamento grazie ai social network. Altra difficoltà per chi si mette in proprio è accedere ai finanziamenti. “Le banche non aiutano più come una volta, spesso per coprire un debito serve accenderne un altro e si innesca un circolo vizioso”- aggiunge la Ghirardi. I negozi di quartiere, frequentati in gran parte da anziani senza automobile, sono messi alle strette dalla concorrenza dei vicini centri commerciali. Fanno eccezione i veterani con una clientela consolidata e chi offre merce particolare, come i negozi di taglie forti. Al contrario, il bilancio in paese è positivo per gli esercenti delle tabaccherie/edicole che offrono la possibilità di giocare al lotto e alle slot machine. Tengono anche le attività legate al settore alimentare, in particolare le gelaterie. Le iniziative per rendere più vivo il paese provengono dal Distretto dell’attrattività dell’Isola che comprende 21 comuni. “Bisogna uscire dalla logica dei singoli paesi, la strategia è la condivisione dei progetti – è la filosofia di Roberto Ghidotti, che segue i Distretti per l’Ascom -. Su 15 piani finanziati dalla Regione, nove sono bergamaschi, il segnale che per uscire dalla crisi occorre un lavoro di squadra e qualità”.