In bar e ristoranti il lavoro è giovane, femminile e cosmopolita

In bar e ristoranti il lavoro è giovane, femminile e cosmopolita

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sala - ristorante - cameriere

I pubblici esercizi danno lavoro soprattutto a giovani, donne e stranieri. È la fotografia scattata dalla Fipe in occasione della fiera Bit ad evidenziare le principali caratteristiche e tendenze dell’occupazione nel settore e a metterle a confronto con l’andamento dell’intero sistema del turismo.

Tra le informazioni più interessanti la forte presenza femminile, soprattutto in bar e ristoranti, dove le donne rappresentano circa il 55% del lavoro dipendente. «I dati positivi testimoniano il prezioso contributo che il nostro settore porta all’intero comparto turistico, facendone un modello di qualità ed eccellenza nel mondo – ha dichiarato il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani -. La professionalità, l’attenzione al dettaglio, la passione con cui gli operatori lavorano ogni giorno nei bar e ristoranti italiani costituiscono un motivo di grande orgoglio, insieme al fatto che il settore dei pubblici esercizi consente a molti giovani, donne e mamme di intraprendere un percorso professionale stabile e duraturo anche se con proprie caratteristiche di flessibilità. Desideriamo tuttavia esprimere ancora una volta forte preoccupazione per uno scenario in cambiamento a seguito dell’abolizione dei voucher, la quale sta creando un vuoto normativo da colmare al più presto. Servono a questo punto modalità alternative che consentano di preservare la legalità e contrastare forme di lavoro nero che i voucher avevano contribuito a limitare».

Entrando nel dettaglio dei dati, emerge che il maggiore numero di lavoratori dipendenti nel turismo è occupato presso i pubblici esercizi, dove il valore medio annuo è di 703.110 unità, pari al 73% del totale nazionale.

Largo ai giovani

Bar e ristoranti possono contare su un numero particolarmente elevato di addetti giovani: il 16,9% dei dipendenti ha meno di 20 anni, il 31,1% è tra i 20 e i 30 anni, mentre i lavoratori dipendenti tra i 30 e i 40 anni si attestano su una percentuale del 24,2%. Sempre nei pubblici esercizi risulta impiegato il numero più alto di apprendisti: su un totale di circa 65mila unità, 54.631 hanno trovato impiego nel 2015 in bar, ristoranti, mense, stabilimenti balneari e discoteche.

Le tipologie contrattuali

Il lavoro a tempo parziale è una modalità particolarmente diffusa nei pubblici esercizi, che nel turismo costituiscono il comparto con la maggiore incidenza di rapporti di lavoro a tempo parziale (62,4%). La forma di part time a cui si ricorre maggiormente è quella di tipo orizzontale, con 451mila addetti su 508mila lavoratori complessivi con orario di lavoro part time. Per quanto riguarda il lavoro “intermittente” o a chiamata, nel 2015 circa 49mila addetti sono stati impiegati dalle imprese del comparto dei pubblici esercizi, con una prevalenza per il contratto a tempo indeterminato.

Un settore cosmpolita

Passando alla provenienza del personale, lo scenario dei pubblici esercizi è il più cosmopolita del comparto turismo: i lavoratori stranieri, coerentemente al resto del lavoro dipendente si concentrano per il 73% nei pubblici esercizi, con un’incidenza del 24,7% e una percentuale di donne pari al 47%.

La stagionalità

Nei mesi di punta dell’estate i livelli occupazionali crescono circa del 10%, mentre il numero delle aziende operative subisce una variazione più contenuta raggiungendo il picco massimo in luglio (+8,4% sulla media annua), e il picco minimo in febbraio (-9% sulla media annua).

L’evoluzione delle dinamiche occupazionali

Nel periodo 2014-2015, il numero delle imprese con dipendenti ha fatto registrare un lievissimo aumento (0,6%), dovuto esclusivamente alla performance delle aziende di pubblico esercizio (0,8%), mentre tutti gli altri comparti del turismo hanno fatto registrare un saldo negativo. Tra il 2010 e il 2015 l’occupazione del settore turismo è cresciuta in larga misura grazie alle dinamiche interne di comparto dei pubblici esercizi, dove l’occupazione media è aumentata di circa 95mila unità, in gran parte attribuibile ad un incremento del numero delle imprese con dipendenti di 16mila unità. In particolare nei pubblici esercizi il numero di occupati ha registrato una crescita del 2,9%