Home restaurant, ecco le prime regole

Home restaurant, ecco le prime regole

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Massimo 500 “clienti” all’anno, incassi non superiori ai 5.000 euro, prenotazioni e pagamenti solo digitali. Sono i principali paletti fissati per gli home restaurant, secondo il testo varato dalla Camera per la regolamentazione dell’attività non professionale di ristorazione esercitata in abitazioni private. Il disegno di legge passa adesso al Senato e se sarà approvato senza modifiche, la ristorazione privata avrà la sua prima legge nazionale.

La nuova disciplina mira a tutelare i consumatori e la leale concorrenza.

Prima di tutto, come detto, viene stabilito che l’attività di home restaurant si avvalga di piattaforme tecnologiche che possano prevedere commissioni sul compenso di servizi erogati. Per questo, pagamenti e prenotazioni dovranno avvenire esclusivamente attraverso piattaforme online che tracceranno tutto, per scongiurare il pericolo di evasione fiscale.

Inoltre viene fissato un tetto giornaliero di coperti: al massimo 10 e i compensi non potranno superare i 5.000 euro all’anno. Se questa soglia verrà superata, scatterà l’obbligo di dotarsi di partita Iva e di iscrizione all’Inps.

Altri vincoli imposti agli home restaurant sono la location, che non potrà essere la stessa che ospita già un B&B o una casa vacanze, e che dovrà essere assicurata per la responsabilità civile verso terzi, e l’obbligo di assicurare chi cucina. I padroni di casa dovranno inoltre verificare che le loro abitazioni possiedano i requisiti igienico-sanitari previsti dalle leggi e dai regolamenti vigenti. Per questa ragione, per avviare l’attività occorrerà inviare al proprio comune la segnalazione certificante l’inizio di essa, e a copertura degli eventuali danni relativi dovrà essere stipulata una polizza per la responsabilità civile verso terzi.

La mancanza di leggi aveva consentito finora al fenomeno della ristorazione privata di crescere e prosperare in autonomia (7,2 milioni di euro il fatturato stimato nel 2014), suscitando le proteste delle associazioni degli esercenti, che ne hanno chiesto a gran voce la regolamentazione in nome di una concorrenza ad armi pari con i pubblici esercizi.

Positivo il giudizio di Fipe Confcommercio sulle norme. «Il provvedimento rappresenta un buon punto di partenza per la futura regolamentazione del settore e apprezziamo la volontà e l’impegno di contrastare gli abusi e i rischi delle attività sommerse, con danni erariali e ai lavoratori impiegati, anche per salvaguardare i consumatori – ha detto il presidente Lino Enrico Stoppani -. Il provvedimento andrebbe a nostro avviso ulteriormente migliorato soprattutto per quanto riguarda le tutele per la salute dei consumatori, con l’obbligatorietà delle procedure Haccp sui temi della sicurezza igienico-sanitaria».

Per una parte del mondo degli home restaurant invece si tratta di un provvedimento capestro. Secondo Giambattista Scivoletto, fondatore di HomeRestaurant.com amministratore e amministratore di B&B.it «L’obbligo di registrazione sulle piattaforme web e quello di acquisire pagamenti solo in forma elettronica impedirà l’85% delle probabili aperture». Sulla stessa scia anche Confedilizia che definisce la nuova legge il “de profundis degli home restaurant”.