Gori: “Commercio centrale per la città, ma con inevitabili paletti in Città Alta”

Gori: “Commercio centrale per la città, ma con inevitabili paletti in Città Alta”

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Giorgio Gori
Giorgio Gori

Il sindaco Giorgio Gori, nel suo intervento all’assemblea dell’Ascom oggi pomeriggio, in Fiera, ha tenuto a sottolineare il lavoro comune portato avanti per la valorizzazione della città: «In questi anni difficili per le attività commerciali, alle prese con calo dei consumi e cambiamenti del mercato, tra esplosione dell’ e-commerce e avvento della sharing economy, abbiamo portato avanti un grande lavoro attraverso il distretto urbano del commercio, di cui finalmente i commercianti hanno preso direttamente la guida, come ho sempre desiderato».

Un’occasione di crescita e valorizzazione del tessuto imprenditoriale, sostiene Gori: «Abbiamo una maggiore consapevolezza e conoscenza del mercato grazie a studi e ricerche commissionate dal Distretto del Commercio. Abbiamo condiviso un’ idea di fondo che riporta il commercio alla sua centralità, in quanto fattore fondamentale di rivitalizzazione del centro. Di qui la scelta di superare e andare oltre la divisione tra piccole e grandi attività. La mancanza di una pianificazione commerciale ha portato il commercio tradizionale a soffrire della concorrenza dei mall nei comuni limitrofi. Il piano urbanistico ribadisce l’attenzione alla città e al commercio, sancendo la fine della competizione tra grandi strutture e piccole attività, attraverso una nuova alleanza per creare un polo attrattivo. Il centro città deve diventare un grande centro commerciale all’aperto». Il sindaco ha tenuto a sottolineare l’impegno per il decoro urbano e per tutelare il centro storico di Città Alta: « Per tutelare il patrimonio culturale di Città Alta un passo inevitabile è rappresentato dal mettere un freno al proliferare di attività destinate a turisti mordi e fuggi. Attraverso il Decreto Franceschini porremo un argine al dilagare di attività ad uso e consumo di turisti con relativo squilibrio del mercato. Bergamo è la seconda città dopo Firenze ad usare questo strumento. Abbiamo presentato in Regione una sorta di “white-list” di attività consentite in quanto consone alla tutela del borgo storico e porre così inevitabili paletti».
Molto si è fatto anche sul fronte turistico: “Bergamo ha trovato consapevolezza della propria forza turistica: è stata l’occasione per guardarsi allo specchio e riscoprire la sua bellezza, i suoi punti di forza, grazie ai flussi turistici internazionali legati al nostro aeroporto. Con Turismo Bergamo è stato fatto un grande lavoro per la creazione di Visit Bergamo,  per accompagnare la crescita turistica della città». I dati segnano infatti un’ulteriore crescita: «Gli ultimi dati dell’Osservatorio sul Turismo fotografano una crescita dello 0,2% in provincia, ma di ben il 5,3% in città (con oltre il 7% in più di presenze straniere). Se la Val Brembana segna un lodevole +14%, la Grande Bergamo registra una crescita di turisti del 9%. La redistribuzione dei flussi turistici dal centro evidentemente funziona e il nostro impegno sarà quello di valorizzare ulteriormente il territorio».

 

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