“I segnali positivi a Bergamo prevalgono. Tuttavia, la più lunga crisi degli ultimi 70 anni non è ancora definitivamente alle spalle. Per questo Confindustria Bergamo si concentrerà sempre di più sull’utilità che riesce a trasferire alle industrie associate e, di conseguenza, al sistema produttivo locale attraverso gli incrementi della produttività totale dei fattori aziendali e del miglioramento della competitività del territorio”. A sottolinearlo è stato Ercole Galizzi, presidente di Confindustria Bergamo, nel corso dell’assemblea generale che si è tenuta nell’aula magna dell’Università di Bergamo, in Sant’Agostino. “Lo sforzo – ha aggiunto Galizzi – andrà in questa direzione e chiediamo a tutti i protagonisti del Sistema Bergamo di procedere con noi: alle banche e ai servizi; all’Università e alla scuola; alla pubblica amministrazione e ai sindaci; agli ordini professionali e alle altre associazioni datoriali; e, soprattutto, ai sindacati”.
Fare industria nei Paesi sviluppati oggi non significa altro che stare sulla frontiera tecnologica, innovare. In questo processo prevalgono sugli altri due fenomeni strettamente legati fra di loro: il primo la rivoluzione digitale e il secondo una vera rivoluzione delle macchine. “La nostra Associazione – ha continuato Galizzi – si sta preparando per sostenere al meglio le imprese in questa trasformazione epocale. Questa è la ragione prima della riforma organizzativa del Sistema Confindustria. In queste settimane è stato approvato il nuovo Statuto di Confindustria Bergamo che semplifica e rende più autorevole la rappresentanza e ci consentirà una maggiore e più tempestiva efficacia nelle decisioni e nella loro attuazione, concentrandoci su alcuni obiettivi strategici su cui investire tempo, capacità e risorse”.
Galizzi nella sua relazione ha ricordato i vari ambiti che vedono impegnata Confindustria sul territorio, e i relativi risultati conseguiti, e ha ribadito l’importanza dell’Università di Bergamo “il cui ruolo per il nostro territorio è essenziale”. “Siete un partner privilegiato e obbligato – ha detto il presidente rivolgendosi al nuovo rettore Remo Morzenti Pellegrini – . I vostri successi nella formazione e nel campo della ricerca, la vostra apertura internazionale e il network di Università con cui collaborate, il Laboratorio Luberg, sono una grande prospettiva per le imprese bergamasche e una necessità per Confindustria Bergamo per raggiungere la nostra missione di finalizzare tutte le attività di servizio e di consulenza al target delle innovazioni. Insieme a voi puntiamo all’eccellenza”.
“Il marketing territoriale e il rilancio dell’imprenditorialità – ha poi sottolineato il presidente di Confindustria Bergamo – sono due temi strategici per il dopo crisi che desideriamo consegnare, insieme ad altri, al Modello Bergamo, un’iniziativa in cui Confindustria Bergamo crede, ma i bergamaschi assai meno. Soprattutto gli si rimprovera poca efficacia. Certamente non abbiamo saputo comunicare bene i risultati; certamente le azioni per lo sviluppo hanno ricadute a medio termine e se ne dimenticano i padri. Però non può essere negato da nessuno che l’obiettivo della coesione sociale sia stato raggiunto in anni così difficili e pieni di tensione per tutti. È tutt’altro che poca cosa. Confindustria Bergamo è consapevole che il Modello Bergamo vada rivisitato per potenziarlo. Nelle prossime settimane si discuterà dell’allargamento dei soggetti coinvolti che implica una formalizzazione della sua governance con una ristretta “cabina di regia” che si interfaccia con i gruppi di lavoro cui saranno affidati i progetti territoriali. In questa fase in cui le riforme istituzionali hanno svuotato alcuni poteri e redistribuito, non sempre appropriatamente, le funzioni, il Modello Bergamo, senza diventare un soggetto politico, deve rafforzare la sua capacità di proposta e la sua operatività”.