“La manifestazione degli allevatori attesta l’impossibilità che avvenga un dialogo tra sordi. L’atteggiamento della dirigenza francese di Lactalis è di chiusura totale, nessuna disponibilità al dialogo, mentre registro una tardiva quanto poco convincente iniziativa del ministro, che prevede di incontrare Assolatte. Mi auguro che Martina si faccia parte diligente al contrario, per verificare e valutare le condizioni in Parlamento per una misura straordinaria che riconsegni un asset strategico quale è il latte, e quindi il cibo, nelle mani di un operatore nazionale, anche pubblico, che possa sostituirsi nel capitale a queste imprese, che stanno mettendo a serio rischio la nostra autonomia alimentare, con una politica fatta di importazioni dissennate e mero sfruttamento del buon nome del made in Italy”. Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, denunciando la mancanza di risposte concrete e immediate alle istanze degli allevatori, che, sabato si sono concentrati nei pressi del centro di distribuzione di Lactalis a Ospedaletto Lodigiano. “Abbiamo regalato la nostra reputazione e siamo stati ripagati con questa moneta – ha detto Fava -. Come avviene per le aziende strategiche di Stato in materia di telecomunicazione ed energia, è ora che anche il cibo torni a essere materia strategica e la tutela della sovranità alimentare sia garantita con una iniziativa legislativa senza precedenti, che spieghi, una volta per tutte, che ci siamo stancati di essere terra di conquista”. Gli anni di dura crisi, la situazione del sistema del credito e la scarsa competitività del sistema delle aziende italiane hanno permesso, ha aggiunto Fava “che i grandi gruppi esteri ci privassero di un baluardo fondamentale, quale è la capacità di essere autosufficienti in materia alimentare”. “Mi rendo conto che ai più può apparire come una provocazione – ha osservato Fava -, ma, se ci pensiamo bene, non credo più di tanto. Mi auguro che l’europarlamentare Matteo Salvini si faccia carico di una forte iniziativa politica in tal senso e aiuti il sistema lattiero-caseario nazionale a mantenere il primato lombardo in materia produttiva, salvaguardando, quindi, la sopravvivenza delle aziende. Prima salviamo i nostri operatori e poi rispondiamo alla Ue in termini di libera circolazione delle merci e di mercato”.