Credito, la liquidità è la reale criticità per le imprese del terziario

Credito, la liquidità è la reale criticità per le imprese del terziario

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Peggiorano le condizioni dei finanziamenti con il rialzo dei tassi. E 1 impresa su 4 fatica a restituire quanto prestato

Migliora leggermente la capacità delle imprese del terziario di far fronte al fabbisogno finanziario, ma il dato è al di sotto della media nazionale e molto lontano (ben 20 punti in meno) da quello pre-Covid, del II semestre 2019. Cresce la percentuale di imprese che richiede un finanziamento (+11,1%): il 23% riceve meno di quanto richiesto, il 12% è ancora in attesa di risposta, mentre il 7% ha visto respinta la richiesta (dato migliore del nazionale dove è il 15% a non ricevere credito). Peggiora il giudizio delle imprese sui costi, per inevitabile effetto del rialzo dei tassi di interesse, anche se la valutazione delle imprese del terziario bergamasche è decisamente migliore che nel resto d’Italia. Un’impresa su quattro (il 25,5%) dichiara di avere riscontrato difficoltà nella restituzione del credito. (2,1% Molto e 23,4% Abbastanza). Il 45,6% delle imprese (14,8 Molto e 30,8% Abbastanza) invoca una nuova moratoria sul credito.
Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dall’ultimo Osservatorio congiunturale Ascom Confcommercio Bergamo- Format Research, con focus su credito e rapporto banca-impresa, rilevato tra le imprese del commercio, turismo e servizi presentato questa mattina, 10 maggio.

Il direttore dell’Ascom, Oscar Fusini

“A tre anni dallo scoppio della pandemia e dal primo lockdown, il caro energia e l’aumento dei prezzi e dei tassi finanziari stanno impedendo un reale ritorno alla normalità finanziaria delle imprese del terziario- commenta il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini, nel presentare la ricerca-. La liquidità resta il problema reale per le imprese del terziario. Ogni semestre da tre anni a questa parte quasi un imprenditore ogni tre è costretto a ricorrere a un nuovo prestito. Peraltro oggi il tasso di indebitamento ha superato la soglia di sostenibilità per molte imprese. Sono soprattutto le imprese del turismo, bar, ristoranti, alberghi e locali da ballo e di micro e piccole dimensioni ad essere ancora in affanno. L’indebitamento è andato crescendo con la pandemia e questo grava già da ora sulle spalle delle imprese. Ora la crescita dei tassi dopo la fine delle moratorie producono gravi difficoltà sul fronte degli impegni finanziari e dei relativi oneri. Un’impresa su quattro sta registrando difficoltà nella restituzione e una sue due dichiara che forse sarebbe utile una nuova moratoria.  Sebbene oltre 4 su 5 richiedenti ottenga credito persiste la difficoltà del ricorso al credito di molti. Pur in leggero diminuzione il numero delle imprese che non può attingere al prestito bancario (13,8,0% di cui 7% che si è vista respingere la pratica e il 6,8% che è in attesa e non farà più domanda nel prossimo trimestre. Si tratta indicativamente di oltre 3.000 imprese del terziario orobico”.

“A fronte di una maggiore richiesta degli imprenditori bergamaschi resta straordinaria la risposta del sistema bancario con 6 domande su 10 accolte nell’interezza e ulteriore 2 su 10 accolte con

Cristian Botti

importi inferiore- commenta Cristian Botti, presidente Cooperativa di Garanzia Fogalco, Ascom Confcommercio Bergamo-. E’ evidente lo sforzo del sistema bancario bergamasco, nettamente più efficiente di quello che avviene a livello nazionale di concedere importi anche parziali a sostegno delle imprese e di mantenere bassi i tempi di risposta e numero di pratiche in sospeso. Sebbene il numero delle pratiche respinte sia sceso di due punti percentuali, l’indice di irrigidimento del rapporto tra banche e imprese sale di 1 punto percentuale. Anche l’aumento delle pratiche in sospeso di più di due punti depone a favore di una stretta rispetto al passato con una maggiore attenzione delle banche verso la sostenibilità del debito del richiedente. Circa i costi e le condizioni del credito, il giudizio degli imprenditori bergamaschi del terziario sui servizi bancari presenta un trend consolidato di peggioramento. Il credito a Bergamo è concesso ma il sistema bancario si fa pagare. Il dato è però nettamente migliore a quello nazionale dove la minore concorrenza o il rating peggiore delle imprese produce maggiori costi per i richiedenti”.

Cresce anche l’attività di consulenza della Cooperativa di Garanzia Fogalco sul fronte della finanza agevolata: “Da inizio anno ad oggi abbiamo raccolto richieste di contributi per 2,5 milioni di euro- spiega il responsabile del servizio Diego Cantamessa-. Molte richieste continueranno ad arrivare con i bandi annunciati di prossima emanazione. Negli ultimi anni abbiamo rafforzato la consulenza e assistenza alle imprese per accompagnarle e supportarle nella richiesta di contributi e agevolazioni”

I dati della ricerca

Fabbisogno finanziario

La liquidità continua ad essere la reale criticità per le imprese del terziario di Bergamo. Secondo il giudizio degli imprenditori l’indicatore della capacità di far fronte al fabbisogno finanziario, rispetto al semestre precedente, è migliorato di 2 punti da 37 a 39 e in prospettiva si assesterà a 38 in autunno. Dopo il Covid, lo stop alle moratorie, il rincaro dell’energia e il rialzo dei tassi di interesse non hanno fatto che rallentare prima e frenare poi il recupero del settore. L’indice delle imprese bergamasche si presenta infatti più basso del dato nazionale di ben 4 punti (43, atteso in crescita a 44 il prossimo autunno). L’indice, attualmente a quota 39, è ancora troppo basso rispetto al  dato pre Covid del II semestre 2019 quando era a 59 (- 34%). Il dato è fortemente condizionato dai numeri ancora difficili del settore del turismo, con indice a 35, mentre il commercio con 44 e i servizi con 51sono leggermente più in salute. A soffrire maggiormente sono le micro e le piccole imprese fino a 5 addetti, nettamente sotto la media rispetto alle imprese più strutturate il cui fabbisogno è minore.

Domanda di credito

Cresce la percentuale di imprese che ha chiesto un finanziamento negli ultimi 6 mesi, da quota 27 al 30 del semestre scorso (+ 11,1%). Delle imprese che hanno richiesto credito  il 58 % ha visto accolta la sua domanda; al 23% è stato tuttavia accordato un importo inferiore a quanto richiesto. Il 7% non ha avuto accesso al credito, mentre il 12% è in attesa.
Rispetto al dato italiano sono di più le imprese che hanno chiesto credito 30% contro il 22,0%, maggiore la percentuale delle istanze raccolte 58,0% contro il 45,0% (+ 28,8%) più bassa la percentuale delle pratiche respinte 7% contro 15%. Allo stesso tempo a Bergamo è molto più bassa l’erogazione parziale 23% contro 32% e più alta la percentuale delle imprese che è in attesa dell’esito dell’istruttoria 12% contro 8%.
Rispetto al semestre precedente è diminuito da 61,2% a 58,0% la percentuale delle pratiche accolte (- 5,2%) in crescita dal 20 al 23,0% (+15%) il numero delle pratiche accolte con importo inferiore. Crescono le istanze in sospeso dal 9,8% a 12,0% (+ 22,4%) così come diminuiscono quelle respinte passate dal 9% al 7% (-22,2%%).

Al netto di coloro che, respinti nella richiesta, ritenteranno nel prossimo trimestre, il 13,8% delle imprese richiedenti non ottengono una risposta positiva dalle banche a fronte di un bisogno, in diminuzione rispetto al 15% dell’autunno (- 8,0%).

Costo del finanziamento

Continua a peggiorare il giudizio delle imprese del terziario riguardo al costo del credito,  per inevitabile effetto del rialzo dei tassi di interesse. Il dato provinciale, a quota 42 (dai 45 di settembre), è comunque migliore di ben 24 punti rispetto al dato nazionale, dove continua a precipitare (media a quota 18).

Costo dell’istruttoria

Il costo dell’istruttoria appare sostanzialmente invariato rispetto al semestre precedente. L’indice è fermo a 39 (contro i 40 di settembre). Un dato migliore di ben 9 punti di quello nazionale, a quota 30,  in notevole peggioramento rispetto all’autunno scorso (in Italia era a 37 a settembre).

Durata dei prestiti

Stabile,  anche se in lieve ulteriore peggioramento, l’indice della durata temporale del credito che passa da 40 a 39 (- 2,5,0%) rispetto a settembre 2022.  La pandemia ha causato un riduzione oramai strutturale della durata dei finanziamenti. Dal 2019 l’indice non si è mai ripreso a pieno, anche se la situazione bergamasca è tornata migliore a quella nazionale il cui indice è crollato a 36, con una perdita molto forte nell’ultimo semestre.

Garanzie richieste

Si confermano stabili i giudizi degli imprenditori relativamente alle garanzie richieste dalle banche a copertura dei finanziamenti concessi. L’indice è fermo a 40, come a settembre 2022. L’indice è migliore di due punti rispetto a quello nazionale che si attesta a 38.

Costo dei servizi bancari

In netto peggioramento l’indice relativo al costo dei servizi bancari registrato dalle imprese del terziario di Bergamo che si porta a  quota 36 con una perdita di ben 5 punti (-12,2%) rispetto al semestre precedente. L’indice è tuttavia nettamente migliore di quello nazionale che si attesta a 28, in peggioramento ulteriore rispetto ai 31 dell’autunno scorso

Credito e investimenti

Il 44,3% delle imprese ha ottenuto un finanziamento per investimenti nel corso degli ultimi tre anni. Circa la metà (il 48%) di queste ha investito in macchinari, arredi e nel miglioramento dell’attività. Il 30% ha puntato sull’innovazione nei processi aziendali, mentre  il 27% in sicurezza sul lavoro

Difficoltà di restituzione

Un’impresa su quattro (il 25,5%) dichiara di avere riscontrato difficoltà nella restituzione del credito. (2,1% Molto e 23,4% Abbastanza). Il 45,6% (14,8 Molto e 30,8% Abbastanza) ritengono utile una nuova moratoria sul credito.