Cooperative
agricole, annata
difficile. Gusmini:
«Expo occasione
da sfruttare»

nella foto: Ernestino Gusmini

Tra crisi e maltempo, la stagione non è stata certo delle migliori. Il coordinatore di Fedagri Bergamo: «Chiesta un’urgente definizione del nuovo regime degli aiuti comunitari»

È un 2014 di luci e ombre per le cooperative agricole bergamasche: se da un lato l’avvicinarsi di Expo 2015 e le misure della nuova Pac (Politica agricola europea) aprono nuovi scenari di sviluppo e rilancio del settore, in questi ultimi mesi la crisi tra Russia e Ucraina e il maltempo estivo hanno frenato l’entusiasmo tra gli operatori del settore. «La crisi della frutta estiva, che già soffre di quotazioni all’origine ai minimi storici, da qualche settimana deve fare i conti con l’embargo della Russia, importante mercato di sbocco dove il blocco delle importazioni di prodotti ortofrutticoli colpisce anche altri prodotti agroalimentari – ha sottolineato il coordinatore di Fedagri Bergamo, Ernestino Gusmini -. La Commissione europea deve far sentire la sua voce tenendo conto anche delle ripercussioni che la crisi comporta. La situazione è diventata talmente pesante da mettere a rischio la vita delle imprese e cooperative agricole, centinaia di migliaia di posti di lavoro e la coesione sociale di molte regioni».
In quest’ottica, le risorse messe a disposizione dalla Commissione per il settore ortofrutticolo, circa 125 milioni di euro, costituiscono uno stanziamento insufficiente per far fronte alle difficoltà del settore che vede esclusi dalle misure prodotti quali meloni, angurie, cipolle e agrumi. Ma non solo: «Anche le modalità sono sbagliate – continua Gusmini – perché sono tali da causare una vera e propria corsa al sostegno (i primi produttori a fare domanda ricevono il contributo), con il rischio poi di lasciare senza risorse produzioni autunnali e invernali per cui la crisi è già ora prevedibile, quali mele, pere e kiwi, che sono tra l’altro le prime voci in volumi dell’export ortofrutticolo verso la Russia».
A questo si aggiungo gli effetti della crisi che si fanno sempre più evidenti e a luglio i produttori ortofrutticoli delle aziende e cooperative delle organizzazioni che fanno capo ad Agrinsieme sono scesi in piazza per far sentire la loro voce e ribadire le qualità del prodotto «made in Italy» e l’importanza del settore ortofrutticolo, che con oltre 12 miliardi di euro incide per circa un quarto sul valore complessivo realizzato dal settore primario, rappresentando la prima voce dell’export agroalimentare con una quota pari al 22%. «A peggiore la situazione ci è mancato pure il il maltempo con le abbondanti piogge che hanno compromesso i raccolti e le strutture delle imprese agricole – spiega Gusmini -. Ad eccezione del mais e del foraggero, infatti, tutto il comparto ortofrutticolo è in ginocchio e quelle colture, come il melone, a pieno campo e sensibili allÂ’umidità e agli sbalzi di temperatura hanno subito danni enormi».
Dall’Expo alla Pac – Un’occasione importante per rilanciare l’agroalimentare bergamasco è rappresentata dall’Expo il cui slogan «Nutrire il pianeta» strizza l’occhio al mondo agricolo: «Il 60% della produzione agroalimentare regionale arriva dal mondo cooperativo che deve cogliere questa occasione per far conoscere la produzione locale e promuovere la tipicità agroalimentare nel segno della qualità e della trasparenza – afferma Gusmini, che ha anche un occhio di riguardo sulla Pac 2014-2020 -. Oltre al budget delle risorse a disposizione siamo preoccupati sulla loro modalità di distribuzione – afferma -.  Come Fedagri abbiamo chiesto un’urgente definizione del nuovo regime degli aiuti comunitari perché allo stato attuale c’è troppa incertezza: centinaia di aziende agricole attendono che siano risolte delle questioni fondamentali, come la definizione degli effettivi beneficiari degli aiuti e le modalità di erogazione dei contributi. Chiediamo una Pac in cui gli aiuti vadano agli agricoltori orientati al mercato, che producono ricchezza, salvaguardano il paesaggio e il territorio e che riservano attenzione ai giovani».
E proprio le nuove generazioni rappresentano quella marcia in più per le aziende agricole, tanto che lo stesso ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina ha annunciato che il ministero metterà in campo un pacchetto di dieci azioni a favore dei giovani e del ricambio generazionale. Ricambio che non sembra però preoccupare i cooperatori: «I giovani stanno manifestando sempre più interesse per l’agricoltura e la conferma arriva dalle richieste di stage nelle imprese cooperative da parte degli studenti degli istituti tecnici agrari del territorio, soprattutto da Treviglio – conferma Gusmini -. Il legame scuola/lavoro consente infatti agli studenti di applicare sul campo gli studi scolastici e di avvicinarsi alle aziende e a noi imprenditori dà la certezza di poter contare, un domani, su personale qualificato e giovane».

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