Bergamo e la koinè dei galactofaci

Sorprenderà forse apprendere che la rassicurante immagine di un bicchiere colmo di latte sia un’icona culturale di conio relativamente recente. Nell’antichità greco-romana, fondata sul triangolo nutrizionale grano-olio-vino, il latte animale era infatti ritenuto un alimento barbarico e trogloditico, tanto che Omero bollava sprezzantemente come galactofagi – ovverosia “mangiatori di latte” – i retrogradi abitanti della Scizia. Emblematica è inoltre la dieta di Polifemo, cavernicolo ciclope dell’Odissea, la cui dieta era costituita da latte puro – e non mischiato al miele, come usava semmai l’umanità civilizzata – e dal cacio che ne ricavava.

In realtà, come evidenziano gli storici dell’alimentazione, la propagazione della galactofagia si estese ben oltre i confini dell’antico impero Scita, che abbracciava gran parte dell’Europa orientale. Un regime nutrizionale imperniato sul latte e sui suoi derivati era infatti caratteristico di tutte le popolazioni la cui economia aveva un’impronta silvo-pastorale più che agricola, dai Celti delle isole britanniche ai Germani ed agli Scandinavi.

Ancora nel XVI secolo, il “nostro” Torquato Tasso censurava l’uso, invalso presso le plebi di Francia, di somministrare latte vaccino agli infanti, paventando la predisposizione ad un’indole servile e bovina. E non sfugge che nell’intero corso del medioevo il latte di mandorle ebbe nell’alta gastronomia del nostro paese una netta prevalenza su quello animale, mentre solo agli albori dell’età moderna il burro iniziò a contendere allo strutto il primato di grasso di più diffuso utilizzo tra i fornelli.

In discordanza con questo quadro di riferimento, la cucina storica del contado bergamasco pare aver aderito alla tacita koiné che connette le culture galactofaghe, la cui più caratteristica estrinsecazione è nell’onnipresente connubio tra latte e sfarinati di cereali minori. Polt, brofadei e gnòch in del lacc sono le minimali declinazioni di questo arcaico abbinamento, che affiora in civiltà lontane nello spazio e nel tempo. “Mangiano la polenta ordinariamente col sale o col latte e formaggio fresco” – riferiva alla fine del settecento il console austriaco Raicevich con riferimento agli abitanti di Valacchia e Moldavia, di cui erano progenitori gli Sciti omerici. Ma le innumerevoli varianti regionali dell’archetipo spaziano dal porridge inglese alla kaša dei russi. E nel XVII secolo l’abate padovano Alberto Fortis, avventuratosi in Dalmazia per censire gli usi dei Morlacchi, annotava che in quelle terre “il cacio fresco fritto nel burro è il miglior piatto”, certificando come in fondo anche lo strachì rüstit sia chiaro retaggio del cosmopolita universo culinario dei galactofagi.


“Historiae Casei”: Appuntamento sulla comune origine di miele e formaggio

Sapevate che le api e il formaggio hanno molte cose in comune? Con il secondo appuntamento di “Historiae Casei”, iniziativa promossa da Progetto Forme che si svolge fino al 21 maggio, si scoprirà la comune origine del miele e dei prodotti caseari.

Il docente Master in Filosofia del cibo e del vino dell’Università Vita-Salute San Raffaele, Giacomo Petrarca, svelerà il luogo di incontro tra i due, mentre seguirà degustazione finale di formaggi e miele per una chiusura dolce e saporita.

Tutto ciò giovedì 4 aprile durante la conferenza “Come le api nei pascoli fioriti. La comune origine di miele e formaggio” che si terrà alle 19.00 al Neorurale Hub – Cascina Darsena Innovation Center Giulio Natta a Giussago (PV). Per iscriversi: info@progettoforme.eu. Partecipazione gratuita fino a esaurimento posti.

Gli incontri sono promossi da Progetto FORME, manifestazione dedicata all’arte casearia italiana in calendario con la quarta edizione dal 17 al 20 ottobre a Bergamo, in collaborazione con il Master in Filosofia del Cibo e del Vino dell’Università San Raffaele.

Per conoscere gli altri appuntamenti: https://bit.ly/2Wr29WZ

 


Addio alla plastica usa e getta, stoviglie e confezioni alimentari diventano ‘green’

Il galateo lo dice da tempo: utilizzare stoviglie in plastica non è elegante. Presto però sarà anche vietato perché, cosa ben più importante, inquina moltissimo. La rivoluzione ‘no plastica’ è iniziata e a breve coinvolgerà tutto il mondo della ristorazione e dell’alimentari, a partire dalle industrie produttrici.

Dal 2021 sarà vietato l’uso di tutti gli oggetti monouso in plastica: piatti, bicchieri, posate, cannucce, palette per miscelare le bevande, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso e persino le pellicole trasparenti dovranno quindi essere in materiali alternativi e biodegradabili. Non solo, entro il 2029 il 90% delle bottigliette di plastica dovrà essere raccolto ttraverso la differenziata e entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030. Questo farà cambiare gli acquisti e il modo di lavorare di milioni di operatori e le nostra abitudini quando mangiamo fuori casa.

L’obbligo coinvolgerà ristoranti, bar, pizzerie, paninerie, take-away, supermercati, negozi di alimentari, gastronomie, salumerie, friggitorie e ogni altro esercizio e centro abilitato alla somministrazione di cibo e bevande, ma anche i negozi che vendono stoviglie per alimentari, i chioschi, le feste, le sagre. Cambieranno gli acquisti e il modo di lavorare di milioni di operatori e il nostro modo di mangiare fuori casa.

La data sembra lontana ma è meglio avvantaggiarsi cominciando già a fare acquisti più attenti all’ambiente.

Le misure rientrano nella più generale “Strategia europea per la plastica” adottata dalla commissione europea un anno fa, che punta a ridurre in modo drastico l’inquinamento dei mari. Questo alla luce delle tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono nelle acque devastando gli ecosistemi e provocando danni anche alla catena alimentare e di conseguenza a quello che mangiamo.

L’obiettivo è avere un continente “plastic free” entro il 2030. Secondo le previsioni grazie a questi divieti le emissioni diminuiranno di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 di emissioni e si limiteranno per 22 miliardi di euro i danni ambientali entro il 2030.

L’eccessivo consumo di plastica, del resto, è tra i principali problemi ambientali del nostro tempo e sta diventando una emergenza rispetto alla quale non è più possibile restare indifferenti. Se si pensa, ad esempio, che le posate monouso in plastica resistono 450 anni e si utilizzano solo per circa 20 minuti si capisce la portata del problema.

Parole d’ordine: ecologici e compostabili

Niente panico. Le alternative ecologiche alla plastica sono tante e alla portata. Carta, cartone e legno si utilizzano per confezionare il cibo ormai da decenni. E il mondo dell’ ‘eco packaging’ offre materiali vegetali che resistono in frigorifero e nel microonde e si decompongono in poche settimane; come la pla, plastica biodegradabile ricavata dall’amido di mais, e la bagassa, residuo della canna da zucchero, eccellente sostituto del polistirolo. Al posto delle stoviglie in plastica si potranno usare prodotti compostabili in carta e cellulosa ricavata dalla canna da zucchero. Per posate e cannucce si potrà optare per quelle in bambù e, nel caso delle posate, anche per quelle prodotte con fecola di patate, acqua e glicerina (resistono come le normali posate di plastica, non inquinano e si possono persino mangiare). Invece delle vaschette e dei recipienti di plastica si potranno scegliere contenitori in polpa di canna da zucchero e ceste sostenibili. E ancora, le inquinanti pellicole e i fogli di alluminio per confezionare frutta, formaggi e avanzi potranno essere sostituiti con carte cerate ecosostenibili e involucri in c’era d’api.

Dall’Inghilterra a Milano il vento sta già cambiando

La rivoluzione ecologica ha già i suoi orgogliosi pionieri: in Inghilterra il supermercato Thornton Budgens è uno dei primi market al mondo a utilizzare solo packaging di carta. E il fondatore assicura che questa rivoluzione senza plastica è possibile anche dal punto di vista economico. Deliveroo, la piattaforma inglese per le consegne on line a domicilio, mette a disposizione dei ristoranti partner in 12 Paesi stoviglie e confezioni ecosostenibili. Perfino Mac Donald’s, il colosso mondiale del fast food, ha deciso di sostituire le cannucce con quelle in carta, partendo dai suoi locali d’oltremanica.

Nel nostro Paese sempre più amministrazioni dal Nord a Sud dichiarano guerra alla plastica firmando decreti che cittadini, commercianti e turisti devono seguire per non incorrere in sanzioni. La città di Milano, insieme a Confcommercio Milano e Legambiente, ha da poco lanciato tra tutti i ristoranti, i bar, i negozi e i loro clienti la campagna “Milano Plastic free”, per ora nei quartieri Isola e Niguarda ma potrebbe presto estendersi ad altre vie. E Regione Lombardia sta valutando la proposta di eliminare la plastica da mense pubbliche e scolastiche e sagre.

A scegliere il cambio di marcia ‘green’ non è solo il mondo legato al cibo. L’azienda danese Lego ha annunciato che entro il 2030 i mattoncini e anche le confezioni saranno realizzati in materiale riciclabile (obiettivo per il quale ha investito circa 130 milioni e assunto un centinaio di esperti); diverse compagnie aeree hanno inaugurato i voli ‘plastic free’ e altre sono pronte a farlo come Ryanair. E persino lo sport ha abbracciato il cambiamento: i tubicini di plastica sono stati banditi dal torneo di tennis di Wimbledon e da diversi stadi di calcio e di cricket.

A Trescore Balneario c’è chi ha tracciato la strada da tempo

Nella nostra provincia c’è chi da tempo ha puntato sulla commercializzazione di questi prodotti. A Trescore l’azienda Bio Green Gate è stata tra le primissime aziende in Italia a puntare sul packaging biodegradabile per l’industria alimentare. Il fondatore, Adriano Ferrari, che viaggiava in tutto il mondo per lavoro, vide che in diversi Paesi si usavano bioplastiche e decise di importarle. Da quando nel 2016 è mancato è la moglie Maura Chiesa a portare avanti l’azienda, insieme alle figlie Elena, che si occupa dell’amministrazione, e Caterina, la più giovane, responsabile della comunicazione e dei social. “Come famiglia siamo sempre stati amanti della natura, del mare. Mio marito è stato lungimirante e i tempi ci stanno dando ragione” – dice Chiesa.
Tra i clienti ci sono realtà alimentari, diverse amministrazioni (a Chiuduno tutte le sagre sono 100% ‘green’), ma anche famiglie. Nello spaccio si possono acquistare per fare feste e take away.
“Per ora è una scelta filosofica – spiega Chiesa – I prodotti biodegradabili costano di più, ma lo smaltimento diventa più facile. Sono sempre scarti ottenuti dalla lavorazione della canna da zucchero, della polpa di mais, vanno tutti nell’umido e non rimane nulla”.
La scadenza del 2021 sta già dando i primi riscontri. “Da metà dell’anno scorso stiamo facendo molti preventivi, prima eravamo noi a cercare i clienti ora sono loro a farlo. Consiglio di non aspettare l’obbligo e di cominciare a capire come trattare gli articoli e negli acquisti di fare attenzione: spesso prodotti a basso costo nascondono prodotti di scarsa qualità e nell’usarli con le pietanze di rompono. I nostri prodotti sono tutti certificati”. 

da sinistra Elena Ferrari, Maura Chiesa, Caterina Ferrari


L’arte della caffetteria e della miscelazione all’Accademia del Gusto

L’Accademia del Gusto di Osio Sotto propone tre interessanti corsi per baristi e barman. Il laboratorio teorico-pratico “La caffetteria: dalla preparazione del caffè alle decorazioni”, in agenda da martedì 9 a venerdì 12 aprile (ore14-19); il corso di caffetteria avanzato“Latte art advanced: le decorazioni” lunedì 14 e martedì 15 aprile (ore 14-18)); e il percorso “La miscelazione: cocktail e drink”, proposto da lunedì 13 a venerdì 17 maggio (ore 14-19). Per le aziende c’è la possibilità di accedere ai finanziamenti a copertura delle quote di iscrizione Per informazioni e prenotazioni, Ascom Formazione tel. 035 41.85.706/707/715 – info@ascomformazione.it


A Bergamo al via il festival delle birre alla frutta

Da venerdì 5 a domenica 7 aprile 2019 alla Birreria Bergheem Via Priula di via Pitentino a Bergamo ritorna ‘Tuttifrutti’, il festival delle birre alla frutta: tre giorni per conoscere e degustare 25 birre alla spina, tutte alla frutta, di produzione italiana ed estera. 

 


Marzo di gran gusto

Slow Food Treviglio in collaborazione con Auser Treviglio e l’associazione MensCorpore propone “Marzo di gran gusto”, quattro incontri ravvicinati con il pane, il caffè, il cioccolato e il vino. Dopo il primo appuntamento dal titolo “Buono come il pane” che sabato 9 marzo ha visto protagonista Massimo Ferrandi, maestro fornaio presidente dei panificatori bergamaschi Aspan, le prossime date sono: giovedì 14 sul tema le “Bollicine”, dal prosecco allo champagne passando per il Franciacorta al caffè Wine Bar di Treviglio. Sabato 23 toccherà al “Il piacere del caffè e non solo” al bar pasticceria Paolo Riva di Treviglio e infine mercoledì 27 “Gelato per sempre” alla gelateria l’Oasi di Badalasco Fara Gera d’Adda. Infine sabato 30 marzo è in programma la “Cena del quinto quarto” in ricordo del poeta gourmet Franco Fanzaga al ristorante Love Kitchen di Treviglio. La manifestazione è promossa con il patrocinio del Comune di Treviglio. Gli incontri sono a pagamento. Per informazioni: www.slowfoodbassabg.it 


24 marzo, Giornata Europea del Gelato Artigianale: come aderire all’iniziativa

Anche quest’anno i Gelatieri Bergamaschi promuovono la Giornata Europea del Gelato Artigianale -che si tiene ogni anno il 24 marzo- invitando le gelaterie a partecipare.

Per farlo, basta esporre nella vetrina il gusto speciale deciso per il 2019 e affiggere nella gelateria la relativa locandina.

Quest’anno il gusto è stato scelto dall’Italia ed è il tiramisù con la ricetta ufficiale per il Gelato Day 2019, firmata Thomas Infanti, il giovanissimo gelatiere che ha vinto la «Gelato Tiramisù Italian Cup» disputatasi in occasione della 59° Mostra Internazionale del Gelato.

Ogni gelateria che partecipa all’iniziativa, il nome e l’indirizzo verranno messi ben in evidenza: sulle pagine Facebook e Instagram dei Gelatieri Bergamaschi, su una pagina de l’Eco di Bergamo del 23 Marzo; l’adesione alla Giornata è totalmente gratuita.

Per aderire all’iniziativa, basta compilare il modulo del link

Le iscrizioni possono essere effettuate entro e non oltre il 14 marzo.

Per qualsiasi informazione: alessandro.rota@ascombg.it, tel: 035/4120135, fax: 0354120186

 

 


I formaggi dei mondiali: il medagliere bergamasco

Quest’anno, in occasione di FORME, Bergamo ospiterà i World Cheese Awards, il più importante concorso caseario mondiale, in cui saranno giudicati formaggi provenienti da tutto il mondo. In preparazione a questo importante evento, cogliamo l’occasione per celebrare il ricchissimo medagliere bergamasco.

Saranno presenti aziende del nostro territorio, premiate in passate edizioni del concorso,per una degustazione delle loro produzioni d’eccellenza.

La partecipazione all’evento è gratuita con iscrizione obbligatoria entro il 18 marzo 2019 direttamente sul sito www.onaf.it oppure con email a bergamo@onaf.it

o sms al 3392334029, indicando nome, cognome, numero di telefono. Si accettano iscrizioni fino a esaurimento dei posti disponibili.La partecipazione all’evento darà ai soci ONAF un credito formativo per accedere al corso di secondo livello.

Venerdì 22 marzo 2019 ore 20.30 Rocca viscontea – Piazza della Rocca, Romano di Lombardia (BG).

 


Pranzo al ristorante St.Hubertus

Appuntamento con il Convivium lunedì 18 marzo. La trasferta gustosa dell’Accademia del Gusto fa tappa al Ristorante St.Hubertus di San Cassiano in Badia. Sarà lo chef pluristellato Norbert Niederkofler ad accogliere i partecipanti del Convivium nel suo ristorante elegante, misurato, con solo 11 tavoli, a cui proporrà le sue creazioni. La partenza sarà dalla sede dell’Accademia del Gusto ad Osio Sotto (piazzetta don Gandossi, 1). Per informazioni e iscrizioni: info@ascomfornmazione.it www.ascomformazione.it


In cucina con lo chef Mirko Ronzoni

L’8 marzo, in occasione della giornata dedicata alle donne, l’Accademia del Gusto di Ascom propone un corso di cucina con lo chef Mirko Ronzoni. Una serata al femminile per imparare nuove ricette e cucinare insieme. Il corso si svolge dalle 20 alle 23 nella sede dell’Accademia del Gusto a Osio Sotto, in piazzetta don Gandossi, 1. Per informazioni: info@ascomformazione.it www.ascomformazione.it