Il panettone? Lo faccio io

Mercoledì 21 e giovedì 22 novembre Ascom Formazione propone un seminario per imparare a realizzare panettoni buoni e tecnicamente perfetti. Il corso è tenuto dal maestro Giovanni Pina all’Accademia del Gusto di Osio Sotto (via Gandossi 1) dalle ore 19 alle 23 e svela tutti i segreti per la realizzazione di un panettone a regola d’arte. Per informazioni e prenotazioni Ascom Formazione tel. 035.4185706/707 – mail info@ascomformazione.it 


Il GattiMassobrio 2019 fotografa una ristorazione in fermento

Giunta alla sua quarta edizione e in continua interazione col web (IlGolosario.it) e l’app, per gli aggiornamenti continui di Marco Gatti e Paolo Massobrio e dei loro 90 collaboratori, nasce dall’esigenza di fotografare una ristorazione sempre più eterogenea, contaminata e in evoluzione, raccontando non solo i migliori ristoranti ma anche le migliori trattorie, che hanno una tipologia di offerta diversa, fino alle pizzerie moderne.

Nell’edizione 2019, dei 3.300 locali recensiti, le corone sono in tutto 335, mentre i faccini radiosi 567, a segnalare che più di un terzo dei ristoranti citati ha un valore alto di offerta dal punto di vista qualitativo. Seguono a ruota i locali con il faccino contento, ovvero sulla soglia del radioso, e infine quelli col solo faccino contento e il faccino normale.

E sono tante le tipologie di locali raccontate: 230 pizzerie, 67 locali polifunzionali (ovvero con un’offerta che si declina in modi differenti durante tutto l’arco della giornata), 145 agriturismi oltre a ristoranti (suddivisi come trattorie, trattorie di lusso e ristoranti, in base a servizio e prezzi), negozi con cucina, cantine con ristorazione, enoteche con cucina. Ad aggiudicarsi la miglior tavola dell’anno quest’anno è in Piemonte: La Madernassa di Guarene (Cuneo), che in cucina vede all’opera Michelangelo Mammoliti.

A Bergamo i locali premiati con la corona radiosa sono: Al Carroponte e Arti di Bergamo, Frosio di Almè, Collina di Almenno San Bartolomeo, Antica Osteria dei Cameli di Ambivere, Da Vittorio di Brusaporto, Saraceno di Cavernago, Pizzeria dei 7 Ponti di Cenate Sopra, Osteria del Conte di Dalmine, Al Vigneto di Grumello del Monte, Cucina Cereda di Ponte San Pietro, Trattoria Falconi di Ponteranica, Opera Restaurant di Sorisole, Loro di Trescore Balneario, La Corte del Noce di Villa d’Adda e l’Osteria della Brughiera di Villa d’Alme.

Con circa 10mila referenze in tutta Italia
Per i cultori delle cose buone, l’appuntamento dell’anno è con la nuova edizione de ilGolosario, la guida del giornalista Paolo Massobrio che da 25 anni racconta in 1.000 pagine il meglio del gusto italiano con i suoi territori, i prodotti tipici e le storie dei suoi preziosi artigiani. Un unicum che si è evoluto nel tempo e che ha trasformato le botteghe alimentari in imprese complesse; una gamma ampia di negozi che spaziano dalle boutique del gusto alle gastronomie, dalle pasticcerie alle macellerie ai negozi di frutta e verdura, categorie apparentemente distanti l’una dalle altre, ma tutte accomunate dalla ricerca della qualità di prossimità nelle proposte e dalla professionalità dei loro artigiani.

“Dal 1994, prima edizione del Golosario, all’anno 2000, che segna la pubblicazione annuale fino a oggi – spiega Massobrio – l’offerta enogastronomica è cambiata. Il Golosario ne è lo specchio fedele, tant’è che dalle 200 pagine iniziali è arrivato a quasi 1.000 pagine. E tutto nacque da quell’incontro fortuito con Giorgio Onesti, il guru delle cose buone d’Italia che di fatto è stato il mentore di questo libro: ha selezionato i migliori artigiani italiani, ma li ha anche fatti conoscere a quei negozi di alimentari che sono diventati nel tempo le boutique del gusto. Per questo ilGolosario ha da sempre una doppia sezione, con il corollario corposo delle migliori cantine e delle aziende che producono olio. Ma per i 25 anni abbiamo voluto stilare un Manifesto dedicato al cuore del Golosario, che è un punto di professionale valorizzazione di tutta questa qualità: la bottega”.

Ebbene, con circa 10.000 referenze, ilGolosario 2019 (Comunica Edizioni, 25.00 euro) vuole portare il vessillo della qualità diffusa italiana, confermandosi un libro cult che negli anni è diventato un punto di riferimento per gli enogastronomi del Bel Paese, sempre più curiosi e attenti all’origine e alla qualità dei prodotti. Tante le novità di questa edizione, ufficialmente la ventesima, che vanta la presenza di oltre 1.875 produttori di qualità, suddivisi in microbirrifici, acetifici, torrefazioni, liquorifici, caseifici, salumifici, produttori ortofrutticoli, artigiani del dolce, produttori di confetture e marmellate, apicoltori, produttori di pane e farine, pastifici e riserie, trasformatori di prodotti ittici e produttori di sfiziosità. Quindi 4.374 Botteghe e Boutique del Gusto che costellano il territorio italiano, oltre 700 produttori di olio e 2.771 cantine, simbolo della qualità diffusa del vino italiano; tra queste anche i 1.500 Top Hundred selezionati da Paolo Massobrio e Marco Gatti. Ma a contraddistinguere ilGolosario è anche l’interattività con il portale ilgolosario.it, la versione online di questo vademecum del gusto, che giorno per giorno racchiude e raccoglie in real time tutte le scoperte fatte da Paolo Massobrio e dal suo staff di collaboratori, compresi gli ispettori del GattiMassobrio, il taccuino dei migliori ristoranti d’Italia.


La vera pizza napoletana di Davide Civitiello

Il 22 e il 23 ottobre Ascom Formazione propone un corso di 14 ore dedicato alla Pizza Napoletana, A svelarne i segreti salirà in cattedra il maestro pizzaiolo Davide Civitiello, vincitore del Trofeo Caputo Pizza. Le due lezioni avranno come tema impasto, rinfresco, temperatura di cottura, condimenti tradizionali e innovativi.

Per informazioni. info@ascomformazione.it www.ascomformazione.it


Il Club dei Buongustai fa tappa al Pampero

Il Club dei Buongustai Bergamo, l’associazione nata nel 1984 per scoprire e valorizzare la migliore ristorazione orobica, ha fatto tappa a Ranzanico, sul Lago di Endine. La riunione conviviale ha permesso ai partecipanti di conoscere e apprezzare il locale che da 40 anni è guidato con grande amore e professionalità dai fratelli-patron Ferrari, Tiziano (in cucina) e Celestino (in sala e cantina). La bella serata di giugno ha permesso di godere anche della terrazza estiva con vista sul giardino privato con laghetto e sullo sfondo il lago di Endine. Ben organizzato il servizio, a cominciare dal ricco aperitivo che ha proposto un Olubra extra dry Metodo Classico, spumante prodotto dalla cantina Torre Fornello di Ziano Piacentino, vinificato con vitigno Marsanne al 90% e un Malvasia di Candia aromatica al 10 per cento che si è rivelato per i commensali una piacevole sorpresa. Ricchi e di qualità gli assaggi in abbinamento.
Il convivio ha proposto la filosofia del locale, il “Pesce secondo Pampero”: crudité di salmone, ricciola e tonno, totanetti in guazzetto bianco, piovra, rostì di patate, aceto balsamico e gamberi, piselli e pesche, abbinamento singolare ma efficace.
La personalità dello chef Tiziano si è espressa al massimo nel risotto “Carnaroli, pesce persico, paruch, ristretto di Franciacorta”: è stato un ottimo gemellaggio tra la montagna (i fratelli Ferrari sono originari di Castione della Presolana) e il lago; dalla montagna, raccolto fresco, il parùch (spinacio selvatico) e dal lago il pregiato persico. Applausi strameritati. Altro piatto notevole la “Parmigiana di salmerino alle erbe aromatiche, con sugo di pomodoro e basilico”, un insieme che ha convinto tutti sull’eccellenza di questo locale. A accompagnare i piatti, un vino bianco interessante, il Nosiola dell’azienda Le Frate di Pravis in Trentino.
A fine serata il presidente del Club, Ernesto Tucci, ha consegnato ai fratelli Ferrari il diploma di benemerenza che premia i locali dove l’associazione si è trovata bene. I fratelli Ferrari hanno donato a ciascun partecipante uno stopper personalizzato, a ricordo dei 40 anni di vita del Pampero.
Nella foto, da sinistra, Ernesto Tucci, Celestino e Tiziano Ferrari, Dino Mangili, Alba Cugnini, Annamaria Belotti.


All’Accademia del Gusto sfida ai fornelli sui piatti di Mirko Ronzoni

Un laboratorio pratico con 12 partecipanti divisi in due brigate che si sfideranno nella preparazione di alcuni dei piatti più famosi del celebre ristorante televisivo Hell’s Kitchen. Una competizione a colpi di padelle per vincere un gadget dell’Accademia del Gusto, ma soprattutto una battaglia dei sapori. Le brigate saranno coordinate dal vincitore della seconda edizione di Hell’s Kitchen Italia, nonché sous-chef delle edizioni successive: Mirko Ronzoni. L’appuntamento è lunedì 21 maggio alle ore 21 all’Accademia del Gusto di Ascom Confcommercio Bergamo.
Per informazioni e iscrizioni, tel. 035 4185706 o info@ascomformazione.it

 


Val Brembana, cuochi e produttori alleati per valorizzare le eccellenze

 

per la galleria fotografica si ringrazia Baldovino Midali

 

Andrew Regazzoni, chef brembano in forza al ristorante Il Forno di Brembilla e componente dell’Associazione cuochi bergamaschi, ha un obiettivo che porta avanti con cuore e determinazione: mettere in contatto i produttori della Valle con i cuochi e i ristoratori locali perché diventino i primi promotori delle bontà del territorio, contribuendo a tenere vive le aziende e l’economia in zone dove è spesso difficile persino resistere.

Lo ha fatto creando lo scorso anno un nuovo raviolo, il Capel de Monega con ricetta registrata alla Camera di Commercio, che racchiude i prodotti brembani e con il Convivium Eccellenze Valle Brembana, una cena nella quale chef e produttori si ritrovano alla stessa tavola.

La seconda edizione si è tenuta ieri al ristorante La Baracca di Camerata Cornello ed ha messo ai fornelli niente meno che Ezio Gritti, che dopo l’esperienza a Bali ha aperto sul Sentierone ed è tornato a vivere in Val Brembana, e Andrea Tiziani, 23enne portacolori del team junior della Nazionale Italiana cuochi che dopo aver superato le semifinali di Praga ad ottobre parteciperà alla Finale Mondiale del Global Chefs Challenge, in programma nel luglio prossimo a Kuala Lumpur in Malesia.

Formaggi Valle Brembana

A loro è stato chiesto di esaltare nel piatto i prodotti locali. E la scelta era davvero ampia. Il Convivium ha infatti raccolto l’adesione di una trentina di aziende, dall’Alta Valle in giù, che messe tutte insieme (qui il valore dell’iniziativa) hanno composto un paniere davvero ricco di sapori (e di storie imprenditoriali fatte di coraggio, ricerca e innovazione). D’accordo i formaggi – dei quali la Valle è regina, dalle Dop ai Presidi Slow Food passando per i caprini -, il miele, le confetture, i salumi, espressioni tipiche dell’agricoltura montana, ma ci sono anche il latte d’asina, la carne grass-fed, ovvero di capi nutriti a erba e fieno, di bovini di razza Highland, le mele, la frutta e la verdura biologiche, la frutta disidratata, i prodotti da forno con farine selezionate, le salse a base di erbe, lo zafferano, il tartufo, le birre e l’idromele.

convivium eccellenze valle brembana - piatto Ezio Gritti

Una dispensa che ha ispirato a Gritti dei Cappelletti alla farina di castagne farciti con mele della Valle e formaggio Roccolo, serviti con pistilli a secco di zafferano e consommé di carne chiarificato. In abbinamento “Il Serpente con la cresta”, shiraz di della Tenuta Casa Virginia di Villa d’Almé.

 

 

Tiziani si è invece occupato del secondo, Terrina di grass-fed laccata all’idromele con crosta spadellata, agro di rapa bianca e quenelle di patata, servito con “I due lauri”, Valcalepio di Medolago Albani.

La squadra dell’Associazione cuochi bergamaschi, con Regazzoni, Fabio Oberti, Alex Salvi, Ludovico Pozzi, Romeo Gervasoni, Fabio Sanga e Gabriele Magri, ha invece curato il buffet di benvenuto “Finger food Berghem” affiancato alla vetrina dei prodotti e ai vini della Cantina Sociale Bergamasca e il dolce, “Cornetto rosso al lampone e uva spina con ricotta di capra, mele candite, spuma di yogurt naturale e crema inglese con latte d’asina”. Territoriale anche il servizio in sala e in cucina, con i bravi allievi dell’Istituto alberghiero di San Pellegrino coordinati dai professori Arcangelo Falsone e Luca Becherini.

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La serata, condotta con professionalità da Tatiana Galbusera di Radio 2.0, ha visto la partecipazione del presidente dell’Associazione cuochi bergamaschi Roberto Benussi, che sottolineando l’importanza di una stretto legame tra la cucina e il territorio ha auspicato eventi simili anche in altre zone della provinicia, Oscar Fusini, direttore dell’Ascom, che ha evidenziato come il fare squadra possa creare un sistema sosteniblie e attrattivo per l’economia di montagna e Ivar Foglieni, prefetto di Lombardia dell’Accademia della gastronomia italiana storica. Alle aziende sono stati consegnati riconoscimenti di partecipazione da parte di Giovanni Fattori ed Ernestina Molinari della Comunità montana della Val Brembana. Targhe e pergamente anche per gli ospiti e i padroni di casa del ristorante La Baracca che per i cuochi bergamaschi ha un significato particolare perché ha visto all’opera Fiorenzo Baroni, fondatore dell’Associazione.

Convivium eccellenze Valle Brembana 2017

LE AZIENDE

  • Azienda agricola Della Fara – San Giovanni Bianco
  • Agricola Tre Faggi – Val Brembilla
  • Azienda agricola Salvini Juri – Mezzoldo
  • Azienda agricola La fata delle Api – Piazza Brembana
  • Agriturismo Casa Martina – Zogno
  • Agriturismo Prati Parini – Zogno
  • Agriturismo Casa Eden – San Giovanni Bianco
  • Azienda agricola Mondo Asino – Olmo al Brembo
  • Bonzi Fabio – San Giovanni Bianco
  • CasaArrigoni – Peghera Val Taleggio
  • CaseariaArnoldi – Peghera Val Taleggio
  • Birrificio Via Priula – San Pellegrino Terme
  • Soluna Italia – Averara
  • Associazione Cerealicoltori Brembani – Roncobello
  • Cooperativa sociale Ca’ Al del Mans – Serina
  • Associazione frutticultori e agricoltori brembani – Moio De’ Calvi
  • Panificio Corticelli – Peghera Val Taleggio
  • Panificio Baldovino Midali – Branzi
  • Azienda Agricola Grass-fed Hans Quarteroni – Piazzolo
  • Casera Monaci – Almenno San Salvatore
  • Azienda agricola La Paloma Blanca – San Giovanni Bianco
  • Azienda agricola Ca’ Morone – Val Brembilla
  • Fonte Bracca – Bracca
  • Cooperativa Agricola Sant’ Antonio – Vedeseta
  • Azienda agricola Ilario Rota – Val Brembilla
  • Azienda agricola La Manterga – Vedeseta
  • Azienda Agricola Settimocielo – Camerata Cornello
  • Associazione Tartufai Bergamaschi – Spirano
  • Azienda Agricola La Sella – San Giovanni Bianco Zafferano


Salone del Mobile, i blogger esaltano gusto e design

Una bella cucina, i consigli smart di due food blogger appassionati e l’aria di Natale che fa sempre più intensa: lo showcooking d’effetto è servito!

Quello che ha coinvolto i visitatori del Salone del Mobile di Bergamo lo scorso sabato 18 novembre mostrando tutto il valore del connubio tra buon cibo e design.

L’evento era una tappa del tour nazionale “iFood inStore” frutto della collaborazione tra i blogger di iFood e il marchio Scavolini. Nei 192 mq dello stand Scavolini Store Bergamo – dove erano esposte alcune delle collezioni più rappresentative per l’arredo cucina, living e bagno – si sono messi all’opera Lina D’Ambrosio, bergamasca di nascita, milanese d’adozione, grafica nella vita di tutti i giorni e autrice del blog “Spadellatissima – More than food”, e Marco De Padova, manager del food&beverage e titolare del blog “In cucina con il Direttore”.

Lina ha suggerito ricette semplici per preparare degli antipasti e finger food grazie alla pasta sfoglia, mentre Marco ha eseguito variazioni cromatiche e di gusto su dei morbidissimi panini.

Ospite Vatinee Suvimol, responsabile editoriale del progetto iFood e blogger di talento, che vive e lavora a Bergamo. Ha raccontato la sua esperienza nel mondo del web e della sua cucina fusion e thailandese, di cui parla anche nel blog “A Thai Pianist” e nel fortunato libro “La mia storia Thai”.


Sfida tra le regioni, i casoncelli di Walter vincono in tv

walter brambilla - trattoria come una volta - aspettando la sfida

«I programmi di cucina? Non li ho mai guardati», scherza Walter Brambilla. Eppure per ironia della sorte lo chef della trattoria “Come una volta” di Desenzano di Albino è stato arruolato da Alessandro Borghese per la sua nuova trasmissione “Cuochi d’Italia” in onda da lunedì a venerdì alle 18.30 su canale 8.

Una missione ambiziosa per questo eclettico 64enne che fino a poche settimane fa era abituato a sfornare, insieme alla compagna Susi Assolari, trippe fumanti e golosi gnocchi per una nicchia di affezionati clienti nel suo piccolo locale di via Roma, ai piedi della Valle Seriana.

Milanese di origine ma residente in terra orobica da 30 anni, nella puntata di venerdì 17 novembre Brambilla ha difeso la tipicità, non solo bergamasca ma anche lombarda. Attraverso la sua abilità culinaria ha sfidato a colpi di mestolo e pentoloni lo chef rappresentante della Sicilia, Giuseppe Bonsignore dell’osteria “L’oste e il Sacrestano” di Licata (Agrigento). E ha vinto il duello. Così il 27 novembre insieme agli altri trionfatori del primo turno tornerà in tv per un nuovo agguerrito confronto. Tutti incollati allo schermo, quindi, per scoprire se Brambilla riuscirà ad arrivare indenne sino alla fine e conquistare il titolo di Cuoco d’Italia.

Dalla sua piccola trattoria di Albino è approdato in tv. Ma come ci è riuscito?

«Inizialmente Alessandro Borghese e la sua troupe erano venuti a farci visita per la trasmissione “Quattro ristoranti”. Ci avevano già intervistati ma poi Sky ha deciso di concentrare il programma solo sui locali di Bergamo città, escludendo la provincia. Però evidentemente gli sono piaciuto e la settimana dopo mi hanno ricontattato per chiedermi di partecipare alla selezione di “Cuochi d’Italia”. Così sono andato a Milano per i provini e mi hanno preso come rappresentante della Lombardia».

Com’è stato lavorare in tv?

«Era strano vedere tutte quelle telecamere intorno a me. Ho conosciuto chef stellati come Gennaro Esposito e Cristiano Tomei».

Walter Brambilla . trattoria come una volta - con Alessandro BorgheseE Alessandro Borghese com’è?

«Oltre ad essere un bravissimo professionista nel settore culinario è anche un grande showman».

Quale sfida ha dovuto affrontare?

«I concorrenti sono 20 cuochi professionisti provenienti ciascuno da una diversa regione. In ogni puntata si sfidano due chef in una doppia manche. Nella puntata del 17 novembre ho dovuto confrontarmi con uno chef siciliano, prima su un piatto tipico della sua terra a scelta tra caponata, pasta alla norma e sarde alla beccafico e poi su uno lombardo tra ossobuco alla milanese col risotto, pizzoccheri e casoncelli. Io l’ho sfidato nella realizzazione della caponata siciliana e ha vinto lui. Nella seconda manche lui ha scelto di preparare i casoncelli ma ho vinto io. Non potevo perdere su un piatto così tipico della nostra tradizione bergamasca».

E il secondo turno com’è andato?

«Non posso svelarlo, dovete sintonizzarvi dal 27 novembre su canale 8 per scoprirlo».

Dica la verità, le piacciono le trasmissioni culinarie?

«Se devo essere sincero non le ho mai guardate. “Masterchef” per esempio non mi piace. Ho seguito solo “Quattro ristoranti”, sempre condotto da Alessandro Borghese, e devo dire che è un programma molto avvincente e curioso. Ti rendi conto di come lavorano gli altri ristoratori».

walter brambilla - trattoria come una volta con i 3 giudici prima sfida

Sente già gli effetti della popolarità?

«Mi salutano molte persone che nemmeno conosco, forse perché hanno saputo della partecipazione in tv. Anche su Facebook i contatti sono aumentati».

Dopo questa esperienza pensa di continuare a fare televisione?

«Per adesso preferisco concentrarmi sul lavoro anche perché in questo periodo c’è molto da fare alla mia trattoria. Magari dopo gennaio, quando il giro di clienti si allenterà un po’, mi piacerebbe propormi a qualche tv locale per la conduzione di un programma di cucina».


Bergamo conquista la decima stella Michelin. Premiato il Florian Maison di San Paolo d’Argon

Il firmamento della cucina stellata bergamasca risplende ancora di più. Nel gotha della ristorazione baciato dalla Michelin entra anche il “Florian Maison” di San Paolo d’Argon. Lo chef Umberto Martino, partenopeo d’origine ma ormai bergamasco d’adozione, cattura la sua prima stella con la sua cucina raffinata, sempre pronta ad esaltare materie prime eccellenti, in particolar modo di mare.

Approdato al Florian Maison nel 2015, dopo aver collezionato diverse esperienze in Italia e all’estero, lo chef sorrentino porta in alto con il prestigioso riconoscimento il ristorante resort a ridosso del monastero benedettino di San Paolo d’Argon.

Con il Florian Maison Bergamo conta dieci indirizzi premiati dalla 63esima Guida Michelin.
Da Vittorio conferma le tre stelle e resta una delle cucine più blasonate d’Italia. Confermati anche gli altri otto ristoranti, dove brilla una stella anche per il 2018: “Frosio” (Almè), “Antica osteria del Camelì” (Ambivere), “Il Saraceno” (Cavernago), “Casual”(Bergamo), “A’anteprima” (Chiuduno), “LoRo” (Trescore), “San Martino” (Treviglio), “Osteria della Brughiera” (Villa d’Almè).

Tra le novità della nuova edizione della rossa, il massimo riconoscimento a Norbert Niederkofler, al ristorante St. Hubertus, di San Cassiano, che conta tre stelle. Si vede invece scivolare tra le dita una stella lo chef Carlo Cracco, che ne tiene stretta solo una.
In tutto sono 356 i ristoranti stellati in Italia, un nuovo “3 stelle”, tre con 2 stelle e 22 con una stella.


Da Albino al nuovo programma di Alessandro Borghese, Walter difende la cucina lombarda in tv

walter brambilla okLa Bergamo gastronomica torna protagonista in tv, nella trasmissione Cuochi d’Italia, il nuovo programma di Alessandro Borghese, che, nella circostanza, mette in sfida le cucine regionali e stuzzica il campanilismo gastronomico.

È infatti Walter Brambilla, titolare della trattoria “Come una volta” di Desenzano di Albino, il “campione” della Lombardia, selezionato per difenderne i colori – e i sapori – nel format che ha debuttato lunedì 13 novembre su Tv8 ed è in onda tutti i giorni da lunedì a venerdì alle 18.30 per 20 puntate.

Di scena 20 cuochi professionisti, ognuno da una diversa regione d’Italia, che si affrontano a due a due in sfide di andata e ritorno a eliminazione diretta fino ad arrivare all’assegnazione del titolo di Miglior Cuoco Regionale d’Italia.

Giudici (più sereni e aperti al sorriso rispetto ad altri programmi) sono Gennaro Esposito, lo chef di Vico Equense due stelle Michelin, e il viareggino Cristiano Tomei, indicato come uno dei modelli della nuova cucina creativa.

Le prove vertono sui piatti e i prodotti tipici dei concorrenti, chiamati da Borghese anche ad illustrare, mentre lavorano, caratteristiche e modalità di preparazione in una sorta di tutorial per il pubblico. Brambilla sarà ai fornelli nella trasmissione di venerdì 17 novembre e affronterà il rappresentante della Sicilia, Giuseppe Bonsignore dell’Osteria L’Oste e il Sacrestano di Licata (Ag).

Milanese come dice il cognome, Brambilla, 64 anni, lavora da una trentina d’anni a Bergamo, da sette nel piccolo locale di via Roma dove insieme alla compagna Susi Assolari porta avanti una cucina all’insegna della più schietta tradizione – dai casoncelli alla trippa, agli gnocchi – e del “fatto in casa” che il limitato numero di coperti consente.

Non è proprio un novellino ai fornelli e l’origine milanese gli permette di muoversi bene anche sui piatti meneghini. Ce la farà?

cuochi d'italia