I destinatari sono il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e l’onorevole Teresa Bellanova, viceministro dello Sviluppo Economico. A loro, le rappresentanze istituzionali di Bergamo – il sindaco Giorgio Gori, il presidente della Provincia Matteo Rossi e i sindacati -, il presidente della Regione Roberto Maroni, unitamente ai parlamentari e ai consiglieri regionali bergamaschi, hanno inviato una lettera con cui “sollecitano il Governo affinché sia parte attiva nella vicenda Italcementi – HeidelbergCement”.
“Nei giorni scorsi – si legge nella missiva – HeidelbergCement ha annunciato, attraverso un comunicato stampa, il pesante Piano di ristrutturazione di Italcementi di cui è ora proprietaria. Il Piano prevede un esubero di 430 addetti nella sede di Bergamo: 170 lavoratori dovranno essere riallocati in altre sedi del gruppo (di cui non si conosce la destinazione) e 260 verranno gestiti attraverso la cassaintegrazione straordinaria fino a settembre 2017. Riteniamo che tale operazione, se realizzata, possa impoverire il nostro Paese di importanti asset immateriali (qualità, ricerca, innovazione) e di numerose professionalità attualmente presenti nell’azienda, tra tecnici, impiegati, operai e quadri altamente specializzati”.
“Riteniamo inoltre inaccettabili – prosegue la lettera – le modalità utilizzate dalla società tedesca che non si è presentata all’incontro fissato per martedì 5 aprile u.s. presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ignorando fin qui l’interlocuzione con il Governo e con le Organizzazioni sindacali. Il confronto con il Gruppo tedesco è fondamentale affinché l’Italia possa svolgere un ruolo importante anche all’interno delle strategie globali di HeidelbergCement, salvaguardando così i livelli occupazionali. HeidelbergCement ha infatti annunciato che una serie di funzioni svolte dalla sede centrale di Bergamo verranno trasferite in Germania. Continuiamo a pensare che il tessuto imprenditoriale e le professionalità del territorio bergamasco e dei dipendenti Italcementi possano rappresentare un valore anche per la nuova proprietà. Chiediamo pertanto al Governo Italiano e in particolare al Ministero dello Sviluppo Economico di agire un ruolo forte per portare al più presto la nuova proprietà tedesca al tavolo delle trattative al fine di rivedere il Piano industriale, ottenere una riduzione degli esuberi annunciati e discutere di ulteriori ammortizzatori sociali a sostegno della fase transitoria.