Badanti e baby sitter condivise,
così il condomino ritrova la serenità

«Negli anni Cinquanta si andava all’assemblea di condominio con il vestito delle grandi occasioni e si esponeva il tricolore. Oggi invece ci si va controvoglia e in alcuni casi si arriva anche alle mani. Una volta se piangeva un bambino la notte tutti si preoccupavano all’indomani di chiedere ai genitori se tutto andava bene. Ora ci si lamenta e ci si scrive mail infuocate», sottolinea Alberto Zanni, presidente di Confabitare, l’associazione per la proprietà immobiliare, che da due anni sta promuovendo formule innovative per riportare buone relazioni tra vicini di casa, pronte ad essere prese a modello in tutta Italia. Esperienze riportate nel corso della nuova manifestazione organizzata dalla Promoberg in Fiera, Condomino Expo, in un workshop dal titolo che suona quasi come una missione “Vivere e sopravvivere in condominio”.
Se il condominio è per molti il paradigma dell’intolleranza diffusa, la crisi lancia la sfida, se non la necessità, di riscoprire la buona convivenza. Da contenitore di malumori inespressi e agglomerato di solitudini, la “palazzina” sta diventando un laboratorio sociale, un luogo in cui sperimentare piccole comunità modello. «Si può creare coesione in modo semplice tra vicini che non si salutano nemmeno sul pianerottolo – spiega Zanni -. La prima iniziativa che abbiamo promosso è stata quella del Gruppo di Acquisto Solidale condominiale: è bastato condividere la spesa alimentare per creare buone relazioni, oltre al vantaggio di un risparmio fino al 50%. Ogni settimana, a turni, ogni condomino si fa carico di ritirare gli ordini e fare la spesa e il risultato è che sul pianerottolo ci si scambiano ricette e si organizzano anche feste condominiali». Il secondo passo è stata l’introduzione, in via sperimentale a Bologna, della badante e dell’infermiere di condominio: «La badante condivisa non costa più di 400 euro a nucleo familiare e i costi indiretti, come i contributi previdenziali, vengono spalmati sulla base delle ore di attività. Ognuno paga per le ore di servizio necessarie, ma ha al contempo la certezza di avere nello stesso condominio una persona a cui rivolgersi in caso di bisogno. L’infermiere di condominio garantisce tariffe agevolate al bisogno, oltre a servizi importanti come il prelievo del sangue a casa, che risparmia soprattutto agli anziani viaggi per cliniche e ospedali a digiuno». Il successo della figura professionale condivisa riguarda anche la tata: «La baby sitter bada ai bambini del palazzo che, riuniti in gruppo, fanno amicizia e giocano in cortile, coinvolgendo magari anche quelli del palazzo vicino. Se un tempo darsi appuntamento sotto casa era scontato, oggi tra tv e computer anche i bimbi tendono a starsene tra quattro mura». Convivenza e relazioni si costruiscono e “ristrutturano” mattone dopo mattone: «Bastano piccole e grandi idee, dalla spesa alla badante in comune, per rivoluzionare il nostro modo di porsi agli altri. Non manca infine una nuova concezione degli spazi tesa a stimolare la socializzazione: se fino a poco tempo fa le aree comuni erano ridotte all’osso, ora tornano sale condominiali per riunioni e feste e, nelle costruzioni più attente, sale giochi, biblioteche e lavanderie».

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