Nella foto: la consegna delle chiavi delle due nuove ambulanze al presidente della Cri di Treviglio e Gerradadda Massimo Gatti
«È l’anima del commerciante, concreta e abituata a darsi da fare, che ci ha fatto vincere una sfida più grande di noi». Ne sono convinti Giovanni Enrico Bresciani e Lino Ronchi, negozianti trevigliesi in pensione che poco più di un anno fa si sono lanciati nell’impresa di regalare due nuove ambulanze alla Croce Rossa di Treviglio e Geradadda, indispensabili per garantire la continuità dei servizi, visto che i vecchi mezzi in dotazione, alla scadenza della revisione, non sarebbero più stati idonei.
L’obiettivo – 73mila euro, da raccogliere partendo da zero e per di più in fretta – era tosto, di quelli che intimoriscono, ma la convinzione del piccolo comitato creato dai due per portare avanti il progetto ha avuto la meglio e oggi il traguardo è lì, a portata di mano. All’appello mancano infatti circa 12mila euro e in soccorso si è mossa anche l’Ascom di Bergamo che domenica 5 ottobre porterà nel cuore di Treviglio Passeggiar Gustando, l’ormai classico appuntamento d’autunno che coniuga il lavoro dei commercianti con i sapori tipici e la solidarietà.
Nel frattempo entrambe le ambulanze sono già state consegnate ai volontari (la prima a febbraio, la seconda a fine luglio) e operative. A firmare l’ordine di acquisto sono stati infatti gli stessi Bresciani e Ronchi, pronti a versare di tasca propria quanto eventualmente le donazioni non arriveranno a coprire, pur di vedere realizzato il loro sogno solidale. Un lungo impegno nelle associazioni di categoria e a favore del territorio li ha, del resto, allenati a mettersi in gioco. Bresciani, 84 anni portati con una vitalità da fare invidia alle nuove generazioni, ha fatto il macellaio nel centro storico per 54 anni ed ha partecipato attivamente alla vita dell’Ascom di Bergamo, di cui il padre è stato uno dei fondatori. Prima vice e poi presidente del gruppo Macellai, ha rappresentato la categoria per 13 anni, fino al 2000, partecipando anche come consigliere alle attività della Federazione nazionale. È stato inoltre un componente del Consiglio direttivo dell’Ascom e, sempre sul versante commerciale, all’inizio degli anni Ottanta ha dato vita a Treviglio alla Cooperativa Botteghe del Centro, da cui discende l’attuale Associazione. Ne è stato presidente per 15 anni, dando il via, tra l’altro, alla tradizione delle luminarie natalizie. Per più di un decennio è stato invece alla guida della Pro Loco, di cui oggi è presidente onorario. In questo ambito ha promosso manifestazioni che oggi fanno stabilmente parte del calendario cittadino, a cominciare da “Miracol si grida”, la rievocazione del miracolo della Madonna delle Lacrime che il 28 febbraio 1522 salvò la città dalle truppe francesi: «Il fatto storico era lì da quasi 500 anni e nessuno aveva pensato di costruirci attorno un evento che facesse da richiamo per Treviglio», annota en passant Bresciani. E poi ancora la Sagra di Sant’Anna e la festa di San Silvestro al Palafacchetti.
A più di vent’anni di distanza, l’instancabile commerciante ricorda con dovizia di particolari (67 signore in gara, un milione di lire in palio) anche il concorso con il quale le Botteghe hanno donato a Treviglio un suo dolce tipico, la Turta de Treì, entrata stabilmente nel novero delle specialità orobiche. «Proprio la festa annuale che dedichiamo alla torta ha fatto scattare, nel giugno del 2013, la molla della raccolta fondi per le ambulanze – sottolinea -. L’evento ha un fine benefico e nell’occasione si era scelto devolvere il ricavato alla Croce Rossa di Treviglio. È così che sono venuto a conoscenza dell’urgenza di sostituire i mezzi. Lì per lì mi era parsa un’impresa fuori portata, ma dopo qualche giorno mi sono detto “perché non provarci?”».
L’appoggio di un altro commerciante con il pallino delle attività sociali e socializzanti ha fatto il resto. Classe 1945, Lino Ronchi ha anche lui passato la vita in negozio, portando avanti con i due fratelli la salumeria del padre e insieme l’impegno associativo nel gruppo Gastronomi e Salumieri dell’Ascom (di cui è ancora oggi colonna per la logistica delle manifestazioni), oltre che in 50 & Più Fenacom e nella Caritas trevigliese. Deciso a conservare la memoria del commercio della sua città, travolto, come in tutti i centri storici, dall’avanzare delle nuove forme di distribuzione, ha cominciato una monumentale raccolta di fotografie e testimonianze delle vecchie botteghe, che presto dovrebbe diventare un libro. «Ho conosciuto Bresciani nel corso di queste mie ricerche – afferma – e ci ho messo poco a decidere di affiancarlo in questa nuova sfida». Laura Crippa, volontaria della Cri nonché nipote di Bresciani, e il giornalista Roberto Fabbrucci completano l’organico dello snello comitato “Due ambulanze per la Croce Rossa”, caratterizzato da un approccio operativo pratico e diretto. «Non abbiano preparato lettere, belle presentazioni o discorsi formali – raccontano Bresciani e Ronchi –, siamo invece andati ad incontrare personalmente tutti quanti pensavamo potessero avere a cuore il problema e darci una mano. I 23 sindaci dei Comuni interessati dal servizio della Cri li abbiamo contattati tutti. Qualcuno ha contribuito, altri no, qualcun altro non ci ha ricevuto, ma abbiamo voluto sempre metterci la faccia per primi». «È stato impegnativo, di tempo e fatica ne sono serviti – rileva Bresciani -, ma non è stato difficile perché conosciamo un po’ tutti. La lunga esperienza tra eventi ed iniziative mi ha insegnato che se si mettono in campo progetti corposi e ci si crede veramente il successo arriva, ma è fondamentale saper trovare le risorse, perché altrimenti anche le idee più straordinarie sono destinate a rimanere sulla carta». «Come commercianti – aggiunge a questo proposito Ronchi – siamo sempre stati abituati ad essere intraprendenti perché lo “stipendio” andava guadagnato ogni mese e credo che questo atteggiamento ci sia stato di grande aiuto in questa raccolta fondi».
In effetti i due non si sono lasciati scappare occasione per centrare il loro obiettivo, dal coinvolgimento di banche, istituzioni e aziende alle manifestazioni, come la degustazione organizzata a dicembre per l’addio all’attività del macellaio Silvio Rozzoni (che ha fruttato più di 2mila euro, ma anche una bella bronchite) o il raduno a marzo dei Cavalieri d’Italia, di cui fa parte anche Bresciani. «Abbiano raccolto contributi grandi e piccoli – sottolineano -, anche di singoli cittadini che non hanno voluto far mancare il proprio aiuto secondo le proprie possibilità: tanti gesti di solidarietà che ci hanno fatto grande piacere e che vorremmo ricordare uno ad uno». Soddisfazione che si aggiunge a quella di vedere in opera le due nuove ambulanze, «di ultima generazione – dicono orgogliosi e ormai esperti del settore visto che hanno valutato e visto personalmente i vari modelli -. Sono attrezzate non solo per il trasporto ma anche per il primo intervento, spesso fondamentale per salvare una vita». Il Comitato Cri di Treviglio e Geradadda, presieduto da Massimo Gatti, assicura il servizio di soccorso su un’area di circa 150mila abitanti con otto unità operative e 450 volontari.