Anche in moto mi fregano il parcheggio. E adesso mi arrabbio

cimmino autoSarà anche colpa del governo, se piove: però non è che proprio tutte le nostre magagne derivino sempre e soltanto dagli altri, da un essere immanente ed onnipotente che determina le nostre scrovegne così come le nostre fortune. Un pochino è anche colpa nostra. Noi Italiani siamo troppo abituati, da una mentalità un po’ da piangina e da un sistema sociale e politico che certo non ci aiuta ad uscire dal baliatico, a fermarci davanti agli ostacoli e cominciare a frignare o a maledire. Intendiamoci: mica tutti e mica sempre. Però, col passare del tempo, il costume si va diffondendo. Invece, dovremmo cominciare a pensare un pochino più alla maniera svizzera, intendendo con questo una variante civica dell’ “aiutati che il ciel t’aiuta”, ovvero il ben più montagnino “jutemose fioi” degli alpini di Cadore. Perché, se le cose non vanno come dovrebbero andare, e se è evidente che i soccorsi non arriveranno dal di fuori, le soluzioni sono solo due: o ci s’impicca al primo albero disponibile o si tenta di metterci una pezza da soli. Tertium, come al solito, non datur. Farò un semplicissimo esempio, tratto, tanto per cambiare, dalle mie personali stanze di vita quotidiana. Io, come credo sia noto tra i miei più assidui ed affezionati lettori, abito in pieno centro, dove parcheggiare è qualcosina più che un semplice problema, stante la brigantesca politica dei parcheggi messa in atto dalle nostre pubbliche amministrazioni nei decenni. Dopo anni trascorsi a giracchiare, nonostante gli spazi per residenti, intorno al mio isolato per posteggiare quella specie di portaerei con cui vado a spasso, alla fine, ho adottato un paio di soluzioni drastiche: la prima è stata quella di affittare un garage nel nuovo complesso residenziale sorto di fronte a casa mia. Vi confesso che, se proprio devo dare dei soldi a qualcuno, preferisco darli al signor Pincopallino, piuttosto che ai responsabili del mio disagio. La seconda, certamente meno dispendiosa, è stata quella di circolare quasi esclusivamente in scooter, almeno per il piccolo cabotaggio. Solo che lo scooter, per quanto poco ingombrante, lo devi pur parcheggiare da qualche parte: a suo tempo, avevo trovato un angolino perfetto, dove non dava fastidio a nessuno ed era protetto dalle intemperie, ma un solerte vigile mi ha appioppato una bella multa, perché l’angolino, anche se era, di fatto, una rientranza, tecnicamente apparteneva al marciapiede. Colpa mia: dura lex sed lex. Così, per non farmi fregare un’altra volta, ho deciso di lasciare il fido motociclo alla mercè dell’imperversare di Orione nonché delle adunche grinfie di qualche ladrone, in uno degli abbondanti parcheggi per moto che sono stati opportunamente creati, proprio di fronte a casa mia. Tutto a posto, direte voi. Invece, non è a posto per niente, porcaccia miseria: perché qualcuno dei molteplici automobilisti mordi e fuggi, che felicitano quotidianamente la strada maestra, ha pensato bene di provare a parcheggiare, in mancanza di meglio, negli spazi diagonali per le moto. E la cosa sembra essergli andata di lusso, quanto a dura lex eccetera eccetera. Siccome, secondo il detto, gli esempi trascinano, da quel giorno, il mio spazietto, sancito dal codice, è diventato terra di conquista per autovetture di ogni genere e tipo: così, da un po’ di tempo in qua, mi tocca di parcheggiare al solito posto o, paradossalmente, devo mollare lo scooter a centinaia di metri dalla magione, annullando ogni vantaggio dell’essere motomunito. Siccome, evidentemente, il fenomeno risulta sconosciuto ai soliti vigili, che pure albergano a poca distanza, dovrò adottare anch’io il sistema che vado predicando da tempo ai miei lettori: il giustiziere fai da te. Mi munirò di un eccellente cacciavite e provvederò, ogni giorno, a rigare disciplinatamente le due fiancate delle macchine in divieto: così, visto che gli esempi negativi ormai sono pane quotidiano, mi auguro di lanciare una vera moda. Sono sicuro che questa mia iniziativa servirà a molteplici scopi: farà risollevare le sorti economiche dell’industria orobica della carrozzeria, produrrà un certo qual moto di soddisfazione nei cittadini e, dulcis in fundo, renderà i parcheggi per motocicli zona perigliosissima per gli abusivi. Certo, sarebbe stato meglio poter contare sull’autorità costituita, ma qui siamo a Bergamo, mica a Lugano. Jutemose fioi…