Alla Fiera di Bergamo prendono il via le edizioni 2019 di Italian Fine Art (IFA) e Bergamo Arte Fiera (BAF), i due prestigiosi appuntamenti firmati Promoberg dedicati nell’ordine all’eccellenza dell’alto antiquariato e dell’arte antica, e dell’arte moderna e contemporanea. Le due mostre saranno di scena al polo di via Lunga dal 12 al 20 gennaio, la prima, e dal 12 al 14 gennaio, la seconda. Per promuovere l’arte a tutto tondo, nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 gennaio, con un unico biglietto si potranno visitare entrambe le mostre.
Anche per quest’anno entrambe le manifestazioni si caratterizzano come punti di riferimento per i relativi settori. In un’area espositiva di circa 13.000mq al coperto con l’adesione di 170 espositori, tra antiquariato e moderno, “le Mostre – sottolinea Sergio Radici, curatore artistico di entrambe le iniziative – offrono esemplari e pezzi tra i più ricercati, capaci di soddisfare interesse degli appassionati più curiosi. Nella rassegna dedicata all’antiquariato prevale una forte presenza dell’Alta Epoca mentre nel padiglione dedicato all’Arte Contemporanea la coesistenza di Gallerie di estrazione nazionale ed internazionale attesta come Bergamo sia considerata una piazza importante e degna di nota per il settore”.
Dallo scorso anno, grazie alla contestualità delle date di svolgimento, che comprende il primo weekend “lungo”, entrambe hanno potuto usufruire di un positivo effetto di contaminazione che ha consentito, a un pubblico sempre più qualificato, di poter ammirare migliaia di capolavori dell’arte antica e moderna.
Di non secondaria importanza la presenza delle due collaterali. Parliamo delle due Mostre personali di Mario Sironi (Sassari, 1885 – Milano, 1961) e di Piero Cattaneo (Bergamo, 1929-2003 )
La Mostra di Mario Sironi è una collezione dei piccoli studi dell’autore e della grande decorazione. Composta da 80 opere realizzate dal 1915 agli anni Trenta di cui l’80% inedite, la kermesse consta di piccole opere personali (studi di pubblicità, copertine e grandi quadri; scorsi di paesaggio e ritratti di proporzioni ridotte conservate dalla famiglia e catalogate oltre a alcune opere preparatorie per i mosaici e gli affreschi della grande decorazione in cui l’autore eccelleva
La persona di Piero Cattaneo sollecita un inaspettato e stimolante confronto tra l’opera scultorea, lo spazio che l’accoglie e la sua fruizione pubblica. I bronzi datati dal 1967 al 2000, si danno gradualmente allo spettatore, attraverso una modalità linguistica che sovverte i convenzionali sistemi segnici, procedendo in codici formali fantastici, capaci di rompere le lisce e calde superfici del bronzo e facendo emergere una narrazione che parla dell’attività febbrile dell’uomo e che ci immette nel vivo della nostra realtà quotidiana.
La ricerca di Cattaneo dunque non è astratta ma si nutre delle impronte di tutti quei frammenti di oggetti, ingranaggi, motori, modanature, che hanno fatto parte della realtà vissuta in prima persona dall’artista; lo stesso orizzonte condiviso in cui ci troviamo a trascorrere la nostra esistenza. Ma se per noi ciò che ci circonda ha una fine materiale determinata, il gesto di Cattaneo conferisce a questi stessi elementi una capacità espressiva nuova, offrendone un’altra visione in un tempo che si prolunga all’infinito, oltre noi stessi.
Con l’introduzione dell’acciaio inox tirato a specchio, l’artista sperimenta una nuova realtà: i suoi bronzi si specchiano e perdurano in un tempo e in uno spazio non conosciuto e indefinito, trovando una loro compiutezza in una terza dimensione illusoria. Il suo linguaggio fuso nella solida lega, si protende in una verità artistica che non possiamo conoscere perché non fa parte del nostro vivere concreto, ma di cui siamo chiamati a darne testimonianza attraverso la proiezione della nostra stessa immagine e di tutto ciò che ci circonda. Ecco quindi che Cattaneo non solo ha messo in atto una sua ricerca formale metastorica, oltre la storia, espressa nei suoi bronzi ricercati, ma è riuscito a portarci all’interno del suo immaginario, in quello spazio intimo e surreale in cui si completa e continua la sua opera.
“I visitatori si avvicinano all’evento artistico per passione e ricerca che spesso si tramandano di generazione in generazione – dice Alessandro Riva, presidente del Gruppo Gioiellieri e Antiquari Ascom – Non sono solo antiquari o venditori, ma anche appassionati e ricercatori capaci di indagare ogni opera proposta”.
“Con IFA e BAF – evidenzia Ivan Rodeschini, Presidente di Ente Fiera Promoberg –, portiamo da anni a Bergamo due eventi di alto profilo che, oltre a dare lustro al nostro territorio, sono diventati degli appuntamenti nazionali di riferimento per tutto il movimento dell’arte e della cultura. La risposta del pubblico, sempre più competente e interessato, e con arrivi anche dall’estero, premia lo sforzo organizzativo che mira ad alzare costantemente il livello qualitativo delle due mostre. Forti dei risultati sin qui ottenuti – conclude Rodeschini -, continueremo a investire sui due progetti, per promuovere l’arte e la cultura ad una platea sempre più vasta, pensando in particolare alle nuove generazioni”.
“Anche con eventi come questi Bergamo rafforza e qualifica la sua vocazione di Città d’Arte come elemento consolidato e costantemente in crescita, rafforzato peraltro dall’eco planetaria che, nel 2018, il ritrovamento de La Resurrezione di Cristo di Andrea Mantegna, ora esposto alla National Gallery di Londra, ha suscitato proiettando Bergamo alla ribalta dell’arte mondiale – dice Luigi Trigona segretario generale di Promoberg – L’arte è una grande motivazione e le ricerche dimostrano che, rispetto al passato, anche il turista oggi si muove spinto dalla motivazione più che dalla destinazione. I visitatori stranieri che scelgono l’Italia per una meta d’arte superano il 45% degli ingressi totali nel Paese.
“Baf e Ifa rappresentano la felice sintesi di una lunga e consolidata esperienza professionale nel settore artistico, frutto della collaborazione tra Promoberg e Sergio Radici – dice – Sono due eventi di rilievo che si innestano in un quadro dove si esprime il desiderio di rinnovare continuamente una proposta dai contenuti artistici, ovviamente commerciali ma anche turistici, per ampliare i confini dell’interesse verso l’Arte, in tutte le sue possibili espressioni”.
Orari:
IFA (Padiglione A): Sabato e Domenica 10 – 20; Feriali 15 – 20
BAF (Padiglione B): Sabato e Domenica 10 – 20; Lunedì 10 – 12,30
Ingressi:
IFA: 10 euro
BAF: 10 euro
NEI GIORNI DI SABATO 12 e DOMENICA 13 GENNAIO, CON UN UNICO BIGLIETTO SI PUO’ ACCEDERE AD ENTRAMBE LE MOSTRE.
Parcheggio: 3 euro (giornaliero, una tantum)
Per maggiori informazioni: www.italianfineart.eu – www.bergamoartefiera.it