Sciopero, venerdì possibili disagi sulle linee Sab
Venerdì, in occasione dello sciopero generale di 24 ore indetto da alcune sigle sindacali, si potrebbero verificare disagi sulle corse delle linee 7, 9 e 10 effettuate da SAB Autoservizi. Lo comunica l’Atb aggiungendo che il servizio verrà garantito nelle fasce orarie dalle 6.30 alle 8.30 e dalle 12.30 alle 16. Le corse delle altre linee della rete Atb e Teb verranno effettuate regolarmente.
Capel de Monega, un raviolo “brevettato” in omaggio alla Val Brembana
Andrew Regazzoni e il collega Ludovico Pozzi, ideatore del primo Capel de Monega
Una valle racchiusa in un raviolo! È la sfida di Andrew Regazzoni, chef 41enne di San Pellegrino, che, convinto dell’importanza della gastronomia per raccontare e promuovere un territorio, ha voluto offrire alla sua Val Brembana un nuovo biglietto da visita goloso. Per farlo non ha lasciato nulla al caso. Ha infatti registrato all’Ufficio brevetti e marchi della Camera di Commercio di Bergamo nome, forma e ingredienti del piatto, lo ha corredato di tabella nutrizionale, curata dal nutrizionista Vito Traversa, e di un’immagine firmata dall’illustratore Stefano Torriani.
Si chiama “Capel de Monega”, tradotto dal dialetto “cappello di monaca”. È una pasta ripiena che, come dice il nome, ricorda nella forma i copricapi dalle larghe falde di alcuni ordini religiosi. All’interno un cuore di magro fatto di patate, barbabietole, formaggio di monte stagionato, mostarda di Cremona (unico sconfinamento fuori provincia per trovare la nota acida necessaria a chiudere il gusto) e burro di malga. «È un omaggio alle produzioni e tradizioni del territorio – spiega Regazzoni -. Le patate, un tempo tipiche delle nostre montagne, di Carona in particolare, sono quelle della cooperativa sociale Ca’ Al del Mans di Serina, le barbabietole, che danno il caratteristico colore rosa al ripieno, vengono dalla Valle di Astino, il formaggio di monte è quello stagionato tre anni della latteria sociale di Valtorta e la pasta è fatta con poche uova, secondo l’uso bergamasco. Il mio consiglio è di servirlo su una fonduta di Taleggio o Branzi, anche aromatizzata con erbe».
Il raviolo brembano Ccapel de Monega
Il Capel de Monega è già nella carta di alcuni ristoranti e rifugi, ma verrà presentato ufficialmente venerdì 25 novembre nella serata “Convivium” organizzata da Regazzoni all’albergo Papa di San Pellegrino, dove lavora e dove per l’occasione ha riunito aziende, anche piccolissime, della Valle Brembana con i loro prodotti ed un gruppo di chef del territorio che li elaboreranno sul momento in versione finger food, prima di passare a tavola e gustare il raviolo.
«La ricetta risale ai primi anni Novanta – racconta lo chef -. L’ha messa a punto un amico e collega, Ludovico Pozzi, che oggi lavora al Niniva di Almè. Quando l’ho assaggiato, circa cinque anni fa, mi è sembrato un buon prodotto ed ho cercato, d’accordo con lui, un modo per valorizzarlo». «La scelta di tutelarlo con un marchio non è legata a fini commerciali – precisa -, ma alla volontà di fissare in maniera precisa come è fatto e come è nato. Sino ad ora lo abbiamo lasciato volentieri “in eredità” nei locali dove siamo passati e potrà anche darsi che verrà copiato. Non ci importa. Per noi quest’operazione serve ad affermare che in Val Brembana ci sono prodotti di eccellenza ma anche idee, professionalità e determinazione per farli apprezzare. Un modo per dare una mano al territorio con ciò che noi cuochi sappiamo fare».
La Fipe: “L’80% dei clienti sceglie un locale se c’è musica d’ambiente”
La musica nei locali è molto apprezzata dai consumatori e si sta rivelando un binomio sempre più vincente. In generale, circa il 77% dei clienti si reca con maggiore frequenza in un locale se è a conoscenza del fatto che c’è la possibilità di ascoltare musica. A dirlo è una ricerca della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) sulle abitudini musicali degli italiani, presentata in collaborazione con la Siae nei giorni scorsi a Milano in un convegno a Palazzo Giureconsulti. Secondo la ricerca l’83% dei clienti apprezza la musica registrata e la percentuale sale a più dell’87% quando si parla di musica live. Per l’87% della clientela la possibilità di ascoltare musica o assistere a un concerto dal vivo migliora la reputazione di un locale e l’81,7% si reca in un dato locale proprio per questo motivo. Il 50% dei clienti sarebbe addirittura disponibile a pagare un differenziale di prezzo per avere un sottofondo musicale o per assistere ad un concerto live (pagando ad esempio un ingresso o con un aumento del prezzo delle consumazioni). L’indagine ha evidenziato anche un grande aumento delle esibizioni live nei locali: dal 2008 a oggi, in Lombardia, il numero è cresciuto del 24,1% (l’aumento medio nazionale è di 21,9%). Secondo i dati, nei negozi il genere più trasmesso è il pop, con il 18%, seguito da jazz e blues (17,3%), rock/metal (16,9%) e rap/hip hop (16,3%), mentre la musica classica si ascolta soprattutto a casa (38,2%), negli spostamenti (33,7%) e nei concerti (20,4%). I motivi di tale apprezzamento sono vari: più del 55% ritiene che possa creare atmosfera e aiutare a rilassarsi; per oltre il 49% è un’opportunità di ascoltare musica dal vivo; per il 32,8% dovrebbe invece rappresentare solo un sottofondo di accompagnamento, mentre il 25,6% ritiene che sia funzionale alla socializzazione. Non mancano voci di dissenso: per il 15,9% dei clienti la presenza di musica risulta perché spesso impedisce di parlare.
«Nonostante i tv talent, i pubblici esercizi continuano ad essere amati dal pubblico come luogo per conoscere e ascoltare gli artisti emergenti – ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe -. Un altro aspetto emerso dalla ricerca riguarda il fatto che tra coloro che frequentano abitualmente gli esercizi pubblici l’81% si reca in un locale perché c’è un particolare intrattenimento musicale. Un indicatore importante che conferma il valore della collaborazione stretta con Siae, per promuovere la musica quale valore aggiunto del fuoricasa. Una ragione in più per ridare slancio al ruolo della musica che nei pubblici esercizi ha trovato spesso ispirazione e palcoscenico per nuovi artisti, offrendo opportunità per coltivare potenzialità e tendenze artistiche, rafforzando la sua funzione culturale che il Premio Nobel della Letteratura 2016 a Bob Dylan ha solo confermato».
«Il fatto che da questa ricerca emerga che la musica d’ambiente sia considerata un elemento importante nell’offerta dei locali pubblici non può farci che grande piacere – ha commentato Filippo Sugar, Presidente di SIAE. – Proprio con questo spirito abbiamo rinnovato, nell’ottica della semplificazione, gli accordi per la determinazione dei compensi del diritto d’autore per la diffusione della musica nei pubblici esercizi. E proprio per semplificare il lavoro degli utilizzatori del repertorio tutelato da SIAE, abbiamo introdotto la possibilità di attivare e rinnovare l’abbonamento on line, attraverso il portale dedicato alla musica d’ambiente».
I dati sull’ascolto della musica tra gli italiani
Secondo la ricerca, la musica viene ascoltata prevalentemente in casa (50,4%), ma è alta anche la percentuale di chi utilizza la musica come “sottofondo” negli spostamenti (32,7%), mentre il 10% degli italiani ascolta soprattutto la musica nei locali pubblici. I generi più ascoltati, come prevedibile, sono pop e dance (45,5%), soprattutto negli spostamenti (36,2%) e a casa (24,4%), poco nei concerti (10,7%); a seguire rock e metal (28,8%), ascoltati negli spostamenti per il 36%, a casa per il 26,1% e nei concerti per il 14,5%; terzo posto per rap e hip hop (24,2%), ascoltati principalmente in ambito privato (27,9%) e negli spostamenti (35,3%); infine il blues e il jazz (20,5%) e la musica classica (16,7%), principalmente fruita tra le mura domestiche (38,2%), negli spostamenti (33,7%), e, molto più rispetto agli altri generi indicati, nei concerti (20,4%). Per quanto riguarda invece i generi principalmente ascoltati dal pubblico all’interno dei pubblici esercizi, la ripartizione è piuttosto omogenea tra pop (17,6%) e blues/jazz (17,3%), seguiti da rock/metal (16,9%) e rap/hip hop (16,3%).
Venendo ai tempi dedicati all’ascolto, la maggior parte del pubblico (32,1%) passa il tempo alle prese con le sette note per 2-3 ore a settimana. Sono le donne le più fervide fruitrici di musica: le più assidue la ascoltano per più di 6 ore a settimana, sono di età compresa tra i 18 e i 24 anni e risiedono nel Nord Est. Gli over 64 ascoltano in generale meno musica, per un’ora alla settimana (il 19,9%). I principali canali di ascolto sono siti internet (35,9%), radio (30,5%), cd/dvd (18,1%), televisione (8,3%), mentre il 2% del campione continua ad ascoltare canzoni in vinile. Il 46% degli italiani interessati a scoprire nuovi autori o brani si serve soprattutto della radio (46%), seguita da internet, blog, siti, app (39,8%), Youtube (36,1%). Una buona percentuale è occupata dal passaparola (26,5%) e dalla televisione (23,4%). Il 19% degli intervistati non è interessato a scoprire nuovi brani o autori.
Polizia locale, «quest’anno a Bergamo attività da record»
Il vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi è intervenuto all’incontro “Legalità, mi piace!” organizzato dall’Ascom
«In tema di sicurezza la situazione non è diversa dal passato, anzi secondo i dati delle interforze di polizia i reati, compresi furti e rapine, sono in calo. È anche vero che ci sono categorie a rischio, come gioiellerie e tabaccherie, e che certi episodi fanno scattare l’allarme e il senso di insicurezza, quindi l’attenzione deve rimanere alta».
A margine dell’incontro “Legalità, mi piace!” organizzato dall’Ascom di Bergamo in occasione della giornata di mobilitazione nazionale promossa dalla Confcommercio, il vicesindaco di Bergamo e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi affronta la cronaca e l’emergere del problema al Quadriportico del Sentierone e in piazza Dante dopo la spaccata alla gioielleria Curnis. «Dove si segnalano criticità interveniamo – evidenzia -. Con la Polizia locale siamo in via Bonomelli tutti i pomeriggi, ora abbiamo istituito il presidio in centro, siamo stati a Boccaleone e in via Moroni per gli episodi legati ai locali notturni. La tutela dell’ordine pubblico tocca alle forze dell’ordine, occorre ricordarlo, certo non ci tiriamo indietro se c’è da dare una mano, ma è anche opportuno valutare attentamente come distribuire le attività, perché ci sono altri versanti importanti su cui siamo chiamati ad agire e se può infondere sicurezza vedere in giro gli agenti in divisa, è però difficile pensare che possano essere presenti nel luogo e nel momento giusto in cui si verifica un fatto criminoso. Le risorse sono sempre poche ed è importante poterle utilizzare nel modo più efficace, non è detto che correre dietro agli allarmi lo sia».
Insomma la Polizia locale ha anche altri compiti, che vanno gestiti in equilibrio con il controllo del territorio per il buon funzionamento della vita cittadina: «Parliamo di attività investigativa, sicurezza stradale, contrasto all’abusivismo e all’accattonaggio – ricorda Gandi -. Ci tengo a precisare che se non si vedono agenti in strada non è perché se ne stanno senza far nulla. A gennaio presenteremo i dati dell’attività annuale e posso anticipare che saranno numeri da record, anche per quanto riguarda le sanzioni. Si dirà che l’Amministrazione vuole fare cassetto, ma posso testimoniare con un pacco di esposti la richiesta di controlli e interventi per la sosta selvaggia, eccesso di velocità, rispetto del codice della strada, anche così si garantisce sicurezza». Intanto potrebbe arrivare anche una risposta alla cronica carenza di organico con lo sblocco delle assunzioni. «Abbiamo avviato la procedura più veloce, quella della mobilità, ossia l’arrivo di personale da altri Comuni – evidenzia il vicesindaco – e presto potremmo contare su quattro nuovi agenti e un ufficiale».
Tra i problemi su cui Palafrizzoni ha operato una stretta c’è l’abusivismo, fenomeno sul quale anche l’Ascom ha portato più volte l’attenzione. «In occasione dell’8 marzo abbiamo effettuato una vasta operazione di controlli e sanzioni – ricorda -, non certo con l’obiettivo non è accanirci contro i venditori, ma per dare un segnale forte e necessario contro l’illegalità e a tutela delle imprese che operano nel rispetto delle regole e pagano le tasse. Più difficile intervenire sugli affitti turistici, perché lì il fenomeno non è evidente, ma ci stiamo muovendo».
Bolla infine come «mossa politica di chi non ha altri argomenti» la sollecitazione a richiedere al Governo l’arrivo di militari per potenziare i controlli. «Il sindaco si è già attivato a gennaio e non vogliamo lasciare nulla di intentato, ma obiettivamente dieci militari in divisa non risolvono il problema, così come non lo risolvono i 150 a Milano. Parliamo di persone che non conoscono il territorio, che si muoveranno accompagnate dai nostri agenti, con regole di ingaggio che non permettono loro di fare attività investigativa né di svolgere compiti come le forze dell’ordine. Se arrivano sarà qualcosa in più, resta però triste il gioco di chi agita soltanto degli slogan»,
La banda ultra larga cresce in Lombardia. Già raggiunto il 25% della popolazione
La banda ultra larga cresce in Lombardia. Nella nostra regione la quota di popolazione che ha accesso ai servizi internet con velocità di almeno 100 megabyte al secondo è già pari al 25 per cento. Si tratta del dato di gran lunga più elevato in Italia, e addirittura superiore al doppio della media italiana, ferma a uno striminzito 11 per cento. I dati – riferiti a maggio di quest’anno – del ministero per lo Sviluppo Economico, elaborati dall’Osservatorio per le micro e piccole imprese di Confartigianato Imprese Lombardia, mettono in luce l’evidenza del primato lombardo, cui tiene testa parzialmente soltanto il Lazio, che ha un grado di copertura della banda ultra larga pari al 21,6 per cento. Tutte le altre regioni si trovano in una situazione di pericolosa arretratezza da questo punto di vista, con diversi casi in cui non si raggiunge neppure la doppia cifra. A illuminare il quadro lombardo sono le previsioni per i prossimi mesi. Già nel 2018 la crescita della banda ultra larga dovrebbe permettere di raggiungere un grado di copertura del 35 per cento, per arrivare nel biennio successivo al 43,6 per cento: il 18,6 per cento di copertura in più nel giro di quattro anni. Mantenendo questo livello di sviluppo, sarebbe possibile estendere il bacino di utenza potenziale della banda larga a un ritmo di cento micro piccole imprese al giorno.
CON INTERNET VELOCE IMPRESE PIÙ PRODUTTIVE E COMPETITIVE
Banda ultra larga per le nostre imprese significa maggiore produttività e possibilità di competere sui mercati di tutto il mondo. Un’analisi dell’Istat mette in luce come nelle cosiddette “zone bianche”, ovvero quelle in cui la dotazione infrastrutturale per questo tipo di tecnologia è pari a zero e non sono previsti sviluppi nel corso dei prossimi tre anni, un’eventuale copertura porterebbe le realtà aziendali minori, quelle con meno di dieci addetti, ad aumentare il valore aggiunto della propria attività del 9 per cento nel settore del commercio e manifatturiero, dell’11 per cento in quello delle costruzioni e addirittura del 23 per cento nei servizi. Lo studio di Confartigianato sottolinea come sarebbe possibile, attraverso la diffusione della banda ultra larga, aumentare di 4,4 miliardi di euro il valore aggiunto delle mpi fino a 20 addetti, un valore che corrisponde all’1,3 per cento del Prodotto interno lordo della Lombardia.
IN LOMBARDIA BANDA LARGA GIÀ PRESENTE NEL 70% DELLE FAMIGLIE
Per quanto riguarda il fronte famiglie, la percentuale di quelle che dispongono di una connessione a banda larga (fino a 20 megabyte per secondo) in Lombardia nel 2015 è pari al 69,2 per cento. Una crescita di quasi 20 punti percentuali rispetto a cinque anni prima, quando era attestata al 51,8 per cento. Secondo i dati del portale di Infratel, inoltre, la quasi totalità della popolazione lombarda (il 99,6 per cento) è ormai raggiunto dalla banda larga fissa. Di pari passo è cresciuta anche la percentuale di coloro che utilizzano internet tutti i giorni: erano il 33,7 per cento nel 2011, sono passati al 46,2 per cento nel 2015. Di fatto, un lombardo su due naviga sul web quotidianamente.
Contraffazione, «oggi il contrasto è più difficile: ecco perché tutti dobbiamo dire di no»
L’Ascom di Bergamo ha scelto ancora una volta la scuola per declinare i temi della giornata di mobilitazione nazionale “Legalità, mi piace!”, l’iniziativa della Confcommercio per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese.
Lo ha fatto in un incontro con 250 studenti delle superiori all’Isis Natta di Bergamo, capofila del Centro di Promozione della Legalità, che coinvolge 60 istituti scolastici e 20 soggetti pubblici e privati del territorio e che ha ottenuto, prima realtà di questo genere, l’assegnazione di un bene confiscato alla mafia, uno spazio a Seriate che sarà inaugurato il prossimo febbraio.
Sensibilizzare i cittadini cominciando dalle generazioni più giovani pare, del resto, la strada migliore per contrastare fenomeni sempre più pervasivi e “intelligenti”. Come la contraffazione, percepita, secondo i dati forniti durante la giornata, come fatto normale e addirittura utile dal 72% dei consumatori. «Voi siete i controllori – ha ammonito la platea il colonnello Vincenzo Tomei, comandante provinciale della Guardia di Finanza -. La contraffazione è in mano a organizzazioni criminali ed è fonte di concorrenza sleale, ma significa anche frode fiscale e danno erariale e, quindi, per l’economia dello Stato e della collettività. Occorre perciò mettere da parte il buonismo ed essere più severi con se stessi e dire no agli acquisti». Anche perché l’industria del falso si è “evoluta” per sfuggire alle legislazioni più forti messe in atto negli Stati più attenti al problema.
«Oggi in Italia non ci sono più grandi depositi di merce contraffatta – ha spiegato Tomei -, la criminalità ha ridotto il rischio d’impresa, spostandoli nei paesi dell’Est Europa, dove i controlli sono minori. Succede quindi che gli articoli, solitamente provenienti da Cina e India, vengono etichettati in queste strutture all’estero e in Italia arrivano furgoni, spesso scalcinati, con un carico di falsi da piazzare sul mercato. A questo punto ciò che possiamo fare è poco: denunciare a piede libero l’autista, sequestrare la merce, che però è in quantitativi ridotti rispetto ai grandi depositi, e un furgone inutilizzabile». Da qui il forte richiamo alla responsabilità personale: «Anche in casi più complessi – ha fatto notare – come, come i reati ambientali, all’origine c’è sempre una falla, una persona che non ha controllato con diligenza o che è corrotta».
Di un contesto globalizzato ha parlato anche Iole Galasso, vicecapo di Gabinetto della Prefettura di Bergamo. «Oggi le imprese operano ovunque e nessun territorio è immune a infiltrazioni criminali nell’economia – ha ricordato -. Di pari passo la sensibilità in tema di antimafia si affina sempre più e ciò che la Prefettura fa è un’azione preventiva, da un lato tenendo sotto osservazione reati “spia”, come le turbative d’asta, dietro a comportamenti scorretti può infatti esserci un’organizzazione malavitosa, dall’altro con un’attività di tipo amministrativo, i controlli per la certificazione antimafia, che possono sembrare un appesantimento burocratico, ma servono a garantire che operino solo imprese sane».
La Prefettura effettua anche attività di sostegno alle vittime di racket e usura, attraverso uno sportello. «Gli imprenditori che hanno subito danni alla propria attività possono ricevere dallo Stato una somma a fondo perduto per ricominciare – ha detto Galasso -. A Bergamo le richieste sono state limitate, è giusto però far sapere che esiste». «Contiamo pochissimi casi di usura di tipo delinquenziale – ha aggiunto Tomei – è un’attività “complicata” e può essere che la vittima non abbia poi i soldi da restituire, il crimine preferisce forme più redditizie».
Su abusivismo, contraffazione e taccheggio si è soffermato il direttore dell’Ascom Oscar Fusini, evidenziando che il 68% delle imprese ritiene di aver subito un episodio di taccheggio e di un impatto stimato del 5,2% sui ricavi di vendita, mentre il 65,1% si ritiene danneggiato da abusivismo e contraffazione. «Per contrastare l’abusivismo e la concorrenza sleale – ha sottolineato – chiediamo una rivisitazione del codice penale in materia di contraffazione: da reato contro la fede pubblica a reato contro il patrimonio. E poi norme procedimentali più efficaci per garantire la repressione dei reati, individuazione di misure di contrasto a mezzo web, tutela del made in Italy e contrasto dell’italiansounding su scala europea ed internazionale e un’Agenzia Europea per la lotta alla contraffazione e misure doganali».
L’incontro, coordinato da Andrea Valesini, caporedattore de L’Eco di Bergamo, ha portato ai ragazzi anche gli incoraggiamenti di Patrizia Graziani, dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Maria Amodeo, dirigente scolastico del Natta, del vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi e del presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti: «La nostra Associazione sarà sempre al fianco della legalità – ha ribadito Malvestiti -. È un impegno che appartiene profondamente alla nostra cultura associativa e che abbiamo cercato di rafforzare negli ultimi anni, grazie a manifestazioni come questa e al coinvolgimento dei nostri imprenditori e della società bergamasca».
“Like the Bike”, l’università di Bergamo premiata al Festival della Comunicazione sociale
Da sinistra il professor Vittorio Montieri, la moderatrice Rossella Sobrero, consigliere di Pubblicità Progresso, e le studentesse Laura Martini, Alice Cellini, Mariafrancesca Misiti e Marta Nozza Bielli
Meno emissioni, più benessere con la bicicletta. Like the bike è il progetto per l’ideazione di una campagna pubblicitaria sui temi della Sostenibilità, Sobrietà, Solidarietà realizzato da cinque studentesse dell’Università degli Studi di Bergamo che è stato premiato la Festival della Comunicazione Sociale di Milano. Il 21 novembre, a Palazzo Reale, nell’ambito della manifestazione organizzata da Pubblicità Progresso Alice Cellini, Carmen Guido, Laura Martini, Mariafrancesca Misiti e Marta Nozza Bielli sono state premiate per la loro soluzione di mobilità sostenibile, economica e pratica. Nell’ambito della campagna promossa da Pubblicità Progresso Sostenibilità Sobrietà Solidarietà e del relativo concorso d’idee On the Move 2016 sui temi della comunicazione sociale e rivolto agli studenti delle università italiane, le ragazze hanno studiato una campagna di promozione per l’utilizzo della bicicletta e per miglioramento della consapevolezza in merito ai benefici derivanti dal suo utilizzo: riduzione delle emissioni, dei consumi e aumento del benessere fisico. Il progetto prevede l’allestimento di un’area costituita da postazioni formate da un supporto statico sul quale è fissata una bicicletta. Ciascuna postazione è dotata di un visore per la realtà virtuale, che permette ai partecipanti di scegliere tra diversi percorsi e di immergersi, attraverso la pedalata, in scenari coinvolgenti. Sulle bici sono applicati un mobile charger, che attraverso la semplice pedalata permette di ricaricare la batteria del proprio smartphone, e un contachilometri che misura la distanza percorsa, calcolando la relativa riduzione delle emissioni. Per i più piccoli sono previste altre postazioni dalle quali i bambini, seduti ognuno su una bicicletta, cercheranno con delle freccette-giocattolo di far scoppiare palloncini fumogeni che rappresentano nuvole di smog.
L’edizione di quest’anno di On the Move, la decima, è stata la prima ad invito e ha coinvolto le dieci università che si sono particolarmente distinte nelle precedenti edizioni (Politecnico di Milano, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Università degli Studi di Roma La Sapienza, Università degli Studi di Udine – sede di Gorizia, Università degli Studi di Urbino – sede di Pesaro, Università IULM). L’Università di Bergamo, che in passato non aveva partecipato alla manifestazione ma che da un quinquennio dedica particolare attenzione alle tematiche della comunicazione sociale attraverso cicli di seminari tenuti presso la sede di Palazzo Rosate, è stata ammessa come riserva nel caso di defezioni ed è stata definitivamente accolta come candidata nel momento in cui uno degli atenei concorrenti ha presentato un programma giudicato fuori tema. Il progetto Like the Bike è stato proclamato vincitore, ex aequo con un’operazione ideata dall’Università di Udine (sede di Gorizia), dalla giuria composta dal presidente della fondazione Alberto Contri e da Francesco Cesati (FIEG), Massimo Ciampa (Mediaset), Rossella Sobrero (Assocom). Il verdetto è stato ufficializzato sulle pagine del sito di Pubblicità Progresso. Tutti i lavori del contest sono raccolti all’interno dell’e-book i Linguaggi della Comunicazione Sociale, edito da Pubblicità Progresso.
Il gran cuore del sistema Bergamo: ai terremotati un pullmino e quindici container ad uso abitativo
Un pullmino per il trasporto di persone e generi alimentari, quindici container ad uso abitativo e alcune strutture per il ricovero agli animali: il “sistema Bergamo” mobilitato a sostegno delle popolazioni dei Centro Italia colpite dal terremoto ha deciso le prime destinazioni dei fondi raccolti grazie alla solidarietà dei cittadini bergamaschi. Il gruppo di lavoro che riunisce Caritas Diocesana Bergamasca, Comune di Bergamo, Provincia, L’Eco di Bergamo e Associazione nazionale Alpini conferma la scelta di destinare le donazioni raccolte – che comprendono numerosi versamenti da parte dei Comuni sui conti correnti Ana e Caritas nonché i proventi dell’Amatriciana solidale organizzata dall’Amministrazione comunale di Bergamo il 31 agosto scorso a cui parteciparono di 18 mila persone sul Sentierone – a interventi condivisi, che possano essere il segno tangibile della generosità dei bergamaschi nei confronti delle comunità colpite dal terremoto. L’idea è quella di far sì che l’utilizzo dei fondi raccolti in bergamasca possa portare a investimenti e realizzazioni chiaramente identificabili, monitorabili e documentabili.
Durante l’ultimo incontro del coordinamento svoltosi in Provincia, don Claudio Visconti, responsabile della Caritas diocesana bergamasca, ha relazionato circa la visita delle scorse settimane ad Amatrice e nei vicini paesi colpiti dal sisma, dove ha verificato in prima persona le necessità più urgenti e ha avviato rapporti con le autorità locali. Ha così potuto osservare che la zona colpita dal terremoto del 24 agosto è caratterizzata da un’estrema frammentazione degli insediamenti: tante piccolissime frazioni distribuite in un territorio montano molto esteso. Il gruppo di lavoro, di cui fanno parte tra gli altri il presidente della Provincia Matteo Rossi, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il presidente degli Alpini bergamaschi Carlo Macalli, l’amministratore delegato de L’Eco di Bergamo Massimo Cincera e il consigliere delegato alla Protezione Civile Mauro Bonomelli, ha deciso di procedere “per step”, con scelte di intervento distribuite nel tempo. Ai primi investimenti legati all’emergenza, alcuni dei quali già deliberati, seguiranno scelte finalizzate alla ricostruzione, non prima però di avere chiaro il quadro delle effettive necessità delle popolazioni, tuttora in via di definizione. Tanti nel frattempo sono stati i volontari che da Bergamo hanno raggiunto le zone terremotate, mettendo a disposizione il proprio impegno e le proprie competenze.
I primi fondi serviranno per acquistare un pullmino a 9 posti da affidare al Dipartimento Solidarietà Emergenze della Federazione Italiana Cuochi, già protagonista dell’”Amatriciana solidale”, che nelle zone terremotate gestisce tre campi (Torrita e Santa Giusta ad Amatrice, e Muccia) ed è in procinto di aprirne un quarto nel maceratese, impiegando una media di 12 cuochi professionisti al giorno. Il pullmino, dotato di ruote da neve, servirà per portare generi di prima necessità e viveri alle decine di migliaia di sfollati dopo il sisma. Il furgone, il cui costo si colloca tra 20 e 25 mila euro, servirà per continuare a gestire i cambi e gli approvvigionamenti, resi particolarmente difficoltosi in questa zona dall’avanzare dell’inverno. Verranno poi acquistati, su proposta di Caritas, quindici container ad uso abitativo da collocare senza necessità di opere di fondazione o di urbanizzazione: cinque “monolocali” (una stanza più servizi) e dieci “bilocali” (due stanze più servizi, a cui potranno eventualmente aggiungersi, se necessarie, alcune case su ruote o camper/roulotte. Verranno acquistati anche cinque container da destinare al deposito degli attrezzi e cinque “tunnel” (senza necessità di opere di urbanizzazione) per il ricovero degli animali, per una spesa complessiva di di circa 250 mila euro. “Non vogliamo solo far fronte all’emergenza – spiega don Claudio Visconti, di Caritas Diocesana Bergamasca – ma accompagnare le persone anche nel percorso di ricostruzione e di ripresa sociale ed economica. Solo così possiamo costruire una vera comunione tra coloro che offrono e coloro che ricevono, dando un aiuto concreto e tangibile alle persone che ne hanno bisogno”. Si segnala infine l’iniziativa rivolta ai giovani “I legami non tremano” che si svolgerà in Provincia lunedì 19 dicembre, alle ore 21, presso la Sala Consigliare, dove si svolgerà un incontro con Mirco Catini, presidente dell’Associazione San Crispino Eventi della Provincia di Fermo, che ha vissuto sulla propria pelle i tragici eventi del sisma e ha da subito contribuito in modo attivo insieme ai suoi coetanei ad accogliere, soccorrere e dare assistenza agli sfollati. Proprio a Porto Sant’Elpidio, infatti, paese in cui vive, è stato allestito il centro d’accoglienza della Protezione Civile della regione Marche, il quale ha visto il passaggio di quasi 5.000 persone.
Pranzi senza sprechi, i consigli di Franco Aliberti
Franco Aliberti
Sprecare il meno possibile e utilizzare le materie prime nella propria interezza, trasformando anche le parti dei prodotti che normalmente vengono scartate. Questa è la filosofia di Franco Aliberti, chef campano che ha fatto della cucina sostenibile un’arte. Sarà domani all’Accademia del Gusto di Osio Sotto per un corso dedicato ai professionisti, con le indicazioni su come scegliere i prodotti e prepararli in modo naturale e facendo attenzione anche all’impatto ambientale. Un tema quanto mai attuale sottolineato anche dalla nuova legge antispreco, che prevede incentivi per le attività virtuose.
Affari di Gola lo ha incontrato in anteprima per un vademecum dedicato alle prossime festività. Tra Natale e la Befana, infatti, nessuno è immune da sprechi ed avanzi e con il suo aiuto abbiamo raccolto consigli e ricette per evitarli in partenza o trasformarli in piatti creativi.
1. Ricette semplici e con prodotti che avete già
Contenere lo spreco significa anche ottimizzare i costi. Scegliete quindi ricette che vi permettano di utilizzare anche quello che avete già in dispensa. È il primo accorgimento da considerare, anche se sembra banale. In questo modo non si spende troppo per comprare altro lasciando magari scadere quello che è già a portata di mano. Inoltre evitate ricette che comportino l’acquisto di prodotti costosi. Bandite quindi aragoste e crostacei e via libera a cozze (si possono cucinare in moltissimi modi spendendo poco), ricciola, alice, rana pescatrice, palamita, sgombro, vongola verace, rombo, polpo e seppie, controllando la provenienza. Piatti consigliati: per un menù di pesce, crostini con acciughe e capperi o frittelle di baccalà alle erbe aromatiche, filetti di merluzzo e baccalà, pasta al nero di seppia (fatta in casa è economica e le seppie possono diventare un secondo o essere usate in un’altra occasione), pasta funghi, tonno e acciughe. Per un pasto di carne: filetti di tacchino al vinsanto, alternativa leggera rispetto al classico arrosto, accompagnato da carote al marsala o carciofi all’arancia. Oppure bollito misto con mostarda e salse: sostituendo il petto di gallina con quello di cappone si possono fare ottimi cappelletti in brodo. E come aperitivi, pinzimonio di verdure, frittelle di salvia, soufflé di carote e zucca, muffin pomodoro e curry, insalata finocchi e uvetta.
2. Rispettate la stagionalità
Secondo Franco Aliberti «la prima regola per chi vuole avere una attenzione al cibo e allo spreco è seguire la stagionalità dei prodotti, perché hanno prezzi più bassi e si risparmia». Gli ingredienti su cui puntare quindi sono zucca, spinaci, finocchi, carciofi, insalata trevigiana, bietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolfiori, cavoli, cicorie, cime di rapa, patate, porri, radicchi, sedani, cipolle; e per la frutta cachi, noci, mele e pere.
I legumi, in particolare, possono diventare ingredienti di piatti insoliti e in grado di stupire. «Con fagioli e ceci a Natale si può preparare una ricetta molto divertente, ora di moda – suggerisce Aliberti -: si cuoce il legume, ricordandosi che va sempre messo a bagno 12 ore prima, in pochissima acqua senza sale né aromi; una volta cotto, si conserva l’acqua e si lascia raffreddare. Quindi si monta con un po’ di zucchero a velo, si ottengono delle meringhe super salutari e interessanti. Oppure, se si ha più tempo, con l’acqua raffreddata dei legumi di può fare la torta paradiso».
Anche i broccoli possono diventare un piatto ricercato: «Si recuperano le cimette, si lasciano cuocere in acqua salata 5 minuti, si scolano e così come sono, ancora calde (il caldo rende più cremosa la crema), si frullano con olio – 150 grammi su 500 grammi di broccolo -, un po’ di sale e pepe. In 2-3 minuti si ottiene una crema buonissima e molto leggera. Si può mettere a forma di cilindro nel centro del piatto con un altro po’ di cime grattugiate sopra. Viene un cous cous di broccolo ottimo come antipasto, da mangiare con crostini di pane di qualche giorno indietro, anche con le mani».
3. Preparate una lista della spesa dettagliata
Vagare per le corsie del supermercato senza avere le idee chiare è il modo migliore per acquistare prodotti che non servono. Per comprare la giusta quantità di cibo ed evitare di portare a casa prodotti in surplus che poi finiranno in spazzatura, compilate in anticipo una lista della spesa pensando a quello che veramente vi serve.
4. Studiate bene le quantità
Nel pensare il menù siate realistici quando stimate le porzioni e non fatevi prendere dal terrore di preparare poco cibo. Studiate bene le portate e le quantità necessarie, fate attenzione che queste siano proporzionali al numero dei commensali. Ricordate anche che le pietanze, e quindi gli acquisti, non vanno valutati in base alla quantità/peso ma all’apporto di calorie e che il corpo umano ha bisogno di solo 2.400 kcal per funzionare per 24 ore. Quindi se calcolate di preparare una carrellata di salumi, tartine e salmone, lasagne e arrosto con le patate al forno forse quattro dolci differenti non servono! Prevedete porzioni contenute, soprattutto per i bambini tanto più che nel menù ci saranno tante altre portate: calcolate 80 g di pasta a testa per gli adulti e 50 per i bambini.
5. Occhio alle date di scadenza e alle offerte
Durante la spesa acquistate prodotti con una scadenza lunga così, se non li consumate, potrete utilizzarli anche nei giorni successivi. Non fatevi tentare dalla trappola delle offerte e non riempite il carrello di panettoni, pandori e torroni che sapete non mangerete mai.
6. Scegliete cotture brevi e non al forno
Un’altra regola importante è fare attenzione al consumo di energia. Tenere il forno acceso per una notte diventa spreco. Preferite, soprattutto per le cotture più lunghe, la pentola a pressione. Si risparmia in termini di tempo e di gas. Con un’ accortezza: mettete meno acqua possibile nella pentola, così riducete i tempi per portarla in pressione e quindi il consumo di energia. Se invece decidete di utilizzate padelle e pentole non a pressione mettete sempre i coperchi, meglio se di vetro così si può controllare la cottura del cibo senza aprirli. Controllate che la fiamma del fornello sia all’interno della pentola così non ci sarà dispersione di calore e spreco inutile di gas. Evitate le fritture (sono grasse e comportano un notevole spreco di olio) e utilizzate extravergine a crudo. Anche le crêpes saranno buonissime se al posto del burro userete l’extravergine.
Secondo Aliberti, «si possono stupire gli ospiti anche con ricette semplici e di effetto utilizzando meno forno e andando sulla genuinità del prodotto. Ad esempio, si può fare un semplice riso fatto con del cavolo cappuccio viola che è anche di stagione: si taglia il cavolo, lo si mette nell’estrattore o nella centrifuga e si usa il liquido ottenuto per fare il brodo per il riso, sostituendo quello di gallina che deve cuocere dalla mattina. Allo scarto si aggiunge il 2% di sale, si schiaccia leggermente e si fa riposare un po’: con il tempo fermenta e diventa buonissimo. I nonni l’hanno sempre fatto di conservare sotto sale. Infine, si aggiunge al succo un pizzico di bicarbonato (0,5 grammi per 1 litro di succo) che scalda il succo facendolo diventare blu. Ma si può giocare con i colori. Senza bicarbonato diventa verde, con un po’ di limone diventa rosa». «È un piatto semplice e totalmente naturale ma è colorato e spiazza – dice Aliberti -. Non richiede soffritto solo olio, riso sale e pepe in cottura. L’evaporazione toglie un po’ il sapore del cavolo e il gusto risulta molto delicato».
7. Porzioni piccole
Non esagerate con le porzioni. Lo sappiamo, va contro la vostra idea del perfetto padrone di casa. Ma, tenete presente che gli invitati potranno servirsi una seconda volta. E se non lo fanno, il cibo in eccesso potrà essere conservato e riutilizzato nei giorni successivi. Ancora meglio, portate in tavola la pietanza e incoraggiate gli ospiti a servirsi da soli. Ciascuno prenderà ciò che preferisce e non sarà costretto a lasciare nel piatto ciò che non gli piace (o a mangiarlo di malavoglia per non offendere la padrona di casa).
8. A tavola niente tovaglie e tovaglioli di carta e bicchieri di plastica
Nella preparazione della tavola evitate o limitate al minimo i prodotti usa e getta: niente piatti e bicchieri di plastica (che per di più sono poco eleganti e quindi inadatti a un pranzo di Natale) e tovaglie e tovaglioli di stoffa.
9. Usate decorazioni e fragranze “fai da te”
Per le decorazioni della casa e della tavola non occorre spendere troppo: utilizzate bicchieri spaiati come portacandele; zuppiere come centrotavola; candelabri misti con palline natalizie al posto delle candele, barattoli delle olive riempiti di palline di Natale. Anche per profumare la casa si può usare una fragranza casalinga: mettete in una pentola piena d’acqua 2 fette di arancia o limone, aggiungete 10 chiodi di garofano, 1 stecca di cannella, 5 di anice stellato, una manciata di mirtilli rossi e 1 cucchiaino di noce moscata. Fate bollire piano e per tutta la casa si sprigionerà un vapore profumato di fragranza natalizia.
10. Conservate e riutilizzate gli avanzi il giorno dopo
Organizzatevi per conservare in modo efficiente e sicuro gli avanzi. Preparate i contenitori per il frigorifero e il freezer e congelate i cibi non consumati, dividendoli in piccole porzioni (mezzo tacchino ripieno intero ha molte probabilità di restare in freezer fino al momento di passare direttamente nella spazzatura). Cercate di consumare tutti gli alimenti conservati nel congelatore prima delle feste così da avere spazio a disposizione.
Se avanzano grandi quantità di pietanze cercate di utilizzarle per preparare altri piatti. Polpettoni e torte salate sono l’ideale per riciclare gli alimenti che non si è fatto in tempo a consumare. I gambi dei carciofi o degli asparagi possono essere usati per preparare un risotto (tra l’altro sono ricchi di fibre), gli “scarti” di carote, finocchi e spinaci possono essere facilmente utilizzati per ottenere salse sfiziose per i crostini, la scorza del limone per insaporire l’impasto di una crostata, le barbe dei finocchi (apportano vitamine e sali minerali) per aromatizzare l’insalata. Con gli scarti del pesce e della carne si può preparare un brodo da congelare e tirare fuori dal freezer al momento giusto. Pesci come cernia e gallinella cucinati il giorno prima in guazzetto possono essere riutilizzati per un ottimo primo piatto, unendoli a pomodorini freschi e verdure dolci come bieta e spinaci.
Anche i crostini possono essere “di riciclo”: basterà tagliare a fette il pane avanzato e tostarlo in padella o al forno per qualche minuto.
E in quanto ai dolci: con il pandoro avanzato si può fare un ottimo tiramisù (lo si usa al posto dei biscotti) mentre il panettone avanzato può essere trasformato in muffin per la prima colazione oppure, «tagliato a fettine, tostato nel dessert come biscotti, frullato con uova farina latte e cotto in forno per farne un soffice sufflè». «O ancora – suggerisce Aliberti – se si ha più tempo, lo si può schiacciare con le mani e passare nella macchina della pasta: con la fettina che ne esce si possono creare cannoncini o cannoli farciti con crema. Se invece lo si vuole consumare più avanti nel tempo, oltre la scadenza, si può tagliarlo a fettine e congelarlo».
Persino spumante e moscato possono essere reimpiegati: se ne avanzano a tavola, al momento del dessert si possono usare per fare uno zabaione veloce e buonissimo. «Non preoccupatevi, non impazzirà – garantisce lo chef – basta andare con calma. La ricetta è: due tuorli, 2 cucchiai di zucchero (30 grammi), 1 tazzina abbondante da caffè di spumante o vino porti e cottura a bagnomaria».
Se contenervi nella spesa non rientra proprio nel vostro Dn e malgrado tutti i nostri consigli vi trovate con un menù a dieci portate e pacchi di panettoni, torroni e dolciumi ci sono altri due modi per non sperperare il cibo. Invitare un altro ospite alla vostra tavola, un parente, un amico, una persona bisognosa o in difficoltà e regalare i dolci a chi ne ha bisogno (basta che vi rivolgiate alla vostra parrocchia o agli enti caritatevoli del vostro comune).
Agroalimentare, in forte crescita l’export bergamasco
Agroalimentare “made in Italy nel mondo? Vale 36,7 miliardi di euro all’anno e cresce del 7,4%. Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano e Coldiretti, con Promos, azienda speciale della Camera di commercio per le Attività Internazionali. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile in internet (http://www.promos-milano.it/Informazione/Note-Settoriali/Export-Agroalimentare-Nel-Mondo.kl).
Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera concentrano la metà del nostro export. Tutte le principali destinazioni sono in crescita, in particolare Stati Uniti (+19,7%) e Regno Unito (+8,6%). Ma i prodotti “made in Italy” raggiungono anche Giappone (al 10° posto), Canada (11°), Australia (16°) e Cina (17°). E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti eccellono per vini, acque minerali e olii, la Spagna per pesce fresco, la Grecia e le Filippine per alimenti per animali. In forte crescita Cina per latte, amidi, tè, caffè e vini, Arabia Saudita per frutti e prodotti da forno, Australia per pasta e piatti pronti, Turchia per cioccolato, Ungheria per carne lavorata e conservata, Polonia per pesce conservato, gelati e condimenti, Belgio per acque minerali. Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano su dati Istat, anni 2015 e 2014.
I prodotti “made in Italy” più esportati? I vini raggiungono i 5,4 miliardi di euro, vengono poi pane, pasta e farinacei con 3,6 miliardi ma anche frutta e ortaggi lavorati e conservati con 3,4 miliardi. Gli aumenti più consistenti si registrano per acque minerali (+21,1%), alimenti per animali (+20%), prodotti non lavorati da colture non permanenti tra cui cereali, riso, ortaggi (+15,5%), tè e caffè (+11,2%). I maggiori esportatori italiani: Verona con 2,7 miliardi, Cuneo con 2,5 miliardi e Parma con 1,6 miliardi, Milano è quarta con 1,5 miliardi, il 4,1% del totale. Seguono Bolzano, Salerno e Modena. Tra le prime venti posizioni la maggiore crescita a: Napoli (+24,6%), Firenze (+23,4%) e Bergamo (+22,7%). La Lombardia con 5,6 miliardi di export rappresenta più di un settimo del totale italiano. Oltre a Milano, 4° in Italia, tra le prime 20 ci sono anche Bergamo 12° e Mantova 17°. La Lombardia per peso sul totale nazionale si distingue in prodotti lattiero-caseari dove rappresenta il 36,4% con Mantova 3°, Pavia 4°, Cremona 6°, Brescia 7°, Bergamo 9°, Milano 10° e Lodi 18° e in pesci, crostacei lavorati e conservati, 31% del totale, con Como leader italiana (27,8%, +13,1%) e Brescia 10°. Pavia è invece al primo posto per granaglie, amidi e prodotti amidacei (17,6% nazionale, +3%).