A fine novembre le saracinesche abbassate del supermarket di via Promessi Sposi hanno spezzato il rituale quotidiano della spesa e spento le luci del quartiere. La pizzeria d’asporto ha messo in vetrina due cartelli per annunciare la vendita di pane e latte e la Caffetteria del Parco si è attrezzata a latteria, rispondendo alle crescenti richieste della clientela. Il quartiere nato per volontà di don Bepo Vavassori sfiora oggi i 7mila abitanti e attorno al pugno di case che negli anni Cinquanta punteggiavano la campagna e gli orti, continuano a spuntare gru e nuovi immobili, in quella che ormai è a tutti gli effetti la zona residenziale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII. Al piano terra dei nuovi alloggi Aler, di fronte a scuola e chiesa, con tanto di ampio parcheggio adiacente, sono ancora tre i negozi sfitti. «Ci sono stati diversi contatti ma gli operatori sono in attesa di conoscere le sorti dell’area del supermercato», svelano i ben informati.
Il riserbo della società proprietaria dei muri dell’ex Pellicano, la Onda Spa di Vercelli, sulla destinazione dell’immobile non aiuta certo a dirimere i dubbi. E nel silenzio si inseriscono ipotesi di varia natura, poi puntualmente smentite, come quella dell’inaugurazione di una sala giochi che tenne in apprensione il quartiere dopo la chiusura del supermercato. Per scongiurare il rischio, ventilato all’indomani della chiusura del market, dell’apertura di una sala giochi, rispondendo anche alle indicazioni del Decreto Balduzzi, il Comune accelerò l’iter di approvazione del Regolamento a salvaguardia dei borghi storici: «Negli ultimi anni in città le aperture di sale giochi e distributori automatici sono incrementate del 20% – sottolinea l’assessore alle Attività produttive Enrica Foppa Pedretti -. La sala giochi, a due passi dalla scuola e dalla chiesa, tra le aree di rispetto individuate dalla normativa, avrebbe rischiato di aggravare ulteriormente il quadro già critico della diffusione della ludopatia tra i più giovani». Ora non resta che vedere chi subentrerà al contratto, che rumors vorrebbero destinato ad un’altra società della media e grande distribuzione.
In attesa che venga sciolta ogni riserva, il quartiere, che continua a crescere, vive con tutte le difficoltà del caso il surreale “embargo” alimentare. Ora che il nuovo ospedale è pienamente operativo il traffico e il passaggio sono per di più aumentati: «Quando il quartiere era un piccolo nucleo di case, c’era solo da scegliere dove fare la spesa, oggi nonostante il numero dei residenti sia raddoppiato e ci sia maggiore passaggio, gli anziani sono costretti ad acquistare il pane in pizzeria», annota Giovanni Pacifico dell’Edicola tabacchi di via Promessi Sposi, che testimonia direttamente una delle prime chiusure di supermarket, visto che 16 anni fa proprio in questi locali aveva sede il supermercato Crai. Alla Caffetteria del Parco non si sono mai raccolte tante lamentele davanti al bancone, tra un caffè e l’altro: «Tanti anziani sfidano il gelo in bicicletta per fare la spesa, mentre altri sono costretti a prendere il bus per acquistare i generi più elementari», spiega Rossana Abissino, che garantisce ormai da tre mesi latte fresco a tutto il quartiere. Anche Giuseppe Pontiggia non ha mai raccolto tanto malumore tra i più anziani in un’intera vita passata dietro al bancone del bar di famiglia, oggi Sweet Soul Café: «Le difficoltà sono enormi per tutti gli anziani che fanno fatica a muoversi, per i quali ormai la spesa è diventata un incubo. La chiusura del market è un problema per molti, ma, come accade sempre, tutti si lamentano della mancanza di un punto vendita quando è troppo tardi. Peccato che non ci si renda conto che sono gli stessi cittadini a dover rivolgere maggiore attenzione agli esercizi di vicinato quando le serrande sono ancora alzate».
Ora che il quartiere è sempre più preso di mira da chi è diretto al nuovo ospedale per il parcheggio, l’area potrebbe diventare ancora più interessante per gli investitori: «Il bacino di utenza può essere significativo, a patto che l’offerta sia di qualità e specializzazione – sottolinea Oscar Fusini, vicedirettore Ascom, residente nel quartiere -. Il Villaggio degli Sposi è da tempo oggetto di profonde trasformazioni viabilistiche, per valutare le ricadute sul commercio bisogna attendere l’introduzione delle zone 30 in via Sant’Ambrogio e in via Promessi Sposi. Di fatto, in un quartiere in continua espansione, non può che esserci spazio per uno o più negozi di prossimità specializzati».