Valcalepio, Rota: «Il Consorzio 
non ha mai oppresso nessuno»

Valcalepio, Rota: «Il Consorzio non ha mai oppresso nessuno»

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nella foto: Enrico Rota

Martedì scorso, alla sala Viterbi della Provincia, il presidente del Consorzio di Tutela Valcalepio, Enrico Rota, ha letto la sua ultima relazione all’assemblea dei soci. Rota ha annunciato la sua indisponibilità a un secondo mandato. E ora tocca al nuovo Cda, emerso dall’assemblea, eleggere il nuovo presidente. Lo farà nella riunione programmata per i1 13 maggio. Nel corso dell’assemblea, oltre alla presentazione del libro “Valcalepio, il vino dei bergamaschi” – edito dalla Provincia in collaborazione col Consorzio e scritto da Sergio cantoni, Giovanna Cattaneo e Giuditta Bolognesi – sono state assegnate tre benemerenze al conte Grumelli Pedrocca, storico presidente del Consorzio, all’assessorato provinciale all’Agricoltura e al dottor Bruno Marengoni, e sono stati insigniti due nuovi Ambasciatori del Valcalepio, Silvia Tropea Montagnosi e Silvio Magni.

Anche nel 2013 il Consorzio ha tenuto fede ai propri impegni rafforzando l’attività di promozione e tutela del Valcalepio.  Le iniziative sono state numerose e tra queste mi preme ricordare lo sforzo messo in atto per favorire l’internazionalizzazione delle aziende.  Una sfida oggi più che mai necessaria e che è stata affiancata da tutta una serie di servizi che hanno reso efficace la consulenza tecnica ai soci. Lo dico con convinzione: sono proprio questi servizi Consortili che danno un senso vero alla nostra Associazione, che ci rendono orgogliosi di farne parte. Servizi che non sono mai venuti meno, al di là  delle disponibilità economiche. Come Consorzio, grazie a una oculata e lungimirante gestione di bilancio, abbiamo chiuso il 2013 con un avanzo. Tuttavia, abbiamo già iniziato un percorso che dovrebbe portarci a colmare il mancato sostegno economico, di un’istituzione che oggi non comprende sino in fondo l’importanza di supportare un ente come il nostro, che lavora solo per il bene della comunità. Più chiaramente: sino allo scorso anno potevamo contare su un importante contributo regionale che quest’anno è stato azzerato. Motivo per cui, il cammino intrapreso non risulta essere solo previdente ma necessario.
Una riflessione sui 3 anni di operato del Consiglio uscente è d’obbligo.
Ebbene, dobbiamo essere assai soddisfatti di quanto è stato fatto, sia in quantità che in qualità. Il Direttivo che ha governato il Consorzio in questi 36 mesi, non ha mai dimenticato il valore fondamentale della promozione e della tutela. Il tutto, nonostante l’inizio non sia stato tra i più facili. La maggioranza del Consiglio, infatti, dopo aver pensato a un presidente con determinate caratteristiche, ha scelto la mia persona, la quale, come ben sapete, non è impegnata sul fronte della produzione agricola. Una scelta non semplice e comunque audace.
Come se non bastasse, nel giro di pochi mesi ci siamo trovati nella situazione di dover sostituire un membro del CdA, Guffanti Scotti, che – dopo essersi proposto per la carica di consigliere – fin da subito s’è dimostrato sofferente a rimanere nella squadra di governo. Scotti s’è dimesso dopo solo 4 mesi ed è stato sostituito da Pietro Pagani.
Che dire poi del proliferare di nuove associazioni che hanno creato confusione nel panorama enoico bergamasco? Durante i 3 anni di presidenza, ne ho visto nascere ben 4, due sono già estinte.
Voglio ricordare in questa sede che il nostro Consorzio, tutela e promuove due denominazioni di origine: quella storica del Valcalepio e quella recente del Colleoni. Entrambe, raggruppano ben 15 tipologie, di cui 12 monovarietali.
Se aggiungiamo le varianti possibili legate a spumante, frizzante e riserva, arriviamo a 35 eventuali vini doc. Le domande che allora ci dobbiamo porre sono: perché alcuni produttori insistono nel sostenere che il Consorzio e il sistema che rappresenta vanno ripensati?  Perché questa ampia possibilità di produrre vini all’interno delle denominazioni risulta per loro così superato? Con quale presunzione convogliano a sé il diritto di eleggersi  detentori della qualità?
Dobbiamo forse pensare che l’impegno necessario per produrre vini doc – nel rispetto delle regole stabilite dal Ministero, a tutela esclusiva del consumatore – sia per loro un peso eccessivo?
Non sarebbe più onesto ammettere che è più facile rimanere fuori dal sistema e avere così “mani libere”, piuttosto che ricorrere a una fantomatica giustificazione per motivare la sete d’indipendenza? Indipendenza, che strano termine: ho sempre pensato che il Consorzio non avesse mai oppresso nessuno.
La nostra associazione è sempre stata un’officina che ha forgiato persone capaci di anteporre il bene comune ai propri interessi. Senza di esso, questo lo sanno tutti, non avremmo oggi un comparto così vitale.
Ecco perché ritengo allora, decisamente sbagliata e dannosa, la confusione creata sul mercato da chi punta solo ai propri interessi personali.
Già, perché le insolite associazioni nascono essenzialmente per due motivi: o come risposta a un bisogno non soddisfatto o come mezzo per distribuire nuove cariche e appagare piccole manie di protagonismo. Scegliete voi la risposta più probabile.
Il dato certo è – e rimane – che l’85% della produzione di Valcalepio è in carico alle aziende consortili.  Dati certificati e non chiacchiere di cortile.
Non ci può essere quindi antagonismo con un ente quale il nostro, riconosciuto dalla legge e con l’incarico del Ministero per svolgere la vigilanza su tutti i produttori. E che, ripeto, tende al bene comune e non a quello personale.
(….) I tredici consiglieri del Consorzio si sono riuniti per ben 22 volte (un Cda ogni 45 giorni) e con fierezza, posso affermare che questo Direttivo ha governato il Consorzio senza mai dimenticare le proprie responsabilità. Come mi piace ricordare, governare il Consorzio significa non scordare in nessuna occasione chi si è fidato di te, perché le scelte fatte servono per affrontare i problemi di una comunità.  Voglio però rammentare che se il CdA è chiamato a prendere determinate decisioni, assumendone le relative responsabilità, sono i soci, nessuno escluso, che determinano il successo delle operazioni di promozione: doveroso quindi intraprendere le svariate iniziative tutti assieme. Quelli trascorsi sono stati tre anni importanti, pieni di sfide avvincenti.
Quale presidente di questa Assemblea, nel rinnovare la mia idea sulla gestione del Consorzio – che mai deve servire a sostenere correnti di pensiero non ampiamente condivise – ricordo che il nuovo Consiglio che prenderà vita, sarà poi chiamato a nominare il suo nuovo presidente.
Nuovo in quanto ho deciso di non svolgere un secondo mandato consecutivo. Ritengo però che sia importante dare continuità al percorso vincente intrapreso tre anni fa: per questo motivo, inviterò il neo direttivo a scegliere la persona ritenuta più opportuna per condurre il Consorzio nel prossimo triennio.
Un invito ai futuri consiglieri. È decisivo prendere le giuste e dovute iniziative, in quanto sarete gli ambasciatori per eccellenza del Valcalepio, senza disattendere le aspettative, di tutte le persone che hanno creduto in voi e senza mai dimenticare, che il presidente che andrete ad eleggere non può e non deve sopperire a tutti i compiti che, per natura e per diritto, sono in capo al Consiglio di Amministrazione.
Un appello ai soci e a tutti i produttori. Vorrei rimarcare quanto sia importante difendere il territorio, utilizzando le sue denominazioni. Dobbiamo avere il coraggio, anzi il carattere, di dimostrare quanto ci crediamo: basta manifestare buoni intenti senza poi dimostrarli con i fatti. A chi invece insiste nell’ostacolare l’unità d’intenti, diciamo con franchezza, di non commettere l’imperdonabile errore di confondere la tolleranza del Consorzio con la debolezza.

Enrico Rota
*presidente uscente del Consorzio tutela del Valcalepio